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Autore: Layla    26/08/2013    2 recensioni
"Jack impallidisce e mi lascia da sola, tanto lo becco a letteratura inglese dopo.
“Sei veramente poco sensibile, DeLonge.”
La teppista della scuola – Maria Gonzalez, detta Ginger– mi rivolge di nuovo la parola.
“Scusa?
“Ho detto che sei poco sensibile, DeLonge.”
“Perché Gonzales?”
“Perché non vedi un ragazzo meraviglioso, anche se ce l’hai sotto il naso.”

Ava DeLonge/Jack Hoppus
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2) Stelle piene di alieni  (o forse no).

 

Ci sono momenti in cui è difficile decidere cosa si indosserà, soprattutto se devi uscire con un ragazzo e hai un padre geloso, molto geloso.
Rimango per un po’ in piedi davanti all’armadio, poi decido di mettermi un paio di pantaloni da skater a tre quarti neri e una canottiera a righe rosse e nere che arriva sopra l’ombelico e un paio di anfibi.
Mia madre non dice nulla, mio padre mi guarda come per dirmi se non è troppo corta quella maglietta.
“Io vado, ci vediamo stasera.”
“Divertiti, Ava!”
Mi urla mia madre.
“Stai attenta ai ragazzi!”
Questo è mio padre,
Io rido salendo sulla mia macchinetta e poi mentre apro il cancello con il telecomando. Non ho paura dei ragazzi e ho intenzione di divertirmi oggi.
Guido fino alla casa di Landon canticchiando vecchie canzoni dei blink e sentendomi sempre più eccitata e felice.
Forse – e sottolineo forse – oggi lui la smetterà di vedermi come un’amica e una compagna di band per capire che sono una ragazza e anche carina, una di quelle che potrebbe sostituire le sciacquette che si porta a letto.
Parcheggio fuori dalla villa e suono il campanello, il grande cancello in ferro si apre lasciandomi entrare, io percorro lentamente il viale guardandomi in giro.
Il giardino è curato e molto bello, la nuova compagna di Travis ha un discreto pollice verde, quando c’era Shanna le piante e il prato sembravano messi a caso.
Landon mi aspetta sulla porta, indossa una canottiera nera con delle scritte gialle che sembrano fatte attaccando pezzi di giornale e dei pantaloni scuri.
“Ciao, Ava! Stai benissimo così!”
“Grazie! Ci sono i tuoi?”
Lui scuote la testa, i capelli rossi gli cadono davanti al volto.
“Papà sta incidendo qualcosa con i blink e la sua compagna è al lavoro. In una banca.
Mio padre il punkettone per eccellenza, tatuato dalla testa ai piedi si è scelto una donna noiosa come poche, per non parlare delle sue due figlie che ci detestano.”
“Mi dispiace, ma non sembrava così quando la mia famiglia è venuta da te.”
“Le due streghe sono brave a nascondere quello che pensano veramente, ma prima o poi io e Alabama le tireremo dalla nostra parte!”
Mi risponde con un ghigno insolente, leggermente maligno.
“Cosa vediamo oggi?”
“Mh, non so. Oggi un mio compagno della classe di letteratura mi ha prestato “Shining”, ce lo vediamo?”
“Va bene.”
È un horror e questo mi fornirà una scusa per stare attaccata a lui e poi chissà, magari per altro, gli avvertimenti che Jack e Ginger mi hanno dato  si sono sciolti come neve al sole.
Non posso farci nulla, Landon mi fa questo effetto.
Lui mette sul tavolo delle patatine, pop corn, una bottiglia di coca e due bicchieri, poi infila il dvd nel lettore e si lancia sul divano.
“Speriamo sia figo!”
Urla mentre clicca “play” e le prime scene del film appaiono in tv, che il divertimento abbia inizio e che porti i suoi frutti!
Forse ne uscirò con le ossa rotte, ma almeno ci avrò provato!
Le prime scene sono tranquille, i guai iniziano quando Jack Torrance arriva in quel hotel in mezzo al nulla più assoluto e probabilmente posseduto.
