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Autore: Adrienne    02/03/2008    6 recensioni
Le gomme, quelle sì che sono un'ottima invenzione, beato a chi è venuta l'originale idea di inventarle. Un oggetto che ti permette di cancellare ogni singolo errore, è fantastico.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' facile, quando si fa un errore, cancellare. E' semplice. Basta prendere una gomma, di quelle belle. Quelle bianche e rettangolari che si comprano nelle cartolerie. Sono molto belle, le cartolerie.. Quel profumo subito riconoscibile, quell'atmosfera un po' strana, secondo me la parte migliore del ritornare a scuola a settembre, ogni settembre. Le gomme, quelle sì che sono un'ottima invenzione, beato a chi è venuta l'originale idea di inventarle. Un oggetto che ti permette di cancellare ogni singolo errore, è fantastico. Sarebbe ancora più fantastico se esistesse una specie di gomma gigantesca, che permetta davvero di cancellare gli errori che si fanno.. nessuno allora dovrebbe curarsi di nulla, nessuno dovrebbe più curarsi delle conseguenze. Non esisterebbero più le persone riflessive, ma il mondo sarebbe soltanto composto da persone totalmente impulsive. Nessuno avrebbe paura di sbagliare. Tutti rischierebbero: se le cose si mettono male, si può sempre cancellare e iniziare da capo. Tutti godrebbero quella sensazione che si sente quando si rischia. L'adrenalina, già.
Ma la vita non è come un compito in classe. A scuola ci insegnano tante cose: ci insegnano che esistono schemi, regole, che bisogna rispettare i fogli del quaderno. Ci insegnano che ogni tuo errore viene pagato, e peggio per te che l'hai fatto, ma che - forse - puoi recuperare, se ti impegni. A scuola ci insegnano che i sentimenti come l'amore, la gioia, e la tristezza sono astratti e che non si possono vedere, né respirare, né toccare. Eppure, quando io provo tutte queste sensazioni, sento l'amore, la gioia e la tristezza. Riesco a respirare tutte queste cose, e sono così reali che potrei quasi toccarle e vederle. Ma la vita non è come un compito in classe, già. O forse, non è completamente come un compito in classe, pensandoci bene. Perché in un compito in classe hai poche ore a disposizione, e quando fai un errore, prendi la gomma e cancelli. Poi preghi, preghi con tutte le tue forze che vada bene, che il risultato sia accettabile. E ti chiedi se lo studio è stato sufficiente, se il professore lo capirà e ti potrà premiare. E magari, ti illudi anche che chiuderà un occhio su quell'accento sbagliato, che ti sei accorto di aver sbagliato solo dopo aver consegnato il foglio. E sì, forse un compito in classe è simile alla vita. Entrambi sono delle prove, delle sfide. In questo si assomigliano.
Ma nella vita non puoi cancellare niente. Ogni attimo è unico e irripetibile, e se fai qualcosa, che sia un errore o una cosa bella, non puoi più cancellarla. Rimane lì, nel cassetto della memoria, o in una pagina, o in un oggetto o in un profumo, in un biglietto in una maglietta e qualsiasi altra cosa che possa segnare un pezzettino della nostra vita in maniera imprescindibile. Perché ogni attimo è irripetibile, e noi umani tendiamo a conservare i momenti belli, mentre vorremmo dimenticare e cancellare quelli brutti. Ma alla fine, lo sappiamo tutti qual è la verità e ci illudiamo. Continuiamo ad illuderci perché la verità fa male: è impossibile cancellare i ricordi, o belli o brutti; essi rimarranno sempre là - nella nostra mente, o in tutti quegli oggetti - a torturarci e a deliziarci.
