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Autore: FloxWeasley    26/08/2013    3 recensioni
A volte la vita prende pieghe inaspettate.
Un secondo prima sei in viaggio, diretta all'interrogatorio più importante della tua vita.
Un secondo dopo
puf.
Tuo figlio è orfano.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Under custody
capitolo quattro.


«Emily, lui è Daniel. Perché non gli fai vedere la tua camera?» chiese dolcemente Jenny alla figlia, sorridendole conciliante.
La bambina scrollò le spalle, sorrise in direzione del nuovo amico e, prendendolo per mano, disse: «Vieni, ti faccio vedere i miei giochi! Così conosci anche mio fratello Christopher, Manuel e Olivia».
Il bambino, completamente inebetito da quella manina calda che teneva la sua, lanciò uno sguardo confuso al padre e si lasciò trascinare via.
Castle gli fece l'occhiolino, prima di sedersi sul divano di casa Ryan e accettare una bottiglia di birra dall'amico.

I due fratelli Ryan, Emily e Christopher – la prima nata nel Dicembre 2013, qualche mese prima di Daniel, il secondo due anni dopo – erano le fotocopie di mamma Jenny: stessi capelli biondi, stesso viso dolce e stesso sorriso. Gli occhi, invece, erano quelli di Kevin.
Manuel e Olivia, invece, erano i gemelli Esposito: avevano l'età di Christopher ed erano un pericoloso mix tra Javier e Lanie – sia esteticamente che caratterialmente, il che li rendeva due tipetti piuttosto focosi.

«Castle, ci dispiace di non averti detto di Daniel. Davvero. Kate ci aveva fatto giurare... » iniziò Ryan, mortificato, guardando lo scrittore con occhi tristi.
Rick sorrise malinconico e lo interruppe subito:
«Lo so, ragazzi. Non ve ne faccio una colpa. L'unica cosa che mi tormenta è perché? Perché non ha voluto dirmi nulla? Era pur sempre mio figlio».
Tutti scossero la testa, rincorrendo malinconici i ricordi di sette anni prima.

Erano tutti radunati nel salotto dei Ryan: Castle, seduto sul divano accanto a Kevin e Javi – quest'ultimo impegnato a tenere a bada Coleen, l'ultimogenita, che a soli dieci mesi cercava di suicidarsi buttandosi dalle ginocchia del padre – mentre Jenny e Lanie li osservavano dalle due poltrone rosse ai lati del divano.

«Io... » fece Lanie sottovoce, ritrovandosi addosso gli occhi di tutti in pochi istanti. Si schiarì la gola e parlò guardando fuori dalla finestra: «Io non voglio giustificare Kate, perché le ho ripetuto allo sfinimento che non ero d'accordo con lei, ma... insomma, la conoscete anche voi. È-» Si irrigidì, prima di proseguire con voce spezzata: «Era testarda e orgogliosa. Credo che l'idea di tornare indietro praticamente strisciando, dopo essersene andata in modo così brutale... Fosse troppo, per lei»
Castle si lasciò andare contro lo schienale del divano.
«Ci sono situazioni per cui non puoi dare retta all'orgoglio, perché sono scelte che non riguardano solo te. Kate è stata egoista, sia nei miei confronti che in quelli di Dan» fece, freddo.
«Però... » fece per ribattere Lanie, alzandosi in piedi, ma si bloccò. Guardò lo scrittore con occhi smarriti e scoppiò in singhiozzi. Javier si alzò, lasciò Coleen tra le braccia di Jenny e avvolse la moglie con le sue braccia forti, posandole un bacio sulla nuca.
«Mi manca così tanto... » singhiozzò la donna contro il suo petto.
«Lo so, chica, lo so» fece Javier, accarezzandole i capelli. Guardò gli altri: avevano tutti le lacrime agli occhi. «Manca a tutti noi».

