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Autore: flamin    26/08/2013    7 recensioni
{ToraYuuka, perché ce ne vogliono più in codesto mondo. ♥}
«Ehy… Scusami, non volevo arrivare così tardi, c’era un ingorgo e…»
Esatto, quello era Toramaru, il solito Toramaru. Probabilmente pensava sul serio che lei avrebbe bevuto la storia dell’ingorgo. O probabilmente no.
Ormai non le importava più di tanto. Voleva solamente tornare a casa; avrebbe scavalcato il cancello e sarebbe entrata dalla finestra, se necessario.
{...}
«Mi dispiace, davvero» non sapeva che altro dire, la gola gli si era seccata un paio di volte, continuava a tossicchiare; ignorò un commento della ragazzina come ‘Non me ne faccio niente delle tue scuse’ e continuò, sempre più titubante. «S-solo… n-on capisco perché c’è bi-bisogno di tutta questa scenata…»

Okay, forse aprire la bocca non era stato un colpo di genio.
La Gouenji sì voltò verso di lui, lanciandogli uno sguardo rabbioso. Di fuoco.
«Ti ho aspettato, idiota! Ti ho aspettato per tre, fottutissime, ore!»
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Austin/Toramaru, Yuuka Gouenji/Julia Blaze
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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»I waited for you, idiot.



 



Per l’ennesima volta Yuuka sbuffò esasperata, cercando di trattenere le lacrime che premevano per uscire.
Non che fossero lacrime di paura, le sue; anzi, c’era maggior possibilità che fossero causate dall’ira e dalla frustrazione che aveva provato nelle ultime ore.
Perché, diamine, quell’imbranato l’aveva mollata per tantissimo tempo da sola, in quel posto. Eppure Shuuya era stato chiaro: niente feste e niente amici fra i piedi, almeno per quel pomeriggio. Utsonomiya sarebbe dovuto andare a prenderla, subito dopo le lezioni, condurla a casa, in modo che lei potesse dedicarsi ai compiti.
Solitamente accettava di buon grado quello che il suo fratellone le diceva di fare, ma ovviamente quella era l’unica eccezione esistente, al momento.
Insomma, avrebbe potuto divertirsi, nel frattempo, ma no, doveva aspettare quell’altro; talmente sciocco da averla dimenticata.
Pensò con nostalgia alle sue amiche, volgendo elegantemente lo sguardo all’insù e socchiudendo gli occhi.
Il cielo plumbeo era ricoperto di nuvoloni sempre più scuri e l’area circostante sembrava stesse per appesantirsi a causa dell’umidità.
“Ci manca solo la pioggia, adesso”, pensò stancamente, mentre il suo olfatto captava un piccolissimo sprazzo di umidità.
Probabilmente, da un momento all’altro, avrebbe urlato.
Ma non lo fece; Yuuka Gouenji era una ragazza con un bel caratterino, ma troppo femminile ed educata per riuscire a farlo. Infatti non urlò neanche quando piccole gocce d’acqua salata iniziarono a venire giù, punteggiando la sua giacca.
Quando, invece, la pioggerella si trasformò in un vero e proprio acquazzone, lasciò che la sua rabbia si incanalasse perfettamente dentro di lei, tanto da farla scoppiare a piangere.
Inizialmente fu un pianto che sembrava avere qualcosa di isterico, ma divenne presto triste e silenzioso, sconsolato.
Le lacrime si mischiarono facilmente con la pioggia e il ché rese più facile per lei non sentirsi in imbarazzo, anche se effettivamente la strada era deserta.
Pensò a quanto fosse cotta del ventiquattrenne, da anni. Ma lui era della stessa età di suo fratello, lui era imbranato e timido... lui era il dipendente di Shuuya. E lo conosceva da quando era una bambina schietta e solare. Lui era troppo grande.
Yuuka sentì i vestiti, estremamente bagnati, aderirgli perfettamente al suo corpo. Provò uno strano brivido, quasi indescrivibile, mentre incominciava a girargli la testa.
“Ci mancava solo il look da cane bagnato.”
Strinse le spalle, estremamente stizzita e si sistemò la tracolla, sbuffando e imprecando, sommessamente.
Fece per andarsene, quando sentì dei passi frettolosi  farsi sempre più vicini.
Li ignorò bellamente.
«Yuuka!»
Si bloccò impercettibilmente, mordendosi il labbro. Conosceva bene quella voce. Proprio bene.
«Ehy… Scusami, non volevo arrivare così tardi, c’era un ingorgo e…»
Esatto, quello era Toramaru, il solito Toramaru. Probabilmente pensava sul serio che lei avrebbe bevuto la storia dell’ingorgo. O probabilmente no.
Ormai non le importava più di tanto. Voleva solamente tornare a casa; avrebbe scavalcato il cancello e sarebbe entrata dalla finestra, se necessario.
«Andiamo, Yuu-chan» iniziò lui, sperando che la minore non si girasse verso di lui, tramortendolo di insulti di qualsiasi tipo. Perché sì, effettivamente la ragazza aveva ragione: quale altra persone sarebbe stato così idiota da lasciare una ragazza fuori casa, costringendola ad aspettarlo per molto tempo, dimenticandosi di lei? Solo Toramaru, ovvio.
E si diede mentalmente dello stupido, perché non era stato sicuramente un colpo di genio, ‘abbandonarla’ davanti al suo liceo; adesso, la ragazza che gli piaceva segretamente, sembrava odiarlo.
Anzi, lo odiava senz’altro, come biasimarla.
«Almeno» balbettò, fermandosi sotto la pioggia e tenendo saldamente impugnatura dell’ombrello «Potresti venire qui sotto?»
La rosa sbuffò, sarcastica «Ti verrò vicina solo quando l’inferno gelerà!»
«Mi dispiace, davvero» non sapeva che altro dire, la gola gli si era seccata un paio di volte, continuava a tossicchiare; ignorò un commento della ragazzina come ‘Non me ne faccio niente delle tue scuse’ e continuò, sempre più titubante. «S-solo… n-on capisco perché c’è bi-bisogno di tutta questa scenata…»

