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Autore: lostgirl    26/08/2013    2 recensioni
Gwen ha 17 anni e nessun vero legame affettivo che la trattiene nella sua città, così quando la madre le comunica che ha intenzione di trasferirsi nel paese in cui viveva da ragazza per amore, Gwen accetta immediatamente di partire per Beacon HIlls e qui incontrerà persone capaci di farle provare cose mai provate e con l'arrivo di sua sorella in città, scoprirà di non essere una semplice adolescente, ma di essere una delle persone più potenti nel mondo dei licantropi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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NOTA: Scusate immensamente per l'assenza, ma non avevo proprio ispirazione in queste ultime settimane. Ho scritto questo capitolo e in realtà non so nemmeno cos'ho fatto ahahah Non ho ispirazione nemmeno per l'altra ff, ma ho idee per una nuova e boh, mi sto complicando da sola!
In poche parole: a questa ff ci tengo tantissimo, quindi la continuerò. Per l'altra mi scuso, ma non so ancora cosa farò...


Lily era seduta a gambe incrociate nel bel mezzo del suo letto, curva su una foto che aveva  trovato sul fondo di un cassetto di quella stanza. La stava fissando da oltre venti minuti, quando qualcosa alle sue spalle, verso la finestra, attirò la sua attenzione. Dava le spalle all’enorme finestra e non si voltò neanche, ma parlò comunque tranquillamente, ammiccando la testa da un lato per sfiorare la matita che le reggeva i capelli.

- Cosa ci fai qui? Cosa vuoi? - Lily ora si era voltata, aveva appoggiato il mento sulla sua spalla, ma non vedeva ancora l’uomo dietro di lei. Sentiva solo il suo odore e la sua presenza dietro di lei.

- Parlare con te. - disse solamente Derek, avvicinandosi al letto della donna.

Lily sorrise ed annuì appena, abbassando il volto per un attimo. Tornò a girare il viso davanti a lei, cercando di ignorare l’uomo. - Torna a casa tua, Hale. -

- Non finchè non avrò detto quello che ho da dire. -

- Io non voglio ascoltare nulla di quello che hai da dire, però. Non voglio altre bugie. - Lily alzò lo sguardo verso di lui, che ormai era seduto vicino a lei e gli passò la foto che aveva tra le mani. C'era una donna evidentemente incinta, circondata da un bambino ed una bambina leggermente più grande del maschio. Lily sapeva perfettamente di chi fossero i volti della bambina e della donna, pur non avendole mai viste. - Non hai mai affittato questo posto, vero? -

Derek prese la foto e scosse appena la testa. - Mi dispiace, non volevo mentirti. - Osservò per un momento la foto e Lily invece osservò lui. Vide un accenno di tenerezza e nostalgia nel suo sguardo, mentre guardava le donne nella foto e automaticamente posò la sua mano su quella di Derek, stringendo le dita intorno al dorso della sua mano e accarezzandola per un po’ con il pollice. - Era casa mia una volta. Prima che i miei decidessero di trasferirsi in una casa più grande a causa dell’arrivo di Cora. Questo posto iniziava ad essere troppo piccolo per la nostra famiglia, ma mia madre lo amava quindi non l’hanno mai venduto. Ora è mio. -

Era per questo che Derek non voleva un soldo per l’affitto. Quel posto era suo. Lily lo aveva già perdonato per le sue bugie ed annuì quasi impercettibilmente.

