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Autore: Layla    19/08/2013    4 recensioni
"Jack impallidisce e mi lascia da sola, tanto lo becco a letteratura inglese dopo.
“Sei veramente poco sensibile, DeLonge.”
La teppista della scuola – Maria Gonzalez, detta Ginger– mi rivolge di nuovo la parola.
“Scusa?
“Ho detto che sei poco sensibile, DeLonge.”
“Perché Gonzales?”
“Perché non vedi un ragazzo meraviglioso, anche se ce l’hai sotto il naso.”

Ava DeLonge/Jack Hoppus
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1)La figlia della rockstar.

Una melodia esce lenta dalla mia chitarra.
La chitarra è la mia migliore amica: quella che ci sarà sempre quando avrò bisogno di aiuto, quella che non mi sorriderà mai in modo falso, quella che non mi cercherà solo perché sono la figlia di qualcuno.
La chitarra è sincera, se la tratti bene suona bene, se la tratti male ti ripaga con la stessa moneta.
Non ho mai conosciuto sincerità nelle persone – eccetto nei miei genitori e in tre persone – ma ne ho sentita parecchia nella mia chitarra.
Se faccio un errore suona male, non mi dice che non fa niente e che me lo perdona perché mi chiamo Ava DeLonge.
Sì, esatto, sono la figlia di Tom DeLonge, chitarrista dei Blink-182.
Non posso lamentarmi di lui come padre – solo ogni tanto è possessivo – ma del peso del suo cognome sì. Ci sono molti fan dei blink e degli AvA alla mia scuola e tutti vogliono conoscere il pazzo che corre nudo per strada o il poeta.
Nessuno vuole mai conoscere me troppo a fondo, io sono solo il tramite, mio padre l’obbiettivo.
Gli unici di cui mi fido sono Jack, Landon e Alabama e forse lo faccio solo perché anche loro hanno lo stesso mio problema.
In ogni caso tra me, Jack e Landon c’è una bellissima amicizia, abbastanza forte da farci decidere di creare anche noi una band. il nome l’ho scelto io: Somewhere in Neverland, come la canzone degli All Time Low.
Jack ha storto un po’ il naso, dicendo che la mia cotta per Alex Gasgarth stava raggiungendo livelli paurosi, io l’ho zittito tirandogli addosso la mia kefia.
A sedici anni decido io cosa fare, visto che decido come vestirmi e posso guidare.
Mi vesto quasi sempre di nero, cosa che si intona perfettamente al colorito pallido della mia pelle, ai capelli blu e ai piercing al labbro, uno su ogni lato.
Jack ha una bella cresta bionda e si veste da skater, Landon invece si veste da vero punk – chiodo di pelle, pantaloni scozzesi stretti, anfibi alti – e ha  una testa di capelli rosso semaforo molto spettinata.
È bellissimo Landon e suona la batteria divinamente, mi è sempre piaciuto, ma non mi sono mai fatta avanti. Anche Jack è molto bello, ma al momento per me è solo un amico e credo sia così anche per lui, sebbene – per un motivo o per un altro – abbia bocciato tutti i  miei ragazzi come ha fatto mio padre.
Ora però non c’è tempo per le farneticazioni, quei due stanno arrivando e sarà meglio fargli trovare il garage in ordine. Ho provato a convincere mio padre a farci usare il suo studio casalingo, ma la risposta è sempre stata no,o gli serve per gli Ava o gli serve per i blink.
Zio Mark mi ha battuto una mano sulla spalla in segno di comprensione, dicendomi che Tom è molto geloso delle cose a cui tiene.
Uffa.
“Avaaa!”
Un urlo mi fa cadere dallo sgabello su cui ero appollaiata. Dalla mia prospettiva ribaltata vedo Jack avanzare nella stanza.
“Stronzo! Perché mi hai chiamata così?
Adesso mi aiuti ad alzarmi!”
Lui mi tende una mano mentre sbuffa.
“Come avrei dovuto chiamarti?”
“In un modo più civile, ad esempio. Sono sicura che tua madre ti abbia insegnato come si faccia.”
