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Autore: weretogether    26/08/2013    2 recensioni
Lui era li? Justin era li? Era tornato? E non era solo.
-Kristen?- pronunciò lui.
Maledizione, non doveva succedere. Maledizione, non poteva essere. Maledizione, non sarei dovuta venire. Ma lui cosa ci faceva li?
---
Hai mai amato qualcuno così tanto da non riuscire a liberarti del suo ricordo? Kristen si. Kristen ci vive col ricordo di lei e Justin felici, ma quello che ancora non sa è che presto non sarà più solo un ricordo. A quanto pare il passato è deciso a tornare, ovviamente con i suoi vantaggi e svantaggi, ma che sia un bene o un male questo ancora nessuno lo sa.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 15.
''stupid ideas'' 


-Justin, svegliati che è tardi.- gridò mamma dall’altra parte della porta.
 In realtà ero già sveglio e, a dirla tutta, non avevo chiuso occhio quella notte.
Non riuscivo a togliermi quelle parole dalla mente e quella scena dagli occhi.
Controvoglia mi alzai dal letto e liquidai mia madre dicendo –ora scendo.-
Indossai il primo paio di jeans che mi capitò per le mani, una maglia a mezze maniche blu, una camicia a maniche lunghe, che lasciai aperta, a quadri blu e bianchi e delle supra azzurre.
Dopo essermi preparato scesi in cucina e, dopo aver mangiato un toast, indossai il cappello, presi lo zaino ed uscii di casa facendo un semplice cenno della mano.
Arrivato a scuola vidi un paio di amici e mi diressi verso di loro.
Poco dopo suonò la campana, così mi affrettai ad andare in classe e.. ad escogitare un piano per farmi perdonare da Kristen.
 
Cinque ore e mezzo dopo finalmente le lezioni finirono e io mi diressi verso casa, questa volta però non era li che ero diretto.
Una volta davanti casa continuai a camminare lungo quella stradina, avevo un piano in mente.
Avrei riportato lo skate a Kristen e glielo avrei lasciato sul balcone, ovviamente avrei anche lasciato un bigliettino.
Almeno, quello era il mio piano prima di arrivare sull’esatto posto in cui avevamo lasciato lo skate che però non c’era più. O meglio, non per intero. Qualcuno l’aveva distrutto, e, sempre quel qualcuno, aveva mandato all’aria i miei piani.
In qualche modo dovevo rimediare, e dovevo farlo prima che le cose tra noi due si fossero complicate ulteriormente.
 
Kristen’s pov.

