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Autore: Malvabadass    26/08/2013    2 recensioni
Primo giorno di College, o meglio, primo giorno del terzo anno di college. Due coinquilini, due artisti essenzialmente. Musica e Arte sotto lo stesso tetto. Due punti di vista differenti per un'unica e si spera coinvolgente Frerard! Siamo Luri07 e Siler, buon sushi ^^!!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Frank’s Pov

 
Sento uno sbadiglio provenire dalle mie spalle ma ho ancora la mente abbastanza intorpidita per poterlo confermare, inizialmente sono un po' spaventato, purtroppo non riesco a ricordare quasi nulla della serata precedente, ma dal sapore salato e amaro che riesco a sentire tra le mie labbra di sicuro devo aver sboccato.

Un sorriso sornione appare spontaneo sulle mie labbra quando la ragazza alle mie spalle mi stringe ancora con più forza a se, facendomi dimenticare quasi del tutto del sapore nauseabondo che emana la mia bocca.
 In tutta verità, devo dire che probabilmente ero abbastanza fatto ieri, mi sarò portato una cozza senza tette, la sento così spigolosa, così piatta..
Mio dio! Da quando i miei gusti fanno così pena?
Insomma, solitamente tendo a fare sesso con ragazze molto, ma molto ben formate!
Non sono psicologicamente pronto per fare sesso con donne dalle tette minuscole.
Mi giro lentamente tenendo gli occhi chiusi e chiunque essa sia la stringo forte a me affondando il viso nel suo collo, che iniziò a baciare lentamente con le labbra morbide e leggermente umide.

Ha un sapore così buono.. E così famigliare.. Sembra uno di quei profumi che ci sono sulla mensola del bagno..
 D'un tratto però i miei pensieri svaniscono ed inizio a titubare che quella sia una donna molto curata, ha la pelle molto ruvida e..
Le mie labbra finiscono sulla pallina ossuta e dura che c'è al centro del collo.
Che sarà mica un..

Subito indietreggio ed apro le palpebre quanto più mi è possibile, inquadrando la figura di Gerard, praticamente a dorso nudo che giace sul MIO letto, con un sorriso beato sulla bocca.
Una fitta di panico mi attacca all'altezza del cuore ed alzo le coperte facendo scorrere lo sguardo lungo il corpo di entrambi per assicurarmi che non mi abbia inculato durante la nottata! Dio lo ucciderei, se così fosse.
Per fortuna ha i boxer ma questo non significa assolutamente nulla.

-GERARD! SCENI DAL MIO FOTTUTISSIMO LETTO!-cerco di spingerlo via e fortunatamente lo vedo risvegliarsi da quella sorta di coma in cui era caduto.
Se c'è una cosa che detesto di Gerard è che non si sveglierebbe neppure con la guerra civile in corso sotto casa sua..

Fanculo!

Mi alzo col busto più allarmato che mai e lui sorride sfiorando la mia mano calcata, con talmente tanta forza da lasciar intravedere delle sottili linee verdi e venose, sul materasso in modo da potermi offrire il giusto equilibrio.
Ritraggo subito la mano appoggiandola a qualche centimetro di distanza dalla sua e scuoto la testa più e più volte.
Dio qualsiasi cosa sia successa tra noi due io non riesco ad accettarla affatto.
Ero ubriaco marcio ieri sera, ma un po' di coscienza la si ha anche dopo venti birre no?
No?

-Gerard dimmi che non è come credo io.. Dimmi che non abbiamo.. Scopato..-
Dico quest'ultima parola a bassissima voce, perché mi vergogno talmente tanto anche solo a pensarla una cosa del genere.
-dio come sei drammatico Frank! Ci siamo solo addormentati insieme.. Eravamo entrambi ubriachi..- Calcando col tono di voce la parola entrambi si alza dal letto e quasi gli muore il sorriso lasciando spazio ad una smorfia piena di delusione.
Mi porto una mano al petto e sospiro, probabilmente aveva ragione Gerard, sono abbastanza drammatico.. Dormiamo insieme praticamente ogni notte.
Magari non così, non uno stretto tra le braccia dell'altro, però dormiamo comunque nella stessa camera, c'è in ogni modo una sorta di intimità molto intensa.
-Che fortuna.. Ma poi che diavolo ho pensato, non siamo due froci.. Scusami.. - Gli sorrido dolcemente sfoggiando i miei dentini chiari e leggermente appuntiti, mentre mi alzo a ruota andando ad accarezzargli le guance paffutelle che man mano prendono rossore.
-Non so se.. Hai sognato qualcun altro o.. Beh.. Avresti bisogno di una doccia rinfrescante-rido abbassando lo sguardo sulla sua notevole erezione, questo ci imbarazza entrambi tantissimo però.. Dio.. Ha un'alza bandiera che fa paura. Si vede benissimo quasi tutta la forma..
-Vado a preparare la colazione, menatelo per bene-rido allontanandomi da lui per poter raggiungere la cucina, ma perché gli stavo fissando il pacco?
Sembro un depravato, proprio un depravato!

