2) Stelle piene di alieni
(o forse no).
Ci
sono momenti
in cui è difficile decidere cosa si indosserà,
soprattutto se devi uscire con
un ragazzo e hai un padre geloso, molto geloso.
Rimango per un
po’ in piedi davanti all’armadio, poi decido di
mettermi un paio di pantaloni
da skater a tre quarti neri e una canottiera a righe rosse e nere che
arriva
sopra l’ombelico e un paio di anfibi.
Mia madre non
dice nulla, mio padre mi guarda come per dirmi se non è
troppo corta quella
maglietta.
“Io vado, ci
vediamo stasera.”
“Divertiti, Ava!”
Mi urla mia
madre.
“Stai attenta ai
ragazzi!”
Questo è mio
padre,
Io rido salendo
sulla mia macchinetta e poi mentre apro il cancello con il telecomando.
Non ho
paura dei ragazzi e ho intenzione di divertirmi oggi.
Guido fino alla
casa di Landon canticchiando vecchie canzoni dei blink e sentendomi
sempre più
eccitata e felice.
Forse – e
sottolineo forse – oggi lui la smetterà di vedermi
come un’amica e una compagna
di band per capire che sono una ragazza e anche carina, una di quelle
che
potrebbe sostituire le sciacquette che si porta a letto.
Parcheggio fuori
dalla villa e suono il campanello, il grande cancello in ferro si apre
lasciandomi entrare, io percorro lentamente il viale guardandomi in
giro.
Il giardino è curato
e molto bello, la nuova compagna di Travis ha un discreto pollice
verde, quando
c’era Shanna le piante e il prato sembravano messi a caso.
Landon mi aspetta
sulla porta, indossa una canottiera nera con delle scritte gialle che
sembrano
fatte attaccando pezzi di giornale e dei pantaloni scuri.
“Ciao, Ava! Stai
benissimo così!”
“Grazie! Ci sono
i tuoi?”
Lui scuote la
testa, i capelli rossi gli cadono davanti al volto.
“Papà sta
incidendo qualcosa con i blink e la sua compagna è al
lavoro. In una banca.
Mio padre il
punkettone per eccellenza, tatuato dalla testa ai piedi si è
scelto una donna
noiosa come poche, per non parlare delle sue due figlie che ci
detestano.”
“Mi dispiace, ma
non sembrava così quando la mia famiglia è venuta
da te.”
“Le due streghe
sono brave a nascondere quello che pensano veramente, ma prima o poi io
e
Alabama le tireremo dalla nostra parte!”
Mi risponde con
un ghigno insolente, leggermente maligno.
“Cosa vediamo
oggi?”
“Mh, non so. Oggi
un mio compagno della classe di letteratura mi ha prestato
“Shining”, ce lo
vediamo?”
“Va bene.”
È un horror e
questo mi fornirà una scusa per stare attaccata a lui e poi
chissà, magari per
altro, gli avvertimenti che Jack e Ginger mi hanno dato
si sono sciolti come neve al sole.
Non posso farci
nulla, Landon mi fa questo effetto.
Lui mette sul
tavolo delle patatine, pop corn, una bottiglia di coca e due bicchieri,
poi
infila il dvd nel lettore e si lancia sul divano.
“Speriamo sia
figo!”
Urla mentre
clicca “play” e le prime scene del film appaiono in
tv, che il divertimento
abbia inizio e che porti i suoi frutti!
Forse ne uscirò
con le ossa rotte, ma almeno ci avrò provato!
Le prime scene
sono tranquille, i guai iniziano quando Jack Torrance arriva in quel
hotel in
mezzo al nulla più assoluto e probabilmente posseduto.
Visioni, sangue
che erutta come una marea da un corridoi e io nascondo la faccia sul
petto di
Landon, almeno per un po’, poi sento il vuoto.
Si è spostato e
con una mano mi alza delicatamente il volto per far sì che i
nostri occhi si
incrocino, basta quello per dare fuoco alle polveri. In un attimo mi
ritrovo
Landon addosso e la sua lingua in bocca, gli orrori del film sono
dimenticati:
ora esiste solo lui.