-mamma, posso uscire ora?- chiesi dopo aver finito di mangiare.
-no.-
-ma la febbre è passata!- esclamai infastidita.
-si, ma è meglio che almeno per oggi resti in casa.-
-papà, diglielo tu che posso uscire.- chiesi sperando che almeno lui mi desse una mano.
-potresti anche..- ma, prima che mio padre terminasse la frase, mia madre gli lanciò uno sguardo fulminante.- uscire, ma se la decisione di tua madre è quella di farti stare a casa, beh, allora resterai a casa.-
Sbuffai –ma in questa casa decide tutto lei?- alzai gli occhi al cielo e me ne salii in camera.
Io dovevo uscire, con o senza il loro permesso.
Appena entrata nella mia camera il cellulare squillò.
-pronto?- dissi senza guardare chi fosse a chiamarmi.
-ehi, allora?- chiese Jon dall’altra parte del telefono.
-non vogliono.-
-dai, gli hai detto che dovevi uscire con me?-
-no, gli ho solo chiesto se potevo uscire ma hanno detto di no.- sbuffai.-  o meglio, è quello che ha detto mia madre.-
-e tuo padre?-
-mio padre pensa che tutto quello che dice mia madre sia giusto, quindi non la contraddice mai.-
-okay..- sospirò.- allora usciremo la prossima volta.-
-oppure posso uscire di nascosto.- esclamai sperando però che nessuno mi avesse sentita.
-e come?-
-passo dal balcone.-
-ci scopriranno.-
-no, l’ho fatto milioni di volte.-
-sei sicura?-
-si.-
-ma non voglio che ti metta nei guai per me.-
-non lo faccio per te.- scherzai.
-allora per chi lo fai?-
-per il buonissimo gelato che mangeremo.-
Lui rise. E me lo immaginavo li, col telefono in mano, un po’ impacciato, a ridere. Con quel sorriso mozzafiato che si ritrovava..
-potrei anche offendermi.-
Risi. –dai, ci vediamo dopo.-
-okay, a che ora?-
-alle cinque in fondo alla stradina.-
-okay, a dopo.- e detto questo riattaccò.
Sapevo che non avrei dovuto disubbidire ai miei genitori, ma avevo un disperato bisogno di uscire con lui.
Non sapevo cosa avremmo fatto, e, in realtà, non sapevo nemmeno se avesse dei piani per il pomeriggio, ma mi sarebbe bastato anche solo stare insieme.
Uscii in balcone, ma di Justin ancora nessuna traccia. Era passato poco tempo ma iniziavo già a sentire la sua mancanza.
Da quando ero tornata mi ero abituata ad averlo fra i piedi, a parlarci, a vederlo, e ora sembrava tutto così strano.
Ed era proprio questo che temevo di più. Temevo che, una volta tornato, non sarei più riuscita a fare a meno di lui. Temevo che mi sarei abituata alla sua presenza così tanto da mancarmi come l’aria quando non c’era. Temevo di tornare ad abituarmi a lui, al suo essermi costantemente accanto, e, soprattutto, temevo di perderlo di nuovo.
Scacciando via quei pensieri dalla mente, rientrai in casa.
Qualche ora dopo iniziai a prepararmi.
Dopo aver fatto una doccia veloce asciugai i capelli, lasciandoli mossi, poi mi vestii.
Indossai dei jeans skinny, una maglia super larga grigia della obey e delle vans rosse.
Misi un filo di trucco e aspettai il messaggio di Jon che mi avvertiva che era quasi arrivato.
Prima di uscire avvertii mia madre che avrei dormito un po’ e chiusi la porta della mia stanza a chiave. Velocemente presi una borsa a tracolla blu e scesi dal balcone cercando di non far rumore.
Subito corsi verso la casa di Justin e a passo svelto mi diressi al luogo stabilito.
Quando arrivai Jon era già li che mi aspettava.
-ehi.- disse quando mi vide.
-ehi.- gli schioccai un bacio sulla guancia.
-andiamo?-
-dove?-
-ti porto in un posto.- rise.
 
Justin’s pov.
 
