Anime & Manga > Cyborg 009
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Autore: michiredfox    02/03/2008    1 recensioni
Gli anni sono trascorsi... i cyborg stanno per affrontare una nuova missione... forse la più difficile finora...
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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La voce del sangue - Parte 1

L’uomo dai capelli chiari stava in piedi davanti alla grande finestra del suo ufficio, contemplando il panorama della campagna francese… Dopo molto tempo, con un lieve sospiro, si avvicinò alla sua scrivania e si sedette. Lentamente, aprì un cassetto e ne estrasse una fotografia di vecchia data, logora e quasi completamente consumata… tuttavia, vi si potevano ancora vedere i volti di due giovani ragazzi sorridenti, nella piena stagione delle loro vite: uno era l’uomo stesso, che abbracciava una giovane dai capelli biondi e gli occhi azzurri…

Le sue dita accarezzarono il viso della donna con delicatezza, quasi con timore che quel leggero tocco potesse farla scomparire per sempre…

“Sto cercando un passato che non tornerà mai più… se solo sapessi dove trovarti, sorellina…”

La sua mente tornò a quel maledetto giorno, quando le fu portata via sotto gli occhi… “Avrei potuto fare di più… forse ora saremmo insieme… forse mamma e papà non sarebbero morti di dolore…”

Forse… forse…

Com’è strana la vita… lui era un uomo affermato ormai, ma tutto quel potere gli era stato dato proprio dai criminali che l’avevano rapita. Aveva pensato di entrare nell’organizzazione perché così sarebbe stato più facile trovarla… ma le cose erano andate diversamente da come sperava… erano passati quasi sei anni e non aveva scoperto nulla sul destino di sua sorella… aveva finito per arrendersi, convincendosi che forse era morta anche lei…

“Magari è stato meglio così… almeno ora non puoi vedere quello che sono diventato e vergognarti di me…”

Dai suoi occhi cadde una lacrima che andò a sciogliersi sul bel viso della ragazza… Lui, che non piangeva mai, che non si mostrava mai debole, si era lasciato trasportare dalle sue emozioni… Irritato per quella mancanza di autocontrollo, scaraventò la fotografia che aveva in mano nel cassetto della scrivania ancora aperto e lo richiuse con forza, imprecando.

Nella foga del suo gesto, si accorse di essersi lievemente ferito il dito indice con la carta della foto… rimase immobile, fissando minuscole goccioline di sangue uscire dalla sua pelle… fu assalito da una grande, inspiegabile ansia…

I suoi pensieri non riuscirono a prendere forma, perché sulla porta del suo ufficio comparve un uomo… alto… il volto preoccupato…

“Chi è lei? Come ha fatto ad entrare qui dentro?” l’uomo riprese il controllo di sé…

“Sei Arnoul?” chiese il misterioso individuo, passando direttamente al tu…

Nessuna risposta, l’altro ripeté “Jean-Paul Arnoul?”

“Perché vuole saperlo?”

“E’ questione di vita o di morte… sei tu Jean-Paul Arnaul?”

L’uomo esitò un istante, poi… di nuovo quell’ansia… allora disse “Sono io, ma lei chi diamine è?”

“Mi chiamo Joe Shimamura… e sono tuo cognato…”

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“009!” gridò Albert, fissando un punto oltre Joe… Lui si voltò e fece appena in tempo a sostenere 003, che cadde svenuta tra le sue braccia…

“Françoise!... Françoise!... Tesoro, rispondimi! Françoise!...”

Gli altri si radunarono intorno ai due ragazzi… 003 giaceva a terra e non mostrava alcun segno di ripresa.

Il Dottor Gilmoure le prese il polso e disse “Mmmmh… il battito è molto debole… dobbiamo portarla subito in ospedale!”

“Cosa?” esclamò 002 “Professore, ma noi siamo cyborg… non possiamo andare in ospedale!”

“Non dire idiozie! Voi non siete completamente artificiali e comunque le parti robotiche e meccaniche di 003 sono situate solo nel cervello… inoltre, qui all’ospedale di Parigi lavora una mia collega ed amica, Caroline Fourier, che sa tutto di voi… dobbiamo andare da lei, io non ho a disposizione gli strumenti necessari a capire che cosa le ha provocato questo…” rispose lo scienziato.

“Va bene, sbrighiamoci” esclamò 009 “Ivan… puoi teletrasportarci tutti?”

“Certamente!”

“Andiamo!”

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In pochi secondi, giunsero in ospedale e consegnarono Françoise alle cure della dottoressa Fourier, assistita dal Dottor Gilmoure.

I cyborg attendevano pazienti i risultati di quella visita in una piccola sala d’aspetto, isolata dal resto della struttura sanitaria: nessuno doveva sapere che si trovavano lì…

Joe era sempre più in ansia: “Mi sento così inutile…”

“Siamo tutti preoccupati” cercò di confortarlo Geronimo “ma l’unica cosa che possiamo fare è aspettare…”

Rimasero in religioso silenzio… 009 continuava a ripetersi mentalmente “Non voglio perderla… no… non può lasciarmi solo”, come se le sue parole potessero in qualche modo esorcizzare il fantasma della morte, di nuovo così vicina a lui.

