In un luogo lontano nel bel
mezzo del
nulla ma allo stesso tempo al centro di tutto, un avvenimento atteso
ormai da tempo, agitò la pace e la quiete di quel luogo.
Un
uomo alta con un lungo mantello bianco e un cappuccio a coprirli lo
sguardo si affrettava agitato nel lungo corridoio costeggiato da alte
colonne e candele ad entrambi i lati...
-Signore- disse l'uomo
inchinandosi di fronte ad un' altra figura -finalmente il giorno
è
arrivato, si è aperto!!-
L'uomo di fronte a lui sbarrò gli
occhi per lo stupore, pensando che ormai questa notizia non sarebbe
mai arrivata.
-Figliolo non potevi darmi
notizia
migliore- disse l'anziano avviandosi insieme all'altro.
Arrivarono
in una grande sala, con specchi ovunque, uno di quelli era
illuminato, al centro della stanza c'era un piedistallo, intorno ad
esso giacevano dei pezzi di cristalli.
-Meraviglioso- disse il
vecchio felice per l'avvenimento -dobbiamo subito dare la notizia e
prepararci, invieremo una squadra di guerrieri...dove si è
diretto?-
domandò guardando verso lo specchio illuminato
-sulla terra
signore...- rispose l'altro -sulla terra-
DRIIIIIIN
DRIIIIIN
Il suono del campanello mi fece svegliare di
soprassalto, mi strofinai gli occhi, la luce filtrava dalla finestra,
ancora un po' confusa mi guardai intorno...
-Maya muoviti è
tardi!- la voce della mia amica Maggie mi risvegliò
completamente,
guardai istintivamente l'ora, erano già le 7.45, mi ero
addormentata
sul tavolo mentre studiavo e come al solito ero in ritardo, staccai
un foglietto che mi si era appiccicato sulla faccia e mi fiondai alla
finestra
-Maggie scusa, sono in
ritardo mi sono
addormentata, 10 minuti e arrivo!!- dissi trafelata
-tu in
ritardo?!che novità!!dai sbrigati ti aspetto in macchina!!!-
disse
scherzosamente dirigendosi verso la sua vettura.
Purtroppo
però aveva ragione, non ero mai stata una ritardataria, ma
ultimamente quella scena si ripeteva tutte le mattine, per la
precisione da quando vivevo da sola; mia mamma era partita per una
ricerca in un paese sperduto dell'Egitto, voleva portarmi con lei
visto che sarebbe stata via per due anni senza aver contatti con il
resto del mondo, ma io non avevo nessuna voglia di andare in un paese
nel bel mezzo del nulla dove neanche con un miracolo avrebbe
funzionato un telefono, e poi non volevo lasciare la scuola, mia
madre all'inizio non voleva, una ragazza di diciassette anni secondo
lei non poteva vivere da sola ma dopo varie discussioni si convinse a
lasciarmi qui, leggermente rassicurata dal fatto che la mia amica
abitasse a due case dalla mia.
Mia madre mi aveva lasciato
qualche
soldo ma, non sapendo se e quando ne sarebbero arrivati altri, visto
il luogo dove se ne era andata, mi ero trovata un lavoro part-time
dove andavo dopo la scuola, tornavo sempre piuttosto tardi ma, dovevo
anche studiare e puntualmente mi addormentavo sui libri. Quella di
questa mattina era ormai la normale routine e avevo imparato a
prepararmi nel giro di 10 minuti,mi fiondai nella doccia, misi un
paio di jeans scuri e un maglioncino bianco, mi guardai allo specchio
mentre sistemavo i lunghi capelli castani, avevo un' aria piuttosto
stanca, sotto i miei occhi verdi si intravedevano delle occhiaie
segno del poco sonno, ma come al solito mi sarei dovuta accontentare
di quell'aspetto, scesi di corsa le scale, presi la giacca, visto che
a settembre faceva già piuttosto freddo, chiusi la porta e
mi
fiondai dalla mia amica che, guardando nervosamente l'orologio,
aspettava in macchina. Maggie era una ragazza sempre allegra e
socievole, aveva gli occhi nocciola e quel giorno portava i capelli
ricci e castani legati con due bacchette cinesi.
Arrivammo a
scuola giusto mezzo secondo prima il suono della campanella.
-Anche
oggi ce l'avete fatta per un pelo...- disse una nostra compagna non
appena varcammo la soglia
-già, colpa mia!- dissi ancora con
il fiatone dirigendomi al banco insieme a Maggie
-un giorno di
questi mi verrà un infarto, me lo sento- disse cercando di
riprendere fiato
-scusa hai ragione, cercherò di essere più
puntuale!- dissi unendo le mani in segno di scusa, un giorno o
l'altro Maggie mi avrebbe fatto secca.
-Non ti preoccupare, so
che non è colpa tua...e poi chi non vorrebbe una vita
così
frenetica avventurosa- disse sorridendo. Era sempre comprensiva con
me e pronta ad aiutarmi in tutto e per tutto, eravamo migliori amiche
fin da bambine e siamo sempre state inseparabili.
