Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Giorgiatosi    25/08/2013    0 recensioni
L'amore non esiste, si tratta solo di semplice curiosità. Questo è quello che Emi, diciottenne immatura e ingenua, si ripete spesso. Non vale lo stesso però per Andrea, studente universitario timido e con la stoffa dell'artista. Quando l'attrazione è così inevitabile che nemmeno la forza di volontà è capace di resistergli.
AVVERTIMENTO
NON è UNA STORIA ONE SHOTS MA UNA SERIE DI CAPITOLI, DEVO AVER SBAGLIATO NEL MOMENTO IN CUI L'HO CREATA E NON RIESCO PIU' A MODIFICARLO
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: PWP | Contesto: Universitario
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Emi… Emi… svegliati! – una voce maschile poco familiare disturba il mio dolce dormire. La ignoro, mi giro dalla parte opposta e riprendo a sonnecchiare.
-Emi.. farai tar di a scuola, sbrigati! – scuola? Oddio è vero! Apro gli occhi e di scatto mi tiro su, sbattendo quasi la faccia contro un bel ragazzo, moro con gli occhi verdi.
- Cris? Cosa ci fai qui? nel mio letto! Scendi subito! se ci vedesse Giulia! Avrei un biglietto di sola andata per la mia tomba.
- Emilie, ma sei impazzita? Ti ricordo che viviamo insieme da adesso. Certo, è stata la tua prima notte qui da noi, ma non esagerare, non ti autorizzo di mostrarti così sconvolta nel trovarmi per casa! -
- Cris, vuoi fare il fratello rompiscatole? Esci subito da camera mia! – urlo proprio come una sorella arrabbiata col proprio fratellone.
- Questa, prima di essere la tua camera, era la mia stanza dei divertimenti dove passavo il mio tempo con gli amici e la playstation, per cui hai poco da comportarti come una sorellina viziata! – nel rispondermi a tono, mostra un sorrisino ironico, facendomi intendere che scherzava. Allora mi alzo, mi lancio su di lui e iniziamo a picchiarci giocando. Senza difficoltà mi blocca i polsi e mi fa cadere sul materasso di schiena, tenendoli fermi con una mano sola inizia a farmi solletico e io mi arrendo subito. Si alza, e ancora in pigiama esce dalla mia stanza.
- Me la pagherai! – urlo mentre chiude la porta. Che bello avere un fratello più grande, alla fine l’ho sempre desiderato, come ogni ragazzina figlia unica. Solo che non mi aspettavo di dover allargare la mia famiglia per vedere il mio desiderio realizzarsi… scendo per fare colazione, ma io e Cris non troviamo niente da mangiare, quindi decidiamo di andare a fare colazione al bar, così ne approfitto per farmi dare uno strappo fino a scuola. Scendo dalla macchina e Giulia mi viene incontro, poi corre velocemente a dare un bacio Cris, e entriamo in classe.
- Allora com’è il mio ragazzo nelle vesti di fratello maggiore? – mi chiede curiosa, abbozzando un sottile sorriso.
- Per il momento non male, finché mi accompagna a scuola in macchina – dico e scoppiamo a ridere entrambe. Oggi Andrea viene a prendermi a scuola, ho promesso di aiutarlo con il suo progetto, dobbiamo trovare un non-luogo all’altezza del 30 che vuole guadagnarsi all’esame di fotografia. All’uscita esco di corsa, per cercarlo tra la folla, e riconosco subito la sua fiat 500 in lontananza. Saluto gli altri velocemente e lo raggiungo.
- Ciao! Allora come stai? – gli domando appena salita in macchina. Lui mi stampa un tenero bacio sulle labbra e poi risponde:
- Bene, e a scuola com’è andata? – mi domanda.
- Niente di speciale. Questa mattina mi ha accompagnato Cris, il mio fratellastro. È troppo divertente non essere più figlia unica -
- Ah, mi immagino, se io non avessi mio fratello, in certi momenti sarei perduto -
Amo guardarlo mentre guida, lo osservo con attenzione mentre è concentrato a guardare la strada, e nonostante lui parli con me, non si distrae nemmeno per una frazione di secondo. Il suo profilo è perfetto, me lo ripeto in continuazione, in più gli è cresciuto un leggero accenno di barba, che gli dona tantissimo. Potrei restare qui a guardarlo tutto il giorno, forse anche tutta la settimana.
