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Autore: SophieGermain    26/08/2013    4 recensioni
La storiella racconta del momento in cui i sentimenti di Renesmee per Jacob cominciano a cambiare, sperimentando la psicologia di una ragazza ormai quasi adulta che si trova nel corpo di una donna, ma ha alle sue spalle solo sei anni di vita in esperienza. Un po' la condizione in cui si potrebbe trovare una sedicenne senza esperienze. E' un testo adatto a tutte le età. La storia è oneshot anche se non riesco a segnalarlo ^^
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Era il mio 6° compleanno biologicamente parlando, sempre che si possa parlare di biologia quando si è figli di un vampiro e un' umana, ma ormai il mio corpo aveva quasi raggiunto la maturità e la mia intelligenza superava di gran lunga l'intelligenza media di una ventenne. Era strano per me sentirmi così grande e allo stesso modo così piccola, alle volte mi sembrava semplicemente di esser stata gettata nel mondo degli adulti senza preavviso. Molte notti mi svegliavo improvvisamente, con un incubo ricorrente, sognando di avvicinarmi così rapidamente alla vecchiaia che presto sarebbe diventata morte, anche se naturalmente sapevo di essere immortale, non potevo fare a meno di liberarmi da quel pensiero.
Alle volte volevo indietro la mia infanzia che era volata via giorno dopo giorno, ma nonostante tutto i miei genitori, la mia famiglia e il mio Jacob erano così straordinari con me che avrebbero provato anche a portare indietro il tempo se solo glielo avessi chiesto. Ogni tanto chiedevo ancora a Jacob di portarmi in groppa e correre come faceva quando ero piccola e lui mi accontentava sempre sorridendomi, nessuno voleva privarmi della mia infanzia rubata, ma talvolta dovevo pagare il prezzo di voler indietro quella parte della mia vita scontrandomi con l’ostinato pensiero dei miei di considerarmi una bambina. Decisi di liberarmi da questi pensieri e scesi con la mente libera per potermi godere il mio compleanno. 
Alla festa c'erano tutte le persone che amavo di più, tranne purtroppo nonno Charlie e nonna Renée, a cui ormai non potevamo più nascondere la mia crescita prematura, così mamma e papà avevano deciso che ogni anno fino al raggiungimento dei "7 anni" avrebbero finto di fare dei viaggi con me e poi avrebbero raccontato che ero stata ammessa alla Juilliard per il mio straordinario talento musicale. Così sarebbe stata una scusa plausibile, grazie alla mia metà vampira possedevo un'agilità innata che mi permetteva  di essere un'eccellente pianista se avessi voluto (avevano scelto il pianoforte così che la scusa fosse più credibile dato che fin da piccola si trovava a portata di mano nella villa Cullen) e poi nonno Charlie mi aveva visto suonare quando dimostravo appena 6 anni, fu proprio in quella occasione che a mia mamma venne l'idea. Non mi piaceva per niente dover mentire a nonno Charlie e nonna Renée perché sono così buoni e onesti, ma preferivo farlo piuttosto che avessero sospetti e rischiassero di essere un obiettivo per i Volturi.
Alice aveva organizzato tutto alla perfezione, come sempre, c'era tutta la famiglia Cullen, il mio Jacob e il suo branco, anche se Leah non era venuta, non è mai riuscita ad accettare la convivenza tra vampiri e licantropi, ma stare nel branco di Jacob restava comunque preferibile; in ogni caso non amavo particolarmente la sua presenza, non era mai riuscita a tollerarmi e la cosa era diventata reciproca.
"Apri il nostro dai!" mi esortò Alice con lo sguardo illuminato, presi l'elegante scatola rettangolare e la scartai velocemente. Aprendola vidi lo stesso splendido vestito che una settimana prima avevo visto a Parigi proprio mentre ero a fare shopping con Alice. "Ma zia Alice mi avevi detto che mi stava malissimo, che non potevi permettermi di andare in giro vestita così!" dissi con veemenza.
"Ahah sciocca ci sei cascata, pensi davvero che ci sia un abito che non possa starti bene?" disse tra le risate di tutti.
"era una scusa per regalartelo, allora ti piace?" chiese esitante, ero l'unica con cui non poteva prevedere le razioni ad un regalo, perciò aveva escogitato e imparato una moltitudine di tecniche umane per non fallire.
"Certo che mi piace! non l'avevo preso solo perché mi avevi detto che mi stava male" e sorridendo della mia ingenuità abbracciai e ringraziai zia Alice e zio Jasper (che sicuramente l'aveva accompagnata nuovamente a Parigi solo per il mio vestito). Volevo tenere i regali di mamma e papà assieme a quello di Jacob per ultimi, così scelsi il pacchetto rosso di Esme e Carlisle, mi sorrisero amorevoli lo aprii e vidi che erano due biglietti per il Sud America con un tour guidato nelle foreste pluviali. Ero davvero così felice, avrei potuto finalmente vedere dal vivo quelle splendide immagini che Zafrina una volta mi aveva mostrato, avevo la famiglia migliore del mondo potevano regalarmi qualsiasi cosa, ma tutti sembravano capaci di fare molto di più, forse perché ero così brava a farmi capire o forse perché erano tutti così attenti a me. Ringraziai tanto i miei nonni, poi però chiesi "Perché sono due?"
"Tesoro non credo che dal giorno in cui sei nata tu ti sia mai separata da Jacob, se ti avessimo regalato un biglietto non ci saresti andata" disse Carlisle subito. Era vero non ci sarei mai andata senza Jacob. Mi voltai e lo guardai e la sua espressione si aprì nella stessa che probabilmente avevo io.
Poi presi il regalo di Rosalie ed Emmet sembravano tutti così decisi a sorprendermi da sembrare una gara e ci riuscivano. Rosalie aveva preparato un libro intero di fotografie che mi ritraevano quando dimostravo più o meno 6 anni, in modo tale che non avrei dovuto pensare alla rapidità della mia crescita, era molto premurosa, ringraziai anche loro iniziando ad avvertire trepidazione per i regali successivi.
"Quello è il nostro" disse mia madre avvertendo la mia indecisione, lo presi in mano soppesandolo ero curiosa ma volevo godermelo e lo aprii lentamente (o almeno secondo i canoni di un vampiro, infatti mamma cominciò a sbuffare) quando finalmente vidi cosa c'era dentro rimasi estasiata, una collana lucente con un pendaglio di diamante. Adoravo le cose luccicanti, naturalmente loro lo sapevano e non ci fu bisogno di parole quando li abbracciai tutti e due forte e impressi nella loro mente la mia emozione, con un'immagine che mostrasse la mia gratitudine. Difficile dire quale dei due era più contento.