- Di cosa dovevi parlarmi di così importante da evitare l’uso delle normali porte? -

Derek non rispose subito, ma aspettò un attimo, ripensando alle parole che Peter gli aveva detto mesi prima, quando dovevano salvare Jackson. "La tua miglior alleata, Derek, è sempre stata la rabbia ma quello che ti manca di più è un cuore. Ecco perchè hai sempre saputo di aver bisogno di Scott più di chiunque altro. E anche uno bruciato dentro come me me ha di meglio da fare che sottovalutare il semplice eppure innegabile potere dell’amore umano.". Era totalmente vero. Derek si era fatto sempre guidare dalla rabbia, in qualsiasi occasione. Ma anche se sepolto tra le macerie, un cuore ce l’aveva e Lily Howard stava scavando per riportarlo a galla. Peter aveva ragione a volte: il semplice eppure innegabile potere dell’amore umano, poteva salvare davvero tutti. Ritrasse la mano da quella di Lily e si spostò per cercare qualcosa nella tasca dei suoi jeans, tirandone fuori un piccolo fiore rosso e stropicciato, che porse subito alla donna. Il cuore di Lily si fermò alla vista della camelia. “è simbolo di amore, passione e devozione eterna.”. Lei stessa ne aveva regalata una a lui per cercare di dirgli cosa provava e ora aveva preso il fiore tra le mani, osservandolo incantata senza sapere cosa dire.

Aveva detto a Gwen che odiava profondamente Derek Hale, ma no. Non era assolutamente vero.

- Quello che provi per me... non dovresti farlo. Non dovresti provarlo. -

La donna annuì. - È vero, hai ragione. Non dovevo innamorarmi di un lupo stupido ed antipatico come te, la prossima volta prova ad avvisarmi prima però, dato che ormai è tardi.  -

Lily pensò al loro primo incontro: gli aveva detto sin da subito che sapeva più cose sul suo conto di quanto potesse immaginare ma lui non aveva idea di quante cose sapesse davvero Lily.

- Ti ho detto che prima di venire da te ho chiesto informazioni sul tuo conto, ricordi? Qualcuno mi ha detto tutto, Derek. Tutto quello che hai passato, tutto quello che ti ha reso l'uomo che sei ora. Non solo l'incendio, ma anche ciò che è successo prima. Tutto. -

- Ho fatto anche cose orribili in vita mia, ti hanno raccontato anche quelle? -

- Si. -

- E hai avuto comunque il coraggio di innamorarti di uno come me. -

- La mente e il cuore sono le due cose più imprevedibili al mondo. Neanche l'essere più potente al mondo sarebbe capace di controllarli quando si tratta di amore. E da psicologa potrei non essere d'accordo con le scelte che hai fatto in vita tua, potrei cercare di esaminarti in mille modi per capire la tua mente, ma la verità è che al  momento, prima della psicologa c'è la donna in versione licantropo che vuole vendetta e che guidata dalla rabbia, vuole uccidere tutti gli alfa. E quella donna non è molto diversa da te e capisce i tuoi errori. -

L'uomo la sorprese e le rispose con un bacio che Lily non si aspettava in quel momento: nelle settimane successive alla notte che avevano passato insieme non era successo altro. Erano semplicemente tornati a comportarsi come se nulla fosse successo, tornando ai loro battibecchi quotidiani.

Lily si voltò meglio verso di lui senza staccare il viso dal suo, afferrandolo con entrambe le mani, facendo passare le dita dietro le sue orecchie e sulle guance, mentre lui la afferrava per il bacino e la sollevava leggermente per farla sedere sulle sue gambe.

- Quindi non volevi davvero che andassi via poco fa. - disse a bassa voce Derek quando si staccò dalle labbra della donna. Lei fece scivolare le braccia intorno al collo di Derek e alzò le sopracciglia, sorridendo. - Perspicace, signor “ho sempre il broncio per qualsiasi cosa”. Voglio decisamente che tu resti qui con me, dopotutto non sei niente male quando siamo soli... -

- Parli troppo Lily Howard. -

- Lo so Hale, ma qualcuno deve pur compensare le tue poche parole. E poi tu ami il fatto che io parli così tanto.  E ami il fatto che io sia così come sono, che in certi momenti non ti sopporto affatto e ami i nostri battibecchi. Li ami dal primo momento, da quando mi hai chiesto di andare via perchè non volevi comprare nulla da me. E soprattutto ami il fatto che io sia capace di farti provare delle cose belle e reali dopo tutto questo tempo e ami che io sappia ogni singola cosa su di te senza che sia tu a dovermi raccontare tutto e ami che io conosca molti aspetti su di te che nessuno conosce. Ammettilo. -

Derek rimase per un momento a guardare la donna dritto negli occhi, poi annuì quasi impercettibilmente. Era vero: amava tutto ciò che lei aveva detto. E amava il fatto che avesse insistito per salvare l'altra ragazza la notte in banca, riportandogli sua sorella.