Preparo in fretta delle uova e del caffè, poi divido il tutto in eque porzioni prima che Gerard si spazzi via tutto.
Una volta cucinato tutto la mia attenzione viene richiamata dal piccolo televisore, presente in praticamente tutti i dormitori, che manda le repliche di America's Best Dance Crew.
Per chi non lo conoscesse, è uno di quei classici programmi Americani incentrati sulle sfide di ballo e una giuria che non se ne intende proprio per niente.

Però Lil Mama me la farei, sinceramente.
Mario Lopez, il conduttore, mi sta così tanto sulle palle che mi costringe a spegnere il televisore.
Sembra proprio un pallone gonfiato, ma le ragazze farebbero la fila per lui.
Idiota.

Dopo dei lunghi minuti mi ritrovo davanti Gerard completamente gocciolante e con solo un asciugamano in vita, non so perché ma non posso fare a meno che guardarlo. È inevitabile.
Vi giuro è come se il mio sguardo fosse calamitato dal suo petto pallido, dal modo in cui le ossa delle due clavicole sporgano dalla pelle, o dal pomo d'Adamo che rimbalza ogni volta che lo vedo deglutire.
Per fortuna riesco a far slittare gli occhi sul cibo, che sembrava essersi freddato.
Gli faccio cenno di sedersi senza riuscire a dire una parola, le uova sembrano molto meno interessanti del suo corpo morbido e chiaro.
So benissimo che sta sorridendo, quel bastardo, è consapevole del fatto che guardarlo ogni tanto mi faccia questo trano effetto, il problema è che non so neppure io perché, insomma..
A volte guardarlo mi fa andare in panico, come la prima volta che vidi una donna nuda, ero pateticamente nervoso.
 
-Ti ho preparato il caffè.. -sento le guance andare a fuoco senza motivo ed istintivamente mi affretto a bere la mia tazza di caffè per nascondere l'imbarazzo così evidente.
 Sfortunatamente è bollente, mi ha praticamente ustionato la lingua e.. L'ho sputato a pochi passi da lui..

Merda.

-PORCA PUTTANA SCOTTA!-mi faccio aria alla bocca con una mano mentre lui ride come un pazzo, ci pensa un attimo su se farmi soffrire o se aiutarmi ed infine mi porge dell'acqua fresca che accetto più che volentieri.
Finiamo di fretta la colazione e ci vestiamo, io ovviamente con i miei jeans attillati e novità delle novità! Un cardigan!
È del college, mi sembrava carino cogliere l'occasione di indossarlo..
Mi piace questo college, devo essere sincero..
Le scuole superiori non erano così libere, qui ogni mattina sembra l'intro di un solito film da post adolescenza, manca solo una canzone dei MGMT ed uno spliff tra le dita, ma non ancora per molto. Scendiamo le scale molto velocemente uno al fianco dell'altro, quando mi trovo d'avanti un coglione del primo anno, nonché mio fidato amico negli anni precedenti, James.

-FRANKIEE!-urla venendomi incontro e poco manca per farmi collassare.
-CRISTO! Non.urlare.-mi massaggio le tempie e Gerard al mio fianco se la ride. Ad un tratto però entra in classe lasciandomi con il mio amicone.
-So che ieri hai fatto l'irrigatore.-se la ride mentre mi da delle gomitate dolorose al costato, perché devono ricordarmi che non reggo molto bene gli alcolici? Perché!
Mi sta salendo il crimine, giuro.
-sì capita quando si beve molto sai? Comunque devo andare, ho lezione..- Cerco di dileguarlo, e ci riesco, peccato che si avvicini a me un secondo ostacolo non appena raggiungo l'aula.
-Ciao, idrante.- ride la ragazza su cui avevo vomitato la sera prima, seguita dal suo solito gruppo di amichette stupide.
Resto in silenzio e lei mi rivolge uno sguardo cruciale.
-Quelle scarpe, erano di Prada, la fottutissima nuova collezione-ringhia.
-beh allora dì a Prada che la sua nuova collezione fa davvero.. Vomitare.- le ragazze alle sue spalle ridono di gusto e lei le fulmina immediatamente, facendo cedere le risate, mentre io raggiungo il posto vuoto che mi spetta, affianco a Gerard.
-Dimmi, ieri ho fatto così schifo?-bisbiglio guardandolo negli occhi, per non disturbare l'interessantissima (si fa per dire) discussione del professore su Oscar Wilde.