Poi arrivò il regalo di Jacob, cosa mi avrebbe regalato? non poteva darmi niente di più di quanto non facesse ogni giorno, era sempre lì con me e per me ad accontentare qualsiasi mio capriccio, a fare di tutto per farmi sorridere nei momenti tristi, a consolarmi e ascoltarmi. Ma il suo sguardo era sicuro, così afferrai la piccola scatola, sembrava impacchettata alla bell'e meglio, tipico di Jacob pensai trattenendo un sorrisetto. Lo aprii e vidi una chiave, la chiave di una moto.
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Due anni prima.
La radura rischiarata dai raggi attraverso i rami e le foglie, il profumo della foresta e di Jacob seduto accanto a me.
"Jacob tu stai sempre con me e fai sempre quello che mi piace, ma non c'è qualcosa che ti piace davvero fare quando non stiamo insieme?"
"Beh prima mi piaceva andare in moto"
"Prima di cosa?"
"Prima che ti vedessi"
"Non capisco? quindi adesso non ti piace più?"  poi che cosa vorrebbe dire -prima che ti vedessi-?
"Non è che non mi piaccia è che..."
"Cosa? dimmelo Jacob dimmelo voglio saperlo!"
"Dopo l'imprinting, niente ha più importanza della persona con cui l'hai avuto, sai di cosa sto parlando? "
"L'imprinting non dovrebbe essere la forma di apprendimento dei cuccioli appena nati, che imitano la mamma?"
"Sei una secchiona Nessie, ahah" disse sbottando in una risata che sembrava un latrato
"non saprei forse per gli altri animali è così, per noi Quileute l'imprinting è tutt'altra cosa" si fermò esitante
"Dai continua allora!"
"Ecco...in parte può essere considerata una nascita, anzi forse sarebbe meglio dire una rinascita. Vedi, tutto quello che succede prima che tu vedi la persona con cui hai l'imprinting non ha più importanza, da quel momento cambia. E per quella persona diventi qualsiasi cosa, sarai sempre tutto ciò di cui ha bisogno, un protettore, un fratello, un amico, un" e si bloccò
"Quindi tu hai avuto l'imprinting con me?"
"Sì"
"Ma quando è successo?"
"La prima volta che ti ho vista, eri appena nata" disse guardandomi e vidi il suo volto illuminarsi.
Allora era questo che era successo, il mio Jacob stava sempre con me perché non aveva scelta, magari se avesse potuto avrebbe passato il suo tempo con altri, ma dal momento che io avevo bisogno di lui, lui doveva essere con me. Ero triste ma non volevo che Jacob se ne accorgesse così pensai rapidamente, volevo fare qualcosa per lui che lo rendesse felice nonostante l'avessi condannato ad una servitù per l'eternità.
"Jacob ti piace ancora andare in moto?"
"Certo che mi piace, ma non come passare il tempo con te" e sorrise radioso, ma io risposi solo con un sorriso amaro.
"Non parliamo di me, voglio fare qualcosa insieme a te che ti piaccia"
"Ma a me piace stare con te" e sorrise di nuovo
"Uffa Jake sei snervante se non la pianti ti mordo" si ritrasse un po' alle mie parole, sapeva che non doveva farmi arrabbiare "Bleah che schifo no, d'accordo ti ascolto" rispose alzando le mani in segno di resa.
"Allora voglio che andiamo a fare un giro in moto insieme" il suo sguardo si fece strano alle mie parole, sogghignò "Lo trovi divertente?" sbottai per riportarlo alla realtà
"No, cioè un po' sì...è che mi ricordi tua madre, quando si era messa in testa di andare in moto, era davvero pessima, ahahah"
"Beh io sarò bravissima, sono eccellente in qualsiasi cosa, ti batterei ad una corsa in moto  ad occhi chiusi" lo sfidai
"Nessie non se ne parla, sei troppo piccola non arriveresti nemmeno ai pedali della moto non posso permettere che tu ti faccia male, poi hai presente come reagirebbero Edward o Bella se gli dicessi che ti ho regalato una moto? probabilmente mi staccherebbero la testa"
Gli occhi mi si inumidirono, non sopportavo che mi dicessero che ero piccola. Era odioso perché mi faceva sentire come se non vedessi l'ora di crescere per dire a tutti che finalmente potevo fare quello che volevo, e d'altra parte mi vedevo crescere così in fretta e in modo così incontrollato da voler tornare indietro. Jacob si accorse subito del mio stato d'umore, si avvicinò in fretta, mi abbracciò e mi sussurrò all'orecchio "Scusami Nessie…non volevo farti star male, ascolta davvero non arriveresti ai pedali, ma ti prometto che quando raggiungerai l'età sufficiente per poterci salire senza difficoltà ti regalerò una moto e andremo a fare una gara insieme ok?"
"E quando sarebbe?" dissi ricacciando il groppo in gola
"Sarà una sorpresa, io ti faccio questa promessa e tu in cambio aspetterai ok?" così annuii e lui mi lasciò tutto contento poi aggiunse "Nel frattempo posso batterti ancora ad una gara di corsa lumaca! l'ultimo che arriva al fiume è una schiappa" e facendo la linguaccia saltò trasformandosi nel lupo dal pelo fulvo, non mi sarei fatta battere questa volta.
