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Autore: Ollieparawhore    26/08/2013    2 recensioni
I suoi insulti riecheggiano per tutto l’isolato.
Corro senza mai voltarmi indietro, con il timore di essere investita da quella furia.
Non sento più le gambe ma so che devo continuare a correre.
Quando finalmente raggiungo casa mia, mi lascio semplicemente cadere nel giardino, ansimando.
Il mio fiatone in pochi secondi viene sostituito da un lago di lacrime.
Non capisco più nulla, la mia vita è stata stravolta nel giro di poche ore, ed il susseguirsi di fatti assurdi sembra inarrestabile. Tento di trovare un’unica certezza a cui aggrapparmi ma l’unica cosa che ho è solo l’inutile terra umida sotto di me.
Tutto ciò che so fare è cadere.
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I Paramore si ritrovano davanti ai loro grandi dubbi, sono fragili, hanno bisogno di certezze, e non stupide promesse. Vogliono crescere.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Hayley Williams, Josh Farro, Taylor York, Zac Farro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Paramour; -Part Two-



Hayley's point of view

Note iniziali: Questo capitolo è totalmente ispirato ad un live risalente al 2009,
vi consiglio di ascoltarlo mentre leggete.

https://www.youtube.com/watch?v=nEvgHLBGrv4

 