Ovviamente scuote la testa, ma è solo un gran bugiardo perché glielo si legge negli occhi, so di aver esagerato. Sprofondo nella sedia e mi passo le mani sul viso non riuscendomi a concentrare sulla lezione.
Però sento qualcosa nello stomaco che si sta ribaltando completamente, e non credo siano le uova.
 

Gee’s Pov

Un sogno o un’ incubo?
La mia mente ripercorre ancora la serata appena trascorsa; posso rivivere distintamente ogni attimo seppur sbiadito dalla vodka che, al contrario del ragazzo che stringo fra le braccia, non ha avuto il pieno controllo sulle mie azioni.
Dormo profondamente, accompagnando dei mugolii con dei sospiri mentre insinuo maggiormente il naso appuntito fra le chiome scure ed estremamente profumate di Frank.
Nonostante avesse sudato e puzzasse di vomito, riesce ad emanare il suo tipico aroma di caffè e nicotina che mi manda in visibilio.
Lo avverto muoversi fra le mie braccia e sento poi degli schiocchi umidicci che percorrono il mio corpo.

Dio, Frankie..

Mi mordo piano le labbra spingendo appena verso l’alto incosciente delle mie azioni. Lui mi stringe con forza e deglutisco sentendolo scostarsi di scatto da quella stretta, crollo con volto e braccia sulla superficie comoda del letto mentre continuo a sorridere beandomi del sogno che sto vivendo quando sento le coperte scuotersi e l’aria fredda inondarmi il petto nudo e le gambe ricoperte a metà dai boxer.

Le membra tremano appena e sento il suo urlo, ovattato dal mio stato di trance, da cui però aggiungendo delle percosse riesce a risvegliarmi.
-GERARD! SCENDI DAL MIO FOTTUTISSIMO LETTO! -  E’ terrorizzato, lo capirebbe anche una di quelle troiette che si è  portato al letto. Lo vedo sedersi e coprirsi con le coperte pigiando la schiena alla testiera e stringendo tanto forte i pugni da rendere le nocche bianche e far intravedere dei piccoli fili venosi.
Rabbrividisco a quella vista ma continuo a sorridergli mettendo la mano sulla sua per tranquillizzarlo e, in parte, anche per nascondere quella vista a me spiacevole.
Lui la ritrae restando comunque in equilibrio ed io me ne rammarico.

Quello non era il risveglio che avrebbe voluto avere o per lo meno, io non ero la persona con cui lo avrebbe voluto.
-Gerard dimmi che non è come credo io.. Dimmi che non abbiamo scopato..- Posso percepire il disgusto impregnato in quelle parole e subito sento una stretta al petto e allo stomaco mantenendo comunque il sorriso in volto, seppur finto.
-Dio, come sei drammatico Frank! Ci siamo solo addormentati insieme.. Eravamo, entrambi, ubriachi..- Impunto il tono sull’ entrambi cercando di essere il più convincente possibile.

Io non ero ubriaco, ero fottutamente cosciente intanto che ti sbaciucchiavi lei.. Lei e non me.. Non sai quanto avrei voluto essere io.
Mi ritrovo a pensare dibattendo con la mia coscienza mentre lui sospira sollevato.
-Che fortuna.. Ma poi che diavolo ho pensato?! Non siamo due froci.. Scusami..-Mi sorride dolcemente venendo a carezzarmi le guance ed il mio umore cala disastrosamente a livelli da record, sento inoltre il sangue raggrupparsi sulle guance al suo tocco quasi non lo facesse mai.
-Non so se.. Hai sognato qualcun altro o.. Be’.. –Lui scende sul rigonfiamento dei miei boxer ed io lo seguo non essendomene minimamente curato, ride, ride come se non avesse mai visto una fottuta erezione.
-Vado a fare la colazione, menatelo per bene-Continua a ridere imperterrito, sparendo in cucina intanto che io mi alzo e senza degnarci entrambi di ulteriori attenzioni mi dirigo al bagno, chiudendomi alle spalle la porta, sigillandola con la chiave.

Abbandono i boxer sul suolo freddo di ceramica e mi fiondo subito nel box della doccia dove mi lascio scorrere l’acqua calda addosso, lasciando che si porti via il sonno e i pensieri, che neanche sveglio, già mi stanno esasperando.
Si aspettava due tette grosse e sode, non un petto piatto e spigoloso, delle labbra morbide con dei rimasugli di lip gloss non quelle secche, screpolate e fini che mi ritrovo.
Non gli sarebbe mai andato a genio uno di quei risvegli, partendo già dal fatto che invece di una passera mi ritrovavo un grosso –ed estremamente duro- uccello.
Lo aveva detto lui “Non siamo due froci”, ma in questo si sbaglia.
Perché a me piacciono anche i cazzi, mi fanno arrapare.