- Allora da dove cominciamo? – domando entusiasta di ricevere la sua risposta.
- Ehm… io direi che iniziamo col mangiare, che ne dici? Ho una fame improponibile, e credo che nemmeno tu abbia mangiato essendo stata a scuola – è vero, me ne ero completamente scordata. Dopo aver passato un milione di ristoranti alla fine decidiamo di fermarci dal solito Carlo, non riuscendo a deciderci. Io ordino la solita insalata mista, mentre lui sceglie la bistecca di manzo. Mentre mangiamo parliamo del più e del meno. Mi racconta che ieri sera si è visto con Greg, e hanno parlato del loro progetto, che vogliono chiamare “A place to be”. Questa frase mi ricorda tanto qualcosa… Comunque, vogliono iniziare ad aiutare dei loro amici riprendendoli mentre cantano, e postare i video su Youtube e Facebook, per farli conoscere e fargli un po’ di pubblicità. Non è male come idea, non vedo l’ora che esca il loro primo lavoro. Dopo pranzo saliamo in macchina, Andrea inizia a sistemare la sua macchina fotografica, applicando il flash e l’obbiettivo giusti, e poi iniziamo a girare per la città. Andiamo per primo all’aeroporto, ma nessun posto gli da inspirazione. Allora tentiamo con la stazione, ma niente. Neanche il centro commerciale, ne la piazza del centro, ne la fermata dell’autobus, nulla. Alle cinque ci arrendiamo, sfiniti, e lo porto nel mio posto segreto. Si tratta di una panchina posizionata sul molo, circondata dagli scogli e dal mare. È li che vado ogni volta che sono arrabbiata, che sto male e ho bisogno di piangere sola. Solo Giulia ne è a conoscenza, avendola scoperta insieme. Ci ha subito colpito perché guardandola non ha molto senso, una panchina in mezzo al mare. Il bello è che non c’è mai nessuno ed è il posto giusto per rimanere tranquilli un po’. Ad Andrea piace fin da subito, e mi promette di non mostrarla a nessuno. Ci sediamo, fumiamo una sigaretta, e poi si alza improvvisamente e si allontana.
- Emi, alzati, raggiungi lo scoglio più lontano e girati dalla parte del mare, senza guardarmi – mi urla da lontano. Seguo le sue indicazione e dopo cinque minuti gli chiedo se posso tornare a sedermi.
- Ancora un secondo, aspetta! -
- Va bene – gli grido come risposta.
- Ok, ho fatto! –
Lo raggiungo e vedo che ha la macchina fotografica in mano.
- Hai trovato l’inspirazione!! -
- Sì, grazie a te – mi dice guardandomi negli occhi. Lo tiro per un braccio e lo bacio sulla bocca, per poi girarmi e raggiungere la panchina, ma la sua mano mi blocca e mi avvicina a lui, e continua a baciarmi per un tempo che considero interminabile. Non riesco a fare a meno di nessuno dei suoi baci, ne voglio sempre di più, mi sento come insaziabile. Mi prende in braccio e ci sediamo sulla panchina.
- Allora posso vederle? – domando.
- Cosa? – mi chiede facendo finta di non capire.
- Ma ovviamente le foto, scemo – dico guardandolo storto.
- Ehm, no. Voglio riguardarle bene a casa, poi le modifico e se sono soddisfatto del mio lavoro te le invio - .
- Ti odio. Rimarrò con la curiosità di vederle per moltissimo tempo, conoscendo il tuo tempismo -
- Lo so – e dicendolo scoppia a ridere. Iniziamo a giocare, mi fa il solletico, ma dato che non lo soffro quasi per niente, mentre per lui è il contrario, vinco io, e si arrende. Verso le sei mi porta a casa e appena salita in camera mia mi butto sul letto, con un sorriso infinito. Al che arriva Cris, che mi domanda cosa sia successo e non lo accontento, rimanendo molto vaga. Lui mi racconta che oggi ha visto Giulia e gli ha detto che la dovevo chiamare assolutamente quando arrivavo a casa. Obbedisco subito e rimaniamo una buona mezz’ora al telefono, durante la quale le racconto tutto quello che abbiamo fatto nel pomeriggio io e Andrea.