Lily Howard era quasi una benedizione per uno come lui.

Lei non disse altro, ma sorrise appena quando lui annuì e chiuse gli occhi per appoggiare la fronte sul suo mento e sulle sue labbra. Sentì le braccia di Derek avvolgerla e sentì le sue mani posarsi sulla sua schiena e accarezzarla dolcemente. Si sentì afferrare per il bacino per stringersi ancora di più a lui e sentì la sua mano scivolare fino al suo collo e lo sentì accarezzarle i capelli.

Chi l’avrebbe mai immaginato un Derek Hale così?

Derek Hale, l’uomo sgorbutico ed arrogante, incapace di fidarsi ed amare, che si lasciava andare con qualcuno. Se lei non fosse stata la protagonista di tutta quella storia, Lily non avrebbe mai creduto ad una cosa del genere.

Fece scivolare il mento sulla spalla dell’uomo e si lasciò abbracciare e coccolare per ancora un po’, ma poco dopo cercò di liberarsi dalla sua presa per tirarsi indietro quanto bastava per baciarlo di nuovo. Si fermò a pochi centimetri dal suo viso e sfiorò con il suo, la punta del naso dell’uomo, rimanendo per un po’ a guardarlo negli occhi, prima di chiudere gli occhi ed avvicinarsi lentamente alle sue labbra.

Poco prima di sfiorarle però entrambi si voltarono di scatto verso la finestra ancora aperta, distratti dal rumore di un allarme non molto lontano e molto forte alle loro orecchie, ma che cessò in fretta.

Lily era balzata subito in piedi e si era avvicinata alla finestra e Derek aveva fatto lo stesso.  - Viene da casa tua, cos'è? -

Derek la guardò tornando ad assumere il suo sguardo cupo e si limitò ad attraversare la stanza e il corridoio con passi veloci per affacciarsi su una delle finestre che davano verso casa sua. Lily lo aveva seguito cercando di fare meno rumore di quanto ne avesse fatto Derek per non svegliare i ragazzi dato che era notte fonda e si affiancò a lui per guardare verso l'appartamento dell'uomo. - Problemi. - disse mentre tirava fuori il suo telefono. Lo mollò subito quando dei passi dietro di loro li distrassero, ed entrambi si voltarono e si ritrovarono davanti i volti familiari di una ragazza e di un uomo.


Isaac dormiva tranquillamente nel suo nuovo letto quando Gwen entrò nella sua stanza, cercando di non far rumore.

Dormiva così tranquillo che alla ragazza quasi dispiaceva infilarsi sotto le coperte con lui, per paura di svegliarlo, dato che ormai sapeva bene che lui era uno di quelli che si svegliava al minimo movimento. Era già tanto se non si era svegliato quando lei era entrata!

Gwen si limitò a sedersi sulla poltrona posizionata al lato del letto e a coprirsi con una coperta, rimanendo lì a guardarlo dormire.

A Gwen piaceva la stanza che aveva lasciato a lui più di quella che aveva preso per lei, anche se anche la sua era straordinaria. Erano molto simili in realtà, ma quella di Gwen aveva solo una piccola finestra ed era poco illuminata, mentre quella di Isaac aveva una finestra che copriva quasi tutta una parete e che faceva sembrare la stanza molto più grande. Dava su un balcone che però aveva un muretto, coperto da una pianta che si arrampicava in alto, talmente alto da non permettere di guardare oltre.  Gwen sapeva bene quanto Isaac avesse paura degli spazi piccoli e stretti a causa di quello che aveva passato e dato che la sua stanza dava un po' quella sensazione, aveva preso lei quella.