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"Hai visto ho mantenuto la mia promessa" disse Jacob cercando di riportare alla mia mente il ricordo di quel giorno, ma non era necessario ricordavo ogni istante come se fosse appena stato vissuto. Subito guardai mio padre pensando alle parole di Jacob sul fatto che loro non sarebbero mai stati d'accordo
"E' tutto a posto Nessie" rispose mio padre "Jacob ha chiesto il permesso a me e a Bella, pensiamo che tu te la possa cavare benissimo e senza rischi" ero al settimo cielo, però trovai strano che la richiesta fosse passata così facilmente
"Beh Jacob e Bella hanno...discusso" rispose prontamente mio padre; a quel punto gli ricordai mentalmente che aveva promesso di evitare di leggermi ogni volta senza il mio permesso, lo pensai guardandolo in cagnesco. Lo capì e con aria pentita guardò a terra. Allora pensai alle sue parole -discusso- doveva probabilmente voler dire che si erano ringhiati contro e la cosa non mi piaceva, erano le persone che amavo di più al mondo non volevo che litigassero
"Mamma" dissi con aria sconfitta "ascolta se hai paura posso aspettare ancora un po'". Lei scosse la testa e mi guardò
"Renéesmee, la mia volontà di proteggerti e amarti  non può soffocare i tuoi desideri, mi fido di te  e Jacob...so che non permetterebbe mai che ti accadesse qualcosa dovesse uccidersi" e rivolse a Jacob uno sguardo penetrante "Perciò fai attenzione e divertiti, ah prendi questa" disse scoccandomi un bacio sulla fronte e dandomi una finta patente per la moto. A quel punto non aspettai altro corsi fuori a tutta velocità cercando con lo sguardo una moto, Jacob mi raggiunse quasi subito poi disse con aria di giustificazione "Non è una moto nuova l'ho rimessa a posto con le mie mani, ed è uguale a quella che ho io" poi mi prese la mano e mi guidò nella direzione di casa sua. Mentre correvamo tra gli alberi sentivo quella stretta tiepida sulla mia mano, era forte e gentile allo stesso momento, pensavo alle parole di mia madre, Jacob si sarebbe davvero ucciso pur di proteggermi era una cosa terribile, da quel giorno di due anni fa le cose erano rimaste sempre uguali la sua schiavitù sarebbe rimasta eterna. Ma era così bello sentire quella stretta, all'improvviso avvertii un calore strano al volto, come se il mio sangue si fosse concentrato sulle guance, era incomprensibile anche il mio battito sembrò accelerare un po', non poteva essere la corsa
"Sei già stanca?" mi canzonò Jacob, doveva aver avvertito il mio battito.
"Stai scherzando vero? stiamo andando così lenti! perché non ti trasformi?"
"Perché non posso rompere tutti i vestiti che ho, poi nel caso non te ne fossi accorta sono vestito pure elegante oggi" guardai la sua figura e pensai ridacchiando che il suo concetto di eleganza era molto lontano da quello di zia Alice. Presto gli alberi divennero meno fitti e infine si aprirono in una piccola radura che mostrava una casetta. Jacob mi guidò verso un capanno e quando entrammo vidi un telo che copriva qualcosa, doveva trattarsi del mio regalo. Afferrai il tessuto e scoprii la moto era proprio identica alla sua, un'Aprilia shiver era un bel modello di naked ed era tutta nera. Trepidante salii a cavalcioni riuscivo comodamente a tenere i piedi per terra, i 189 kg non mi pesavano affatto, avrei tranquillamente potuto sollevarla con una mano. Jacob mi studiò soddisfatto "Sembra che tu te la sappia cavare bene, per essere la prima volta che ci sali"
"Te l'ho detto che sono brava in tutto quello che faccio"
"Allora qui c'è il freno, questo è l'acceleratore e quella è la frizione, quando accendi la moto devi.."
"Lo so lo so inserisco la marcia e lascio piano la frizione, altrimenti mi impenno" Jacob non sapeva che dal giorno della sua promessa mi ero fatta una cultura sulle moto e sapevo il fatto mio, mi guardò stupito
"Ok allora hai la chiave ma ti manca una cosa"
"Cosa?" prese un casco nero lì vicino
"Oh andiamo è ridicolo! non metterò mai quel coso"
"Nessie queste sono le regole, altrimenti non se ne fa nulla e poi anche il casco fa parte del regalo" prendendolo in mano capii cosa intendeva, sul casco era dipinto il volto di un lupo, sembrava molto famigliare allora risi
"Che c'è non ti piace? l'ho fatto fare apposta, mi sono pure dovuto far fare una foto da Seth per riuscire a farlo sembrare somigliante, quell'idiota non la piantava di ridere"
"No no è ok solo che non me l'aspettavo" era proprio uguale! anche il suo sguardo e non so perché ma mi venne da ridere; quando finalmente mi calmai indossai il casco e lo allacciai
"Allora adesso seguimi andremo in strada" montò sulla sua moto, ovviamente senza casco, tanto era una testa dura! lasciai piano la frizione e diedi un po' di gas e la moto cominciò a muoversi, non mi sembrò particolarmente difficile era solo una questione di equilibrio e spostare bene il peso, ma Jacob continuava a voltarsi così spesso che sembrava avere un tic nervoso, gli sarebbe venuto il torcicollo.
Appena arrivammo sull'asfalto vidi un rettilineo che si allungava davanti a noi, accelerai affiancandolo, mi guardò con un'aria di superiorità e sfida e accelerò al massimo, subito lo imitai ma il breve stacco di tempo che separò la mia reazione alla sua azione gli permise di passare davanti. Allora mi misi dietro la sua scia stavamo sfiorando i 180 km/h, era una strana sensazione, bella, nuova, era come correre senza dover usare le gambe, molto meglio di andare su un'auto, l'aria fendeva i nostri profili, dava un senso di libertà e potenza, cominciavo a capire perché gli piacesse. Sfruttando la scia dalla mia posizione riguadagnai velocità e tentai il sorpasso, quando gli passai davanti lo salutai con strafottenza, poi lo sentii chiamarmi e allora rallentai per permettergli di raggiungermi
"Mi hai battuto, per oggi basta direi, magari la prossima volta andiamo in una pista" tornammo indietro fino a casa sua e parcheggiai il mio regalo nel suo capanno. Scesi dalla moto sfilandomi il casco, quel volto lupesco era proprio uguale a quello del mio Jacob. Chissà dove aveva nascosto la foto originale, pensai divertita.
"Te la sei cavata benissimo direi, ti è piaciuto?"
"Se mi è piaciuto? altroché è fantastico!" mi sorrise e mi abbracciò, di nuovo avvertii quello strano calore alle guance, si separò da me e mi riaccompagnò a casa.
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Quando arrivai ero contenta che i miei genitori fossero nel loro rifugio d'amore così potevo stare a villa Cullen e pensare in tranquillità. Mi sdraiai sul letto fissando la libreria senza veramente vederla. Che cosa mi stava succedendo? arrossire era sintomo di imbarazzo, ma io non mi ero mai sentita così con Jacob, non ce n'era motivo lui era.. mi accorsi che non sapevo finire questo pensiero un fratello? un amico? un compagno? no lui era tutto questo e niente di ciò allo stesso tempo, non trovavo un sinonimo per descrivere il legame che ci univa. Era assurdo la persona più unica al mondo e con cui avevo il rapporto più meraviglioso e non sapevo neanche come descriverlo. E quel battito? perché era accelerato così all'improvviso? la risposta più logica era perché stavo tenendo la mano di Jacob ma non aveva senso...e se? se fosse stato quello che chiamano "innamorarsi"? il battito, arrossire etc erano i classici sintomi psicofisici dell'innamoramento, non erano forse stati scritti un mucchio di libri su tutte queste cose, ne avevo sicuramente un paio di esempi proprio davanti ai miei occhi in questo momento.
