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Autore: Senda    10/10/2004    25 recensioni
Questa fanfiction è ambientata nel 5° anno ad Hogwarts di Minerva McGranitt... Albus Silente è un suo professore e Lavanda Bum (Madamda Bum) la sua migliore amica. Ho usato una coppia non molto usuale, ma a me piace da morire... se vi interessa, leggete!!! (fra i personaggi dovrei mettere anche Minerva McGranitt, visto che è la protagonista... ma non c'è fra le opzioni!) Dimenticavo: è la mia prima ff!!! siate clementi... ;)
Genere: Avventura, Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Un’incontro in biblioteca.



Il sole era già alto nel cielo.
Con un mugugno di soddisfazione Minerva McGranitt si stiracchiò, nel suo letto. Allungò le braccia, poi le gambe e lentamente aprì le palpebre.
Davanti ai suoi occhi apparve il dormitorio di Grifondoro, la sua attuale sede a Hogwarts.
Con tutta la calma del mondo scostò le coperte e si sedette sul letto, guardandosi intorno. Alla sua destra la famigliare figura di Lavanda Bum, sua migliore amica, e ancora più avanti Anastasia. Alla sua sinistra vedeva il letto vuoto di Valentin, probabilmente già sveglia, e oltre Erika che leggeva.
Scese dal letto e salutò Erika, che rispose con un sorriso. Entrò in bagno, si lavò, si pettinò e si vestì.
“Che ore sono?” chiese, scuotendo i lunghi capelli neri. “Le 9.15” rispose Erika, senza staccare gli occhi dal libro.
“Perfetto. Io scendo a fare colazione, se vuoi ti aspetto…” propose la ragazza, fissando l’amica. Erika si alzò, posò delicatamente il libro e s’infilò in bagno. A Minerva venne da sorridere… in cinque anni che si conoscevano, a Hogwarts, aveva imparato a conoscere i modi taciturni ed affettuosi di Erika.
Pochi minuti dopo lei ed Erika uscivano dal buco del ritratto. “Che leggevi di bello?” chiese Minerva. Erika si strinse nelle spalle, scuotendo i capelli biondi, lunghi fino alle spalle. “è una storia d’amore babbana… s’intitola: ‘tre metri sopra al cielo ’…”
“Bah… non so come fai, a leggere quelle storie sdolcinate! È vero, anche a me piacciono le storie d’amore! Ma almeno con un po’ d’azione!” e così percorsero i corridoi, fino alla Sala Grande, discutendo sui tipi di libri.
Si sedettero al loro tavolo, servendosi la colazione. Come tutte le domeniche mattina se la presero comoda.
Poco dopo la loro entrata, il portone della Sala si spalancò. Entrò Lavanda, seguita a ruota da Anastasia. Minerva ed Erika chiamarono le amiche, ma l’attenzione di Minerva fu subito catturata dalla terza figura che entrò nella sala grande. Un uomo altro, magro con capelli castani e occhi azzurri. Minerva sospirò. Albus Silente era un suo professore, che lei stimava molto. Insegnava Trasfigurazione, la sua materia preferita. Andavano molto d’accordo, ma a Minerva quel professore faceva uno strano effetto. Non capiva cosa poteva essere, ma ogni volta che lo vedeva il suo stomaco faceva una capriola. Cominciava a stancarsi di quella situazione, non riusciva a capire cosa o chi la provocasse.
“Minerva, sei fra noi?” chiese la voce divertita di Lavanda. La ragazza si riscosse dai propri pensieri, con un sussulto. “Sì, ehm… scusate!” Ogni volta che passava Albus Silente lei si distraeva… possibile che non riuscisse ad ignorarlo?
“Come mai ti sei distratta?” chiese con noncuranza l’amica. Minerva, per tutta risposta, si strinse nelle spalle.
“Dicevo, avete letto la gazzetta di ieri?” riprese il suo discorso la grifondoro dagli occhi da gatto.
Le altre scossero la testa, incuriosite.
“Beh, diceva che da un po’ di tempo in giro ci sono strane aggressioni, o strane morti… sembra preoccupante, la cosa! Il ministero ha messo tutto a tacere, ma ormai le cose sono troppo visibili per ignorarle!”
Il discorso continuò per tutta la colazione.
“Ragazze, io devo fare una ricerca in biblioteca, ci vediamo più tardi!” disse Minerva alle altre. Le amiche annuirono, avviandosi verso l’esterno.
Con tutta calma la ragazza raggiunse la biblioteca, cercò i libri adatti e si sedette in un angolo. Lavorò sodo per una buona mezz’ora, quando fu interrotta da una voce profonda.
“Ciao, Minerva. Posso sedermi qui?” La studentessa alzò gli occhi. Appena il suo sguardo incontrò quello azzurro di Albus Silente le si seccò la gola. In realtà, quando lo vedeva sentiva molto di più di quello che era disposta ad ammettere.
Lo stomaco le si rovesciò, il cuore mancò qualche battito e sentì un leggero calore nascere dall’interno e diffondersi sul suo volto.
Tuttavia riuscì a controllarsi ed a rispondere, quasi normalmente: “Certo, la sedia è libera!”
Il professore sorrise e, posando la sua borsa, si sedette.
Minerva si chinò di nuovo sul suo lavoro. La sua concentrazione era vagamente disturbata, ma continuò a lavorare.
Alzò la testa, con aria pensierosa. Rifletteva sulle proprietà della pozione Diversificante, quando notò che il professore la stava guardando.
Lui abbassò precipitosamente la testa, ma ormai lo aveva visto.
Minerva scoprì di avere le guance in fiamme e lo stomaco rivoltato. In più si sentiva splendidamente bene, felice. E non capiva da dove derivasse quella felicitò così appagante.
Tentò ancora per qualche minuto di finire il suo lavoro, ma la volontà e la concentrazione erano andate a farsi benedire. Così chiuse il libro di scatto, con un leggero rumore. Il professore alzò la testa. “Finito?” chiese, con noncuranza.
Lei sorrise, senza sapere cosa rispondere. “No, ma ora posso continuare nel dormitorio.” Concluse. “Beh, allora ciao!” disse lui e si chinò sul proprio lavoro. “A domani.” Ricambiò lei il saluto.
Si gettò la borsa in spalla e prese dalla bibliotecaria, Madama Cool, il libro in prestito. Si diresse velocemente verso il dormitorio, lanciando un’ultima occhiata all’uomo che scriveva rapidamente.


