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Autore: Mrs Pettyfer    27/08/2013    3 recensioni
«Diciamolo.» affermò allargando le braccia dopo averle tolte dal mio viso.
Una scarica di adrenalina pura invase il mio corpo ma durò solo per un momento, poiché ero convinto di aver interpretato male la sua frase.
«Diciamo cosa amore?» adoravo chiamarlo con quell'appellativo, non potevo sempre così ne approfittavo quando eravamo da soli o al massimo con i ragazzi che erano a conoscenza della nostra relazione.
«Che sei il mio fidanzato, che ti amo, che mi ami. Diciamolo a tutti, domani. Voglio che il mondo sappia che sei solo mio e che io appartengo solo a te. Harry Styles e Louis Tomlinson si amano cavolo!» spiegò con il sorriso sulle labbra, lo stesso sorriso che coinvolse anche me.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camera con vista.

 


 

 

Da quanto forte sbattei la porta sentii i cardini tremare, ero arrabbiato e in un certo senso deluso per preoccuparmi di eventuali fattori esterni. Non volevo più pensare solo agli altri, per una volta avrei voluto essere felice io e invece -come sempre- dovevo stare agli ordini di qualcun altro.
Mi affacciai alla grande finestra della lussuosa suite di uno degli hotel più costosi di tutta Brooklyn e mi concentrai sul panorama meraviglioso che si vedeva da quell'altezza, dovevo per forza concentrarmi su altro altrimenti sarei impazzito. Guardai in basso e mi concentrai su quelle poche persone che ancora passeggiavano per le strade pressoché deserte a quell'ora tarda di notte, alzai lo sguardo e lo puntai sulla splendida visuale che si vedeva del ponte da quell'angolazione. Avevo sempre nutrito una profonda stima per l'uomo che aveva ideato quella costruzione e mi ero chiesto milioni di volte a cosa si fosse ispirato, a cosa avesse pensato mentre disegnava i primi bozzetti.
Mentre provavo ad immaginarlo sentii la mia tasca posteriore vibrare, avevo messo la modalità silenziosa per non essere disturbato durante la diretta e ne ero contento, altrimenti avrei sentito la sua voce cantare la nostra canzone e in quel momento non volevo sentirla, non ancora.
Una chiamata persa e sapevo benissimo che era la prima di una lunga serie, era sempre così quando litigavamo: io scappavo da lui e lui mi cercava e ricercava fino a trovarmi e fare l'amore per ore e ore, concordando così la pace.
Ma quella volta era diverso -o forse no- perché sentivo che ero arrivato al limite, come poteva non dire, non dirle, niente? Ero arrivato a credere che si vergognasse di me e la cosa era pressoché assurda visto che mi aveva ripetuto mille e infinite volte il contrario.
Alzai il capo e puntai i miei occhi su una delle centinaia di nuvole che regnavano in quel momento il cielo cupo, stava per arrivare un bel temporale e il tutto non faceva che mettermi più ansia ancora.
Ogni volta che tempestava io ero insieme a lui, non che avessi paura del temporale solo mi piaceva essere coccolato da lui mentre fuori si riversava la rabbia degli dei. Sorrisi al ricordo di Harry che mi diceva che gli dei non esistevano, che erano solo leggende e dicerie degli anni passati, ma io ogni volta desistevo e continuavo ad essere convinto del contrario.
Un lampo illuminò maggiormente il ponte e la paura che Harry non arrivasse prima che cominciasse a piovere si fece largo dentro di me. Lo so ero di una coerenza incredibile ma anche se ero arrabbiato con lui continuavo ad amarlo e non avrei smesso di certo da un momento all'altro di farlo.
Vagai con la mente nei ricordi più lontani e arrivai all'agosto di tre anni prima quando eravamo ancora a X Factor... una di quelle notti aveva cominciato a grandinare e tempestare come poche volte prima di allora avevo sentito a Londra, ero impaurito in un certo senso e Harry mi aveva tenuto compagnia fino all'alba raccontandomi tutta la sua vita facendomi ridere, consapevole che avremmo comunque dovuto essere a letto a riposarci per la giornata pesante che avremo avuto il giorno successivo.
Un'altra chiamata persa e il mio cuore cominciò a battere come un cavallo appena partita la corsa, come un ladro rincorso dalla polizia, come una gazzella che scappa dal leone, come un povero innamorato... perché era quello che ero seppur vantassi di una fama mondiale incredibile: un povero innamorato.