“Pensavi ancora al tuo Alex?”
“Scemo.”
Lui si guarda intorno e nota il caos che ancora regna nel garage, poi sospira.
“Dai, ti do una mano a sistemare o Landon non ce la farà mai con la sua batteria così.”
Io annuisco e insieme cominciamo a spostare scatole e scatoloni, dando un assetto più ordinato al garage di casa mia, ora è abbastanza spazioso e la batteria di Landon dovrebbe starci.
“Cosa diavolo ha questo tizio da mandarti fuori di testa?”
Io alzo le spalle e accetto una delle ciambelle che mi porge Jack.
“È figo, ok?”
Lui scuote la testa.
“Ti preferivo nella fase in cui avevi in testa solo l’omicidio.”
“Guarda che quella fase non mi è passata e abbiamo un giardino abbastanza grande.”
Faccio io ammiccando, lui deglutisce e il suo pomo d’Adamo fa su e giù più velocemente.
“Scherzavo. Però è bello sapere che non ho perso il mio tocco.”
Lui borbotta qualcosa come un: “Vorrei sapere da chi hai ereditato questa vena macabra!”, che mi fa ridere.
“Ma il basso te lo sei dimenticato a casa?”
“No, l’ho lasciato fuori dal garage, non so perché ero quasi certo che tu ti fossi dimenticata di sistemare la baracca. Adesso vado a prenderlo.”
Poco dopo riappare nientemeno che con il mitico basso rosa di Mark Hoppus e una fitta di invidia si fa sentire. Quanto vorrei che mio padre mi lasciasse usare una delle sue chitarre!
“Non sai quanto ti invidio!”
“E tu non sai quanto ho dovuto pregare mio padre perché me lo lasciasse. Ho dovuto rassicurarlo in centomila modi diversi che non l’avrei rotto e che l’avrei trattato bene!”
Io sospiro, però alla fine Mark si è lasciato convincere, mio padre invece è più testardo di un mulo e mi ha sempre detto di no.
Non mi crogiolo molto nel mio malumore perché arriva Landon e automaticamente sorrido, nonostante le occhiate esasperate di Jack. Perché si comporta così?
“Ciao, ragazzi! Scusate, ma mio padre non mi lasciava più andare.”
“Farti vedere con una canna non aiuta certo.”
Sputa acido Jack, io gli lancio un asciugamano per zittirlo.
“Non hai tutti i torti, amico.
Beh, adesso sono qui, proviamo.”
Jack annuisce ed esce ad aiutarlo con la batteria, un quarto d’ora dopo è tutto montato e le prove possono iniziare. Per ora facciamo cover dei blink, degli All Time Low e dei My Chemical Romance, abbiamo pochi pezzi nostri e non sappiamo se siano buoni o meno.
A metà delle prove il cellulare di Landon suona e siamo costretti a interrompere, dal tono battagliero con cui risponde suppongo sia sua madre, nemmeno Shanna ha preso bene la faccenda della canna.
Ritorna dieci minuti dopo con una faccia furiosa e si rimette alla batteria senza spiccicare parola, sua madre deve averlo strigliato per bene e Landon odia le strigliate.
Continuiamo a provare per un’altra ora, poi smontiamo tutto. Vorrei salutare Landon e parlarci un po’ nella speranza che mi veda come una ragazza interessante e migliore di quelle che si porta a letto, ma non ne ho il tempo.
Lui schizza via, lasciandomi come un’allocca sulla porta del garage. Jack scuote la testa e se ne va, trascinandosi dietro la sua roba.
Non riesco a capire perché ultimamente sia così strano e infastidito da Landon, sono amici da una vita, cosa c’è che non va?
Sinceramente i ragazzi non li capisco.
Con l’aria un po’abbattuta porto la mia roba in camera mia e mi sdraio sul letto guardando a lungo il poster degli All Time Low in attesa di un’illuminazione divina che non arriva.
In compenso arriva mia madre con il cesto del bucato.
“C’è niente da lavare?”