Poco dopo Isaac aprì gli occhi e vide Gwen seduta sulla poltrona, sveglia.

- Cosa ci fai lì? - chiese a voce bassa.

La ragazza scrollò le spalle e sorrise appena. - Ti osservavo mentre dormi... -

- Da quanto tempo? -

Gwen guardò l'orologio, stupita. Pensava fosse passato molto meno. - Da tre ore... - sussurrò solamente.

Anche Isaac guardò l'orologio e notò che erano quasi le due di notte. Alzò le sopracciglia, scuotendo appena la testa e alzando le coperte. - Vieni qua e dormi con me, piuttosto... -

Lei annuì e scese dalla poltrona per andare ad infilarsi sotto le coperte con lui. - Sai, qualcuno ha detto che sai di amare davvero una persona quando passeresti una notte intera a guardarla dormire. - Citare Pacey di Dawson's Creek magari non era la cosa migliore in quel momento, ma quella cosa era totalmente vera. - Io sapevo già di amarti, e a dire il vero ho sempre creduto che questa cosa fosse una stronzata... Cioè, dopo un po' che sei lì a guardare qualcuno dormire, ti vien sonno e ti addormenti anche se quella persona la ami alla follia, no? E  invece ho appena capito che mi sbagliavo. Quando sei solo dormi in posizioni strane, a bocca aperta e spesso fai una strana smorfia... E magari non te lo dico abbastanza, ma tu sei incredibilmente bello, Isaac, quindi passare la notte a guardarti dormire è un piacere. -

Isaac sorrise, assonnato e Gwen ricambiò il sorriso, sistemandosi meglio sotto le sue coperte.

- Non mi sono mai sentito così tanto amato da qualcuno in vita mia, biondina, sai?... -

Gwen lo fissò per un attimo e poi si voltò su un fianco, osservandolo ancora per un po’ in silenzio. Non le bastava davvero mai, guardarlo. - Bene. Perchè questo è esattamente il mio scopo. -

Sorrise ad Isaac e si mise di nuovo a pancia in sù sul letto, alzò la testa per raccogliere i capelli da un lato, per poi riaffondare la testa sul cuscino. - Sei sicura che per te vada bene, che io sia qui? Che venga a vivere con voi e che Lily sia il mio tutor?  -

Gwen spostò gli occhi su Isaac e lo fissò. Poi rise e si portò una mano sul viso per coprirsi la bocca. Tornò a guardare il ragazzo, mentre smetteva di ridere. - Scherzi? Si, sono sicura che mi vada bene averti qui. -

- Io sono un casino però. Tu hai visto com’era casa mia, sono un pessimo coinquilino. -

- Smettila Is. Ci accontenteremo anche di un coinquilino orribile come te! Ti avevo promesso che mi sarei occupata del tuo problema, in un modo o in un altro, no? Lily mi ha preceduto, ha proposto la migliore delle soluzioni ed io sono davvero felice di averti qui e soprattutto sono felice che tu abbia di nuovo una sorta di... di famiglia. Quindi ti prego... smettila di farti mille problemi. -

Si spostò su una sua spalla e baciò il collo del ragazzo e poi le sue labbra, per rimanere poi in silenzio per un po'. Si staccò da lui quando sentì il rumore di alcuni passi in corridoio. Era tardi, cosa ci faceva Lily sveglia a quell’ora? Alzò la schiena e guardò verso la porta, per ascoltare meglio fuori quando si rese conto che c’era qualcosa di strano e così fece Isaac.