Non riuscivo ad ordinare i miei pensieri, come potevo pensare di essere innamorata di Jacob senza sapere nemmeno cosa eravamo prima che succedesse questa cosa? però se avessi capito come si stava evolvendo la mia relazione con Jacob non sarebbe stato necessario capire com'era prima. In tal caso mi sarebbe bastato vagliare le mie possibilità, ero innamorata di Jacob? pensai intensamente al suo sguardo, Jacob aveva degli occhi così scuri e profondi che avrei potuto guardarli per sempre cercando di capire ogni suo più profondo segreto, mi accorsi che stavo sorridendo, d'accordo avere degli occhi belli non era una prova del mio amore per lui, non significava nulla. Allora immaginai che amasse un'altra ragazza, senza volto, che idea assurda! il mio Jacob non avrebbe mai passato del tempo solo con una ragazza, lasciandomi priva della sua compagnia nemmeno l'avessi obbligato! Ma mi concentrai dovevo riuscirci per valutare l'ipotesi della gelosia, immaginai la ragazza abbracciarlo, baciarlo magari e subito il volto irriconoscibile di quella ragazza divenne il mio e indugiai a lungo sulle sensazioni di quella possibilità.
Mi svegliai di soprassalto, non ricordavo nemmeno di essermi appisolata. Mi stropicciai gli occhi e ripresi il filo del ragionamento forse lo amavo davvero era una cosa possibile? forse ero solo una ragazzina egoista che desiderava avere Jacob tutto per sé, come potevo fargli questo? non l'avevo forse già condannato con l'imprinting? desideravo con tutta me stessa che non fosse mai successo, che avesse potuto scegliere di amarmi (se mai fosse stato possibile) e non che fosse obbligato. Probabilmente se io l'amavo lui avrebbe dovuto diventare il mio compagno, fino a che punto la magia dei Quileute l'avrebbe costretto? magari lui stesso stava soffrendo in questo momento per via dell'impossibilità di amare qualcun'altra. Io gli volevo troppo bene, non potevo farlo soffrire ancora. Decisi che l'indomani avrei trovato un modo per liberarlo dalla sua schiavitù.
Avevo dormito male e ciò non sfuggì agli occhi vigili della mia famiglia, risposi loro che avevo voglia di andare a caccia e uscii di corsa verso la foresta, come tutti i giorni incrociai l'odore di Jacob, che dopo pochi secondi era al mio fianco a correre, il vento gli accarezzava il pelo, lo guardai e mi fermai.
"Devo parlarti" lui capì, girò la testa a destra e sinistra cercando un posto dove reindossare i suoi pantaloncini legati alla zampa. Dopo un minuto uscì da dietro un albero, per la prima volta mi metteva a disagio il fatto che non avesse una maglietta, così guardai altrove, verso un tronco e mi ci sedetti sopra. Jacob mi imitò
"Che c'è Nessie?" da dove cominciare?
"Jacob voglio capire una cosa"
"Spara"
"Ecco...tu insomma, vedi qualche altra ragazza?" non era proprio da qui che volevo partire
"No perché dovrei?!" sembrava quasi offeso.
"Ma tu desideri vedere un'altra ragazza che non sia io?"
"Certo che no sarebbe tempo sprecato"
"Jake voglio capire, come funziona questa faccenda dell'imprinting? cioè tu devi sempre stare con me? un giorno non avrai una vita tua? voglio dire una donna una famiglia?" riuscii a nascondere bene la mia tristezza, non sembravo più che curiosa.
"Ehm..Non capisco qual è il punto"
"Il punto è: che io non ho più bisogno di te, sono cresciuta so badare a me stessa e non c'è più nulla che tu possa essere per me, sei libero di passare il tuo tempo come vuoi"
"Non è vero, tu non vuoi perdere la mia amicizia lo so, perciò finché mi vorrai come amico io sarò qui"
Merda! ero in un punto cieco, la sua verità mi spiazzava così iniziai con le congetture
"Ma se io non ti volessi come amico tu potresti essere libero dall'imprinting?"
"No Nessie, l'imprinting non è una malattia o qualcosa di brutto che ti passa, è per sempre!"
Non trovavo uno spiraglio d'uscita, era costretto per sempre...e io non avrei mai voluto che se ne andasse, perciò eravamo legati in modo biunivoco.
"Jacob, voglio che tu sia sincero, se tu non avessi avuto l'imprinting con me, avresti davvero voluto essermi amico?" esitò un attimo, più di quanto avrebbe dovuto…la sua esitazione valeva più di mille risposte. Non riuscii neanche a nascondere le lacrime, scendevano incontrollatamente, subito mi alzai e sfrecciai nella foresta in non so quale direzione. Correvo e nient'altro aveva più importanza che mettere distanza tra me e quel posto.
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Dopo quella che parve un'ora mi guardai indietro, in quel momento mi accorsi che Jacob non aveva mai smesso di inseguirmi, lo odiavo mi girai di scatto e gli ringhiai contro.
"lasciami stare" urlai, si fermò e guaì in un modo che avrebbe potuto commuovermi se non fossi stata furiosa con lui. Mi voltai e ricominciai a piangere, mi accasciavo per terra, non sapeva quanto mi aveva ferito io gli avevo sempre voluto bene e lui invece solo perché  non aveva altra scelta.  Dopo un po’ sentii la sua mano sulla mia spalla, non valeva la pena attaccarlo tanto mi avrebbe tormentata fino a quando non fossi stata disposta ad ascoltarlo lo sapevo.
"Nessie, sarò sincero con te, vuoi ascoltare la mia storia?" la mia curiosità in quel momento si fece sentire e per un attimo smisi di piangere e lui continuò "Ti chiedo solo di non giudicarmi male, per il mio passato perché allora non sapevo che tu eri il mio destino". Feci un verso strano a metà tra uno sbuffo e un mugugno.
Trasse un profondo respiro e cominciò
"Ascolta prima che tu nascessi, quando tua madre era ancora umana, io credevo di amare Bella"
"CHE COSA?"