-Frenetica
può darsi, avventurosa, mica tanto- le risposi scherzando,
ma era
vero se pur ero sempre piena di impegni la mia vita era piuttosto
monotona, al di fuori della scuola non frequentavo nessuno, a parte
Maggie, non andavo alle feste o cose del genere, un po'
perchè non
ne avevo il tempo, un po' perchè non avevo mai avuto tanti
amici. Un
anno fa avevo un ragazzo, il mio primo amore, che però si
rivelò un
vero idiota; da allora non avevo più frequentato nessuno
quindi al
momento la mia vita si limitava a destreggiarsi tra scuola e lavoro,
in quel momento arrivò il professore interrompendomi dai
miei
pensieri, iniziando la lezione.
La giornata tutto sommato era
passata abbastanza velocemente, a biologia la professoressa
entrò
con un televisore e un carrellino pieno di oggetti delicati che
finirono a terra quando l'insegnante inciampò nel filo
facendo
rovesciare tutto, unico aneddoto interessante della giornata
scolastica.
Finite le lezioni, salutai la mia amica e mi
diressi a lavoro e, li ci fu una spiacevole sorpresa; il locale
durante la notte era stato derubato, avevano danneggiato parecchie
cose, e il proprietario una volta arrivata mi disse, dispiaciuto, che
doveva fare dei tagli al personale per rientrare delle spese, tra cui
io.
Uscii, sconsolata e di malumore, diretta per la prima
volta a casa così presto, mi piaceva quel posto di lavoro e
ora me
ne sarei dovuta trovare un altro.
Stavo attraversando la
strada immersa
nei miei pensieri e non mi accorsi che una macchina mi stava per
investire, il suono del clacson mi fece tornare coi piedi per terra,
ma quando mi accorsi della macchina era troppo tardi, pensavo di
essere spacciata e spaventata chiusi gli occhi in attesa
dell'impatto; che però non arrivò da dove mi
aspettavo.
Riaprii
gli occhi, ero stesa sull'asfalto vicino al marciapiede, sentivo un
peso addosso ma ancora non riuscivo a mettere bene a fuoco le
immagini.
-Ehi tutto bene?ti sei fatta male?- sentii una voce
e vidi un ragazzo, sembrava preoccupato, delicatamente mi fece
mettere a sedere
-sto... sto bene...grazie- dissi con la testa
che ancora girava
-sicura?- disse posando una mano sul mio
viso per accertarsi che stessi bene
-si non preoccuparti!-
dissi un po' imbarazzata
-meno male mi hai fatto prendere uno
spavento, dovresti fare più attenzione quando attraversi la
strada!-
-lo so ero sovrappensiero e non ho fatto caso alla
macchina comunque grazie, se non fosse stato per te ora mi troverei
spalmata in mezzo alla strada!-
-di niente figurati!- rispose
porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi -io mi chiamo Axel e tu?-
disse sorridendo
Inizialmente non avevo fatto molto caso a
lui, non ce ne era stato il tempo ma, ora che lo guardavo bene, mi
resi conto che era proprio un bel ragazzo! Era alto e muscoloso,
capelli biondo scuro e profondi occhi blu ma, la cosa che
attirò di
più la mia attenzione in quel momento era una strana collana
con un
ciondolo di cristallo, molto bella in realtà ma piuttosto
insolita
per un ragazzo; restai a fissarlo per qualche secondo poi mi resi
conto che dovevo presentarmi, se non altro per non sembrare una pazza
anche se, avrebbe tranquillamente potuto attribuirlo al colpo in
testa.
-Mi chiamo Maya!- dissi infine
-piacere di
conoscerti! Se vuoi posso accompagnarti a casa-
-no, non
preoccuparti sto bene!-
-ok! spero di rivederti presto allora,
ciao!-
-ciao...- gli risposi mentre ancora un po' imbambolata
mi avviavo verso casa.
Quel ragazzo era davvero molto gentile
e, tutto sommato pensavo di essere stata fortunata, incidente quasi
mortale a parte, ma dovetti subito ricredermi sulla mia presunta e
insolita fortuna perchè a metà strada
improvvisamente incominciò
un violento acquazzone.
Mi misi a correre sotto l'acqua
scrosciante ma, quando arrivai davanti la porta di casa ero ormai
zuppa. Mi affrettai a cercare le chiavi, fuori si congelava e
rischiavo di prendermi una polmonite, ma la sfortuna quel giorno
sembrava non essere finita, le chiavi non c'erano più,
probabilmente
mi erano cadute durante il salvataggio.
Era davvero un guaio e ora come avrei fatto a entrare in casa, si gelava ero bagnata dalla testa ai piedi e la mia amica non sarebbe rientrata in casa prima di due ore, mentre ero impegnata a disperarmi sentii dei passi dietro di me, mi voltai e vidi l'ultima persona che mi aspettavo di trovare li in quel momento...
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!!!questa
è la mia prima
storia nella sezione originale spero che possa piacervi e che la
seguirete...mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate quindi se vi va
lasciatemi una piccola recensione!!:) grazie a tutti!
A presto
Baci miyuki90