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Autore: ciarychan    26/08/2013    1 recensioni
-Dove l’hai nascosta?- il suo volto si fece serio. Sentì riaffiorare quel calore che sentiva ogni volta che riusciva a richiamare il potere di una Chiave. Era come quando l’aveva fatto la prima volta a sette anni. Si concentrò su quel calore mentre la priora rideva di nuovo.
-Garrel dobbiamo sbrigarci, gli altri ci aspettano. Se non ci vedono arrivare entreranno con la forza e addio “fuga segreta”- sussurrò il rosso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una monaca si avvicinò senza timore e le diede un bicchiere d’acqua. A parte le prime volte che avevano avuto tutte un po’ di paura, ora ai loro occhi era come vedere un animaletto innocuo. Nessuna di quelle donne aveva paura di lei. Le avevano portato via il potere e l’orgoglio, legandola in catene al muro di una cella. Erano passati tre anni da quando aveva visto il sole sorgere o il passare delle stagioni. Chiusa in quella cella riusciva a capire solamente quando finiva un giorno e quando iniziava l’altro. Avrebbe fatto qualunque cosa per tornare a essere libera e respirare aria pulita. Per tornare in quel luogo. Per tornare da lui. Non sapeva neanche cosa fosse successo nel mondo. Se era o no scoppiata la guerra dei Caduti o se, invece, gli Angeli li avevano tutti repressi. Una goccia di sudore le scese lungo il collo mentre una luce fioca si diffondeva nella stanza. Una monaca dai capelli corti e biondi si avvicinò a lei, tirandole su il viso e imboccandola con un tozzo di pane. –È bello oggi fuori?- chiese, stupendo la giovane monaca. -Non mi è permesso parlare con una Condannata- disse freddamente, poggiando il pane e dirigendosi verso la porta. In quel momento vide incombere sull’uscio una figura enorme, inusuale per quel luogo. -Chi siete?- chiese impaurita la ragazza. Un omone entrò nella cella ignorando la figurina piccola che tremava sotto di lui e fissando la sua attenzione sulla ragazza che ciondolava in catene. -È lei la ragazza che ha infranto il tabù più grande del regno celeste?- il suo vocione tuonò nella cella facendo tremare ancora di più la monaca. -Si…ma…Voi chi siete?- biascicò, prendendo in mano una Chiave. Non fece neanche in tempo ad attivarla che l’uomo la agganciò al muro, togliendole il respiro. –Non ci provare , pivellina- un ragazzo rosso sorpassò l’uomo, puntando alle catene. In un secondo le aveva tutte aperte e si era caricato in spalle la ragazza. – Andiamo. Percorsero i corridoi del tempio con agilità e silenzio, passando davanti alle camere delle monache ancora addormentate. Ami guardava le porte di legno massiccio, tutte uguali cercando di capire quale fosse quella della Priora. -Aspettate!- biascicò con la bocca impastata. I due uomini si fermarono, guardando la ragazza. -Cosa ha detto?- chiese l’uomo, cercando di tenere il tono basso. I due si guardarono dubbiosi. -Dovete cercare una porta con sopra il disegno di una chiave, è importante- sussurrò. -Non abbiamo tempo- disse il ragazzo. -È importante. Lì c’è una mia Chiave. Senza di quella non me ne vado. Il rosso e l’omone si guardarono incerti sul da fare. La ragazza non riusciva a muoversi bene senza il loro aiuto ma qualcosa nel suo tono li spinse ad accontentarla. Sgattaiolarono furtivi alla ricerca della porta descritta da Ami percorrendo decine di corridoi bui. La trovarono in un vicolo cieco. Il rosso scassinò la porta ed entrando rimase senza fiato: era una stanza piena zeppa di mensole cariche di Chiavi. -Urca! Ecco dove le prendono gli Angeli- esclamò il rosso, appoggiando la ragazza in un angolo. Prese la sacca che aveva intorno alla spalla e incominciò a posarle delicatamente dentro. -Qual è la tua Chiave, piccola?- chiese l’uomo. - È una Chiave dorata con sopra una pietra rossa- sussurrò. L’uomo passò in rassegna tutte le Chiavi e alla fine ne trovò una con una gemma rossa. -È questa, piccola?- domandò, porgendo la Chiave alla ragazza. Ami la studiò attentamente. -No- disse delusa. In quel momento la porta si spalancò lasciando entrare un vento forte. -State tutti fermi!