"Per favore ascolta tutta la storia, poi potrai odiarmi se vuoi" e proseguì "come stavo dicendo io pensavo di amarla davvero, ma lei naturalmente era destinata a stare con Edward, fu la prima volta che mi resi conto che esistono diversi modi di amare"
"Non sono bravo a descrivere questo genere di cose, ma fatto sta che Bella si accorse di tenere a me e allo stesso tempo si rese conto che non poteva amarmi, perché lei amava di più Edward non avrebbe potuto stare senza di lui. Aveva deciso di sposarlo e diventare una vampira"
"Licantropi e Vampiri sono naturali nemici, è nel loro istinto come per gatto e topo, perciò dentro di me non potevo sopportare il fatto che Bella avesse deciso di diventare una vampira, era come se avesse deliberatamente dichiarato di non voler mai più essermi amica, perché io in sua presenza nonostante il mio autocontrollo, avrei sempre sentito quel brivido lungo la schiena e quel tremore che mi spingeva a trasformarmi ed azzannarla"
"Nonostante ciò il nostro legame rimaneva, continuavo a starle vicino anche se sapevo che lei stava per morire e non sarebbe più stata la stessa Bella. Poi tornando dalla luna di miele seppi che era malata, pensai che avessero deciso di trasformarla e corsi dai Cullen. Ma quando arrivai sentii il suo battito, era viva ma era deperita, aveva un aspetto orribile, tu te lo ricordi." Incapace di muovermi feci un verso strano, che lui interpretò come assenso.
"Pensai subito che la gravidanza la stava uccidendo e non ero l'unico anche Edward lo pensava, ma a Bella non importava avrebbe dato la vita per metterti al mondo. Quella fu la seconda volta che mi trovai di fronte ad un altro modo di amare, naturalmente allora per me quel sentimento era incomprensibile"
"Ero arrabbiato pensavo che tu fossi il problema, che se non fosse mai rimasta incinta non si sarebbe ridotta in quello stato, ero irragionevole pensai che poi in realtà la colpa era di Edward era stato lui a non prendere tutte le precauzioni possibili. In questo stato continuavo a starle vicino, perché Bella mi voleva vicino e per qualche ragione io l'accontentavo. Il giorno del parto quando tu nascesti il suo cuore smise di battere, implorai Edward di fare qualcosa, non volevo che se ne andasse avrei perfino accettato che diventasse vampiro pur di non dirle addio. Edward le iniettò il veleno ma non sembrava avere effetto, ci fu un attimo in cui tutti credemmo che era morta, andata per sempre."
"Uscii da quella stanza pensando di non avere più alcuna ragione di vivere, la rabbia mi cresceva dentro qualcuno doveva essere punito per quello che era successo a Bella, Edward no avrebbe dovuto vivere con quel rimorso per sempre sarebbe stata la più grande punizione per lui. Allora scesi e ti vidi tra le braccia di quella bionda. L'avrei massacrata per arrivare a te e ucciderti... poi però il tuo sguardò incrociò il mio..."
"Tutto cominciò a diventare sensato, quella volta scoprii un altro tipo di amore, era una sensazione bellissima, il mio amore per Bella era il mezzo non il fine ultimo, il mio destino, la mia ragione di vita erano legati ad un'altra persona...e quella persona eri te"
Ero sconvolta, era orribile, moti di rabbia di varia origine si affollavano nella mia mente, il fatto che io amassi lo stesso ragazzo di cui una volta era innamorata mia madre, il fatto che lui l'avesse amata, il fatto che non solo se avesse potuto scegliere non sarebbe stato mio amico ma mi avrebbe uccisa!
Rabbia, indignazione e incredulità, stavo tremando, volevo urlare, mi alzai afferrai Jacob per il collo mostrai i denti, ormai ero del tutto fuori controllo, irrazionale, lo scaraventai con tutte le mie forze addosso ad un albero. Sentii lo scricchiolio di un osso rotto, allora mi misi a correre, non avrebbe potuto inseguirmi per un po' di tempo e il vantaggio che avevo mi avrebbe permesso di nascondere le mie tracce.
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Quando ormai sapevo di non poter essere seguita mi fermai, chissà dov'ero, forse non volevo davvero saperlo, sentirmi persa rifletteva il mio stato d'animo. Mi sedetti, ero in un prato verde pieno di fiorellini gialli lo scenario riposava la vista, accarezzai l'erba alta con una mano. Guardai le api laboriose che si posavano sui fiori, mi si svuotò il cervello. Il sole era alto ma non faceva caldo, una brezza leggera soffiava su quel campo, inspirai profondamente cercando di liberarmi di tutta quella rabbia. Funzionò per qualche splendida ora riuscii a non pensare a nulla. Poi però i pensieri cominciarono a inondarmi prepotentemente, quanto era preoccupata la mia famiglia in questo momento? gli sta bene! poi pensai ad Alice lei non c'entrava nulla e probabilmente in questo momento si stava spremendo le meningi in attesa di una visione che non sarebbe mai arrivata, Jasper, Emmet, zia Rosalie, Esme e Carlisle erano sicuramente in ansia e non c'entravano. Ma non potevo tornare come avrei potuto guardare mia madre in faccia dopo quello che avevo scoperto, e mio padre? mi aveva davvero odiato prima che nascessi e Jacob..non volevo più guardarlo! Non volevo sapere la loro storia, sarebbe stato meglio vivere nell'ignoranza e invece lui mi aveva buttato addosso tutta la verità, come pensava che avrei reagito? che gli dicessi ma sì non ti preoccupare il passato è passato tutto perdonato! Però non dovevo fare star in pensiero gli altri, trovai una soluzione, presi il mio cellulare dalla tasca dei jeans c'erano almeno trenta chiamate perse che avevo completamente ignorato, tutte di mamma, probabilmente Alice l'aveva vista parlare al telefono con me pensai. Se doveva andare così allora...la richiamai "Renesmee dove sei? Stai bene? ti prego torna siamo tutti in pensiero!"
"Mamma sto bene, dì a tutti di non preoccuparsi, ma non mi va di tornare, ho bisogno di stare da sola" dissi in tono piatto, ci fu una pausa insolitamente lunga
"Jacob mi ha raccontato cosa è successo"
"E ti a raccontato anche tutto quello che mi ha detto?"
"Sì, mi dispiace non dovevi saperlo così, gliel'avevo detto a quell'idiota di aspettare che fossimo noi a raccontartelo, quando è tornato gli ho rotto anche l'altra spalla"
"Non cambia quello che è successo, anche se fossi stata tu a raccontarmelo o papà"
"Ma noi possiamo dirti quello che vuoi sapere, tutta la verità, riesco a capire come ti senti adesso io mi sentirei esattamente come te, per favore Renesmee, è tutto diverso adesso e io posso starti accanto, comprenderai la ragione di tutto se mi permetterai di spiegarti" sembrava decisa a non mollare
"Va bene ma voglio parlare solo con te, sai dove trovarmi" sapevo che Alice avrebbe visto esattamente dove sarebbe andata mamma, dal momento che avevo preso la decisione di vederla.