Okay, forse aprire la bocca non era stato un colpo di genio.
La Gouenji sì voltò verso di lui, lanciandogli uno sguardo rabbioso. Di fuoco.
«Ti ho aspettato, idiota! Ti ho aspettato per tre, fottutissime, ore!»
Tirò su col naso, incrociando le braccia e storcendo leggermente il viso.
Non poté fare a meno di notare quanto fosse carina. Soprattutto con le guance arrossate… semplicemente adorabile.
«Yuuka, io…»
La minore non lo lasciò finire, piuttosto corse da lui e lo baciò. Un bacio breve e innocente, quasi timoroso. E la rabbia percepibile di lei, fu sostituita quasi immediatamente da un senso di completezza, mentre Utsonomiya sentiva benissimo le labbra rosee e morbide della piccola Gouenji premere sulle sue.
E moriva dalla voglia di farlo da anni, ormai.
Quando i due si staccarono, al ragazzo sembrò di rivedere la bambina ridente di un tempo.
Toramaru capì come lei non avesse aspettato solo quelle tre ore, ma molto di più. Aveva aspettato il momento esatto per fare un passo avanti.
Cosa che, anche se lo voleva con tutto il cuore, lui non avrebbe mai fatto, se non fosse stato per la ragazza.
Troppo codardo per agire e dichiararsi.
 
 




 
nda:
aehm, eccomi--- sinceramente non so che dire, se non torayuuka otp ♥ amateli come se non ci fosse un domani, io faccio così. :’3
beh, devo scappare –ormai è sempre così, damn- nh… ringrazio alle per avermi fatto da beta-reader. ♥
ora vado a rintanarmi, fatemi sapere che ne pensate. c:
 
camomillah--
   
 
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