- Sono i passi di più persone. - Gwen aspettò per un attimo e poi fissò Isaac, non capendo cosa stesse succedendo fuori. Entrambi si decisero a scendere dal letto e ad andare fuori, solo quando sentirono chiaramente la voce di Derek pronunciare la parola “Problemi” e quando ai due già presenti, si aggiungesero altri passi e altri battiti del cuore.

Si precipitarono entrambi alla porta, Isaac senza nemmeno mettersi una maglia addosso, e in corridoio si ritrovarono a metà strada tra Lily e Derek e Peter e Cora.

- Che sta succedendo? - chiese Gwen, fissando una alla volta tutti i presenti in quella stanza.

- Mi dispiace essere piombata qui senza suonare, ma gli alfa sono stati a casa nostra. -

Derek annuì alle parole della sorella e tornò a guardare fuori, verso l’enorme finestra di casa sua su cui era stato appena disegnato il simbolo degli alfa.

- Cos’è successo Cora? Ti hanno fatto qualcosa? Ti hanno... -

Cora scosse la testa e bloccò Lily mentre parlava - No, non li ho visti. So che sono loro solo per il simbolo. Cosa vuol dire, Derek? -

Isaac e Gwen si erano avvicinati alla finestra per guardare fuori e cercare di capirci qualcosa e Derek invece si spostò per avvicinarsi a sua sorella. - Che stanno per arrivare. Stanno per attaccarci. -

- Bene, fantastico! - disse Gwen con tono sarcastico. - In tutto questo, qualcuno mi dice chi è lui e cosa ci fa in casa nostra? -  disse indicando l’uomo vicino a Cora, che lei non aveva mai visto in vita sua.

- Peter Hale. - fu Lily a rispondere a sua sorella, sorprendendo sia lei che Derek. Come faceva a saperlo, se neanche lei l'aveva mai visto?

- Lily. È sempre un piacere rivederti... Tu invece devi essere l'altra piccola Howard che dovrebbe salvarci tutti dagli alfa, vero? -  Gwen lo guardò sospettosa con la fronte aggrottata e non rispose, dato che non c’era davvero bisogno. Peter guardò verso suo nipote e sospirò - Ah, Derek... grazie per avermi avvisato che mia nipote è viva, comunque. -

- Cora è tornata settimane fa, quando siamo andati a riprenderci Boyd ed Erica. Se fossi stato con noi quella notte o nelle settimane successive, l’avresti scoperto da solo. -

- Ragazzi... Ragazzi. Credo che ci siano problemi più gravi di questo al momento, no? - Lily si era messa a braccia conserte e si era quasi appoggiata ad un braccio di Derek, senza neanche renderse conto, mentre parlava con tono autoritario. - Quanto tempo abbiamo? - chiese guardando l’alfa vicino a lei.

- Non lo so. Probabilmente attaccheranno domani sera. Non credo lo faranno questa notte. -

- Bene. Abbiamo qualche ora per prepararci allora... domani. Ora voglio che voi due - disse indicando Isaac e Gwen - torniate a dormire. A dormire, ragazzi. E anche tu, Cora... Se non ti va di tornare al vostro appartamento potete rimanere qui, ma dobbiamo riposare tutti. Non possiamo farci trovare stanchi. - disse infine rivolgendosi a Cora e un po’ anche a Derek. In fondo quella era casa loro.

Peter guardò sorpreso la donna, capì al volo cosa c’era tra lei e Derek e sorrise malizioso, senza dire nulla e in risposta Lily lo fulminò con lo sguardo. - Tu invece puoi andare a dormire a casa tua. -

- Ti ringrazio per l'ospitalità Lily, dopo quello che ho fatto per te! Signori, se volete scusarmi torno a casa mia! -

Disse prima di voltarsi per tornare verso la stanza da cui lui e Cora erano entrati.

- Peter. - Lily lo richiamò ed aspettò che si voltasse verso di lei per indicargli le scale. - Le scale, la porta d'ingresso. -

Lui roteò gli occhi e sbuffò per poi cambiare meta e dirigersi verso le scale.

