E' facile, quando si fa un errore, cancellare. E'
semplice. Basta prendere una gomma, di quelle belle. Quelle
bianche e rettangolari che si comprano nelle cartolerie. Sono molto
belle, le cartolerie.. Quel profumo subito
riconoscibile, quell'atmosfera un po' strana, secondo me la parte migliore del
ritornare a scuola a settembre, ogni settembre. Le gomme,
quelle sì che sono un'ottima invenzione, beato a chi è venuta l'originale idea
di inventarle. Un oggetto che ti permette di cancellare ogni singolo
errore, è fantastico. Sarebbe ancora più fantastico se esistesse una specie di
gomma gigantesca, che permetta davvero
di cancellare gli errori che si fanno.. nessuno allora
dovrebbe curarsi di nulla, nessuno dovrebbe più curarsi delle conseguenze. Non
esisterebbero più le persone riflessive, ma il mondo sarebbe soltanto composto da persone totalmente impulsive. Nessuno avrebbe paura di
sbagliare. Tutti rischierebbero: se le cose si mettono male, si può sempre
cancellare e iniziare da capo. Tutti godrebbero quella sensazione che si sente quando si rischia. L'adrenalina, già.
Ma la vita non è come un compito in classe. A scuola ci insegnano tante cose: ci insegnano che esistono schemi,
regole, che bisogna rispettare i fogli del quaderno. Ci insegnano
che ogni tuo errore viene pagato, e peggio per te che l'hai fatto, ma che -
forse - puoi recuperare, se ti impegni. A scuola ci insegnano
che i sentimenti come l'amore, la gioia, e la tristezza sono astratti e che non
si possono vedere, né respirare, né toccare. Eppure, quando io provo tutte
queste sensazioni, sento
l'amore, la gioia e la tristezza. Riesco a respirare tutte queste cose, e sono
così reali che potrei quasi toccarle e vederle. Ma la
vita non è come un compito in classe, già. O forse,
non è completamente come un compito
in classe, pensandoci bene. Perché in un compito in
classe hai poche ore a disposizione, e quando fai un errore, prendi la gomma e
cancelli. Poi preghi, preghi con tutte le tue forze che vada
bene, che il risultato sia accettabile. E ti chiedi se lo studio è stato sufficiente, se il professore lo capirà e ti potrà
premiare. E magari, ti illudi anche che chiuderà un
occhio su quell'accento sbagliato, che ti sei accorto di aver sbagliato solo
dopo aver consegnato il foglio. E sì, forse un compito
in classe è simile alla vita. Entrambi sono delle
prove, delle sfide. In questo si assomigliano.
Ma nella vita non puoi cancellare niente. Ogni attimo
è unico e irripetibile, e se fai qualcosa, che sia un
errore o una cosa bella, non puoi più cancellarla. Rimane lì, nel cassetto
della memoria, o in una pagina, o in un oggetto o in un profumo, in un
biglietto in una maglietta e qualsiasi altra cosa che possa
segnare un pezzettino della nostra vita in maniera imprescindibile. Perché ogni
attimo è irripetibile, e noi umani tendiamo a
conservare i momenti belli, mentre vorremmo dimenticare e cancellare quelli
brutti. Ma alla fine, lo sappiamo tutti qual è la verità e ci
illudiamo. Continuiamo ad illuderci perché la verità fa male: è
impossibile cancellare i ricordi, o belli o brutti; essi rimarranno sempre là -
nella nostra mente, o in tutti quegli oggetti - a torturarci e a deliziarci.
Poi c'è anche chi vorrebbe modificare, non cancellare. Le due cose si
completano, si somigliano, sembrano quasi modi diversi per dire la stessa cosa.
Anche a me piacerebbe modificare. Prendere
un pezzo di vita, modificarla a mio piacimento, modificare quel che non mi è
piaciuto e modificare quel che penso che io abbia sbagliato. Risolvere tutto, magicamente, cambiare quel che è stato e quel che
sono. Ma purtroppo, non hanno ancora inventato
una bacchetta magica in grado di fare anche questo. E
non siamo nel mondo delle favole: quello che si fa, rimane. Volente
o nolente, che sia stato brutto o bello, che sia stato piacevole o disgustoso.