- Gridò la Priora entrando con una Chiave in mano. In meno di pochi secondi una luce si sprigionò da quel piccolo oggetto e ne scaturì una lama di colore grigio. I due uomini si bloccarono mentre Ami cercava di tirarsi su. -Ho detto di stare fermi! Vuoi che ti accorci la pena e ti uccida adesso, Condannata?- ringhiò. Aveva un vestito lungo e nero con dei ricami dorati e la ragnatela di rughe che le solcava la fronte le nascondeva quasi del tutto i sottili occhi neri. -Dove l’hai nascosta?- chiese Ami, tiratasi su in piedi. Senza farsi notare afferrò una Chiave. -Cosa?- chiese con aria innocente. -La mia Chiave. -Quell’inutile Chiave senza potere?- una risata gelida riecheggiò nell’aria. La Priora fece segno ai due uomini di mettersi in un angolo e si voltò verso la ragazza. -Guardati, non sei nemmeno in grado di camminare. Cosa credi di fare senza neanche un briciolo di potere? Pensavi di poter fuggire e andare dal tuo amato?- un’altra risata sprezzante. Era vero, le catene che l’avevano tenuta segregata per tre anni le avevano assorbito tutti i poteri e senza di quelli non era in grado di evocare la spada della Chiave. -Dove l’hai nascosta?- il suo volto si fece serio. Sentì riaffiorare quel calore che sentiva ogni volta che riusciva a richiamare il potere di una Chiave. Era come quando l’aveva fatto la prima volta a sette anni. Si concentrò su quel calore mentre la priora rideva di nuovo. -Garrel dobbiamo sbrigarci, gli altri ci aspettano. Se non ci vedono arrivare entreranno con la forza e addio “fuga segreta”- sussurrò il rosso. Gli occhi di Garrel si spostarono dal giovane alla ragazza, dubbiosi. –Aspettiamo cinque secondi- sussurrò, scrutando Ami. -Dove l’hai nascosta?- chiese di nuovo, avvicinandosi alla Priora. –Anche se te lo dicessi non faresti in tempo a raggiungerla, neanche con l’aiuto di quei balordi- spostò lo sguardo per un secondo sui due uomini. In quel momento dalla mano di Ami scaturì un fascio di luce verde e con una velocità sovrumana sbatté la priora a terra. Dalla Chiave era uscita una forca che aveva inchiodato al pavimento la monaca, facendole scivolare di mano la spada che ritornò ad essere una piccola Chiave argentata. La testa della Priora adesso si trovava in mezzo alle due lame taglienti. –Come...Come puoi usare una Chiave che non è del tuo potere?- domandò curiosa la monaca. Dai suoi occhi sottili non trapelava alcuna paura; era stata addestrata a non farla vedere visto che le consegnavano ogni anno qualche personaggio pericoloso. -Dove l’hai nascosta?- domandò Ami con voce torva. Non le importava spiegare perché riuscisse a governare anche le Chiavi che non erano dell’elemento aria, voleva solo sapere dove fosse la Chiave di Lui. Abbassò ancora di più la forca nel pavimento. Mancavano meno di cinque centimetri al collo della priora. -Nella notte più scura la troverai ma non farai in tempo a prenderla che il suo potere perderai. Solo colei che è stata amata prenderla potrà- il ghigno che si dipinse sul volto della priora divenne sempre più flebile mentre la forca si abbassava. Quando esalò l’ultimo respiro, Ami smise di liberare il potere della Chiave che si ritrasformò. -Wow!- esclamò il rosso, prendendola prima che cadesse. Ami sorrise poi chiuse gli occhi esausta. Il rosso se la caricò sulle spalle mentre Garrel lo seguiva dubbioso. C’era qualcosa che non tornava. Perché una ragazza con quel potere era stata Condannata? Non sembrava una persona capace di uccidere senza motivo. Eppure al processo il motivo non era stato trovato. Garrel ripensò al processo. C’era qualcosa che non combaciava con gli avvenimenti. -Senti Garrel- il rosso interruppe il silenzio, mentre sgattaiolavano via dal Tempio del Cielo. –Credi che l’abbiano condannata perché era una minaccia per il paese? -Non lo so, Viel. La risposta verrà con il tempo- dicendo questo ritornò nel mare dei suoi pensieri.
  
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