Arrivò in pochissimo tempo, o forse ero io in quel momento che non avevo più cognizione del tempo che passava, "Tesoro" disse correndo verso di me e abbracciandomi, era come se la sua pelle dura e fredda ponesse una distanza fra noi, non avevo mai provato quella sensazione.
"Mamma"
"So che vuoi chiedermi qualcosa, ti risponderò se sarai disposta ad accettare la verità, sei abbastanza grande per capire cosa si provi ad essere in una certa situazione, perciò cerca solo di vederla un po' anche dal punto di vista mio d'accordo?"
Annuendo mi sedetti abbracciandomi le gambe
"Mamma perché hai amato Jacob e papà nello stesso momento? come hai potuto farli soffrire per te? come ha fatto papà a perdonarti?"
"Prima di tutto devi sapere che il sentimento che ho provato per Edward non è mai cambiato, ad eccezione del fatto di essersi intensificato dopo la mia trasformazione"
"Partendo da questa premessa devi sapere che una volta tuo padre pensò di essere la causa del fatto di trovarmi costantemente in pericolo, pensò che se non l'avessi mai conosciuto avrei vissuto una vita normale. Così un giorno sparì pensando che me ne sarei fatta una ragione e avrei amato qualcun'altro, che sarei invecchiata e avrei avuto dei figli normali senza dover mai mentire a nessuno. Quando mi abbandonò lasciò una ferita così profonda dentro me che pensai di non aver più alcuna ragione di vivere, poi arrivò Jacob"
"Jacob mi –curò- per così dire, mi aiutò a superare quel brutto momento e questo inevitabilmente creò un legame molto forte tra noi"
"Quando Edward credette di avermi persa andò dai Volturi con l’intenzione di farsi uccidere rivelando la sua natura di vampiro. Né io né lui eravamo in grado di stare separati l’uno dall’altra, dopo quell’episodio lo capimmo e anche quando riconobbi di provare un sentimento per Jacob sapevamo di non avere scelta che le cose non sarebbero cambiate"
"Ho fatto soffrire Jake illudendolo, ma non potevo avere una vita con lui per quanto la prospettiva fosse meravigliosa, niente bugie, niente autocontrollo con mio padre e mia madre, il mio destino era Edward e lo è sempre stato"
"Sì ma papà voleva che io morissi"
"Edward non ha mai capito il dono straordinario che eri fino a quando non ha sentito il tuo cuore battere. Aveva paura che fossi qualcosa di innaturale e invece poi ha capito quanto eri speciale in realtà. Jacob l’ha capito solo dopo l’imprinting, ma alla fine c’è arrivato anche lui" disse con un sorriso. Preferivo glissare sull’argomento imprinting.
"Renesmee non lo capisci? " disse animandosi
"Hai conquistato il cuore di tutti noi, sei speciale e tutti ti vogliamo bene non avere mai dubbi su questo. Quando sei arrivata hai messo in ordine la natura di tutte le cose, grazie a te i Quileute e i Cullen hanno rinnovato il loro patto di amicizia, Jake e Sam hanno ritrovato un accordo, hai conquistato persino il cuore di Aro e di tutti i vampiri che quel giorno sono venuti a testimoniare per te. Hai cambiato tutto Renesmee hai fatto la differenza"
"Ma… Jacob ti amava io non insomma.. " non riuscivo veramente ad ammetterlo nemmeno a me stessa che il vero punto della questione erano i sentimenti di Jacob. Mamma sembrò capire
"Jacob ha avuto l’imprinting con te, niente di tutto quello che provava prima può reggere il confronto, né ripeto aveva senso"
"Già è condannato…"
"No, non è così ma questo non spetta a me spiegartelo quando sarà il momento capirai"
 
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Ripensai per giorni alle parole di mia madre, la consapevolezza piena di ciò che era stato non rendeva più facile superarlo ma mi aiutava a comprenderlo e questo era il primo passo fondamentale. Ancora non sapevo come avrei dovuto comportarmi con Jacob, non potevo fargli una colpa di quello che era successo, forse la cosa che mi dava davvero fastidio era che prima di me qualcun altro l'aveva considerato "il suo Jacob" e che quel sentimento lui lo aveva ricambiato, in modo infantile forse ma sincero in quel momento. Ma secondo mia madre quel sentimento impallidiva di fronte a quello che aveva ora per me, quello che non aveva potuto scegliere. In fondo avrei dovuto essere dispiaciuta per lui, aveva amato qualcuno da cui era stato ricambiato, ma che non l'aveva scelto, ed ora "amava" perché non aveva scelta, l'essere ricambiati non avrebbe fatto differenza, anche se l'avessi insultato allontanato lui avrebbe sempre provato tutto quello che provava.
Cosa era meglio per lui? che lo lasciassi provare tutto quello che doveva standogli semplicemente accanto? o avrei dovuto allontanarlo cercando di liberarlo da quel peso? ma la storia di mia madre non mi aveva forse insegnato che questa seconda scelta era la peggiore che si potesse prendere? non avevo forse compreso che papà cercando di allontanare la mamma, andando contro i suoi sentimenti, aveva solo rischiato di portarli alla morte? certo dentro di me sapevo qual era la risposta più semplice e anche la più facile, avrei potuto confessare il mio sentimento a Jacob e lui l'avrebbe ricambiato. Tuttavia non volevo, desideravo che lui scegliesse di amarmi. Quindi la mia alternativa era stargli vicino, come sempre considerandolo il mio Jacob di sempre, non sarebbe stato difficile. Era sempre facile trascorrere il tempo con lui; un' altra storia era il dover nascondere quell'imbarazzo che era iniziato a spuntar fuori.
Era da almeno una settimana che non ci vedevamo, certo sapevo che se ne stava accucciato nella foresta, non volevo vederlo ma lui non avrebbe sopportato di stare più distante dello spazio necessario per udire il mio battito. Dovevo farmi coraggio, mi sarei odiata per sempre per quello a cui l'avevo condannato però avrei saputo essergli vicino, glielo dovevo in fondo.