Ci baciamo a
lungo, le nostre lingue sono impegnate in una lotta feroce e sono solo
vagamente consapevole delle sue mani che si infilano avide sotto la
canottiera,
le mie sono impegnate a esplorargli i capelli e il collo.
Lui si stacca e
mi guarda.
Poi lentamente mi
toglie la maglietta e il reggiseno e mi bacia il seno, io inizio a
gemere senza
ritegno: finalmente sta succedendo!
Gli tolgo la
maglia e contemplo il suo corpo magro, lui mi guarda con un ghigno, si
toglie
pantaloni e boxer e appoggia la mia mano al suo pene.
Detta lentamente
il ritmo, fino a che io non capisco come devo procedere. Continuo fino
a quando
lui non viene urlando e poi mi bacia ancora e ancora
“Sei stata
bravissima, piccola.”
Mi bacia ancora,
poi recupera le nostre cose e mi porge reggiseno e canottiera.
“Sei davvero
brava, Ava.
Mi piaci.”
“Anche tu mi
piaci.”
“E allora
continuiamo, amici con benefici, ti va?”
Io annuisco e lui
sorride, il film è finito.
Esco da casa sua
euforica e corro dalla prima persona che voglio che lo sappia: Jack.
Mi attacco al suo
campanello fino a che sua madre Skye non mi apre.
“Scusi, signora.
Vorrei parlare
con Jack.”
“È di sopra e
smettila con questo “signora!” mi fa sentire
vecchia!”
Mi sorride lei.
“Scusa,Skye.”
Salgo in camera
di Jack e lo trovo intento a trafficare con il suo skate, sembra
seccato di
sentire la porta della sua camera aprirsi, ma quando vede che sono io
sorride.
“Ehi, Ava!”
“Ehi, Jack!”
Depone con cura
lo skate sul pavimento di parquet e poi mi guarda incuriosito.
“Come mai qui?”
“Devo dirti una
cosa.”
Lui si siede sul letto e mi fa cenno di raggiungerlo, cosa che faccio
volentieri, mi lancio sul
letto e affondo nella morbidezza di coperte, lenzuola e materasso, poi
mi
rigiro e fisso il soffitto.
“Io e Landon ci
siamo baciati e io…”
“Gli hai fatto
una sega.”
Finisce piatto
per me, io mi alzo a disagio, come fa a saperlo?
“Come fai a
saperlo.”
“Perché fa così
con tutte. Le invita per un film, possibilmente horror, poi a un certo
punto le
bacia e poi riesce a farsi fare una sega.
La prossima volta
sarà un pompino, poi scoperete e lui scomparirà
dalla faccia della terra.”
Io deglutisco,
una parte di me sente che Jack ha ragione, un’altra non vuole
accettarlo.
“Con me
sarà diverso! Siamo compagni di band!”
“Si troverà
un’altra band, per lui la nostra band è solo un
passatempo, nulla di
importante.”
“Jack, non dire
stronzate!”
Le prime lacrime
minacciano di scendere, non posso credere che i Somewhere in Neverland
non
valgano nulla per Landon.
“Non sono
stronzate, è la realtà, Ava.
Mi dispiace
essere così brusco, ma è necessario che tu apra
gli occhi prima di distruggerti
la vita.”
“Smettila, sei
solo geloso! Lui ha avuto più ragazze di te!”
“Ava…”
“Ava, un cazzo!
Me ne vado. Non sarei mai dovuta venire qui, pensavo di trovarci un
amico non
un Savonarola vestito da skater!”
Me ne vado
sbattendo la porta e ignorando le sue urla che mi richiamano indietro,
saluto
di fretta sua madre e me ne vado a casa mia.
Sono amareggiata,
volevo qualcuno con cui dividere la mia gioia, non uno che mi
giudicasse
impietosamente!
Il
giorno dopo
vado a scuola di pessimo umore.
Sul pulmino mi
siedo accanto a Ginger e noto che i suoi capelli sono di un viola
accesso con
delle sfumature lillà.
Io non dico
nulla, lei non mi dice nulla, almeno sul pulmino.