Io guardo il mucchio dei vestiti che c’è dietro la porta e lo passo in rassega, alcune cose sono effettivamente da lavare e gliele consegno, altre le metterò all’aria dopo.
“Come mai le prove sono finite così presto?”
“Landon era incazzato con i suoi genitori, non mi ha neanche parlato e nemmeno Jack. Non so cosa gli prenda ultimamente, sembra infastidito da Landon.”
Mia madre sorride in maniera inesplicabile.
“Ti piace Landon, eh?”
Io arrossisco, lei mi guarda con lo stesso sorriso di prima.
“Stai attenta a quello che fai, potresti ferire qualcuno senza volerlo.”
Se ne va lasciandomi perplessa.
Chi dovrei ferire?
Mi ributto sul letto pensando che oggi sono tutti matti, spero che mio padre sia sano almeno lui oggi visto che stasera mi ha promesso lezioni di chitarra.

 

La sera arriva presto, ma quando entro nello studio di mio padre non trovo lui, ma David.
“Ciao, David. Dov’è mio padre?”
“Tra poco arriva, i blink hanno fatto più tardi del solito, così ho pensato di tenerti compagnia.”
Io sorrido e mi siedo.
“Grazie è stato davvero un bel pensiero.”
Lui sorride ancora e io prendo in mano la mia chitarra, lasciando scorrere pigramente le mani sulle corde, lasciando che escano cose a caso.
“Bello, ma io lo farei così.”
Si alza dalla sedia e mi corregge la posizione delle mani, io riprovo a suonare quello che stavo suonando prima ed effettivamente è molto meglio ora.
“Grazie, David!”
Continuiamo così ancora per un po’, tanto che quando mio padre effettivamente arriva, non me ne accorgo nemmeno perché sono troppo impegnata a scambiarmi idee e consigli con David.
Un “ehm ehm!” si fa sentire e io mi volto, trovandomi davanti al sorriso ironico di mio padre.
“Prego, continuate pure senza di me!”
David sbuffa e si alza dalla sedia.
“Ma piantala di fare il geloso!”
Tom alza gli occhi.
“E tu trovati una ragazza, Kennedy!”
“Non credo di doverlo fare visto che è stata lei a trovare me.”
“Che cazzo vuoi dire? David? DAVID?”
L’eco dell’urlo di mio padre si confonde con quello della risata di David che non ha voluto dirgli chi ha trovato come ragazza.
In ogni caso, io e mio padre riprendiamo la lezione e – tra mille piccoli attriti e litigi – la finiamo.
Quando mi alzo dalla sedia sono soddisfatta e schiocco un bacio sulla fronte di mio padre.
“Buonanotte, papà!”
“Buonanotte, tesoro!”
Tutto sembrerebbe ok, solo che la mia testa decide di giocarmi dei brutti scherzi stanotte.
Dormo malissimo, ho la testa piena di incubi e la mattina dopo mi sveglio spaventata, vorrei rimanere a casa, mia madre però è inflessibile e mi manda a scuola lo stesso.
Salgo sul pulmino giallo con l’umore sotto i piedi e mi siedo vicino alla teppista della scuola, così sono sicura che nessuno mi rivolgerà la parola.
Lei grugnisce.
“DeLonge, perché cazzo ti sei seduta qui?”
“Perché non avevo voglia di parlare con nessuno, nemmeno con te.”
Lei sbuffa e non dice nulla per fortuna.
A scuola trovo Jack vicino al mio armadietto e più in là Landon si sta baciando con una cheerleader, non so cosa ci trovi in quelle oche.
“Passato il malumore?”
“Sì, ma vedo che è venuto a te.
Non vedo perché ti faccia il sangue amaro per Landon, lo sai come è fatto.”
Io sbuffo.
“Forse perché mi piace.”
Jack impallidisce e mi lascia da sola, tanto lo becco a letteratura inglese dopo.
“Sei veramente poco sensibile, DeLonge.”
La teppista della scuola – Maria Gonzalez, detta Ginger– mi rivolge di nuovo la parola.
“Scusa?
“Ho detto che sei poco sensibile, DeLonge.”