Per questo Frank scopa solo con le donne, lui che nell’imperfezione dell’uomo era perfetto; ricercava la sua metà in un corpo che di soddisfazioni gliene avrebbe date tante.

Sospiro pesantemente e dopo aver risciacquato i capelli che prima avevo ricoperto di schiuma, esco da quella che è diventata una sauna.
Mi copro la vita con una salvietta e lascio che il mio corpo gocciolante, cammini verso la cucina attirato dal profumino che emana.
Vi entro e mi ritrovo lo sguardo da cerbiatto di Frank calamitato addosso che scruta tutto il mio petto scendendo fino a sguisciare sul cibo che ha in piattato poco prima. Sorrido genuinamente quando noto le sue gote arrossire ed un po’ me ne compiaccio, finendo poi per non darci peso.
-Ti ho preparato il caffè.. –mugola con lo sguardo basso sulla tazza che ingordamente inizia a bere, io prendo la mia e vi soffio notando il fumo salire mormorando un “grazie” che a mal a pena riesco ad udire io stesso. Ne bevo una sorsata e noto uno schizzo scuro che mi cade al fianco. Scoppio a ridere riconoscendo subito il caffè mentre il malcapitato avanti a me grida.
-PORCA PUTTANA SCOTTA!-lui continua a farsi aria sulla lingua che ha buttato fuori dalla bocca mentre io continuando a ridermela mi rigiro fra le mani un bicchiere d’acqua che ero andato a riempire e pensando se abbandonarlo al suo destino o meno poi glie lo porgo, magnanimo.
-Quanto sei scemo..-soffio fra me e me per poi allontanarmi con il piatto di uova in mano e il caffè verso la camera mangiucchiando e vestendomi.
 
Quando entrambi siamo pronti, lui è vestito come sempre a puntino in ogni minimo dettaglio mentre io mi sono buttato in dosso le prime cose che mi sono capitate nell’armadio. I jeans attillati non ammettono un’ intimo ed io non l’ho indossato, il petto coperto da una maglia nera a maniche lunghe è sovrastata a sua volta da una camicia a mezza manica che ho rubato da Frank.

Amo indossare almeno qualcosa di suo, abbiamo preso il vizio di scambiarci le cose subito dopo i primi mesi che abbiamo iniziato a convivere.
Posso sentirlo accanto a me, sempre. Beandomi del suo profumo e del rimasuglio di calore che questo mi lascia.
Lo seguo scendendo velocemente le scale, taciturno come la mia natura mi lascia essere.

Sento Frank lamentarsi con un suo amico sul non urlare ed io rido a crepapelle. Quel coglione non ha preso nulla per far passare il mal di testa che il dopo-sbronza gli ha lasciato.
Senza ammettere neanche una sorta di dialogo con quel coglione del suo amico, mi dileguo in aula sedendomi subito nei nostri soliti posti e lo attendo, con un’ impazienza che, lo ammetto, mi snerva e fa tremolare la gamba destra.

Il blocco da disegno che sostengo fra le mani mi lascia come un’evasione dai pensieri che vengono occupati da quel nanetto strimpellatore.
Sento delle voci sghignazzare che mi distolgono dal disegnare tranquillamente il profilo addormentato del mio pensiero fisso.
Cazzo, ancora lui. Frankie lasciami stare una buona volta. Dannazione!
La lezione del professore è iniziata da un po’ ma io non sto prestato minimamente attenzione alle parole soavi del prof.

Ritraggo il disegno in tempo quando sento la panchina in legno scuro abbassarsi accogliendo la figura esile del mio coinquilino che mi sussurra in un soffio.
-Dimmi, ieri ho fatto così schifo?-Mi guarda dritto negli occhi ed io scuoto la testa energicamente.
Sono ben consapevole che la sera prima Frank fosse stato molto più che pessimo ma non voglio umiliarlo più di quanto già non hanno fatto gli altri fino a pochi minuti prima.
Una bugia bianca, buona infondo.
Lui non abbocca al mio “tranello” e sprofonda nella sedia seguendo la lezione, per lo meno dal mio punto di vista e lo stesso faccio io.
Due anime inquiete, mi dico e lascio che il resto svanisca tornando nuovamente a pensare al nostro schifosissimo inizio di giornata.
  
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