Gwen intanto aveva annuito alla sorella e si era avvicinata a Cora. - Puoi dormire in camera mia, se vuoi rimanere qui questa notte. -

Prima di risponderle Cora guardò suo fratello e capì cosa doveva dirle. - Grazie Gwen, credo che stare qui questa notte sia più sicuro... Inoltre metterei Derek in una brutta posizione se decidessi di tornare a casa nostra ora. Non saprebbe cosa fare dato che preferirebbe rimanere qui per tenere sotto controllo tua sorella. -

- Il mio letto è tuo. Puoi restare quanto vuoi! -


Quando tutti furono tornati nelle loro stanze, Lily tornò vicino a Derek che era ancora alla finestra a guardare il marchio degli alfa.

- Conoscevi già Peter. -

- Chi avrebbe mai potuto raccontarmi tutto su di te, se non lui, Derek? - lui si voltò e la guardò per un momento. Non aveva mai chiesto chi le avesse raccontato la sua storia, ma in fondo se lo aspettava. - Io ho sempre vissuto una vita abbastanza normale... L'unica cosa fuori dal normale è stata la morte di mia madre quando ero una bambina ed il fatto di dover vivere da sola con mio padre, che a quell'epoca stava con un'altra donna e stava per avere un'altra figlia. Erano problemi insormontabili per me in quegli anni. -

- Eri una bambina che non conosceva la sua vera natura, è normale Lily -

- Non è questo quello che volevo dire però... dopo la morte di mia madre, mio padre ha iniziato a fare discorsi strani. E la cosa che ricordo meglio di quei discorsi è la parte in cui mi diceva "Tesoro se dovesse succedermi qualcosa, cerca Talia Hale. Fidati di lei, ti aiuterà." Ed io non lo capivo. So solo che alcuni anni dopo, quando ero ormai un'adolescente, le sue raccomandazioni sono cambiate improvvisamente. Non mi chiedeva più di cercare Talia Hale, ma quelli che erano rimasti della sua famiglia. Parlava sempre con le lacrime agli occhi di lei, quindi anche se ero cresciuta e capivo più quanto capissi da bambina, avevo paura a chiedere spiegazioni. Poi sono andata al college e persino quando tornavo a casa durante le pause, ricominciava con la solita frase fino al giorno in cui in risposta ho iniziato ad urlargli contro cose orribili, perchè ero stufa di sentirmi dire di cercare qualcuno che non conoscevo affatto ed ero stufa del fatto che si fosse tanto intestardito ma non aveva intenzione di darmi spiegazioni. Me ne sono andata di casa e sono rimasta per un po' da un mio amico. Qualche giorno dopo si è presentato da me e mi ha raccontato tutto: mi ha dato il diario, mi ha insegnato tutto quello che so e mi ha parlato di voi. Quando è morto a causa degli alfa, mi sono messa sulle vostre tracce: sapevo che eri tu quello da cui andare e sapevo che potevo fidarmi di te, se mio padre si fidava ciecamente di Talia, ma prima volevo esserne sicura. Così quando tu hai lasciato Peter da solo a cercare Erica e Boyd per correre a casa, prima di venire da te, ho parlato con lui ed è per questo che ora so davvero tutto su di te. -

Derek stava sorridendo appena. - Chi ti dice però che Peter ti abbia raccontato tutta la verità? Io stesso non mi fido di lui. Ha cercato di ucciderci tutti un paio di anni fa, ti ha detto anche questo? -

- Potrebbe averlo vagamente accennato, si. Mi sono fidata di lui perchè è quello che mi ha chiesto mio padre. Mi fido di te, invece, perchè io vedo molto di più di quello che vedono gli altri o che tu non vuoi lasciar vedere. Quello che vedo io è bellissimo, Hale. -