“Perché Gonzales?”
“Perché non vedi un ragazzo meraviglioso, anche se ce l’hai sotto il naso.”
“Ma chi? Landon?”
Lei sbuffa e i capelli verdi che le erano caduti sugli occhi si alzano.
“Lascia perdere, sei un caso perso.”
Se ne va, io non capisco.
So solo che quando vedo Landon e la vacca passarmi davanti il mio progetto di seguire la lezione di letteratura con Jack salta completamente e mi rifugio in bagno a piangere.
Sfortunatamente lo trovo di nuovo occupato da Ginger, che non appena vede le mie lacrime sbuffa e mi trascina sotto le gradinate dello stadio.
“Si può sapere cosa vuoi?”
“Niente, ti ho solo evitato domande imbarazzanti, dato che il bagno era pieno di amiche della cheerleader, qui puoi piangere quanto vuoi!”
Io non dico niente.
“Cosa ci trovi in Barker?”
“È figo e poi è una brava persona.”
“Non è il ragazzo adatto a una relazione seria, questo dovresti saperlo.”
“Posso fargli cambiare idea.”
Lei non dice nulla e mi lascia da sola.
Rientro nella scuola in tempo per la seconda ora, che è matematica e che seguo con Jack.
“Si può sapere dove eri? Ti ho cercata prima.”
Poi vede i segni delle lacrime e smette di essere così aggressivo.
“Piangi ancora per Landon?
Lascialo perdere, è il mio migliore amico, ma non è adatto per te.”
Io non dico niente, è la seconda persona nell’arco di due ore che mi dice di lasciarlo perdere, io però sono testarda e quando voglio qualcosa lo ottengo.
Otterrò Landon prima o poi!
Matematica la seguo piuttosto svogliatamente e durante la lezione seguente – educazione fisica – ricevo una pallonata in faccia che mi esonera dal resto delle partite di pallavolo.
Casualmente finisco seduta proprio vicino a Landon.
“Ehi, Ava. Stai bene?”
Io mi tocco la faccia: è gonfia e rossa.
“Sono stata meglio, tu come mai non giochi?”
“Ho una giustificazione di mia madre che dice che ho una tendinite.”
Io sgrano gli occhi e lui abbassa la voce.
“È falsa.”
“Ah, mi stava venendo un infarto, visto che sei il nostro batterista.”
Lui ride.
“Sei un tesoro, ma non ti devi preoccupare.”
Io arrossisco, mi ha appena chiamata “tesoro”!
“Mi viene naturale, siamo amici, no?
E a proposito, come fai a stare con quella gatta morta?”
“Tette.”
Io guardo le mie e mi rendo conto che sono praticamente piatta rispetto a quella, spero che cresceranno ancora!
“Cosa ne dici di venire a vedere un film da me oggi?”
“Sì, va bene. A che ora?
Alle quattro.”
“Perfetto, io finisco le lezioni  alle due.”
Lui mi sorride e io mi godo quella che per me è una visione paradisiaca, non vedo l’ora di dirlo a Jack.
Finita la lezione vado a mensa e cerco il mio amico, lo trovo che sta parlando con Ginger.
“Ciao.”
Dico timida.
“Ciao, Ava.”
“Ciao Jack, Ginger.”
“Ciao.”
Mi risponde lei svogliata.
“Non sapevo che conoscessi Jack.”
“Ci conosciamo dalle medie, siamo amici.”
La cosa mi giunge nuova, eppure credevo di conoscere tutto di lui, in fondo però è giusto che anche lui abbia delle amicizie al di fuori della nostra cerchia ristretta.
“Come mai sei così felice?”
“Landon mi ha invitata da lui oggi, Jack.”
“Beh, buona fortuna.
Andiamo a prendere il rancio, dicono che oggi ci sia la pizza.”
È diventato di nuovo freddo e non capisco il perché, ogni volta che nomino Landon diventa così.
Rimango con le mie domande irrisolte e seguo Jack e Ginger dentro la mensa, prendiamo tutti e tre della pizza e occupiamo un tavolo, Barker si siede a un altro con i suoi amici punk.