Erano circa le sei quando finii i compiti, così decisi di uscire e andare a comprare uno skate nuovo a Kristen.
Appena fuori casa mi diressi verso lo skate shop dove lavorava Ryan.
Ryan era il mio migliore amico. Non era una forza ad andare sullo skate, ma gli bastava anche semplicemente guardarti e creava uno skate adatto a te. Era bravissimo ad abbinare i vari pezzi, a capire i tuoi punti di forza e fare uno skate che rispecchiava te stesso.
Sapeva mettere insieme tutti quei pezzi come nessuno riusciva a fare e, nel complesso, gli skate erano ottimi. Le tavole che sceglieva erano sempre quelle giuste, così come i trucks e le ruote.
Tutti compravano li i loro skate, ma non solo per l’ottima qualità. Non faceva mai due skate uguali e questo piaceva alla gente. Ogni skate era unico e a tutti piaceva l’idea che ciò che li rappresentasse fosse “originale” e non solo una “brutta copia”.
-ehi brò.- dissi entrando in negozio.
-Justin!- esclamò lui dall’altra parte del bancone dandomi il pugno.- che ti serve?-
-devo comprare una nuova tavola.- dissi dando un’occhiata in giro.
-hai già rotto la tua?- mi chiese.
-no, la mia è ancora intera..- feci una pausa per cercare di capire se stessi facendo la cosa giusta.- ma quella di Kristen no.-
-Kristen?-
-si, Kristen.-
-quindi siete ancora amici.- affermò come se non ci credesse.
-si..- dissi sospirando.
-devi farti perdonare per qualcosa?- chiese. Mi conosceva fin troppo bene.
-si.-
-che hai combinato stavolta?- chiese alzando gli occhi al cielo.
-sono solo stato sincero.-
-riguardo a cosa?-
-riguardo al fatto che non può smettere di fare ciò che la rende felice solo perché l’ho lasciata.-
-mi sembra giusto.-
-lo è!- esclamia.-ma lei sembra non volerlo capire.- dissi quasi esasperato.
-in che modo gliel’hai detto?-
-nel modo peggiore che ci potesse essere.- ammisi.
-e ora le regali una tavola per farti perdonare?-
-si. la sua è stata praticamente distrutta, e, visto che so quanto ci tiene, volevo regalargliene una nuova.-
-okay.- fece una pausa.- trovo i pezzi giusti.- disse andando in giro per il negozio.
Una mezz’oretta dopo, aveva già assemblato tutti i pezzi e dovevo dire che ero molto soddisfatto del risultato.
-è bellissima.- esclamai entusiasto.
-lo so.- rise.
-pensi che le piacerà?- chiesi.
-se non le piace falla venire e gliene faccio una nuova, anche se questa è davvero bella.-
-e se non la volesse?- chiesi.
-amico, calmati. le piacerà e ti perdonerà.- mi tranquillizzò.
Mentre Ryan controllava se era tutto apposto mi squillò il cellulare. Era Susan.
-pronto?- dissi uscendo dal negozio.
-ehi amore.- disse lei dall’altra parte del telefono.
-come va?- chiesi.
-bene. Dublino è davvero bella e domani avremo quella riunione di lavoro di cui ti parlavo in aeroporto.-
-ah, allora tornerai presto?- chiesi.
-forse. dobbiamo prima vedere come si mettono le cose domani. se andrà tutto bene la settimana prossima sarò già li, sennò passerà ancora qualche giorno.-
-ah..- sospirai.- torna presto che mi manchi.- sputai fuori.
-anche tu.- disse con quel suo tono sdolcinato.
-ci sentiamo presto, ti amo.- dissi.
-anche io, ciao.- riattaccò.
Mi girai un attimo prima di rientrare e vidi Kristen e Jon poco distanti.
-è li.- dissi una volta dentro al negozio.
-chi?- disse Ryan lanciandomi uno sguardo interrogativo.
-Kristen.- dissi.
-glielo darai ora?- chiese riferendosi allo skate.
-no, è con Jon.-
-quel Jon?- chiese.
-si. Jon del corso di biologia.- dissi.
-stanno insieme?-
-che io sappia no, ma si stanno frequentando.-
-e ti rode?- chiese.
-no, perché dovrebbe?-
-perché sei il suo ex ragazzo.-
-sarà anche vero, ma l’ho lasciata io, e ora sto con un’altra.-
-un’altra che però non ami.-
-io amo Susan.-
-sarà anche vero, ma non la ami tanto quanto ami Kristen.-
-io non amo Kristen.- mi difesi.-  una volta forse si, ma ora non più..- prima di continuare feci un respiro profondo.- è acqua passata ormai.-
-forse?- chiese.- la amavi, davvero.- disse. –non ti avevo mai visto così preso da una ragazza. si vedeva che ci tenevi davvero.- disse.
Io feci spallucce. Aveva ragione. Io l’amavo davvero
 
-sei ancora deciso a darle lo skate?- chiese Ryan prima che uscissi dal negozio.
-non lo so.-
-cos’è che ti rende indeciso?-
-non vorrei  passare per un idiota. lei ora frequenta Jon e io non so se continuare ad essere suo amico sia una scelta giusta oppure no.- mi passai una mano fra i capelli. –le ho promesso che ci sarei stato, che non l’avrei più lasciata, ma se lei è felice con Jon io non le servo più a niente.- sospirai.- forse è meglio smettere di essere amici o forse dovremmo solo continuare ad esserlo, come se tra noi non fosse mai successo niente.- buttai li quella frase quasi ne sentissi il bisogno.
-tu vuoi continuare ad esserle amico?- mi domandò.
-si.-
-allora comportati da amico. apprezzerà il tuo regalo e anche quello che stai facendo per lei. se le hai fatto una promessa, mantienila. se poi riterrete entrambi che smettere di essere amici sia la cosa giusta, okay, ma per ora falle capire che non mentivi, che può fidarsi di te, che non la deluderai.- disse.
E dopo quelle perle di saggezza, lo salutai e mi incamminai verso casa.
Una volta arrivato andai in camera mia, presi un biglietto e iniziai a scrivere.
Poi salii per la scala del suo balcone, posai lo skate davanti alla portafinestra e lasciai il biglietto sotto la una ruota, in modo che non volasse.

Kristen’s pov.
 