Derek ora si era staccato dal davanzale e aveva afferrato Lily per un braccio, per costringerla a voltarsi verso di lui. Lily aveva quasi paura che si arrabbiasse con lei per non avergli detto prima tutte quelle cose, ma Derek la sorprese di nuovo e invece di arrabbiarsi, le stampò un bacio sulla fronte e l’avvicinò a sè, stringendo la sua testa al petto. Lily restò per un po’ in silenzio tra le sue braccia, senza muoversi, poi alzò il volto verso di lui -  Hai rovinato alla grande la tua facciata da lupo acido con me alla fine, Hale... -

- E tu la tua facciata da stronza rompipalle. -

Lily sorrise dolcemente, si liberò dalla presa di Derek per tendere una mano verso la sua e inclinare la testa verso la porta della sua stanza. - Hai due opzioni: dormire di sotto, sul divano, oppure venire con me e dormire con  la stronza rompipalle... -

Derek prese la sua mano e si lasciò guidare verso la sua stanza, sorridendo appena. A Lily piaceva vederlo sorridere, ma lui lo faceva troppo raramente. - Mi accontenterò della stronza... -


- Gwen... Cosa stai facendo? -

- Mi sembra ovvio amore mio, faccio quello che fanno tutte le dodicenni normali. Spio mia sorella! -

Isaac rise e scosse la testa. - Devo ricordarti che non hai dodici anni? -

Gwen portò le mani sui fianchi e si voltò verso di lui sbuffando. - E quindi? Non ho potuto spiarla quando ne avevo dodici di anni, quindi rimedio ora. -

- Potresti ascoltare quello che dicono anche dal letto, se vuoi, non serve rimanere lì alla porta! -

Gwen corse sul letto e salì a cavalcioni su di lui. - Non userò mai i miei poteri da licantropo per spiare mia sorella con il suo ragazzo. Al massimo posso usarli per spiare e controllare te, Is. In questa situazione invece... beh, qui dovevi venire a vederli quei due per poter credere ad una cosa del genere. Hai mai visto Derek versione romantica? Io l’ho appena fatto.  -

- Non credevo fosse possibile l’esistenza di quella versione di Derek, in realtà.... Aspetta... usi il tuo super udito per spiare me? - disse aggrottando la fronte.

- mmm, si.... cosa vuoi? ci sono troppe minacce in giro. -

- Minacce? -

- Ovunque Isaac. Sono ovunque. Ragazzine impazzite che fanno troppi apprezzamenti su di te per i miei gusti! Voglio dire, le capisco... ma se accidentalmente si ritroveranno un fianco della loro macchina rigata, la colpa potrebbe, e sottolineo il potrebbe, essere mia. -

Isaac rise di nuovo e la prese per i fianchi, spostandola come se fosse leggerissima e mettendola sul letto vicino a lui. Questa volta fu lui a girarsi per sporgersi sopra di lei. - Ho una confessione da farti a questo punto... Un po’ di tempo fa... potrei, e sottolineo il potrei, aver sbattuto contro un armadietto un tipo a scuola e potrei averlo minacciato di cose non del tutto belle, perchè diceva con un suo amico di volerci provare con te. -

Questa volta fu Gwen a scoppiare a ridere. Buttò le braccia intorno al collo del ragazzo e staccò la schiena dal letto quel che bastava per raggiungere le sue labbra e baciarlo.

- Il mio eroe...  - Lo baciò di nuovo, pentendosi di non averlo fatto davvero per quasi un mese dopo la morte di sua madre, e poi si staccò, afferrando il viso del ragazzo poggiando le mani sulle sue guance e sorridendo appena, con gli occhi che quasi le si chiudevano. Isaac se ne accorse subito, perciò si lasciò cadere al suo fianco e le diede un ultimo bacio sulla guancia, prima di coprire entrambi con la coperta.

- è tardissimo e tu non hai dormito neanche un po’. Devi riposare davvero. -

Gwen non si oppose ed annuì senza aggiungere altro. Rimase ancora un po' a guardarlo ma dopo un gli occhi le si chiusero e Gwen si addormentò.