Visioni, sangue che erutta come una marea da un corridoi e io nascondo la faccia sul petto di Landon, almeno per un po’, poi sento il vuoto.
Si è spostato e con una mano mi alza delicatamente il volto per far sì che i nostri occhi si incrocino, basta quello per dare fuoco alle polveri. In un attimo mi ritrovo Landon addosso e la sua lingua in bocca, gli orrori del film sono dimenticati: ora esiste solo lui.
Ci baciamo a lungo, le nostre lingue sono impegnate in una lotta feroce e sono solo vagamente consapevole delle sue mani che si infilano avide sotto la canottiera, le mie sono impegnate a esplorargli i capelli e il collo.
Lui si stacca e mi guarda.
Poi lentamente mi toglie la maglietta e il reggiseno e mi bacia il seno, io inizio a gemere senza ritegno: finalmente sta succedendo!
Gli tolgo la maglia e contemplo il suo corpo magro, lui mi guarda con un ghigno, si toglie pantaloni e boxer e appoggia la mia mano al suo pene.
Detta lentamente il ritmo, fino a che io non capisco come devo procedere. Continuo fino a quando lui non viene urlando e poi mi bacia ancora e ancora
“Sei stata bravissima, piccola.”
Mi bacia ancora, poi recupera le nostre cose e mi porge reggiseno e canottiera.
“Sei davvero brava, Ava.
Mi piaci.”
“Anche tu mi piaci.”
“E allora continuiamo, amici con benefici, ti va?”
Io annuisco e lui sorride, il film è finito.
Esco da casa sua euforica e corro dalla prima persona che voglio che lo sappia: Jack.
Mi attacco al suo campanello fino a che sua madre Skye non mi apre.
“Scusi, signora.
Vorrei parlare con Jack.”
“È di sopra e smettila con questo “signora!” mi fa sentire vecchia!”
Mi sorride lei.
“Scusa,Skye.”
Salgo in camera di Jack e lo trovo intento a trafficare con il suo skate, sembra seccato di sentire la porta della sua camera aprirsi, ma quando vede che sono io sorride.
“Ehi, Ava!”
“Ehi, Jack!”
Depone con cura lo skate sul pavimento di parquet e poi mi guarda incuriosito.
“Come mai qui?”
“Devo dirti una cosa.”
Lui si siede sul letto e mi fa cenno di raggiungerlo, cosa che faccio volentieri, mi lancio sul letto e affondo nella morbidezza di coperte, lenzuola e materasso, poi mi rigiro e fisso il soffitto.
“Io e Landon ci siamo baciati e io…”
“Gli hai fatto una sega.”
Finisce piatto per me, io mi alzo a disagio, come fa a saperlo?
“Come fai a saperlo.”
“Perché fa così con tutte. Le invita per un film, possibilmente horror, poi a un certo punto le bacia e poi riesce a farsi fare una sega.
La prossima volta sarà un pompino, poi scoperete e lui scomparirà dalla faccia della terra.”
Io deglutisco, una parte di me sente che Jack ha ragione, un’altra non vuole accettarlo.
 “Con me sarà diverso! Siamo compagni di band!”
“Si troverà un’altra band, per lui la nostra band è solo un passatempo, nulla di importante.”
“Jack, non dire stronzate!”
Le prime lacrime minacciano di scendere, non posso credere che i Somewhere in Neverland non valgano nulla per Landon.
“Non sono stronzate, è la realtà, Ava.
Mi dispiace essere così brusco, ma è necessario che tu apra gli occhi prima di distruggerti la vita.”
“Smettila, sei solo geloso! Lui ha avuto più ragazze di te!”
“Ava…”
“Ava, un cazzo! Me ne vado. Non sarei mai dovuta venire qui, pensavo di trovarci un amico non un Savonarola vestito da skater!”
Me ne vado sbattendo la porta e ignorando le sue urla che mi richiamano indietro, saluto di fretta sua madre e me ne vado a casa mia.
Sono amareggiata, volevo qualcuno con cui dividere la mia gioia, non uno che mi giudicasse impietosamente!

