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Autore: Piz98    25/08/2013    0 recensioni
Da 5 anni il continentedi Kendral è dilaniato da una guerra scatenata dagli elfi, contro i nani, i nemici secolari. Ognuna delle due fazioni ha chiamato a raccolta i propri alleati e ognuno ha dovuto scegliere da che parte stare: goblin neri ed il regno umano di Hamek si sono schierati con gli elfi, mentre goblin rossi, elfi neri, le tribù barbare del nord ed il regno di Marna con i nani.
I barbari però sono ancora bloccati nelle loro terre dai goblin, mentre gli elfi hanno conquistato Gadern, la capitale del regno nanico e ora stanno marciando contro Mendaq, una delle ultime roccaforti rimaste.
L'unica speranza per i difensori sono riposte nei loro alleati a nord, che però non possono muoversi.
Solo quattro persone possono rovesciare le sorti di una guerra che ormai sembra segnata: un giovane umano di nome Kirow ed i suoi compagni Mahug e Dhena e un possente capoclan barbaro chiamato Gakrad.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una ventina di elfi stava uccidendo gli ultimi soldati umani sopravvissuti, mentre gli altri spogliavano i cadaveri da ogni bene disponibile.
- Quanto dista Mendaq da qui? - chiese il capitano elfico alla sua guida, un umano di Hamek.
- Circa 35 miglia, mio signore. Se pariamo adesso raggiungeremo la fortezza prima del calar del sole. - rispose questi.
Poco distante un gruppo di una decina di persone spiava attentamente gli elfi, una quarantina in tutto.
- Cosa facciamo? - chiese un goblin rosso. Somigliava in tutto e per ad un essere umano, ad eccezione che per la carnagione violacea e i capelli arancioni.
- Gli ammazziamo, ovviamente. Hanno scoperto dove ci siamo ritirati. - rispose un umano gigantesco, chiamato Hugrad. Tutti mormorarono in segno di approvazione e ognuno prese la propria arma.
- Prima gli colpiamo con le frecce e poi ci lanciamo in avanti, dobbiamo salvare alcuni di quegli uomini. -
I quattro guerrieri armati di arco, due umani e due elfi neri, si posizionarono e, ad un segnale di Hungrad, scagliarono i propri dardi contro gli elfi, ricaricando velocemente, abbattendone altri quattro. Poi tutti quanti si lanciarono avanti, armi in pugno, lanciando possenti grida di guerra.
Gli elfi non si erano ancora ripresi del tutto dalla sorpresa, mentre i cinque prigionieri, più veloci degli altri, riuscirono a liberarsi dei loro carcerieri e, armi in pugno, stavano combattendo con i nuovi arrivati.
Gli elfi, senza più ufficiali era finiti in preda al panico e si erano dati alla fuga, tranne 10 coraggiosi, che erano rimasti a combattere e che furono uccisi tutti. Anche uno dei prigionieri fu seppellito assieme agli altri.
Hungrad si avvicinò ad uno degli arcieri e gli disse:
- Dobbiamo tornare a Mendaq al più presto, rischiamo di incontrare altre pattuglie. -
- Va bene. Andiamo, forza! - rispose il giovane. Aveva circa 16 anni, era basso e muscoloso ed aveva una lunga cicatrice sull’occhio destro. I capelli rosso fuoco erano raccolti in una treccia. Legata alla vita portava una ascia da guerra, mentre una faretra era agganciata al cinturone. L’arco, legno di tasso e corda di canapa, era in spalla.
Il gruppo, dopo essersi impossessato di tutti gli oggetti di valore, si diresse verso est, da dove erano arrivati, tranne il giovane, il goblin rosso e una ragazza sui vent’anni.
- Kirow, dobbiamo andare a Kendhyra prima che gli elfi raggiungano Mendaq. Potremmo arrivarci in due giorni. - disse il goblin rosso.
- Mahug ha ragione. Dobbiamo essere in città prima che le  armate nemiche inizino ad avanzare, altrimenti rischiamo di essere bloccati qui. - continuò la ragazza.
- Possiamo prima raggiungere Mendaq e poi passare per le miniere e raggiungere Kendhyra, cosi informiamo pure gli altri. - affermò Kirow.
- Chi ti dice che le miniere non sono sorvegliate dagli elfi? - ribatté la ragazza.
- Dhena ha ragione. Potrebbero essere  anche bloccate. -  
- Alcuni nani le hanno percorse ieri e non hanno incontrato nessuno. -
- Facciamo come vuoi te, l’importante e che ce ne andiamo in fretta, potrebbero arrivare altri elfi da un momento all’altro. - disse il goblin, mentre il gruppo si diresse verso est, per raggiungere i compagni.
Dopo essersi ricongiunti con il gruppo avanzato silenziosamente ancora per circa un’ora, prima di raggiungere un torrione naturale in granito, alto 70 e largo 40 metri. In cima sorgevano grandi fortificazioni: torri e spiazzi per baliste e catapulte circondavano i cancelli, alti 6 metri, costituiti da una grata d’acciaio e da una robusta porta di legno di quercia. L’unica via d’accesso era una rampa di pietra, larga e spaziosa, in alcuni punti completamente scoperta, mentre in altri la montagna aveva creato una sorta di barriera. Dei guerrieri esperti non avrebbero faticato a raggiungere le  mura con scale ed arieti.
Il gruppo avanzò di un centinaio di metri, quando fu raggiunto da un gruppo di cavalieri, tutti elfi neri. Questi erano alti e longilinei, con i capelli candidi e la carnagione verde, occhi viola scuro e orecchie appuntite. Gli guidava un guerriero esperto, sui 30 anni.