Lily si svegliò prima degli altri, come al solito. Scese subito al piano di sotto intenzionata a preparare la colazione per gli altri, facendo piano per non svegliare Derek vicino a lei e si accorse subito che in realtà non era la prima ad essersi svegliata quella mattina. Il caffè era pronto e sul tavolo c’erano dei vari sacchetti di una pasticceria poco lontana da lì, ma non c’era nessuno in cucina.

- Sono uscito io a prenderli, mi sono svegliato presto… - Era Isaac. Lily si voltò e gli sorrise appena.

- Non dovevi, Isaac… Potevo prepararvi io la colazione… -

- Ti ho visto farlo per settimane per lo sceriffo, per Stiles, per Gwen e per me, quando la persona di cui dovevi occuparti realmente era solo una… Prendilo come un ringraziamento per quello che hai fatto per tutti… e per me -

Lily sorrise di nuovo e si versò del caffè in una tazza.  - Non c’è di che, Isaac. -

Restarono un po’ in silenzio, mentre Isaac prendeva un paio di tazze e versava dentro il caffè e prendeva un sacchettino e mentre Lily sorseggiava il suo caffè.

- Quindi... Derek... -

La donna alzò di nuovo lo sguardo verso Isaac e si morse le labbra alzando le sopracciglia, quasi imbarazzata. - Derek. - disse infine annuendo e non aggiungendo altro.

- Voi due… -

- Noi due. -

- Devo iniziare a chiamarlo papà ora? -

Lily poggiò la tazza sul tavolo e cercò di sembrare seria, anche se stava per ridere. - No, se non vuoi morire a diciassette anni. -

- Umh… credo continuerò a chiamarlo Derek.  - Lily annuì soddisfatta e Isaac prese le due tazze di caffè e un sacchetto per andare di sopra da Gwen. La donna gli rivolse un ultima occhiata, sorridendo perchè il ragazzo stava portando la colazione a letto a sua sorella.

Sentì i suoi passi salire al piano di sopra, ma ne sentì altri che scendevano e si avvicinavano alla cucina. Quando si voltò si ritrovò davanti Derek che le sorrideva.

- Smettila di sorridere, Hale. Finirai con il far congelare l’inferno o finirai con  il causare un nuovo diluvio universale o l’apocalisse magari.  -

- Qualche altro evento catastrofico? -

- Finirai sicuramente con il… farmi innamorare ancora di più, che è piu o meno un evento catastrofico -

Derek sorrise di nuovo e scosse la testa  - Da dove arrivano quelli? -

- Il nostro piccolo adorabile beta si è svegliato presto e ha pensato a noi! - Sorrise dolcemente a Derek, poi si voltò e sospirò.

- Va tutto bene? -

Lily tornò a guardarlo e ci pensò un attimo, poi scosse la testa. - Stavo pensando che non sappiamo neanche se Ennis è davvero morto o no. E che stiamo per essere attaccati da alfa spietati che hanno già ucciso mio padre e la madre di Gwen e che probabilmente, potrebbero far fuori anche noi in poco tempo. Non so se siamo pronti, Derek… Qualcuno potrebbe farsi davvero male, oggi. Non hai paura di perdere? -

Derek non amava parlarne a voce alta, ma con Lily ormai riusciva ad essere un Derek totalmente diverso. Dato che lei lo conosceva meglio di tutti gli altri, gli risultava facile dire a voce alta ciò che pensava davvero. - Ora che ho davvero qualcosa da perdere, sì. Ma sapevamo di doverli affrontare prima o poi e noi siamo di più. E abbiamo te e Gwen, quindi non credo lo faremo. Abbiamo più possibilità di loro. -

La donna annuì e portò una tazza di caffè anche all’uomo, gli stampò un bacio sulla guancia e poi ci poggiò la fronte sopra. - Combattiamo insieme, allora. -

- Combattiamo insieme. - disse lui, annuendo appena.

   
 
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