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Autore: _matthew_    01/03/2008    7 recensioni
Un caso semplice,in pratica già risolto,che all'improvviso si complica,mettendo in pericolo tutta la squadra.
Amori e paure riemergono dal passato di Tony,stimolando la curiosità di Ziva; ha senso essere gelosa della pagina più triste della vita di Anthony DiNozzo?
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! grazie a tutti i lettori,e alle persone che hanno recensito! Mi fa' piacere che anche questa storia vi piaccia! Spero che continuerete a seguirla... XD buona lettura a tutti!




"Tony,era ora!" esclamò McGee,vedendo spuntare il collega dall'ascensore.
"Già...temevamo ti avessero rapito" commentò pungente Ziva "Da quando ci vuole mezza giornata per una visita?" chiese inquisitoria. Tony alzò le spalle,sedendosi alla sua scrivania.
"Da quando sei così curiosa?" le rispose,fissandola negli occhi. Gibbs apparve improvvisamente alle sue spalle,dandogli uno scappellotto.
"Ti avevo detto di andare a farti vedere,non di fare il giro degli ospedali della città!" lo rimproverò. Tony non replicò; era inutile tentare di rispondere a Gibbs.
"McGee,vieni con me!" continuò l'uomo. Il pivello prese rapido la sua attrezzatura,scomparendo con Gibbs dietro le porte dell'ascensore. Tony e Ziva erano rimasti da soli.
"Tony..." esordì l'israeliana,con un tono insolitamente dolce "Da quando vai in ospedale con un mazzo di rose?" concluse pungente. Lui per poco non cadde dalla sedia,ma si riprese subito.
"Ah-ah! Allora mi pedini!" esclamò trionfante,il suo sorrisetto sornione tirato sul viso. Ziva assunse un'espressione disgustata.
"Ho di meglio da fare nel mio tempo libero!" frecciò acida. Tony le rivolse un'occhiata scettica; non ne era troppo convinto.
"E allora perchè quella domanda sulle rose?" chiese,cercando di coglierla alla sprovvista. Lei sorrise.
"Hai dei petali di rosa appiccicati alla giacca,Tony" gli fece notare con disinvoltura. Era vero.
Suonò il telefono,e Ziva rispose,togliendolo dall'imbarazzo di darle una risposta. L'aveva proprio incastrato; doveva inventarsi qualcosa alla svelta. Ziva riattaccò,tornando a concentrarsi su di lui.
"Allora?"
"Ho incontrato una bella ragazza,e non ho resistito alla tentazione di..." lei lo interruppe,sbuffando esasperata; sempre il solito Tony,con quel suo sorrisetto sornione tirato sul viso,e la stupida convinzione che non fosse in grado di capire quando mentiva.
"Ok ok...lascia stare" replicò alzandosi.
"E ora dove vai?" le chiese lui.
"In bagno,posso?" pessima battuta. Lo capì quando vide i suoi occhi illuminarsi di malizia.
"Se vuoi ti posso accompagnare" frecciò lui,divertito. Si scansò appena in tempo per evitare il pota-matite scagliatoli contro da Ziva,che colpì violentemente la parete alle sue spalle. La ragazza si allontanò,mormorando qualcosa che suonava molto offensivo,anche se non riusciva a distinguerne le parole.
Sospirò,sollevato; mentre i ricordi di quella mattina gli invadevano la mente.
Dopo due anni l'aveva rivista; era tornato da lei. L'episodio del giorno prima l'aveva scosso,riaprendo ferite dimenticate,ma che bruciavano ancora. Lei sorrideva; non avrebbe potuto fare altro,le foto non possono cambiare espressione.
Era stato stupido,per due anni aveva evitato di andare a trovare Kate,ogni scusa era buona per non farlo; almeno fino a quella mattina.
Era a lei che aveva portato le rose,uno di quei tanti gesti che non aveva avuto il coraggio di fare quando Kate era ancora viva. E ora,non poteva fare altro che inginocchiarsi davanti ad una fredda lapide,fissando una foto; lasciando i ricordi liberi di fluire.
L'ascensore si aprì,e la voce di Gibbs riempì la stanza,facendolo trasalire,e riportandolo alla realtà: non aveva mai visto il capo così arrabbiato.
L'ex marine scaraventò lo zaino sulla scrivania,salendo poi a passo di marcia le scale che portavano all'ufficio del direttore. Lo sentì entrare senza bussare,e chiudersi violentemente la porta alle spalle,mentre le urla di protesta di Jenny andavano via via affievolendosi,soffocate dalla sua voce.
"Che è successo,pivello?"
"Malley è stato ucciso in prigione" rispose McGee mesto. Il sergente era la loro ultima traccia,l'ultima speranza di arrivare alle armi rubate,e ai loro acquirenti.
"E dire che sembrava un caso facile" sospirò Ziva comparendo alle loro spalle,facendoli trasalire.
"Ziva! Non usare i tuoi modi da Mossad con noi!" esclamò Tony,portandosi una mano al cuore,facendo finta di verificarne il battito regolare. I suoi colleghi non notarono l'ombra che gli attraversò il volto. Non ricordava di avere un battito così affannoso.
"Ok,ok..scusa" disse lei senza troppa convinzione.
"Ah,Tony,cosa ti ha detto il medico?" chiese curioso McGee,fissandolo.
"Nulla di preciso,mi farà avere gli esiti degli esami tra qualche giorno..." rispose evasivo. Ziva stava per replicare,ma fu interrotta da Gibbs.
"DiNozzo,con me!" ordinò l'uomo. Tony si affrettò a seguirlo,infilandosi appena in tempo tra le porte dell'ascensore. Gibbs premette il terzo pulsante,Tony capì che stavano andando da Duky. Stava per parlare,ma uno scappellotto lo fece tacere.
"Ahia capo!" lo guardò con sguardo contrito; per la prima volta in vita sua Anthony DiNozzo aveva ricevuto uno scappellotto senza capirne il motivo.
"Questo perchè non sei andato all'ospedale,DiNozzo...e questo" Tony provò a scansarsi,ma non riuscì ad evitare il secondo scappellotto della giornata,più forte del primo "è per averci messo due anni ad andare da Kate".
Era sbalordito. Gibbs lo aveva abituato a tutto,ma non era ancora pronto a quello. Da quando il suo capo riusciva a leggergli nella mente?
"Capo,ma come...." l'uomo lo interruppe,sorridendo,mentre le porte dell'ascensore si aprivano sull'anticamera della sala autopsie.
"Non fare domande,e non ti dovrò mentire,DiNozzo" disse,entrando nel freddo e asettico regno di Duky.