Appena la porta della biblioteca si chiuse Albus Silente alzò la testa. Gli sembrava, come tutte le volte che lei se n’andava, di essere circondato dal vuoto. Scosse la testa. Al contrario della sua alunna sapeva perfettamente cosa provasse per lei. E sapeva altrettanto perfettamente di doversi liberare di quel sentimento. -Ma cosa diavolo ci trovo, in quella ragazza, apparte il fatto che è carina, intelligente, simpatica, studiosa, attraente, forte, coraggiosa… ho capito, basta.- Sospirò. C’era poco da fare, quella ragazza lo aveva affascinato, stregato, ammaliato. E più tentava di vederla solo come un’alunna e più la sentiva come qualcos’altro.
Tentò di riprendere la concentrazione ma si ritrovò a vedere nel foglio mezzo scritto il volto sorridente della ragazza. Irritato chiuse con uno scatto il libro, che restituì a Madama Cool.
Poi prese la sua roba e uscì dalla biblioteca. Fuori era una bella mattina di marzo. Si avviò verso il suo ufficio, sistemò il lavoro che aveva svolto in biblioteca e uscì. Ma seppe subito che era stato un errore.
-Che stupido che sono! È una domenica mattina di marzo, è ovvio che anche lei sia uscita! Perché non ci ho pensato? E ora? Ma cosa diavolo sto dicendo? Non esco in giardino perché c’è lei? Ho capito che non voglio incontrarla, ma ora sto esagerando… ma a chi sto cercando di darla a bere? Certo che voglio incontrarla! Ma non posso… che casino…-
Questi erano gli assurdi pensieri del professore, mentre camminava per i prati di Hogwarts.


Ignara di ciò che pensava il suo professore, Minerva si dirigeva a velocità sostenuta verso le amiche. “Eccomi, ciao!” Le ragazze si voltarono a guardarla. “Ciao, già finito?” chiese tranquillamente Valentin. Lei arrossì. “N-no… solo che ora posso anche finire nel dormitorio e il sole era così invitante… comunque buon giorno, noi non ci siamo ancora viste!” concluse, cercando di cambiare discorso.
Valentin sorride. “Anche a te… ma come mai sei arrossita?” Chiese poi, maliziosamente.
Nonostante Minerva non avesse detto niente, Valentin era la sola a sospettare ciò che distraeva Minerva. Nonostante non avesse voti molto alti, aveva un’intelligenza superiore alla media e aveva notato lo strano gioco di sguardi che c’era fra Minerva e il professor Silente. Non ne aveva parlato con nessuno, nemmeno con lei, ma ogni giorno se ne convinceva di più.
“A-arrossita? Ma che dici?” farfugliò l’interpellata, con le gote in fiamme.
“Hai presente quando sembra che sulle guance di una persona si possa cuocere un uovo? Quello si chiama arrossire.”
Spiegò lei, in una perfetta imitazione del professore di pozioni. Il gruppetto scoppiò a ridire.
Il professore di pozioni aveva l’irritante abitudine di rispondere alle domande dei grifondoro come se fossero cose ovvie, scontate. E Valentin detestava particolarmente quel professore. Non si faceva mai sfuggire un’occasione di prenderlo in giro e le sue spettatrici le davano molta soddisfazione.
“Bene, di cosa parlavate prima del mio arrivo?” chiese allegramente Minerva. “Parlavamo della fauna locale a Hogwarts.” Fu la vaga risposta che ottenne. “E di quale esemplare in particolare?” chiese. “Di Lyonel. Quel tassorosso è davvero carino…” commentò con aria sognante Anastasia. Minerva scoppiò di nuovo a ridere, ma la sua risata si trasformò presto in un urlo, a cui si unirono immediatamente le compagne.


Dall’altra parte del parco un noto professore sentì l’urlo e, capendo da cosa fosse provocato, sentì il sangue ghiacciarglisi nelle vene…


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Ok, spero che vi sia piaciuta... vi prego, recensitemi!!! Essendo la mia prima sono mooolto nervosa!!! Quindi, aiutatemi con una piiiiiiccola recensione!!! Grazie mille!!!
  
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