- Vi conviene muovervi: fra circa due ore gli elfi saranno qui, dovete ritirarvi nella fortezza prima che chiudano i cancelli. – disse, dopo aver riconosciuto Hungrad.
- Grazie, seguiremo il tuo consiglio. Ti aspetto sulle mura, quando ci sarà battaglia. – rispose questi, sorridendo.
I cavalieri si allontanarono in fretta, puntando verso ovest, da dove era arrivato il gruppo di guerrieri: infatti c’era solo un accesso per raggiungere la piana della fortezza perché a nord e a est c’erano montagne difficili da oltrepassare persino per i nani, mentre a sud un fiume molto ampio, il Sendz, impediva il passaggio. Queste barriere si avvicina solamente in un punto, dove distavano circa 1 chilometro e dove la cavalleria si sarebbe schierata per rallentare le avanguardie nemiche.
Kirow, Mahug, Dhena, Hungrad e gli altri iniziarono la salita del sentiero, e nel giro di una decina di minuti raggiunsero il grande cancello. Un gruppo di nani e di elfi neri sorvegliava l’ingresso controllando chiunque volesse entrare, mentre sugli spalti venivano armate catapulte e baliste.
Uno dei nani, un ufficiale riconoscibile del mantello di lana rossa e grigia, si fece avanti, inchinandosi di fronte a Hungrad.
- Signore, per fortuna siete rientrato in tempo. Vostro padre era in ansia per voi. – disse, mentre i guerrieri entravano nella fortezza.
Hungrad fece un cenno del capo ed entrò, seguendo i suoi compagni.
All’interno della cittadella sorgeva un grande mastio, circondato da torri minori, mentre un terrapieno era disposto tra la cinta interna e quella esterna. Ovunque sorgevano tende e recinzioni per il bestiame e i cavalli, anche se questi erano quasi tutti all’esterno del castello.
Uomini, nani, elfi neri e goblin rossi correvano ovunque, chi allacciando le cinghie dell’armatura, chi controllando l’affilatura della propria lama o correva al proprio punto di adunata, in attesa di ricevere ordini. I quattro uomini che avevano liberato si diressero verso lo stendardo della città di Jenkam, dopo aver ringraziato ripetutamente i loro liberatori.
- Dobbiamo rimanere qui, è troppo rischioso tentare le caverne con gli elfi così vicini. – disse Dhena, mentre posava una sacca a terra, di fianco ad una piccola tenda azzurrina.
- Lo so, è impensabile adesso. Rimarremo a combattere. - annuì Kirow, posando l’arco sopra allo scudo di Mahug, che aveva appena estratto da un’altra tenda.
Ognuno di loro pensava a cosa avrebbe dovuto fare in battaglia, mentre indossavano le armature: Kirow prese una giubba di cuoio borchiata, un paio di gambali d’acciaio sotto gli stivali e dei guanti di cuoio. Come armi aveva sempre l’ascia, la faretra e l’arco lungo.
Mahug indossò una brigantina, degli stivali alti, guanti di maglia di ferro ed un elmo corinzio in acciaio brunito. Aveva anche un grosso scudo di bronzo e cuoio, dipinto di rosso, assieme al falcione in acciaio nanico, il migliore in circolazione.
Dhena invece indossò un pettorale d’acciaio verde, agganciando una faretra alla schiena e un xophis, lama leggermente ricurva, in acciaio diamantato, al cinturone. L’arco composito, in legno di tasso, era agganciato in spalla.
Il gruppo di guerrieri si diresse verso le mura, in attesa di scorgere gli elfi, che sarebbero arrivati di li a poco. Anche molti altri soldati si stavano schierando, in modo da poter poi contare le truppe nemiche. I tre salirono su una torre di fianco al cancello e videro i gruppi di cavalieri rientrare, ad eccezione di due, che rimasero nella pianura, per osservare meglio il nemico ormai prossimo.
Dopo pochi minuti comparve un folto gruppo di soldati a cavallo, l’avanguardia elfica, seguito a ruota da svariate migliaia di soldati e carri.
- Saranno come minimo 25000, noi abbiamo circa 4000 soldati. Sarà una battaglia molto dura. – disse Kirow, controllando la corda dell’arco.
 
 
 
Salve a tutti.
Questa è il mio primo racconto e spero che vi piaccia. Avete appena conosciuto  tre protagonisti, mentre Gakrad lo si incontrerà nel secondo e molto probabilmente più avanti aggiungerò almeno un altro personaggio importante . Avete anche incontrato un personaggio molto importante, Hungrad, un giovane principe. Nei prossimi capitoli descriverò gli avvenimenti presso le tribù barbare, l’assedio e un breve riassunto della guerra.
Ho anche pensato di permettervi di inviarmi dei personaggi che poi inserirò nella storia, potrà sia essere un protagonista o un personaggio importante, basta che mi scriviate le caratteristiche e una storia in breve. Potete inventare anche nuove razze. Va assolutamente specificato se il personaggio è “buono” o “cattivo”.
Come avete potuto notare non ho rispettato i classici, mettendo goblin ed elfi neri come malvagi, ma schierandoli con i “buoni”.
 
P.S: per i vostri personaggi non c’è ancora un numero preciso, comunque più me ne scrivete meglio è!
 
Ciauz by Salmo98
   
 
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