- Ma è fantastico Emi! Gli piaci proprio tanto, siete perfetti insieme. Comunque prima ho sentito Leo, ha chiesto se andiamo a fare l’aperitivo, ed è quasi ora. Vieni? Io pensavo di partire tra qualche minuto.
- Sì, certo!  Ho un sacco voglia di passare un po’ di tempo con gli altri. Chi c’è?
- I soliti; Leo, Matte e Nicola. Ti aspetto lì?
- Va bene, vi raggiungo in scooter. A dopo.
Mi preparo in fretta e li raggiungo. Mi vedono particolarmente allegra e sorridente, e mi domandano il perché.
- Ma non vedete  che è innamorata? È palese! – risponde Giulia.
- Proprio lei che non faceva altro che ripetere che l’amore non esiste, hai visto che ti sbagliavi? Ed è una cosa meravigliosa – commenta Matteo. Credo che stia alludendo alla sua storia con Francesca, perché riesco ad intravedere una sottile sfumatura di tristezza nei suoi occhi, nel dire l’ultima frase.
- Ma non sono innamorata! Non dite cavolate – rispondo sulla difensiva. Non lo sono, non è possibile, l’amore non esiste, semplicemente mi trovo molto bene con Andrea, tutto qui.
- Chi vuoi prendere in giro? Hai gli occhi a forma di cuore, un sorriso a trentacinque denti, la testa fra le nuvole… questi sono tutti sintomi. E poi io ti conosco troppo bene, lo noto facilmente - controbatte Leo.
Lascio perdere e cerco di cambiare discorso. Parliamo di cosa fare nel weekend, poi verso le sette e mezza ricevo una chiamata da Cris che mi dice di andare a casa a mangiare. Ancora mi fa strano pensare alla mia nuova famiglia “allargata”.  Saluto tutti e me ne vado, sfreccio tra il traffico delle otto con la mia Vespa bianca e sono a casa in un baleno.
- Ciao Mamma, ciao Fabio! – urlo in entrata.
- Non c’è nessuno, sono usciti a cena fuori. Ti ho ordinato una pizza, perché io stasera esco – mi dice Cris venendomi incontro, preparandosi per uscire.
- Ah… grazie, ma non c’era bisogno. Vai da Giulia? non mi ha detto nulla prima – domando curiosa. Sono tutta sola in casa, sono quasi delusa. Penso che chiamerò Andrea per tenermi un po’ di compagnia.
- No, esco con degli amici. Farò tardi, e credo anche papà e Sonia. Penso mi abbiano detto di essere ad una festa di beneficienza dell’ufficio organizzata da lui… quindi devono rimanere fino alla fine. Non aspettarci alzati. A dopo! – prende le chiavi della macchina ed esce. Non appena chiude la porta di casa prendo subito in mano il cellulare e scorro i nomi della rubrica fino ad Andrea.
- Ehi, ciao Andre – fortuna che non può vedermi, perché sono arrossita come una bambina quando ha risposto!
- Ciao Emilie, dimmi tutto. È successo qualcosa? – domanda con la sua voce curiosa.
- Ehm, in realtà no. Volevo chiederti se stasera ti andrebbe di passare qui, perché mi hanno lasciata tutti e mi ritrovo triste e  sola con una pizza da riscaldare. So che ci siamo visti oggi… ma pensavo sarebbe stato carino passare la serata qui. Poi così  vedrai la casa nuova! -
- Mm… va bene, si può fare. Non posso lasciare una ragazza sola per tutta la serata. Porto il gelato, tu prepara un film. A dopo -
Riaggancio e mi butto sul divano. Non posso crederci, due volte in un solo giorno! Devo assolutamente farmi una doccia. E prepararmi. E cambiarmi i vestiti. Non vedo l’ora che arrivi, sono agitata come al primo appuntamento. Mi guardo allo specchio: non mi riconosco più, i miei occhi sembrano brillare. Non appena suona il campanello mi precipito alla porta, ma aspetto comunque cinque minuti prima di aprire. Lo sento salire le scale e il mio cuore inizia ad agitarsi.
- Ehi – mi saluta non appena arriva alla porta, con il fiatone per la fatica. Lo tiro dentro casa per un braccio e lo bacio teneramente sulle labbra.
- Dovresti smettere di fumare, manca poco e non riesci nemmeno più a fare le scale – dico per gioco con tono di rimprovero.