Poi c'è anche chi vorrebbe modificare, non cancellare. Le due cose si completano, si somigliano, sembrano quasi modi diversi per dire la stessa cosa. Anche a me piacerebbe modificare. Prendere un pezzo di vita, modificarla a mio piacimento, modificare quel che non mi è piaciuto e modificare quel che penso che io abbia sbagliato. Risolvere tutto, magicamente, cambiare quel che è stato e quel che sono. Ma purtroppo, non hanno ancora inventato una bacchetta magica in grado di fare anche questo. E non siamo nel mondo delle favole: quello che si fa, rimane. Volente o nolente, che sia stato brutto o bello, che sia stato piacevole o disgustoso. E' la vita, bisogna rassegnarsi.. Non si è più bambini e non si crede più a Peter Pan che non vorrebbe mai crescere, alla Fata Smemorina che riaggiusta tutto e crea vestiti bellissimi. Non è più tempo di credere alle favole, per me. Cosa sarebbe successo nella vita reale se una ragazza come Cenerentola non avesse potuto andare ad una festa poiché la matrigna e le sorellastre glielo impedivano? Assolutamente niente: Cenerentola sarebbe rimasta tutta la sera a piangere, da sola, e a sognare su quel ragazzo che le piaceva tanto e che non avrebbe incontrato.
E i ricordi, oh sì, mi torturano più che deliziarmi. E io vorrei tanto avere quell'enorme gomma e cancellare tutto quanto, solo per non poter più soffrire, solo per non dover più versare lacrime perché ricordare tante volte può fare male, altre invece può far venire da ridere, molte altre volte invece non sai se ridere o piangere, e ti ritrovi a fare tutte e due cose insieme, molto stupidamente. Ma continuo a ripetermi che è la vita, e che prima o poi passerà. Perché è sempre così: passerà, passerà, e ti sembrerà così ridicolo che riderai soltanto. Ma non cancellerai, mai, non puoi, non ci riesci. Non ne hai poi così tanta voglia, alla fin fine. Perché sono esperienze, giusto? Sono esperienze che ti aiutano a crescere, anche se ti fanno male. E' sempre questo, quello che loro ti diranno quando tu starai male e vorrai condividere il tuo dolore con loro, in modo che non sia così pesante. Ma non ci crederai in quel momento, e io non ci credo tutt'ora. Il dolore è troppo subdolo e cieco e ambizioso per potermi insegnare qualcosa, no.
Sbagliando si impara. Sbagli, ma non cancelli. Mai. Stai male, ma non cancelli, non lo fai, mai. Cerchi di imparare, quando hai sbagliato qualcosa, e cerchi di andare avanti. E' una cosa così incredibile -  io non ci riesco. Non riesco a capirlo. Non riesco ad imparare da un mio errore, perché ogni volta - volta dopo volta, attimo dopo attimo - mi accorgo di commetterlo di nuovo. E non cancello. In fondo, pensandoci, se continuassimo a cancellare dopo ogni errore fatto nella vita non saremmo così come siamo, non avremmo determinate esperienze, non sapremmo come comportarci la volta successiva.
E' più difficile di quel che pensassi. Cancellare tutto sarebbe bellissimo, ma c'è il rovescio della medaglia, e adesso non mi attira per niente.
Ed è per questo che, adesso, mi rivolgo a te. Sai.. mi piacerebbe davvero sapere, mi piacerebbe sapere la verità. Tu - sempre così deliziosa e meravigliosa, con me - come caspita hai fatto? No, adesso, spiegamelo. Ne ho il diritto. Anche sapere è un diritto, sai?
Tu, tu non mi hai dimenticato, né scordato, né modificato. Sei andata oltre ogni qualsiasi legge delle psiche umana, e mi hai cancellato. Sei riuscita a cancellarmi. Come hai fatto?
E' stato come se io fossi stata un errore sul foglio della tua vita, è stato come se io fossi stata solamente una traccia di matita. Tu hai preso una gomma, e mi hai cancellato. Da tutto, dalla tua esistenza, dai tuoi pensieri e dalle tue azioni.
E te stessa sei scomparsa, ti sei cancellata, hai preferito debellarti definitivamente dalla mia vita e da tutto quello che mi riguardava. Ma perché? E' un gesto assurdo, lo sai. Dovresti saperlo anche tu.
Tu scompari e ti cancelli, ma in fondo, molto in fondo, ci sei. Perché cancellare definitivamente qualcosa - cancellarla per sempre e far finta che non sia mai esistita - è impossibile. Non illuderti anche tu. Cancellarti è impossibile.









Questo è un pezzo che avrei dovuto portare per un concorso, ma alla fine non ce l’ho fatta a consegnarlo in tempo. I commenti e le critiche sono molto gradite, grazie a tutti quelli che leggeranno fin quaggiù <3.

   
 
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