"Sai Jethro,mi ricorda tanto quella volta in cui mia madre stava condendo l'insalata con..."
"Come è morto,Duky?" chiese pratico Gibbs,interrompendo il monologo del dottore.
"Stricnina" rispose "Come quella che mia madre stava mettendo nell'insalata qualche settimana fa. Sai,ormai non c'è più tanto con.." l'uomo si bloccò un attimo,ascoltando il silenzio che lo circondava. Alzò le spalle,rassegnato,e ritornò a parlare con il sergente Mallory,illuminato dalla fredda luce della lampada.
"Sai,è un gran brav'uomo,ma estremamente impaziente,mai che si fermi un attimo"
Raccontò tutta la storia di Gibbs,mentre finiva di ricucire la profonda incisione a "y" sul corpo dell'uomo. La sua voce risuonava sulle pareti della stanza,perdendosi in orecchie ormai inadatte ad ascoltare.

"McGee,David!" abbaiò Gibbs,con Tony alle calcagna "Qui,subito!"
I due saltarono dalle sedie,dirigendosi verso il loro capo.
Lui voleva risposte,e loro,al momento,avevano solo domande. Non sarebbe stata una giornata facile.
Tony fece per parlare,ma si trattenne,sentendo in bocca,dopo un altro leggero colpo di tosse,il pungente sapore ferroso tipico del sangue.
Forse era davvero il caso che andasse da un medico.




Ed eccoci alla fine...lo so,è un po' cortino XD però con il prossimo mi farò perdonare (spero ;) vabbè,spero vogliate lasciarmi una traccia del vostro passaggio con un commentino XD a presto!
  
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