Pensieri
sulla terra - l’ombra -
Un uomo cade a terra, lentamente, nell’oscurità di un vicolo in un
quartiere malfamato di una grande metropoli
Un’ombra si avvicina a lui accompagnata dall’eco dei tacchi. Le si ferma
davanti. Esso la fissa e con gli occhi non chiede che una cosa. La
Fine.
L’ombra allora, come per esaudire il suo ultimo desiderio, agisce
portandogli via la scintilla che lo faceva vivere.
Un liquido scuro si riversa ricco
sull’asfalto.
L’ombra, soddisfatta, abbandona il vicolo e passeggia nella città, dove
la notte è troppo corta da vivere, troppo lunga da
aspettare.
Dove i ricchi sono avidi e spendono le loro giornate a troneggiare sul
più debole e a vivere nel lusso. Un lusso fatto di gente falsa, distrutta
moralmente ma bella fuori; un lusso che è per pochi che possono permettersi
della droga in pastiglia, o meglio polvere, o di abbandonarsi all’ebbrezza dello
champagne più caro. Un lusso che non sorprende.
I comuni mortali invece vivono su un filo di lana e gli uomini si
tradiscono l’un l’altro per sopravvivere e per affogare i loro dispiaceri si
rifugiano nell’alcool grezzo, nelle droghe a base di colla oppure suonano su dei
tamburi invisibili. Nella loro testa.
Ma lei li sente. Sorride nell’ascoltarli...le ricordano molte cose. Cose
di cui lei non si dimenticherà mai.
La figura, infine, sfreccia via sulla sua
macchina.
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Sono qui. Ma qui dove?
Sento il peso di questo cielo grigio che spinge, e cerca d’entrarmi negli
occhi.
Sento il freddo di questo vento, mi accarezza leggero, ma smuove solo il
passato.
Stesa su quest’erba verde, su questa terra velata, mi sfiora un
pensiero…ma con un lieve sorriso lo scaccio.
Preferisco non pensare.
Le cornacchie urlano senza pace, come se lo facessero apposta per non
dimenticare il mio impegno a cui sono votata.
Quello di uccidere.
Mi chiamo Sad Vagary e sono un killer
vampiro.
Gli uomini d’affari mi cercano, la mafia mi brama, 50 paesi del mondo mi
vogliono morta e sulla mia testa c’è una taglia.
Sono maledetta, lo so, ma perché non sfruttare la mia
maledizione?
Non faccio nulla di male, sono una lavoratrice onesta. Ma solo qualche
volta mi prendo il lusso di nutrirmi di sangue prima di…eseguire un ordine. Non
mi sembra giusto chiamare omicidio una morte su commissione. E’ un lavoro. Ben
pagato, e mi dà parecchie soddisfazioni.
A volte, persino mi diverto.
A sentire i miei discorsi molti pensano che sia malata di mente, ma sono
sanissima e seria.
Però anche io qualche volta penso d’essere impazzita ma poi mi dico”
Uccidere non è facile. E’ un peso che va sopportato. Molti uccidono e poi si
uccidono. E’ un fardello…ma qualcuno lo deve pur
portare”
Perché proprio io? Semplice. Perché io avrei dovuto comunque portare quel
peso, data la mia natura di vampiro.
“Giustificazioni” mi ha detto una volta una donna. Un altro killer, che
credeva che chi fa il suo lavoro lo fa solo perché è incredibilmente frustrato e
prova un enorme odio per il resto del mondo. “Probabile.” Le ho detto” Comunque,
vedila come vuoi, ma io balle non
ne dico.” Era stata una conversazione piacevole, finché dopo quella non è
saltata addosso ed ho dovuto ucciderla.
Non credo che interessasse a qualcuno, era anche un killer abbastanza
scrauso. Ma cosa avrei dovuto fare? O io o lei.
L’unica cosa che mi manca davvero, è una persona stabile. Forse un
partner di lavoro. Forse è meglio di no, potrebbe intralciarmi e poi finirei con
l’ucciderlo.
Che solitudine, ma chiudo gli occhi…e non ci sono
più.
*sospiro*
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Salve a tutti!!! Questo è il mio primo lavoro ”serio”. Spero vi sia
piaciuto quest’inizio.
Scusatemi se è un po’ corta ma non sono molto generosa all’inizio ma
vedrete, con lo svolgersi della vicenda allungherò di più i capitoli- sempre a
seconda di quello che c’è da scrivere - ^^ .
Un grazie per la vostra attenzione, aspetto i vostri
commenti!
A presto, Evydna