Più mi avvicino al nostro punto d’incontro, più mi sembra una totale follia. Non gli è bastato essere sbattuto fuori casa dalla proprio moglie. Ha giurato davanti a Dio di amarla, cosa significa tutto questo?
Vuole ancora vedermi. Io e lui sul tetto della nostra vecchia scuola.
Non migliora di certo la situazione fare una bravata del genere come se avessimo ancora sedici anni.
Raggiungo l’entrata sul retro e mi accerto che non ci sia nessuno. Un colpo di vento che fa smuovere i cespugli ed i rami mi fa rabbrividire.
Non c’è traccia del custode e spingo la porta antipanico.
Dovrebbe scattare l’allarme, ma non accade.
Lo disattivò Zac tempo fa, per intrufolarsi e rubare le soluzioni del compito di chimica per evitarsi una strigliata da parte dei suoi (era totalmente negato).
Certo che era un piccolo genio del male, non riusciva a farsi entrare in testa due formule e riusciva a disattivare l’allarme di una sola porta della scuola, e nessuno fino ad ora se n’era mai accorto.
I corridoi sono totalmente bui, e l’unica luce a mia disposizione è quella lunare, che filtra timidamente dalle finestre.
Mi sembra solo ieri quando correvo per questi corridoi per tornare a casa il più presto possibile, mangiare a razzo, e precipitarmi alle prove con la band.
Già, la band. Jeremy ci aveva abbandonato prima della registrazione di All We Know, mentre Taylor non era stato accettato dalla casa discografica. Eppure ora sono gli unici ad essere rimasti.
Sento un groppo in gola e scuoto la testa, nella speranza di levarmi dalla testa quei pensieri.
Passo davanti al mio caro e vecchio armadietto. Ricordo con perfezione tutti i baci che ci siamo scambiati di sfuggita proprio lì davanti.
Mi sembra di senitre la sua voce che mi sussurra innocenti complimenti velati.
Crack.
Il mio cuore inizia a creparsi per l’ennesima volta, e stringo forte una mano sul petto, per impedirne il cedimento.
Salgo con non curanza al piano superiore usando la rampa di scale principale. Apro una seconda porta ed un’ondata di vento mi investe.
Rimango a bocca aperta per qualche istante.
Tutto i profilo di Frankiln è illuminato .
Franklin, la mia città. Da quant’era che non ammiravo?
Da quando c’è tutta questa bellezza? Sento che mi sono fatta sfuggire questa cittadina per troppo tempo.
E’ come se non fosse più casa mia, come se non vi appartenessi più.
Mi manca quello che ero. Quello che eravamo, nella città che chiamiamo nostra.
Chissà se se lo ricorda.
E poi le stelle. Sono così luminose che credo stiano giovando all’impianto solare montato sul tetto da un paio d’anni.
Rimango ad ammirare tutto ciò che ho intorno per più tempo del previsto, e vengo colta di sorpresa.
‘Bello, vero?’ Josh è poco distante da me, e subito si affretta a tagliar fuori tutta quella distanza.
‘ Decisamente. Non ricordavo ce ne fossero così tante, non è che qualcuno si è messo a dipingere il cielo mentre noi non c’eravamo?’
‘Forse è così, o forse non ce ne siamo mai accorti anche se erano proprio sotto al nostro naso, o meglio, sopra la nostra testa. Eravamo distratti, perché pensavamo di brillare più di chiunque altro.’
‘Siamo come la luna. Prendiamo in prestito la nostra luce’
Si allontana di nuovo, e si appoggia al muretto che ci separa dal vuoto.
Sento un solco nel profondo dello stomaco, e quasi involontariamente lo raggiungo al parapetto.
Il vento è persistente, e mi stringo di più nella giacca. Chiudo gli occhi.
Tento di lasciarmi cullare da quella piacevole sensazione, e di svuotare la testa. Ma i ricordi che vedo scorrere sotto agli occhi sono troppo vivi per essere ignorati.
‘Ti ho sempre ripetuto che qualsiasi cosa fosse accaduta, che quando tutte le nostre sicurezze fossero crollate, ti sarei rimasto accanto, per aiutarti a superare qualsiasi ostacolo. Ma non l’ho fatto. Ed ora sono qui, a chiederti aiuto.’
Poso lo sguardo sul giardino sottostante, e vedo spuntare il custode con un’allettante ciambella tra le mani che controlla distrattamente la situazione.
‘Tu non ti fai mai aiutare, Josh’ piazzo i miei occhi nei suoi.
‘Come me. Siamo nella stessa situazione, siamo sempre stati così simili. Se davvero vuoi il mio aiuto Josh, devi dirmi quello che senti, quello che sei, dentro.’
Non regge il mio sguardo, e sospirando si guarda la punta delle scarpe.
E’ sempre stato duro di testa, ma forse sta iniziando a capire.
‘Ti ricordi il nostro outro? Miracle. Philadelphia ti dice qualcosa?’
Il suo sguardo sembra illuminarsi per un attimo, come se avesse appena riacchiappato un ricordo per la coda.
‘Ero distrutta. Tutte quelle parole, mi facevano male. Le avevamo scritte insieme, buttando le nostre anime fuori, mettendole completamente a nudo. Mai come in quel momento mi ero sentita tanto vulnerabile. Io continuavo a cantarle per te, ogni sera, ogni concerto, ogni prova. Ma quella volta non lo feci.’
Mi concedo un respiro profondo, sentendo tutte le membra percorse da tutte quelle sensazioni così negative.
