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Autore: fly90    26/08/2013    10 recensioni
Tutto ha inizio quando la famiglia Monroe adotta la graziosa Meredith...Sarà l'inizio di un incubo.
Genere: Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Meredith.



Eravamo una famiglia come tante, conducevamo un' esistenza normale ma un giorno tutto cambiò e la causa fu una sola: Meredith.

Meredith era una bambina di dieci anni, lunghi capelli neri, guance rosate, vestiti da bambola, educata e sempre gentile, o almeno così sembrava agli occhi di chi la guardava.

In realtà in quegli occhioni scuri si celavano una cattiveria inaudita, una furia cieca e una pazzia incontrollabile.

Purtroppo fui l'unica ad accorgersene in tempo, gli altri capirono quando ormai era troppo tardi.

I miei l'avevano adottata in seguito al loro innamoramento verso quel piccolo angelo, come la chiamavano loro, che al mondo non aveva più nessuno.

I suoi veri genitori erano morti da un anno e mezzo a causa di una rapina finita in tragedia. I loro corpi furono ritrovati in salotto accoltellati.

Durante l'anno e mezzo passato in orfanotrofio altre famiglie l'avevano presa in custodia ma nessuna l'aveva adottata, ogni singola famiglia l'aveva riportata indietro sostenendo che in lei c'era qualcosa che non andava.

I miei rimasero cosi addolorati dalla sorte di quella bambina che la vollero adottare subito senza nemmeno il periodo di prova e lei fu ben felice di entrare nelle nostre vite.

Passavo le mie giornate a studiare Meredith, sentivo che oltre quella facciata da bambolina c'era qualcosa di ben più malvagio, lo vedevo nei suoi occhi quando il suo sguardo finiva nel mio, nei suoi gesti, nelle sue parole. Lo sentivo e basta, lo percepivo, ma non potei fare nulla per impedire ciò che accadde.


Tim, il mio fratellino di cinque anni era solito portarsi appresso un orsacchiotto di peluche che gli era stato regalato da papà appena era nato e dal quale non si era mai separato nemmeno un secondo per questo, quando una sera corse da me disperato a dirmi che non lo trovava più, mi parve molto strano.

Lo cercammo per tutta la casa ma del peluche non c'era nemmeno l'ombra.

Dopo ore passate a piangere il piccolo si addormentò e, come di consueto, io portai Lion, il mio pastore tedesco, a fare l'ultima passeggiata serale prima di andare a letto.

Fu quando tornai a casa che vidi l'orsetto di Tim.

Era legato per la testa,come un' impiccato al ramo più basso del vecchio pino che avevamo in giardino, il corpicino presentava un taglio profondo che partiva da sotto la testa e gli apriva in due la pancia facendo sì che l'imbottitura uscisse fuori, ultimo dettaglio: al peluche erano stati tagliati gli arti.

Presa dalla rabbia chiamai i miei e feci loro vedere la crudeltà fatta al mio fratellino.

Forse svegliata dal trambusto o forse perché era in attesa di sapere se lo scherzo era piaciuto, uscì anche Meredith ed io venni colta da un accesso di rabbia. Le corsi incontro e prendendola per un braccio gli urlai contro.

Che cos'hai fatto? Sei pazza? Perché hai distrutto l'orsacchiotto di Tim?”

Lei per tutta risposta si mise a piangere così tanto che mamma la strinse a sé e mi rimproverò dicendomi di smetterla che Meredith non poteva aver fatto nulla di simile e che dovevo farmi passare questa crisi adolescenziale sennò sarebbero stati guai.

Mio padre non disse nulla ma sapevo che pensava che la mia fosse gelosia verso quella bambina che loro cercavano solo di far sentire a casa e di rendere felice.

Ma la mia non era gelosia, ero sicura che fosse stata lei.

Preso il peluche tornai in casa e andai in camera mia senza aggiungere una parola. Volevo ricucire il peluche prima che Tim lo vedesse.

Una volta finito glielo misi accanto e baciandogli il capo andai a dormire.

Ma questo fu solo l'inizio.


Era una calda giornata di agosto ed eravamo in piscina a giocare quando sentimmo urlare dalla cucina.

Allarmati corremmo in casa per vedere cosa succedeva e trovammo Meredith che piangeva a dirotto e si teneva la mano insanguinata.

Cos'è successo angelo?” Chiesero i miei cercando di farla calmare.

Mai mi sarei aspettata la risposta che diede lei.

Disse che Lion l'aveva morsa mentre lo accarezzava.

E' impossibile che ti abbia morso, in nove anni non ha mai nemmeno ringhiato contro a nessuno. Sei solo una bugiarda!”Iniziai ad urlargli contro e fu allora che mio padre mi colpì.

Non l'aveva mai fatto, rimasi ammutolita a guardarlo.

Devi smetterla di comportarti così Giada! Ora stai esagerando!” Era fuori di sé, così tanto che tremava.

Tim si mise a piangere sentendo i toni accesi così presi lui e Lion e me ne andai in camera.

Diedero due punti nella mano a Meredith ma io non potevo credere che il mio cane l'aveva morsa.

Si era inventata tutto ne ero certa solo che non sapevo come dimostrarlo.

Una settimana dopo i miei mi chiamarono in salotto per parlarmi.

Ascoltai in silenzio con gli occhi pieni di lacrime. Insieme al veterinario avevano deciso di sopprimere Lion perché c'era la paura che potesse aggredire il piccolo Tim o un altro della famiglia.

Provai a farli ragionare, piansi, urlai, li insultai ma alla fine il mio cane fu soppresso.


La vera tragedia successe il 16 giugno 2013.

Erano le due di notte ed io mi svegliai di soprassalto.

