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Autore: mamie    26/08/2013    4 recensioni
Gli episodi di piazza Tien an men, in Cina, sono tuttora tabù. Sono passati più di vent’anni, ma non se ne può parlare. Dalla mia facile posizione mi sono permessa questo piccolo omaggio alle vittime di quei giorni.
Il titolo, invece, è un verso della Turandot.
[Prima classificata al Rainbow Contest di Kirame27]
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: Prima classificata al Rainbow Contest di Kirame27 con i prompt: rating verde, colore porpora, fiore mimosa, citazione “Guarda le piccole cose perché un giorno ti volterai e capirai che erano grandi”.
 


LE ROSSE LANTERNE DI FESTA, LE BIANCHE LANTERNE DI LUTTO
 

Guarda le piccole cose perché un giorno ti volterai e capirai che erano grandi.
Jim Morrison

 
Fioriscono le mimose nella Città Proibita?
Le ho sognate, stanotte. Le ho sognate nel giardino che mandavano un profumo così forte da stordire.
Sotto questo cielo uniforme, azzurro e levigato come uno smalto, i padiglioni purpurei sembrano pigramente dormire.
C’è poca gente, forse perché è molto presto, o forse perché i cortili sono così immensi che sembrano sempre deserti.
Mi dovevi portare qui dopo la laurea, ti ricordi? Quanto abbiamo fantasticato sul colore di queste mura, rosse come certi cieli al tramonto, rosse come sangue.
Davvero è passato tanto tempo? Sento ancora il profumo delle mimose che mi hai regalato l’ultima volta[i]. Quel mazzo enorme, che quasi ti sommergeva. Eri così ridicolo. Anche tu ridevi. Il suo profumo aveva invaso tutto il mio piccolo appartamento e abbiamo dovuto metterlo fuori dalla finestra perché quasi non si riusciva a respirare.
Vedrai, dicevi facendo piani sul futuro.
Vedrai.
I leoni di pietra mi guardano accigliati dai loro diecimila anni[ii]. I loro occhi di sasso hanno già visto più cose di quante ne potremmo vedere noi in una vita intera.
Vedrai… Sì, ecco, ho visto. Ho visto ripetersi quello che studiavamo nei libri di storia. Ho visto imperatori crudeli e povera gente inerme massacrata contro il profilo di queste mura purpuree.
Il rosso non dovrebbe essere il colore della festa?
Per noi è diventato il colore del lutto.
 
Cos’hai pensato, mentre ti venivano a prendere nella tua cella stretta prima che sorgesse il sole?
Ti sei ricordato di quel Capodanno sotto i fuochi d’artificio, in questa stessa piazza, quando mi hai baciata immerso nella luce multicolore? Ti sei ricordato del drago di stoffa che danzava sinuoso in mezzo alla gente mentre noi scappavamo ridendo a cercare un angolo buio per baciarci? Avevo un abito di seta color lacca quella sera: mi era costato mesi di risparmi faticosi.
Rosso per la buona sorte.
Giallo imperiale.
Perché di te mi restano questi colori abbaglianti e il tuo viso dietro di loro quasi scompare? Non amo più i colori: ora mi piacciono solo il bianco e il nero.
 
Sulla piazza c’è un po’ di animazione. Una sposa vestita all’occidentale va a farsi le foto sulla scalinata. Ha in mano un gran mazzo di mimose gialle. Il suo abito bianco sembra una torta alla panna che si smonta alle folate di vento. È molto giovane. Non può ricordare.
Mi avvicino e, sfacciatamente, mi faccio regalare un rametto di mimosa. Lei sorride e me lo porge con grazia. Lo appunto alla giacca nera dove rimane come una piccola frangia luminosa.
 
Non amo più la primavera. Di tutte le grandi idee, di tutte le grandi speranze che abbiamo avuto mi resta solo questo: piccoli sogni, piccoli ricordi. Ora lo so che era per quelli che sei andato avanti. Non per tutti quei grandi ideali che alla fine diventano demoni feroci pronti a divorarti. No, non per questo.
Sei andato avanti, come tanti prima di te, come tanti che verranno, per avere il diritto di regalare a una ragazza un mazzo di mimose.
Non so se fioriscono le mimose nella Città Proibita. Non andrò a vedere.
Per me fioriscono sempre.
 
 
 


[i]Per “mimose” si intendono, come comunemente si fa, i fiori gialli delle acacie, non quelli, molto meno appariscenti, della mimosa propriamente detta.
[ii]“diecimila anni” è un’espressione cinese figurata per “tantissimo tempo”.
  
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