 

Il giorno dopo vado a scuola di pessimo umore.
Sul pulmino mi siedo accanto a Ginger e noto che i suoi capelli sono di un viola accesso con delle sfumature lillà.
Io non dico nulla, lei non mi dice nulla, almeno sul pulmino.
Arrivate a scuola mi tira in disparte e mi guarda fisso negli occhi, la cosa mi infastidisce.
“Ho saputo che ieri hai fatto una sega a Barker.”
Io arrossisco.
“Sì, e allora?”
“Allora fermati finché sei in tempo, farà un po’ male, ma credimi non è niente al male che proverai tra un po’.
Ti chiederà un pompino, farete sesso e poi lui scomparirà talmente rapidamente dalla tua vita che non sembrerà nemmeno che ci sia entrato.”
“Anche tu?
Jack mi ha detto la stessa cosa, ma con me sarà diverso.”
“Ho sentito pronunciare questa frase da tutte le ragazze che si è fatto e una volta l’ho pronunciata anche io. È una cazzata, i ragazzi come Landon vogliono solo una cosa.”
“Ma potrebbe innamorarsi.”
“Sì, potrebbe, ma io sono certa che non chiederebbe una sega alla ragazza che ama, diciamo.”
Io divento quasi viola.
“Perché mi portate tutti sfiga?”
“Forse – e sottolineo forse – è perché ti vogliamo bene e siamo preoccupati per te, Ava.
Non è bello avere il cuore in frantumi per uno stronzo.”
“Io lo farò cambiare.”
Lei sospira e mi lascia andare, io mi dirigo alla mia lezione di matematica avendo cura di sedermi lontano da Jack, che mi guarda ferito.
Forse sto esagerando, ma lui ieri sera non avrebbe dure quelle cose su Landon, sono menzogne.
Landon si impegna sempre tantissimo durante le prove, come possiamo non contare per lui?
È assurdo!
Questa è la peggiore mattinata che il mio cervello ricordi, dovrei essere felice, invece mi sento triste e ferita dalle insinuazioni di Jack.
Ho l’impressione di avere costruito, senza volerlo, un grande castello di carte e che ora mi stia per crollare addosso senza pietà.
No, mi dico poi, non posso cedere allo scoraggiamento, io devo avere Landon Barker e lo avrò o non mi chiamo più DeLonge.
In ogni caso a mensa è uno schifo, non mi siedo al tavolo con Jack e Ginger e non ho il coraggio di sedere al  tavolo di Landon, che mi ha salutato e fatto l’occhiolino.
Ho sentito qualche crepa nel mio piano, l’impressione che forse – per la prima volta in vita mia- non sarei riuscita ad avere quello che volevo.
Finito il pranzo Landon mi ha trascinato in disparte.
“Ehi.”
“Ehi. Senti, domenica ti va di uscire con me?”
“Sì, ma non devo tornare troppo tardi. Lunedì c’è scuola e i miei romperebbero.”
“Va bene. Ieri sono stato bene con te.
Ciao, Ava.”
“Venerdì ricordati che ci sono le prove.”
“ ‘k!”
Chissà perché quell’ ‘k mi sembra troppo scazzato, non ci voglio pensare e corro  a lezione.
Non ricordo nemmeno quale sia e non me lo ricordo nemmeno quando la professoressa mi butta fuori dall’aula perché sono palesemente disattenta.
Controllo l’orario e scopro che era una lezione di storia.
Wow.
L’ultima ora è quella di ginnastica, facciamo una partita di pallavolo e io manco tutte le palle, tanto che anche qui la prof mi butta fuori e  io mi siedo mesta sulle tribune accanto a Ginger. Lei ha saltato perché non aveva la roba e si è presa un bel rimprovero. Come me.
“Come mai così distratta?”
“Fatti miei.”
“Ho visto Barker che ti parlava dopo mensa, non sarà per quello?”
“E se anche fosse?”
Rispondo piccata.
“Ti ha chiesto di uscire, vero?”
“Sì.”
“Lo immaginavo e smettila di ignorare Jack, lui ci sta male.”
“Beh, anche io. Non smetto di parlare alle persone come hobby.”
“Cosa ti ha detto?”
Io mi guardo attorno per mascherare la battaglia interiore che c’è in corso, da una parte vorrei parlare con Ginger, dall’altra vorrei dirle di farsi i cazzi suoi.
“Jack mi ha detto che a Landon non importa nulla dei Somewhere in Neverland, che sarebbe la nostra band, e che se dovessimo rompere uscirebbe dal gruppo senza nemmeno una goccia di rimpianto.
Dice che noi siamo solo un ho-hobby, nulla di più, che nono è attaccato al progetto come me e Jack.”
Lei non dice nulla, rimane in silenzio per tanto – troppo – tempo.
“Conosco jack da tanto tempo, non è uno che mente e se ti ha detto questo significa che probabilmente è vero.
Barker è un tizio molto strano, sembra che non gli importi di niente e di nessuno e non mi stupirei se non fosse poi così attaccato alla vostra band.
È un batterista bravo per essere così giovane e non ci metterebbe nulla a trovare un’altra band.”
Le parole di Ginger hanno scavato un buco enorme dentro di me, e se Jack avesse ragione?
Mi sento in ansia come se il mondo che io conosco stesse per sgretolarsi, non devo pensare a queste cose.
Devo pensare al fatto che domenica uscirò con Landon, solo a questo.
Mia madre lo chiamerebbe mettere la testa sotto la sabbia, ma in qualche modo uno deve sopravvivere, no?
 