 

*

 

Kate si svegliò di soprassalto, infreddolita e con il collo dolorante per aver dormito in quella posizione scomoda sul divano.
Restò qualche secondo ad ascoltare la pioggia scrosciare fuori e il cellulare vibrare sul tavolino, persa nei ricordi di quando, a New York, si addormentava sul divano e Castle la svegliava con un bacio, dicendole che lì avrebbe dormito malissimo, e la accompagnava a letto.
Si alzò un po' faticosamente – non si era ancora abituata a portare in giro il pancione – e prese in mano il telefonino: la foto sorridente di Ryan lampeggiava sullo schermo, sotto la scritta “14 Dicembre 2013 – ore 00.21”.
«Beckett» fece, con voce incerta, passandosi una mano tra i capelli e rimettendosi a sedere.
«Becks, sono papà! Sono diventato papà! È-è nata, è nata!» fece la voce euforica ed esausta allo stesso tempo di Kevin.
«Fantastico!» sorrise la detective. «Sono felice per voi, Ryan! Jenny come sta?»
«Sta benone! È stravolta, ma vedessi quant'è felice... e bella!»
Kate sospirò. Ryan era un uomo dolcissimo, e questo gli aveva procurato non poche prese in giro da parte di Espo, Castle e anche da lei; tuttavia, Beckett era fermamente convinta che Jenny e la bambina fossero davvero fortunate ad essere amate da un uomo del genere.
«Oh, lo immagino!» rispose lei. «Quindi come avete deciso di chiamarla?»
«Siamo ancora indecisi tra Emily e Sarah, ma io tifo per Emily!»
«Sono entrambi molto car-»
«Ehi, Becks! Il neo-papà stordito, qui, non te l'ha detto che sei in viva voce?» la interruppe la voce allegra di Esposito. Già dal tono si notava quando fosse orgoglioso dell'amico.
«Non prenderlo in giro, Espo! Ha fatto centro prima di te!» rise Beckett.
«Bleah! Io non voglio dei marmocchi col moccio al naso, io sono un vero Latin Lover!»
«Ti ricordo che posso sempre ritirare il mio sì, Javier!» si aggiunse la voce di Lanie.
«Lanie!» la salutò allegramente Kate.
«Ehi, tesoro, come stai? Procede tutto bene?»
Beckett sfiorò distrattamente il proprio ventre tondo.
«Tutto nella norma» rispose, ripensando con un sorriso a quel cuoricino che batteva sul monitor della dottoressa Sherman, una settimana prima.
«E... con Castle? Hai per caso cambiato idea?» La voce di Esposito era per una volta seria. Beckett sentì con chiarezza la gomitata che Lanie gli tirò e il suo lamento a mezza voce.
Sospirò.
«No, Espo». Restò in silenzio per qualche secondo, mordendosi il labbro.
Quella telefonata era iniziata così bene, l'aveva distratta e fatta ridere per la prima volta da giorni... perché doveva sempre saltare fuori l'argomento Castle?
«Ehi, Becks, ti saluta Jenny! Sta allattando la piccola, e indovina? La chiamiamo Emily!» tornò a farla sorridere la voce di Ryan. Sprizzava felicità ad ogni sillaba.
«Dì a Jenny che abbraccio forte sia lei che la bimba» rispose lei. «E... Kev?» lo chiamò, sperando che nel frattempo non se ne fosse andato.
«Sì?»
«Sarai un padre meraviglioso» disse, mentre una lacrima sfuggiva al suo controllo.
Di gioia, però.

 

 

 

{FloxWeasley's corner
Come sempre, dimostro quanto sono scostante nell'aggiornare le storie.
Però stavolta ho una scusa: ero in vacanza!

(O Puglia Puglia mia Puglia Puglia mia, ti porto sempre nel cuore quando vado via!)
Allora?
Che ne dite di questo capitolo?
Parla poco di Daniel e di Kate, lo so, ma molto dei ragazzi: mi erano mancati, e ho voluto inserirli.
Alla prossima! :)

  
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