Mi tirai su e stetti una paio di minuti in attesa cercando di capire cosa mi aveva svegliata... Poi percepii dei rumori, sembravano passi e si dirigevano in cucina.

Mi alzai e facendo più piano possibile scesi anche io in cucina.

Trovai Meredith di spalle che stava cercando di ripulire qualcosa, sembrava un coltello.

Fu allora che vidi il sangue sulla lama e istintivamente sentii un nodo gelido allo stomaco.

Spaventata feci dietro front e tornai di sopra il più velocemente possibile e feci irruzione in camera dei miei.

Quello che vi trovai non me lo dimenticherò mai...

Riversi nel letto c'erano i miei genitori con diverse coltellate al torace, in una mare di sangue.

Urlai in preda al dolore e corsi in camera di Tim. Lo trovai a terra ferito ma ancora vivo, aveva perso i sensi.

Feci per uscire dalla stanza in cerca del telefono ma quando sollevai lo sguardo incontrai gli occhi scuri e folli di Meredith. Aveva il coltello sguainato e lo puntava verso di me.

Tu mi hai sempre dato fastidio Giada, mi hai sempre odiata e fino all'ultimo hai cercato di portarmi via l'affetto di mamma e papà. Ma ora la pagherai.” Disse con una voce che nemmeno riconoscevo. Finalmente vedevo oltre la maschera, vedevo il mostro che c'era sempre stato dietro quella facciata.

Sei pazza! Cos'hai fatto?” Continuavo ad urlare in preda alla rabbia e al dolore.

Tu hai rovinato tutto! Stai zitta!” Si mise a urlare anche lei e prese a tremare.

L'altra sera, pensando che io dormissi, papà e mamma hanno parlato di me. Papà diceva che aveva notato atteggiamenti strani da parte mia e che da quando sono arrivata succedono cose strane come quella dello stupido orso del moccioso. Diceva che sarebbe stato meglio portarmi dallo psichiatra. Ma si sbagliava. Io non tornerò più in quel posto. Mai più!”

Fu in quel momento che capii tutto.

Retrocedendo verso Tim le chiesi a bruciapelo se aveva ucciso anche i suoi veri genitori.

Per un attimo si bloccò guardando nel vuoto poi, dopo un lungo silenzio, con voce dolce, quasi tenera si mise a raccontare.

Loro erano cattivi con me. Mi picchiavano e mi dicevano che mi odiavano, che ero la figlia del diavolo, che ero cattiva e che mi avrebbero uccisa prima o poi. Così una sera misi del sonnifero nel thé e quando si addormentarono li uccisi. Se lo meritavano.”

Rimasi scioccata dal racconto e collegai tutto. Anche quella sera Meredith aveva preparato il thè e ne aveva distribuito una tazza per ciascuno ma solo lei non lo aveva bevuto buttandolo nel lavandino. Ecco perchè lei a differenza della sua famiglia si era svegliata.

All'improvviso Meredith si scagliò su di me che per evitare di finire addosso a Tim le andai incontro prendendole il braccio che teneva il coltello. Finimmo entrambe a terra, lei sopra di me cercava di colpirmi ma era pur sempre una bambina di undici anni contro una sedicenne e alla fine ebbi la meglio.

Le strappai il coltello dalle mani e lo affondai nel suo torace a fondo. Il sangue prese a scorrere sul suo vestito. Guardai Tim steso ancora a terra ferito e mi assalì una rabbia cieca. Iniziai a colpirla con ferocia, sentivo la carne aprirsi e il coltello sfuggirmi di mano tanto era impregnato.

Smisi solo quando non vi fu nemmeno più un centimetro di pelle bianca.

Intorno a me c'era tanto sangue, così tanto che non riuscivo più a capire dove finiva il sangue e dove iniziava il pavimento.

La guardai un ultima volta. Il viso era diventato pallido, il corpo era dilaniato e sanguinante, gli occhi,quegli occhi che tanto avevo odiato, ora erano vitrei e persi in un orizzonte lontano.

Presi in braccio mio fratello e uscii da quella casa.


Fu cosi che mi ritrovai orfana.

Venni rinchiusa per un paio d'anni in un carcere minorile mentre Tim venne affidato ad una nuova famiglia.

Prima di partire per la sua nuova vita mi venne a trovare.

Mi abbracciò stretta stretta e mi regalò il suo amato orsacchiotto dicendo: “Con questo ti sentirai meno sola. Quando avrai paura stringilo forte forte e la paura vedrai che ti passa. Con me funziona.”

Non lo rividi mai più.



10 anni dopo.


Una donna dai lunghi capelli si dondola avanti e indietro sul letto.

Tra le mani ha un articolo di giornale:

Un tremendo delitto si è consumato ieri notte in un quartiere di Jacksonville. Una sedicenne, Giada Monroe, uccide a coltellate i genitori Alesha Jonson 45 anni e Klaus Monroe 47. Morta anche la sorellastra Meredith Ortega 11 anni che era stata adottata da circa un anno dalla coppia. Soltanto ferito il fratello dell'assassina, Tim Monroe 5anni.”

La donna accarezza col pollice la foto del bambino e riprende la litania:” Non sono pazza, non li ho uccisi io. E' stata lei, Meredith. Quell'abominio, quel demonio...Non sono pazza...Non sono pazza...Non sono pazza...”

E continuando a sussurrare questa frase stinge forte forte l'orsetto di peluche.



FINE


ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti, spero che questa storia vi piaccia, è un po' lunga ma quando scrivo mi lascio trasportare e mi dilungo.

Spero che avrete voglia di leggerla e che recensiate.

A presto.


Fly90









  
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