E' la vita, bisogna rassegnarsi.. Non si è più bambini
e non si crede più a Peter Pan che non vorrebbe mai
crescere, alla Fata Smemorina che riaggiusta tutto e
crea vestiti bellissimi. Non è più tempo di credere alle favole, per me. Cosa sarebbe successo nella vita reale se una ragazza come
Cenerentola non avesse potuto andare ad una festa poiché la matrigna e le
sorellastre glielo impedivano? Assolutamente niente: Cenerentola sarebbe
rimasta tutta la sera a piangere, da sola, e a sognare su quel ragazzo che le
piaceva tanto e che non avrebbe incontrato.
E i ricordi, oh sì, mi torturano più che deliziarmi. E
io vorrei tanto avere quell'enorme gomma e cancellare tutto quanto, solo per
non poter più soffrire, solo per non dover più versare lacrime perché ricordare
tante volte può fare male, altre invece può far venire
da ridere, molte altre volte invece non sai se ridere o piangere, e ti ritrovi
a fare tutte e due cose insieme, molto stupidamente. Ma continuo a ripetermi
che è la vita, e che prima o poi passerà. Perché è sempre così: passerà, passerà, e ti sembrerà così ridicolo
che riderai soltanto. Ma
non cancellerai, mai, non puoi, non ci riesci. Non ne hai poi così tanta
voglia, alla fin fine. Perché sono esperienze, giusto?
Sono esperienze che ti aiutano a crescere, anche se ti fanno male. E' sempre
questo, quello che loro ti diranno quando tu starai male e vorrai condividere il tuo
dolore con loro, in modo che non sia così pesante. Ma non ci crederai in quel
momento, e io non ci credo tutt'ora. Il dolore è
troppo subdolo e cieco e ambizioso per potermi insegnare qualcosa, no.
Sbagliando si impara. Sbagli, ma non cancelli. Mai.
Stai male, ma non cancelli, non lo fai, mai. Cerchi di
imparare, quando hai sbagliato qualcosa, e cerchi di andare avanti. E'
una cosa così incredibile -
io non ci riesco. Non riesco a capirlo. Non riesco
ad imparare da un mio errore, perché ogni volta - volta dopo volta, attimo dopo
attimo - mi accorgo di commetterlo di nuovo. E
non cancello. In fondo, pensandoci,
se continuassimo a cancellare dopo ogni errore fatto nella vita
non saremmo così come siamo, non avremmo determinate esperienze, non sapremmo
come comportarci la volta successiva.
E' più difficile di quel che pensassi. Cancellare
tutto sarebbe bellissimo, ma c'è il rovescio della medaglia, e adesso non mi attira per niente.
Ed è per questo che, adesso, mi rivolgo a te. Sai.. mi piacerebbe davvero sapere, mi piacerebbe sapere la
verità. Tu - sempre così deliziosa e meravigliosa, con me - come caspita hai
fatto? No, adesso, spiegamelo. Ne ho il diritto. Anche
sapere è un diritto, sai?
Tu, tu non mi hai dimenticato, né scordato, né modificato. Sei andata oltre
ogni qualsiasi legge delle psiche umana, e mi hai cancellato. Sei
riuscita a cancellarmi. Come
hai fatto?
E' stato come se io fossi stata un errore sul foglio
della tua vita, è stato come se io fossi stata solamente una traccia di matita.
Tu hai preso una gomma, e mi hai cancellato. Da tutto, dalla
tua esistenza, dai tuoi pensieri e dalle tue azioni.
E te stessa sei scomparsa, ti sei cancellata, hai
preferito debellarti definitivamente dalla mia vita e da tutto quello che mi
riguardava. Ma perché? E' un gesto
assurdo, lo sai. Dovresti saperlo anche tu.
Tu scompari e ti cancelli, ma in fondo, molto in fondo,
ci sei. Perché
cancellare definitivamente qualcosa - cancellarla per sempre e far finta che
non sia mai esistita - è impossibile. Non illuderti anche tu.
Cancellarti è impossibile.
Questo è un pezzo che avrei
dovuto portare per un concorso, ma alla fine non ce l’ho fatta a
consegnarlo in tempo. I commenti e le critiche sono molto
gradite, grazie a tutti quelli che leggeranno fin quaggiù <3.