‘Mi girai di spalle, ed andai dietro. Cantai guardano quella tenda spiegazzata e tutte quelle cornici vuote, mentre sarebbero dovute essere piene di noi. Forse ti sarai sentito smarrito, forse mi avrai cercato, questo non lo so. So solo che quella volta non mi rivolsi nemmeno per un istante a te, non ti dedicai quelle parole. Forse non lo capivi, forse avrei dovuto dirlo chiaro e tondo. Stavo tentando di digerire la nostra separazione, il tuo imminente abbandono ed è stato il mio modo di reagire. Non mi sono fatta aiutare, e non hai la minima idea di quanto questa chiusura in me stessa mi sia costata. Non mi sono fatta sfiorare, non volevo farmi aiutare, mi sono chiusa a riccio. Lasciando che tutto il mio rancore cadesse giù nel mio cuore ed iniziando a farlo marcire. Ora come ora sono una bomba ad orologeria. E’ difficile farsi aiutare. Potrei esplodere da un momento all’altro, quando inizierò a rinnegare tutto ciò che sto facendo senza voi, senza te. Che poi, figurati se le mie labbra vogliono far uscire quella dannatissima parola di cinque lettere.
Perciò Josh, vuoi davvero il mio aiuto? E’ difficile, dovresti saperlo, soprattutto se devo essere io quella che deve portarti a riva, una persona che hai avuto distante, per tanto, troppo tempo.’
Il buon senso è andato a finire nella pattumiera difronte all’edifico.
Eppure come posso pretendere di reagire davanti ad una richiesta di aiuto. Da parte di una persona così importante nella mia vita, davanti alla quale sono vulnerabile. L’unica cosa che posso fare è dare aiuto, con tutta la mia anima.
Fa uno scatto e per un attimo temo stia fuggendo per l’ennesima volta da me.
Ma non passa troppo tempo che spunta di nuovo, con la sua chitarra.
‘Voglio farmi aiutare, Hayley. Voglio sentirmi finalmente salvo. E non come se mi stessi aggrappando ad uno stupido salvagente. Voglio un aiuto vero, pur di dover abbattere tutte le mie difese che mi sono costruito con gli anni, lo voglio con tutto il mio cuore, mille volte sì Hayley. Soprattutto se sei tu, ad aiutarmi.’
E poi, le prime note mi fanno rabbrividire l’anima. Ondeggio, osservando i movimenti fluidi delle sue mani.
‘I asked for love. I asked for mercy. I asked for patience.’
Mi ero totalmente scordata cosa si provava a cantare una canzone come questa. Sento il sangue che pompa nelle mie vene sempre più velocemente, le lacrime che corrono agli occhi.
Finalmente poso il mio sguardo nel suo.
‘But you are already all this things’
Le lacrime gli solcano il viso. Però sorride, come non l’ho mai visto sorridere negli ultimi cinque anni.
La canzone sembra non avere mai fine, ma non mi interessa. Potrei passare l’eternità così, con la consapevolezza che piange di gioia per le mie parole.
Si avvicina ed abbozza un sorriso imbarazzato, mentre le lacrime non danno segno di cedimento.
‘Please, please, please, let you light shine bright inside of me’ canta insieme a me.
Prendo dolcemente il suo viso tra le mani ed asciugo quel fiume salato.
‘Ricordi il nostro amore segreto?’
‘Come potrei mai dimenticarlo, Josh? Un amore segreto non svanisce mai, perché segretamente rimane sigillato dentro di noi, impresso nelle nostre anime incerte.’
Mi avvicino lentamente, assaporando ogni istante, ogni respiro che ci separa.
Sono consapevole dei cambiamenti che comporterà questa nostra decisione, ma per ora non ho voglia di pensarci.
Le sue labbra morbide si poggiano sulle mie. Le nostre lingue si cercano, sono state separate per troppo tempo, si accarezzano dolcemente.
Ma è un bacio diverso da quelli che ci siamo dati in precedenza. E’ pieno di consapevolezze, di una strada tortuosa e difficile da affrontare. Me è un bacio di quelli sicuri, dati con tutta l’anima, da chi rimarrà per sempre.
Le mie dita inciampano sul bordo della sua camicia, cercando la sua pelle.
Il tempo si è bloccato. Il vento non sferza più i nostri visi, non scompiglia più i nostri capelli. E’ tutto immobile.
La città sembra essersi zittita per osservarci, ammirarci.
Noi poveri peccatori.
Eppure a me va bene, finché lui è con me.
Poggio la mia fronte sulla sua, e continuiamo ad ondeggiare insieme, al ritmo di una melodia inesistente.
Cerco la sua mano, intreccio le mie dita alle sue.
‘Sei già tutto ciò che ho chiesto. Ti ho sempre avuto qui, davanti a me. Perché cercavo altro?’ sussurra.
‘Hayley?’ richiama nuovamente la mia attenzione, e sposto lo sguardo nei suoi occhi.
‘Ti amo’
E da quel momento, mi rendo conto che il mio cuore batte solo per lui.
E dopo questo tempo, io sono ancora dentro al suo.




Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare ma volevo perfezionare questo capitolo,
ed ora eccolo qui!
Devo dire che è stato abbastanza difficile scriverlo per me ammetto di aver pianto, addirittura
(lo so, non sono normale) e niente, ci ho messo anima e cuore qua dentro e spero apprezziate il mio lavoro.
Ora sono davvero in crisi per il seguito: far finire tutto bene in mezzo ad un campo di rose,
o farvi venire voglia di uccidermi per il finale depressissimo?
Vi prego datemi una mano perchè non ne ho davvero la minima idea, sono indecisissima.
Beh non vi annoio oltre, grazie dell'attenzione, a presto!
//Oliver.
P.s. E anche voi lettori silenziosi che avete messo la storia tra le seguite o le preferite: fatevi sentire!
Grazie a Lonni e ItsOzzyCobain che mi sostengono sempre e recensiscono ogni capitolo (:!

  
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