Arrivate a scuola
mi tira in disparte e mi guarda fisso negli occhi, la cosa mi
infastidisce.
“Ho saputo che
ieri hai fatto una sega a Barker.”
Io arrossisco.
“Sì, e allora?”
“Allora fermati
finché sei in tempo, farà un po’ male,
ma credimi non è niente al male che
proverai tra un po’.
Ti chiederà un
pompino, farete sesso e poi lui scomparirà talmente
rapidamente dalla tua vita
che non sembrerà nemmeno che ci sia entrato.”
“Anche tu?
Jack mi ha detto
la stessa cosa, ma con me sarà diverso.”
“Ho sentito
pronunciare questa frase da tutte le ragazze che si è fatto
e una volta l’ho
pronunciata anche io. È una cazzata, i ragazzi come Landon
vogliono solo una
cosa.”
“Ma potrebbe
innamorarsi.”
“Sì, potrebbe, ma
io sono certa che non chiederebbe una sega alla ragazza che ama,
diciamo.”
Io divento quasi
viola.
“Perché mi
portate tutti sfiga?”
“Forse – e
sottolineo forse – è perché ti vogliamo
bene e siamo preoccupati per te, Ava.
Non è bello avere
il cuore in frantumi per uno stronzo.”
“Io lo farò
cambiare.”
Lei sospira e mi
lascia andare, io mi dirigo alla mia lezione di matematica avendo cura
di
sedermi lontano da Jack, che mi guarda ferito.
Forse sto
esagerando, ma lui ieri sera non avrebbe dure quelle cose su Landon,
sono
menzogne.
Landon si impegna
sempre tantissimo durante le prove, come possiamo non contare per lui?
È assurdo!
Questa è la
peggiore mattinata che il mio cervello ricordi, dovrei essere felice,
invece mi
sento triste e ferita dalle insinuazioni di Jack.
Ho l’impressione
di avere costruito, senza volerlo, un grande castello di carte e che
ora mi
stia per crollare addosso senza pietà.
No, mi dico poi,
non posso cedere allo scoraggiamento, io devo avere Landon Barker e lo
avrò o
non mi chiamo più DeLonge.
In ogni caso a
mensa è uno schifo, non mi siedo al tavolo con Jack e Ginger
e non ho il
coraggio di sedere al tavolo
di Landon,
che mi ha salutato e fatto l’occhiolino.
Ho sentito
qualche crepa nel mio piano, l’impressione che forse
– per la prima volta in
vita mia- non sarei riuscita ad avere quello che volevo.
Finito il pranzo
Landon mi ha trascinato in disparte.
“Ehi.”
“Ehi. Senti,
domenica ti va di uscire con me?”
“Sì, ma non devo
tornare troppo tardi. Lunedì c’è scuola
e i miei romperebbero.”
“Va bene. Ieri
sono stato bene con te.
Ciao, Ava.”
“Venerdì
ricordati che ci sono le prove.”
“ ‘k!”
Chissà perché
quell’ ‘k mi sembra troppo scazzato, non ci voglio
pensare e corro a
lezione.
Non ricordo
nemmeno quale sia e non me lo ricordo nemmeno quando la professoressa
mi butta
fuori dall’aula perché sono palesemente disattenta.
Controllo
l’orario e scopro che era una lezione di storia.
Wow.
L’ultima ora è
quella di ginnastica, facciamo una partita di pallavolo e io manco
tutte le
palle, tanto che anche qui la prof mi butta fuori e
io mi siedo mesta sulle tribune accanto a
Ginger. Lei ha saltato perché non aveva la roba e si
è presa un bel rimprovero.
Come me.
“Come mai così
distratta?”
“Fatti miei.”
“Ho visto Barker
che ti parlava dopo mensa, non sarà per quello?”
“E se anche
fosse?”
Rispondo piccata.
“Ti ha chiesto di
uscire, vero?”
“Sì.”
“Lo immaginavo e
smettila di ignorare Jack, lui ci sta male.”
“Beh, anche io.
Non smetto di parlare alle persone come hobby.”