Mi stampai un sorriso in faccia, posai un piede sul davanzale e spiccai un salto verso la foresta, in pochi secondi il suo profumo mi invase l'olfatto, non potei trattenere un senso di felicità, che prepotentemente si impadronì di me. Non feci molti passi in direzione della sua scia senza iniziare a sentire il suo passo avvicinarsi di corsa, voleva solo aspettare per assicurarsi che volessi andare da lui. Era trasformato ancora nel lupo rossiccio, mi avvicinai gli accarezzai il collo e poi gli mostrai una parte dei miei pensieri, le mie scuse per averlo aggredito, la mia comprensione per ciò che era accaduto, la richiesta di ritornare ad essere i soliti "Nessie e Jacob". Sicuramente non sarei riuscita a spiegarglielo a parole, anzi ringraziai persino il fatto che fosse trasformato.  Poi mi leccò la mano e cominciò ad abbaiare, allora scoppiai a ridere, era da tanto che non ridevo così di gusto
"Jacob ancora non so parlarlo il canino!" trotterellò verso un masso cercando di tenermi allo stesso tempo sotto il suo sguardo, come se temesse di vedermi correre via, era davvero buffo. Poi si trasformò e mi raggiunse di corsa, di nuovo mi sentii a disagio per il fatto che non avesse una maglietta.
"Nessie non devi scusarti, sono stato un idiota, sono io che ti chiedo di tornare amici, se ancora mi vuoi" guardai quegli occhi, in quel momento avrei acconsentito a qualsiasi sua richiesta, cercando di riprendermi risposi
"Sì Jacob, amici per l'eternità" allora separò la distanza fra noi con un balzo e mi strinse, e il mio cuore mancò un colpo, come se avesse dimenticato di battere per un millisecondo, impercettibile.
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Il sole stava calando sulla spiaggia de La Push era uno spettacolo di luci che si rifletteva sulle nubi dell'orizzonte
"Guarda Nessie quella nuvola, sembra proprio il mostro di Lochness ahaha"
"Sei proprio una zucca vuota, come fai a dire che sembra il mostro di Lochness se non esistono delle foto?"
"Certo è vero però se esistessero secondo me avrebbe avuto quella forma" scossi la testa e con la mano lo spinsi sulla spalla, la mia forza gli fece perdere l'equilibrio, cadde sul bagnasciuga, rotolando sulla sabbia umida si impiastricciò i capelli, la maglietta e i pantaloni.
"Ops" sapevo di averla combinata presto si sarebbe vendicato. Iniziai a correre ma era già troppo tardi, con le mani piene di sabbia tanto bagnata da sembrare fango mi afferrò e mi impiastricciò la faccia, i capelli
"Noo! i capelli!" gli afferrai il braccio e cercai di lanciarlo in acqua, stava ridendo come un bambino. Un attimo prima che io lasciassi la presa lui afferrò il mio polso, piantò i piedi nella sabbia riacquistando equilibrio. Poi corse verso il mare trascinandomi. Un secondo dopo eravamo zuppi. Tanto valeva cercare di mettere a posto i capelli pensai, così mi sciacquai via la sabbia, Jacob emerse vicino a me, gli misi una mano sulla testa cercando di costringerlo a star sott'acqua
"Ancora? basta siamo pari!" protestò cercando di opporre resistenza
"Ok basta" acconsentii stufa di quel braccio di ferro senza risoluzione.
"Dai usciamo o ti prenderai freddo"
"Prima mi butti in acqua poi ti preoccupi? dovresti rivedere la tua logica nel pensare.."
"Certo, certo" poi mi prese per mano e mi portò fuori.
Una leggera brezza aveva iniziato a soffiare, coi vestiti bagnati non riuscii a trattenere un brivido di freddo. Cosa che non sfuggì all'occhio premuroso di Jacob si tolse la maglietta bagnata la strizzò con forza, probabilmente l'avrebbe distrutta se non si fosse trattenuto, aspettò qualche secondo affinché il suo corpo febbricitante si asciugasse e mi abbracciò. Senza dubbio era molto piacevole asciugarsi così, ma il mio imbarazzo aumentava sempre di più, presto mi sarebbe andata a fuoco la faccia, beh se non altro, pensai, sicuramente non avrei più avuto freddo. Un altro brivido mi percorse, niente a che vedere con il vento e il freddo.
"Accidenti sono un'idiota, avanti andiamo da me che è più vicino, così potrai asciugarti" disse Jacob fraintendendo il mio problema.
Arrivati a casa sua si affrettò ad accendere il camino e corse a prendere degli asciugamani e una coperta, trovai strano non sentire il battito di Billy, poi pensai che era sabato e che probabilmente era andato a vedere la partita. Presi uno degli asciugamani e velocemente lo strofinai sui miei capelli, erano praticamente asciutti ma avevano una piega terribile pensai, vedendo il mio riflesso su uno specchio; tutta colpa di Jacob.
"Ahahah che ti è successo ai capelli?" disse Jacob ricomparendo vicino al camino
"Se qualcuno non mi avesse buttata in acqua, non sarebbe successo" dissi contrariata facendogli la linguaccia.
"Dai siediti vicino al camino, hai ancora i vestiti bagnati" mi posò la coperta sulle spalle, non sentivo più freddo era una bella sensazione stare accoccolati davanti al camino senza bisogno di dirsi nulla. Cominciai nuovamente a pensare alla crudeltà del mio destino. Amare una persona che avrebbe ricambiato perché costretta, non era giusto, vivevo in un mondo strano e sbagliato. Perché non potevamo innamorarci come due persone qualunque perché?
Improvvisamente il respiro pesante di Jacob mi riscosse, si era addormentato senza preavviso. Come ci riuscisse era ancora un mistero; era in grado di cadere in un sonno profondo in meno di tre secondi e russare in meno di dieci. Infatti incominciò proprio a russare in quell'istante. Sorrisi era così Jacob, così se stesso in quei momenti che pensai ancora più intensamente a quanto tenessi a lui. Lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per me, ma anche io ne sarei stata capace, nessuno ci avrebbe separati, la sola idea era insopportabile.
Il suo viso era così tranquillo cosa pensava? l'imprinting era parte di lui anche in quel momento? no, mi dissi. Se mi fosse successo qualcosa in quel preciso istante forse avrebbe continuato a dormire. Era privo di difese, così innocuo, quanto mi sarebbe piaciuto che dormisse con me tutte le sere per l'eternità. Fu facile indugiare sul pensiero che fossimo due innamorati, finsi dentro me stessa che fosse così e appoggiai la mia testa sulle sue gambe rannicchiandomi, poi presi il suo braccio lo appoggiai sul mio fianco e gli strinsi la mano. 
Immagini confuse si affollarono nella mia immaginazione, io che abbracciavo Jacob e lo guardavo negli occhi, lui mi accarezzava il viso, con la sua mano, i capelli e poi mi baciava..
"Nessie"
Sussurrava..
mi diceva che mi amava...