Domenica sera arriva troppo presto per i miei gusti.
Non so cosa mettermi e finisco per mettermi un vestito a righe grigie e fucsia, con qualche scritta  e un paio di anfibi.
Landon arriva puntualissimo, mio padre lo accoglie con uno sguardo severo e lo fa entrare, mentre io finisco di discutere con mia madre.
“Tratta bene mia figlia, non farle fare quelle cosacce che tutti vuoi ragazzini avete in mente.”
Lui annuisce e sorride.
“Non si preoccupi signor DeLonge.”
Chissà perché ho la sensazione che menta.
Usciamo e ci infiliamo nella sua macchina: una decapottabile da fighetti.
Non ho mai capito perché l’abbia presa, ma in fondo non è importante, no?
Sono qui con il ragazzo che amo e stiamo per trascorrere una bella sera, perché preoccuparsi?
Ci fermiamo a mangiare qualcosa a un Mac e chiacchieriamo tranquillamente, lui mi parla della sua famiglia e della nuova compagna di suo padre.
Io gli parlo delle mie lezioni di chitarra con mio padre, del fatto che sia geloso dei ragazzi con cui esco e cose così.
Finito di mangiare, andiamo a passeggiare sul lungomare mano nella mano, sembriamo davvero due fidanzatini e lui sembra davvero interessato a me; forse gli altri si sbagliano.
“Ti va di andare in spiaggia?”
“Sì, perché no?”
Scendiamo alla prima passerella che incontriamo, io mi tolgo gli anfibi e cammino accanto a lui, che se ne frega della sabbia.
Sembra così distante, eppure è così vicino che posso toccarlo.
Camminiamo per un po’, poi lui stende e invita me a fare lo stesso, io eseguo.
Un suo braccio passa intorno alla schiena e lui sorride.
“Che bella serata, ci sono tante stelle.”
“Vero, speriamo che non scenda un alieno a rapirci.”
“Speriamo,non mi va di essere analizzato.”
“Tu ci credi?”
Gli chiedo titubante.
“Perché no? Insomma, lo spazio è grande non saremo i soli.”
Io annuisco. Sinceramente ho un po’ paura degli alieni, quelli dei film non sembrano tanto ben disposti nei confronti dei terrestri. Ci considerano sempre come dei gran tontoloni da invadere, sembra che  non siamo in grado di proteggerci.
Forse è così, chissà.
Un brivido di freddo mi attraversa la schiena, Landom mi attira di più a sé.
“Freddo, piccola?”
“No, adesso no.”
Ci guardiamo un attimo negli occhi e  poi iniziamo a baciarci con foga, sotto le stelle che forse sono piene di alieni o forse no.
Ci baciamo a lungo, tanto che io perdo contatto con la realtà il controllo di me stessa, sono di nuovo caduta nella sua trappola.
Le sue mani sono di nuovo su di me e mi accarezzano la pancia da sotto il vestito, cercano di salire più, ma non ci riescono. Io non voglio togliermelo, non voglio beccarmi una denuncia per atti osceni in luogo pubblico.
Lui invece si slaccia la patta dai pantaloni e poi lo fa scendere per un po’, giusto lo spazio di togliersi i boxer per lasciare uscire il suo pene.