Dopo un’attesa interminabile, la dottoressa Fourier comparve davanti agli otto cyborg, con il Dottor Gilmoure al suo fianco.

Era una donna di mezz’età, con i capelli corti ed il volto di una persona che aveva visto tanto dolore nella sua vita; tuttavia, i suoi occhi emanavano ancora una luce vivida, quasi un segno di speranza… teneva una cartella clinica…

Joe si avvicinò immediatamente… davanti all’espressione interrogativa della dottoressa, disse “Sono il marito… che cos’ha?”

I due scienziati si scambiarono uno sguardo ed il Professor Gilmoure disse “Vieni con noi, ragazzo…”

009, esitando, li seguì; lo accompagnarono a quella che doveva sicuramente essere la sala rianimazione, poiché era separata dalle altre camere e circondata da vetri molto spessi. Françoise giaceva ancora svenuta all’interno della stanza, circondata da tubicini, apparecchi medici e collegata ad una maschera che le consentiva di respirare.

Joe era sconvolto… non l’aveva mai vista in quello stato, neanche dopo il suo precedente intervento: “Ma che cos’ha, dottore?”

Lo scienziato sospirò e rispose: “Parla pure tu, Caroline…”

La donna porse la mano destra a 009 “Innanzitutto, piacere di conoscerti… anche se avrei preferito averlo fatto in circostanze diverse…” e continuò “… siediti.”

Joe non resisteva più in quell’incertezza… obbedì.

“Dunque, ragazzo… ho due notizie per te: una buona ed una cattiva, purtroppo…”

Lui guardò il Dottor Gilmoure, che annuì con il capo.

“Quale vuoi sapere per prima?”

Non rispose, era come se qualcuno gli avesse serrato la gola per impedirgli di parlare.

La dottoressa Fourier continuò maternamente: “Beh, credo sia meglio cominciare con quella buona… tua moglie aspetta un bambino…”

Era come aver ricevuto un pugno nello stomaco… ma la sensazione non era affatto dolorosa…

“Ma… io… come… lei…” iniziò a balbettare, volgendo gli occhi dall’uno all’altra.

“Sì, sì… reagiscono tutti così…” disse la donna, porgendo la cartellina che aveva in mano a Joe… lui la aprì e quello che riuscì a vedere prima che le lacrime gli offuscassero lo sguardo fu un’ecografia che mostrava un esserino minuscolo, con piccole manine davanti al faccino…

“Oddio!” singhiozzò…

La dottoressa gli prese la cartella dalle mani e disse: “Considerato il risultato delle analisi, lo stadio della gravidanza è di dieci settimane, poco più di due mesi…”

“Ma… io… insomma… noi non ci siamo mai resi conto di…”

“Sì, capisco” lo prevenne la dottoressa Fourier “ma ad una donna può capitare di non accorgersi di niente, finché non ha i primi sintomi… inoltre, la situazione di Françoise è molto particolare… essendo un cyborg certamente non avrebbe mai immaginato di rimanere incinta…”

Joe si ammutolì… lei purtroppo continuò dispiaciuta: “Devo darti però anche la cattiva notizia…”

Lui cercò di ricomporsi… ascoltando attentamente…

“Françoise non sta bene… vedi… la gestazione è già fisicamente impegnativa per una donna normale… per lei lo è ancora di più”

“Che significa?”

“Il bambino sta assorbendo tutte le sue energie… e lei non ha la capacità di reagire… non è in grado nelle sue… diciamo… condizioni, di affrontare una gravidanza… mi dispiace molto ragazzo, ma temo che se non si riprenderà sarà necessario ricorrere all’aborto…”

Joe schizzò in piedi “No! Ci dev’essere un altro modo… Mi rifiuto di credere che non esista un’altra strada!”

Caroline Fourier rispose tranquillamente: “L’unica maniera consiste in trasfusioni di sangue, da effettuare con una certa regolarità per tutti i nove mesi di gestazione… ma a quanto ne so, Françoise non ha parenti e voi non potete certo prestarvi alle cure…”

“Si sbaglia!” gridò 009 “mia moglie ha un fratello, vive proprio qui a Parigi. Lo contatterò e gli spiegherò la situazione… mi aiuterà… dovrà farlo!” Un lumicino flebile di speranza si accese di nuovo in lui… serrò i pugni… la dottoressa comprese perfettamente la sofferenza del ragazzo.

“E va bene” disse “però cerca di sbrigarti… secondo i miei calcoli, dovrò eseguire la prima trasfusione tra meno di due ore, altrimenti…”

“Farò molto prima può giurarci…” detto questo, corse dai suoi amici, spiegando loro che cosa aveva intenzione di fare…

La missione era definitivamente cambiata…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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