“Cosa ti ha
detto?”
Io mi guardo
attorno per mascherare la battaglia interiore che
c’è in corso, da una parte
vorrei parlare con Ginger, dall’altra vorrei dirle di farsi i
cazzi suoi.
“Jack mi ha detto
che a Landon non importa nulla dei Somewhere in Neverland, che sarebbe
la
nostra band, e che se dovessimo rompere uscirebbe dal gruppo senza
nemmeno una
goccia di rimpianto.
Dice che noi
siamo solo un ho-hobby, nulla di più, che nono è
attaccato al progetto come me
e Jack.”
Lei non dice
nulla, rimane in silenzio per tanto – troppo –
tempo.
“Conosco jack da
tanto tempo, non è uno che mente e se ti ha detto questo
significa che
probabilmente è vero.
Barker è un tizio
molto strano, sembra che non gli importi di niente e di nessuno e non
mi
stupirei se non fosse poi così attaccato alla vostra band.
È un batterista
bravo per essere così giovane e non ci metterebbe nulla a
trovare un’altra
band.”
Le parole di
Ginger hanno scavato un buco enorme dentro di me, e se Jack avesse
ragione?
Mi sento in ansia
come se il mondo che io conosco stesse per sgretolarsi, non devo
pensare a
queste cose.
Devo pensare al
fatto che domenica uscirò con Landon, solo a questo.
Mia madre lo chiamerebbe
mettere la testa sotto la sabbia, ma in qualche modo uno deve
sopravvivere, no?
Domenica
sera
arriva troppo presto per i miei gusti.
Non so cosa
mettermi e finisco per mettermi un vestito a righe grigie e fucsia, con
qualche
scritta e un paio
di anfibi.
Landon arriva
puntualissimo, mio padre lo accoglie con uno sguardo severo e lo fa
entrare,
mentre io finisco di discutere con mia madre.
“Tratta bene mia
figlia, non farle fare quelle cosacce che tutti vuoi ragazzini avete in
mente.”
Lui annuisce e
sorride.
“Non si preoccupi
signor DeLonge.”
Chissà perché ho
la sensazione che menta.
Usciamo e ci
infiliamo nella sua macchina: una decapottabile da fighetti.
Non ho mai capito
perché l’abbia presa, ma in fondo non è
importante, no?
Sono qui con il ragazzo
che amo e stiamo per trascorrere una bella sera, perché
preoccuparsi?
Ci fermiamo a
mangiare qualcosa a un Mac e chiacchieriamo tranquillamente, lui mi
parla della
sua famiglia e della nuova compagna di suo padre.
Io gli parlo
delle mie lezioni di chitarra con mio padre, del fatto che sia geloso
dei
ragazzi con cui esco e cose così.
Finito di
mangiare, andiamo a passeggiare sul lungomare mano nella mano,
sembriamo
davvero due fidanzatini e lui sembra davvero interessato a me; forse
gli altri
si sbagliano.
“Ti va di andare
in spiaggia?”
“Sì, perché no?”
Scendiamo alla
prima passerella che incontriamo, io mi tolgo gli anfibi e cammino
accanto a
lui, che se ne frega della sabbia.
Sembra così
distante, eppure è così vicino che posso toccarlo.
Camminiamo per un
po’, poi lui stende e invita me a fare lo stesso, io eseguo.
Un suo braccio
passa intorno alla schiena e lui sorride.
“Che bella
serata, ci sono tante stelle.”
“Vero, speriamo
che non scenda un alieno a rapirci.”
“Speriamo,non mi
va di essere analizzato.”
“Tu ci credi?”
Gli chiedo
titubante.
“Perché no?
Insomma, lo spazio è grande non saremo i soli.”
Io annuisco.
Sinceramente ho un po’ paura degli alieni, quelli dei film
non sembrano tanto
ben disposti nei confronti dei terrestri. Ci considerano sempre come
dei gran
tontoloni da invadere, sembra che non siamo in grado di
proteggerci.
Forse è così,
chissà.
Un brivido di
freddo mi attraversa la schiena, Landom mi attira di più a
sé.
“Freddo,
piccola?”