Io inizio a massaggiarglielo, ma lui sposta la mano e me lo appoggia gentilmente sulle labbra.
Dovrei rifiutare, l’eco delle parole di Jack e Ginger me lo consigliano, ma io non riesco e così finisco per accontentarlo.
Riesce a ottenere il pompino che cercava e io sorrido mio malgrado, sono stata brava.
“Brava Ava, è stato bello.”
Si pulisce alla bell’e meglio e ci sediamo di nuovo a guardare le stelle, ora sembrano meno brillanti rispetto a prima, chissà perché.
Landon dà un’occhiata all’orologio e si alza, stiracchiandosi languido.
“È ora di andare Ava o tuo padre mi ammazza!”
Mi tende una mano e io mi alzo con una strana sensazione addosso, come se avessi fatto qualcosa che non dovevo fare, di sicuro se mio padre lo sapesse si arrabbierebbe da morire e chiuderebbe in casa fino ai ventuno anni.
In macchina non parliamo molto, mi chiedo cosa gli passi per la testa e come ci consideri, ma ho paura a porre la fatidica domanda. Lui è un donnaiolo e mi ucciderebbe sapere di essere solo una della sua lunga serie di conquiste.
Mi lascia davanti a casa, dandomi un casto bacio sulla guancia.
“Ci vediamo domani a scuola, Ava!”
“Sì, ciao Landon.”
Entro in casa con uno strano sorriso in volto, tanto che mia madre mi guarda interrogativa, io le faccio cenno che va tutto bene.
Forse non mi è piaciuto il modo in cui è successo quello che è successo tra me e Landon, magari un po’ di romanticismo ci sarebbe stato bene.
Vado a letto pensando che non sono felice come dovrei e che domani c’è scuola: che schifo!
La mattina dopo vengo svegliata dalla mia sveglia, mi lavo e mi vesto e poi mi chiedo come mi devo comportare con Landon. Più affettuosa?  Come se non fosse successo nulla?
Faccio colazione pensierosa e poi me ne vado, pensando a cosa fare lungo tutto il tragitto, poi penso che andrà come deve andare.
Jack questa volta non tenta nemmeno di venirmi incontro, mi lancia un’occhiata e rimane a chiacchierare con Ginger, ignorandomi.
Forse è meglio così, non ho voglia di litigare con lui.
Vedo Landon e mi dirigo verso di lui, ma lui scarta volontariamente per andare dai suoi amici, lasciandomi come una fessa in mezzo al corridoio.
Sospirando, mi dirigo al mio armadietto per prendere il necessario per le lezioni e pensando che oggi non sarà una bella giornata.
No.
Oggi promette di essere una di quelle giornate di merda che difficilmente ti scordi e che ti segneranno per un po’.
Che palle.
Vado alla prima lezione della giornata sperando ardentemente di sbagliarmi, non ho bisogno di giornate del genere. Nessuno ne ha davvero bisogno, sono solo una seccatura che il destino ti impone quando non ha niente di meglio da fare che perseguitare te.
Vediamo come andrà!

Angolo di Layla

Ringrazio Carousel, staywith_me, ElaEla e LostinStereo3 per le recensioni.

   
 
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