- Senti chi parla! - mi risponde a tono.
- Beh, almeno io non ho il fiatone per ogni scalino! – al che mi prende in braccio e mi porta sul divano, iniziando a farmi il solletico.
- Bella casa, comunque. Allora che film hai scelto? – mi domanda quando entrambi ci siamo calmati.
- Ah, grazie, ma non è mia – scoppiamo a ridere entrambi. Mentre ridiamo lo osservo, e mi perdo per la millesima volta nei suoi occhi verde giada. Sembra quasi che riescano ad affogare i miei, o perlomeno riescono a farlo col mio cervello, dato che non capisco più nulla quando lo guardo. – Comunque ho preso “The Tree of Life”. Spero tu non l’abbia visto. In compenso io l’ho visto un centinaio di volte, ma non mi dispiace rivederlo -
- Ho solamente visto il trailer e mi piacevano le canzoni. Può andare – mi dice guardandomi con quegli occhi grandi e verdi che come sempre mi fanno scappare un sorriso. Una volta finito il film mi prende in braccio e io gli faccio strada verso la mia nuova stanza. Mi appoggia delicatamente sul letto e per un tempo che io considero interminabile restiamo in silenzio a guardarci, seduti a gambe incrociate uno di fronte all’altro. È così bello che sembra un bambino. Ed è proprio ciò che sento di essere io quando sono con lui. Siamo due bambini che hanno bisogno di proteggersi l’un con l’altro, che vogliono restare insieme per scappare qualche ora dal mondo esterno, che quando sono soli non hanno bisogno di nient’altro. Poi alza la mano destra e inizia ad accarezzarmi una guancia con la punta delle dita, al che le passa sulle mie labbra e mi prende dolcemente il mento per stamparmi un tenero bacio. Al che non resisto più e comincio a baciarlo ovunque, le mie mani si fanno strada nel suo corpo perfetto, tra la sua pelle olivastra. I nostri vestiti cominciano a sparire e iniziamo a spogliarci di ogni paura, diventiamo entrambi vulnerabili ma è quello che veramente vogliamo. I minuti scorrono, ma per noi non è mai abbastanza, è come se fossimo insaziabili dei nostri stessi baci. Mi copre teneramente con la coperta e mi accarezza il volto. I suoi occhi mi hanno completamente preso e portato nel suo mondo, già proprio nel mondo dei pony e dei draghi.
- Emi, io voglio fare l’amore con te – la sua voce interrompe improvvisamente il silenzio che si era installato tra noi. Anche io lo voglio, si lo voglio davvero, non desidero nient’altro al mondo in questo momento.
- Anche io Andrea -
- Sei sicura? -
- Sì, è ciò che più voglio -
I suoi baci si fanno più intensi e i suoi occhi più profondi, le sue mani più esperte e il suo respiro più corto. Non riesco a capire bene ma credo sia lo stesso per me. Lo sento piano piano entrare dentro me, e non fa male, ma provo solo piacere. Piacere nello stare con lui e stringerlo forte a me, nell’essere insieme una cosa sola. Vorrei fermare il tempo e non svegliarmi mai più, restare intrappolata con lui in una dimensione parallela per sempre. Che poi quanto dura per sempre? Una vita? Un milione di anni? O un fantastiliardo?  Mi prende la mano e me la stringe forte, mi bacia la fronte, poi il naso e arriva alle mie sottili labbra. È dentro me; lo sento, l’altra mano stringe forte la sua schiena, così forte che sembra voler restare impressa nella sua pelle. Si, lo ammetto, sono innamorata di lui. Amo tutto di lui, anche il più piccolo difetto. Perfino quel neo nascosto, nella parte sinistra del basso ventre.
Quella sera, più tardi, sono così felice che non riesco ad andare a dormire. Mi guardo allo specchio: il mio sorriso sembra essersi solidificato, non riesco a levarmelo dal viso. Il telefono suona: un messaggio. Magari è lui, penso.
“ Penso sempre di più che tu sia bellissima, ho paura di essermi innamorato di te. Il tuo ammiratore numero uno”. Chi può essere se non lui? Sì, è sicuramente Andrea. Mi infilo sotto le coperte, e  dolci sogni accompagnano il mio sonno.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Giorgiatosi