“No, adesso no.”
Ci guardiamo un
attimo negli occhi e poi
iniziamo a
baciarci con foga, sotto le stelle che forse sono piene di alieni o
forse no.
Ci baciamo a
lungo, tanto che io perdo contatto con la realtà il
controllo di me stessa,
sono di nuovo caduta nella sua trappola.
Le sue mani sono
di nuovo su di me e mi accarezzano la pancia da sotto il vestito,
cercano di
salire più, ma non ci riescono. Io non voglio togliermelo,
non voglio beccarmi
una denuncia per atti osceni in luogo pubblico.
Lui invece si
slaccia la patta dai pantaloni e poi lo fa scendere per un
po’, giusto lo
spazio di togliersi i boxer per lasciare uscire il suo pene.
Io inizio a
massaggiarglielo, ma lui sposta la mano e me lo appoggia gentilmente
sulle
labbra.
Dovrei rifiutare,
l’eco delle parole di Jack e Ginger me lo consigliano, ma io
non riesco e così
finisco per accontentarlo.
Riesce a ottenere
il pompino che cercava e io sorrido mio malgrado, sono stata brava.
“Brava Ava, è
stato bello.”
Si pulisce alla
bell’e meglio e ci sediamo di nuovo a guardare le stelle, ora
sembrano meno
brillanti rispetto a prima, chissà perché.
Landon dà
un’occhiata all’orologio e si alza, stiracchiandosi
languido.
“È ora di andare
Ava o tuo padre mi ammazza!”
Mi tende una mano
e io mi alzo con una strana sensazione addosso, come se avessi fatto
qualcosa
che non dovevo fare, di sicuro se mio padre lo sapesse si arrabbierebbe
da
morire e chiuderebbe in casa fino ai ventuno anni.
In macchina non
parliamo molto, mi chiedo cosa gli passi per la testa e come ci
consideri, ma
ho paura a porre la fatidica domanda. Lui è un donnaiolo e
mi ucciderebbe
sapere di essere solo una della sua lunga serie di conquiste.
Mi lascia davanti
a casa, dandomi un casto bacio sulla guancia.
“Ci vediamo
domani a scuola, Ava!”
“Sì, ciao
Landon.”
Entro in casa con
uno strano sorriso in volto, tanto che mia madre mi guarda
interrogativa, io le
faccio cenno che va tutto bene.
Forse non mi è
piaciuto il modo in cui è successo quello che è
successo tra me e Landon,
magari un po’ di romanticismo ci sarebbe stato bene.
Vado a letto
pensando che non sono felice come dovrei e che domani
c’è scuola: che schifo!
La mattina dopo
vengo svegliata dalla mia sveglia, mi lavo e mi vesto e poi mi chiedo
come mi
devo comportare con Landon. Più affettuosa?
Come se non fosse successo nulla?
Faccio colazione
pensierosa e poi me ne vado, pensando a cosa fare lungo tutto il
tragitto, poi
penso che andrà come deve andare.
Jack questa volta
non tenta nemmeno di venirmi incontro, mi lancia un’occhiata
e rimane a
chiacchierare con Ginger, ignorandomi.
Forse è meglio così,
non ho voglia di litigare con lui.
Vedo Landon e mi
dirigo verso di lui, ma lui scarta volontariamente per andare dai suoi
amici,
lasciandomi come una fessa in mezzo al corridoio.
Sospirando, mi
dirigo al mio armadietto per prendere il necessario per le lezioni e
pensando
che oggi non sarà una bella giornata.
No.
Oggi promette di
essere una di quelle giornate di merda che difficilmente ti scordi e
che ti
segneranno per un po’.
Che palle.
Vado alla prima
lezione della giornata sperando ardentemente di sbagliarmi, non ho
bisogno di
giornate del genere. Nessuno ne ha davvero bisogno, sono solo una
seccatura che
il destino ti impone quando non ha niente di meglio da fare che
perseguitare
te.
Vediamo come
andrà!
Angolo di Layla
Ringrazio Carousel, staywith_me, ElaEla e LostinStereo3 per le recensioni.