-mi sono divertita stasera.- dissi una volta vicini casa di Justin.
-dai, ti accompagno fino a casa.-
-hai dimenticato che i miei non sanno che sono uscita?- chiesi.
-farò finta che stavo venendo a trovarti.-
-okay, ma se ci scoprono non la passerai liscia.-
-vuol dire che rischierò.- ridemmo.
Facemmo attenzione a non passare vicino alla finestre, poi una volta vicino alla scala ci fermammo e restammo in silenzio.
-allora vado.- dissi facendo per salire, ma mi bloccò.
-senti Kristen, volevo dirti che mi piace davvero tanto stare con te.- disse un po’ imbarazzato.
-anche a me.- lo rassicurai.
Dopo qualche istante i nostri sguardi s’intrecciarono e quel silenzio era straziante.
Non sapevo se uscirmene con qualche frase come “vado, ci sentiamo.” o se avrei dovuto aspettare e vedere cosa succedeva.
Qualche istante dopo Jon si avvicinò e anche io feci la stessa cosa. La distanza pian piano si annullava, ma l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era se quello che stavo facendo era giusto o sbagliato.
Subito le mie labbra incontrarono le sue e una scena occupò i miei pensieri.
 
“Tornavo a casa dopo il terzo appuntamento con Justin. Lui era sul prato di casa sua e io percorrevo il vialetto che conduceva all’ingresso di casa mia.
-Kristen.- gridò lui.
Mi girai di scatto –si?- chiesi.
-so che è sbagliato.- disse avvicinandosi. –so che non dovrei.- iniziai ad andargli incontro. –e so che i tuoi genitori si arrabbieranno.- ora eravamo vicini. –ma non mi importa. -disse mentre mi prendeva il viso fra le mani. –non ora che sei qui, vicina a me.- pronunciò a fatica.- non ora che posso baciarti.- disse mentre mi guardava negli occhi.
Poco dopo premette le sue labbra contro le mie ed una strana sensazione si prese gioco di me.
Sentivo che era parte di me, sentivo di aver bisogno di lui, sentivo di non poterne fare a meno e, soprattutto, sentivo di amarlo.
-ti amo Justin.- dissi istintivamente.
Non gliel’avevo ancora detto e sentivo che quello era il momento giusto per farlo.
Lui sorrise.
-l’ho sempre saputo.- disse inumidendosi le labbra. Poi si avvicinò al mio orecchio e sussurrò –ti amo anche io.-”

Subito dopo mi staccai da Jon e, dopo averlo salutato salii la scala e, una volta sul balcone, poggiai la schiena contro il muro e lasciai che il mio corpo aderisse al pavimento.
Ero confusa e l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era Justin.
 
Justin’s pov.
 
-Justin, scendi.- gridò mamma dal piano di sotto.- è pronta la cena.-
-arrivo.- gridai io a mia volta.
Prima di scendere volevo vedere se Kristen era tornata oppure no.
Nell’esatto momento in cui uscii fuori vidi lei e Jon baciarsi. Sembravano felici e io mi presi mentalmente a pugni per lo skate.
Sapevo che era un regalo idiota. Sapevo di star sbagliando. Sapevo che non avrei dovuto. E ora, mentre si baciavano, non potevo più andare a riprenderlo.
Sarebbe stato parecchio sciocco andare da loro e dire “-ehi, scusate, ma dovrei riprendere lo skate che avevo intenzione di regalare a Kristen. ma voi continuate pure e fate come se non ci fossi.-”. Era un’idea più stupida del regalo stesso.
Così, prima che salisse sulla scala, scesi in cucina.
“è la cosa migliore” mi ripetei svariate volte mentalmente, cercando di non pensare a quanto successo.
Ora che lei stava con un altro, aveva davvero bisogno di un amico?
E, soprattutto, aveva davvero ancora bisogno di me?


**
Ecco qui il capitolo 15.
Allora, premetto che questo capitolo non mi piace molto, ma è solo di ''passaggio''.
L'avevo scritto qualche giorno fa, ma non mi piaceva molto, così ho aspettato prima di aggiornare per vedere
se poteva uscire qualcosa di più ''carino'', ma alla fine, a parte qualche modifica, fa sempre schifo.

In ogni caso, grazie per le recensioni del capitolo precedente!

Ah, scusate se la ff risultava come completa, ma per sbaglio avevo messo ''si'' alla voce ''completa''.
 

Spero che questo capitolo vi piaccia, anche se ho alternato più di una volta i pov, 
e spero in una vostra recensione.

Alla prossima :).

  
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