“Come mai sei così rossa, Ava?”
La domanda di Jack mi distrae dalla mia contemplazione.
“No, niente ho ricevuto una pallonata in faccia durante una partita di pallavolo.”
“Mi dispiace.”
“Perché Landon non si siede con noi?”
Chiedo a Jack.
“Perché lui non è come te, riesce a farsi degli amici al di fuori di noi. Tu hai troppa paura degli altri per farlo.”
“Ho i miei motivi, vogliono stare con me solo perché sono la figlia di uno famoso, lo sai.”
“Non tutti. Ginger non mi ha mai chiesto di conoscere mio padre, nonostante senta i blink.”
Io non dico nulla e squadro la ragazza con i miei occhi blu, ereditati da mia madre.
“Se lo dici tu.”
Lui sospira.
“Ava…”
“Jack.”
“Sei un caso perso.”
Io sbuffo.
“Può darsi che io sia un caso perso, ma non voglio essere il tramite per nessuno. Non voglio che una volta conosciuto mio padre idolatrino solo lui lasciando indietro me.”
Jack scuote la testa.
“Vedi, Ginger, lei ragiona così e non cambierà. È troppo testarda per farlo.”
Lei dà una sorsata alla sua coca.
“Ho visto, ma se vuoi un consiglio, Delonge lascia perdere Barker come ragazzo. Tienitelo come amico e basta, altrimenti ne uscirai massacrata!
Io sbuffo.
Otterrò quel ragazzo a ogni costo o non mi chiamo più DeLonge.
 Finito il pranzo ci dirigiamo alle nostre lezioni, Ginger ha biologia in comune con me, così entriamo insieme nella stessa aula e – siccome nessuno vuole mai sedersi al suo tavolo – sedute allo stesso tavolo.
Oggi temo che sarà una giornataccia perché il professor Milton ha in mano un grosso scatolone e giurerei che sia pieno di rane.
Che schifo!
“Bene, ragazzi! Oggi sezionerete una rana per ogni tavolo.
Buon divertimento!”
Cosa ci sia di divertente nello squartare rane e segnarsi su un foglio l’anatomia e quello che sono non lo so, forse lo è se ti immagini che ci sia un tuo nemico al posto della rana.
L’uomo percorre i tavoli e anche al mio e di Ginger, deposita una bella rana morta, bianca e flaccida.
“Non posso credere che qualcuno queste cose se le mangi!”
Esclamo disgustata.
“I francesi mangiano le lumache.”
Mi risponde Maria, sbuffando.
Iniziamo a dissezionare la rana in silenzio, non abbiamo tanto in comune e questo lavoro non ti invita affatto alle chiacchiere, Milton le odia tra l’altro
Alla fine della lezione passa tra i tavoli e si sofferma al nostro.
“Avete fatto un buon lavoro, DeLonge e Gonzales. Complimenti!
Penso che avrete una A.”
“Grazie, professor Milton.”
“Di nulla, non credevo che un’accoppiata eccentrica come la vostra avrebbe funzionato, la vita è strana.”
Io sorrido e non dico nulla.
Ho preso il massimo dei voti dissezionando una rana e oggi pomeriggio andrò dal ragazzo che mi piace e chissà che non succeda qualcosa, non potrei chiedere di più.
Esco dall’aula di scienze con un sorrisone, sto per andare agli armadietti quando Ginger mi blocca.
“Te lo dico per l’ultima volta, DeLonge. Lascia perdere Landon, lui non fa per te, lui usa le ragazze e basta, ci staresti solo male e non pensare di riuscire a cambiarlo.
Le persone come lui non cambiano, a meno che non siano loro a volerlo e non credo che Barker lo voglia. Ne uscirai con le ossa rotte come tutte quelle che ci hanno provato prima di te.”
Io scuoto la testa.
“Per me sarà diverso!”
Esclamo prima di andarmene, le mie parole sono suonate sicure, ma ora un piccolo tarlo dentro di me inizia a metterle in dubbio: e se Ginger avesse ragione?

   
 
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