"Nessie, Nessie svegliati" di colpo mi riscossi, che ora era? quanto eravamo stati lì? girai lo sguardo verso Jacob, mi stava guardando in modo strano, diverso dal solito era così intenso che dovetti abbassare i miei occhi
"Jacob che ora è?"
"Le 11...stavi sognando?"
"Ehm credo di sì, perché?" perché mi stava facendo quella domanda?
"Un bel sogno?" chiese con curiosità
"Che domanda è? fatti i fatti i tuoi Jacob, io ti vengo a chiedere cosa sogni? è personale" ma appena finii la frase fu come se la risposta fosse affermativa, sorrise contento mi accarezzò una guancia e poi i capelli, stavo arrossendo così violentemente che percepivo di emanare calore. Ero immobilizzata non avrei potuto muovermi, lui avvicinò il suo volto, era troppo vicino e non potevo evitarlo. Mi baciò intensamente sulle labbra, ero paralizzata totalmente incapace di ragionare, fu per questo che risposi al bacio, non avevo più difese niente. Le sue labbra erano così calde, così gentili sulle mie. Dopo quelli che parvero anni o forse secondi ci separammo, il viso di Jacob era estasiato, sembrava l'uomo più felice del mondo. Poi la verità di ciò che era successo mi colpì come un proiettile nel cervello e cominciai a pensare all'imprinting, era arrivato per lui il momento di amarmi perché aveva percepito che io avevo bisogno di lui in quel senso? senza preavviso il mio volto si rigò di lacrime
"Perché l'hai fatto Jacob?"
"Perché tu lo desideravi" ecco proprio come pensavo, nascosi il mio volto tra le mani ero così triste
"Ehi Nessie, perché sei triste? io ho solo visto quel pensiero e ho pensato.. scusa.."
"Quale pensiero?!!"
"Beh.. mentre stavi dormendo mi hai mostrato che ti baciavo, continuavi a dire il mio nome, ho solo pensato che desiderassi che fosse vero.. io.."
"Hai pensato male!". Quindi era andata così. Che stupida come avevo fatto a non calcolare che il mio potere avrebbe potuto attivarsi inconsciamente? mentre le mie difese erano basse e per di più con quello stato emotivo, mentre fingevo che io e Jacob fossimo innamorati. Non potevo stare lì dovevo correre, dove? non volevo che mio padre vedesse quello che era appena successo, ero in un vicolo cieco. Riuscii solo a piangere, singhiozzando incontrollatamente. Perché? perché?
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"Nessie non capisco, mi hai mostrato quel desiderio, hai ricambiato il mio bacio, perché piangi? ti prego parlami, spiegami!"
"Jacob tu non lo vuoi veramente lo so...lo fai perché sei costretto dall'imprinting"
"Ma ti è dato di volta il cervello? credo che tu non abbia capito veramente cos'è l'imprinting.."
"Tu avevi detto che con l'imprinting si diventa tutto ciò di cui l'oggetto dell'imprinting ha bisogno, è per questo vero? è per questo che mi hai baciata, perché io desidero che tu mi ami" le ultime parole mi uscirono senza controllo, non sopportavo di stare così.
"Nessie..."
"Non cercare scuse, lo so che è così" mi alzai all'improvviso, non volevo più assistere al mio pietoso spettacolo, andai velocemente alla porta. A quel punto non riuscii a fare più un passo. Jacob mi aveva stretto con forza
"No adesso mi ascolti"
"Lasciami mi stai facendo male" dissi tentando di liberarmi da quella stretta
"Non è vero che ti sto facendo male, non te ne farei mai, se vuoi che ti lasci dovrai ascoltarmi" smisi di ribellarmi, allora mi lasciò.
"Credo sia arrivato il momento di dirtelo" prese coraggio e continuò
"l'imprinting non è una specie di servitù o malattia, semplicemente fa parte del nostro essere licantropi"
"è come l'istinto capisci? è come se la natura ci arrivasse prima!"
"Prima? che vuoi dire?"
"Ok ti faccio un esempio stupido, ehm..ecco è come quando sta per arrivare un terremoto e i cani lo percepiscono prima che arrivi. Il tutto però trasferito in senso emotivo". Cani, terremoto? Che stava dicendo? Non ero nello stato emotivo per farmi prendere in giro, né nel momento giusto per cercare di ridere
"Che stai dicendo? Spiegati meglio perché odio non capire" dissi, gli occhi ancora lucidi e la voce un po’ tremante
"Cioè l'oggetto dell'imprinting è l'esatta metà che si cerca per tutta la vita, solo che il fatto di essere licantropo ti permette di capirlo prima attraverso l'imprinting. Jared ad esempio prima che diventasse licantropo sedeva proprio accanto a Kim, ma non si era mai accorto di lei. Quando è diventato licantropo ha capito che era la sua metà"
"Questo vorrebbe dire che appena ero nata sapevi che ero la tua metà?"
"Beh all'inizio non è una cosa così romantica, finché sei stata una bambina non era di una metà amante di cui avevi bisogno" e sorrise, era una rivelazione meravigliosa. Se era davvero così significava che eravamo destinati a stare insieme...
"Quindi anche se non avessi avuto l'imprinting, e non avessi voluto uccidermi, una volta cresciuta ti saresti innamorato di me?"
"Sì forse ci avrei messo di più ma sarebbe andata così...ma per fortuna è andata diversamente, chissà quanto ci avrei messo a capirlo"
Ero così felice, eravamo fatti l'uno per l'altra, ora che avevo compreso finalmente cos'era l'imprinting ne avevo la prova. C'era solo un modo per esprimere la mia gioia, gettai le braccia attorno al mio Jacob, gli volai letteralmente addosso e lo baciai, mentre lui rispondeva al mio bacio gli mostrai tutti i miei più bei ricordi che avevo con lui, gli mostrai anche quello che avevo provato quando mi aveva abbracciato sulla spiaggia, quando mi aveva baciato prima e quello che provavo ora.
"Così faremo arrabbiare mamma e papà succhiasangue..." disse, ma la sua espressione portava ancora i segni di poco prima. Aveva uno strano bagliore negli occhi sembrava qualcosa di più che realizzazione, felicità o amore, molto di più.
"Che intendi dire?"
"Quando ho detto a tua madre dell'imprinting mi ha tirato un pugno.. avevo promesso che non saremmo diventati amanti fino a quando non avessi raggiunto la maturità, probabilmente mi staccherà un braccio, ahah beh ne è valsa la pena però"
"Non permetterò a nessuno di impedircelo!" dissi sporgendo la mascella, Jacob rise mi prese per mano e insieme ci incamminammo verso la foresta. Nessuno ci avrebbe separati.
  
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