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Autore: MagicRat    26/08/2013    1 recensioni
“Quindi siamo stati scaricati tutti e due”
“A quanto pare”
“Siamo soli”
“Siamo soli”
La storia è ambientata nel 2009, dopo un ipotetico divorzio tra Bruce e Patti.
E' la mia prima fanfiction, spero di non aver fatto troppo schifo.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Salve Brucie!” disse Little Steven appena Bruce andò ad aprirgli la porta.
“Ciao, Steve. Qual buon vento ti porta qui?”
Dopo che lui e Patti si erano lasciati, Bruce non aveva visto molto spesso gli altri ragazzi della E Street Band.
Si erano riuniti un paio di volte per provare qualche canzone e in quelle occasioni chiunque avrebbe potuto notare una certa dose di imbarazzo serpeggiare tra di loro.
Neanche Bruce aveva saputo bene come comportarsi.
Ovviamente Patti non si era unita a loro.
L’unico immune , come sempre, era Steven. Ad uno sconosciuto, poteva sembrare quasi un menefreghista, una persona che non si preoccupava più di tanto degli altri.
Invece Bruce, che lo conosceva da molto tempo, aveva sempre usato una parola per descrivere il carattere dell’amico: pratico.
Se stavano lavorando ad una canzone e secondo Steven quella canzone faceva schifo, lui lo diceva senza troppi giri di parole: “Bruce, questa canzone fa schifo”. Pratico e sincero.
Anche se solitamente seguivano delle litigate  interminabili.
Una volta aveva commentato una giacca di pelle di Bruce dicendo “Con quella giacca sembri uno spacciatore”. Come se i suoi vestiti fossero molto più sobri.
Quel pomeriggio indossava una larga camicia a fiori viola e una bandana scura.
Però era stato il primo ad andarlo a trovare dopo la separazione.
L’aveva trovato sotto il portico con una bottiglia di birra in mano, mentre fissava un punto indistinto davanti a lui. Steve gli si era seduto vicino senza dire niente, nessuna banalità o frase scontata.
Gli aveva solo fatto sapere che non era solo, ed era per questo che piaceva a Bruce.
Steven sventolò un cd sotto il naso del cantante “Ti ho portato una cosa. È un demo, è…”
Si interruppe quando finalmente notò la presenza di Zoe, che lo salutò con un timido cenno della mano.
“Ciao, Steven”
“Ciao… e tu chi sei?”
“Lei è Zoe. È, uh, una mia vecchia amica” disse Bruce, tossicchiando imbarazzato.
“Brucie, se questa è una tua vecchia amica le tue giovani amiche cos’hanno, cinque anni?”
“Steve, le tue battute sono sempre così…”
“Esilaranti?” suggerì Little Steven.
“No, no” Bruce si accarezzò il mento, pensieroso “Ah, si” disse poi schioccando le dita “Deprimenti”
Steven fece una smorfia, fingendosi offeso “Io prendo una birra, comunque”.
Senza lasciare a nessuno il tempo di dire altro, mise un braccio intorno alle spalle di Zoe.  
“Vieni, giovane amica. Ho bisogno del tuo orecchio esperto”
Lei si lasciò condurre verso il soggiorno, dove Steven iniziò ad armeggiare con lo stereo, come se si trovasse a casa sua.
Era stata presa alla sprovvista da quello strano personaggio.
“Veramente io non me ne intendo molto di musica”
“Ah, ma non importa. Tu devi solo ascoltare e poi dire quello che ne pensi” premette il tasto play e una canzone strumentale e ritmata si diffuse nella stanza.
Bruce tornò dalla cucina con un vassoio su cui aveva sistemato alcune lattine di birra e coca cola.
“Addirittura un vassoio! Ma come sei gentile Brucie!”
“Fanculo, Steve. Vado a lavarmi un po’, non romperle troppo le scatole, mi raccomando” Bruce diede una pacca sulla spalla dell’amico e uscì dal soggiorno.
Little Steven prese una lattina di birra e lasciò ascoltare ancora qualche nota del cd a Zoe, prima di iniziare a parlare.
“Quindi tu e Bruce siete vecchi amici, eh?”
“Si. Cioè, più o meno…”
“Senti” Steven si tirò su a sedere in modo più composto “Non so in che genere di rapporti siete, voi due, e non mi interessa neanche. Comunque, come sta Bruce, come ti sembra?”
“Direi che sta bene. Si, mi sembra bene”
“Lui dice che è tutto apposto, adesso. Ma è stato… come dire… parecchio giù dopo la storia del divorzio. Ovviamente”
Zoe lo guardò confusa. Non riusciva a capire perché quel tizio, che conosceva di persona da non più di dieci minuti le stesse dicendo quelle cose.
Steven se ne accorse e fece un mezzo sorriso “Comunque non preoccuparti. Anche se ti dovesse sembrare un po’ strano… lui dopo si riprende. Si riprende sempre. È un’ottima persona”
La ragazza stava per dire qualcosa, ma non ne ebbe il tempo, perché Bruce tornò in soggiorno.
Rubò l’ultima lattina di birra a Steven e si lasciò cadere pesantemente sulla poltrona.
“Spero che non ti abbia rotto troppo, Zoe”
“Come? Ah, no no. Per niente. È simpatico”
Steven rivolse un sorriso orgoglioso all’amico “Visto Bruce? Sono simpatico”
Il motivo della visita di Little Steven – il demo – passò presto in secondo piano. Trascorsero il resto della serata raccontando a Zoe una serie di aneddoti sui concerti che a
vevano suonato insieme e su altri episodi della loro vita. Alcuni erano talmente assurdi da far sospettare a Zoe che non fossero veri.
Per tutto il tempo però, una parte della ragazza continuò a pensare a quello che Steven le aveva detto.
Si chiese se anche Bruce passava molto tempo a pensare alla sua ex moglie. Aveva notato che in casa tutte le foto di Patti erano sparite e che Bruce evitava di parlare di lei,
come se cercasse di dimenticarla.
Non ci voleva un esperto di psicologia per capire che la cosa lo faceva soffrire.
Zoe fissò Bruce, chiedendosi quanto stesse soffrendo.
Per un attimo gli sguardi della ragazza e di Bruce si incontrarono e Zoe ebbe l’impressione che l’uomo le stesse leggendo nel pensiero.

  
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