Un tuono più forte degli altri mi destò dai pensieri e dalle mie constatazioni facendomi accapponare la pelle. Esplorai con gli occhi le innumerevoli nuvole di color grigio ma con varie sfumature e immaginai che oltre quello spesso strato di idrometeore costituite da minute particelle d'acqua condensata ci fosse un bellissimo cielo azzurro.
Non mi ero mai sprecato di usare un po' del mio tempo ad osservare il cielo e fui davvero contento di averlo trovato quella sera, la contemplazione di quella meraviglia richiedeva davvero molta attenzione. Pochi riuscivano -secondo me- a comprendere gli infiniti motivi -se così vogliamo chiamarli- della tempesta, della pioggia, non era solo un fatto meteorologico. Secondo me era molto di più e io quella sera avevo tutto il tempo del mondo per provare a decifrarne almeno quelli più semplici.
Iniziai a canticchiare una vecchia canzone dei Beatles, uno dei suoi gruppi preferiti, e mi ritrovai specchiato in quelle poche parole che aveva pronunciato il mitico John Lennon.
Da quando mi aveva confessato di essere un'amante di quel gruppo anni sessanta mi ero dedicato a scaricare quante più possibili loro canzoni riuscissi e ogni volta che mangiavamo da soli le mettevo come sottofondo. Anche quel giorno in cui avevo organizzato un pic-nic per il nostro primo mesiversario come coppia. A quel ricordo mi rattristai e fu impossibile fermare quella stupida lacrima.
«Louis.» sobbalzai nell'udire il mio nome uscire dalla sua bocca. Non mi ero accorto che fosse entrato, forse lo aveva fatto quando c'era stato quel tuono forte -più degli altri. Ma se questo era vero allora mi aveva sentito cantare e magari aveva pure immaginato che il motivo per cui avevo tirato su con il naso non fosse stato un moscerino che per colpa del vento -che si era fatto ancora più forte- era finito nei miei occhi, facendomi lacrimare.
«Louis ti prego.» sussurrò avvicinandosi. Sentii i suoi piedi venir strascicati sulla moquette, poi non li sentii più a capii che si fosse tolto le scarpe.
Sospirai consapevole che non potevo fare nulla per fermare il mio cuore impazzito, bastava che lui parlasse che questo aveva già pompato il doppio del sangue che avrebbe dovuto.
«Ti prego lo dico io Harry.» sospirai conscio che la mia rabbia -che ero riuscito a sopire fino a quel momento- stesse per uscire, tutta.
«Hai sentito quello che ha detto? Ti ha dedicato il suo premio! Sono passato sopra alla canzone ma a questa non ci riesco, è più forte di me. Capisci? Sono geloso Harry, geloso marcio.» urlai girandomi verso di lui.
Avrei dovuto dirgli che per le prossime volte che avremo litigato si sarebbe dovuto comprare un pacco di sacchi neri e ne avrebbe dovuto indossare uno ogni volta. Era troppo bello e sapevo che non avrei resistito ancora per molto, sarei crollato e con me anche tutte le barriere e la rabbia lasciando che le sue braccia mi circondassero e i suoi baci e sussurri mi tranquillizzassero.
«Ma io amo solo te! Voglio solo te, non m'importa nulla di lei. Ti prego Louis non rendere tutto più difficile.» sbuffò come se fosse l'unico ad essere stanco di quella situazione.
Mi avvicinai anch'io posizionandomi quasi di fronte a lui.
«Ho visto la tua faccia Harry. Conosco benissimo quel sorriso trattenuto, è lo stesso che fai quando mi metti in imbarazzo o quando faccio figure idiote alle quali tu vorresti ridere. Ti è piaciuto.» dissi a voce bassa fino a finire con la frase più difficile in assoluto.
Lo vidi irrigidirsi davanti alle mie parole. Con un unico passo si sistemò a pochi centimetri da me e una sua mano toccò la mia fino a far intrecciare le nostre dita.
«Non mi è piaciuto Louis, non lo dire mai più. Ho solo trovato buffa la cosa, io non mi sento parte di quella canzone e non voglio avere più niente a che fare con lei. Amo te Louis, solo te.» sussurrò accarezzandomi una guancia.
Avanzai di pochi passi e ritrovai la mia fronte appoggiata alla sua, adoravo quei pochi centimetri che mi rendevano più basso di lui, mi piaceva da morire essere protetto da lui, il mio Harry. In quei momenti sembrava essere lui il più grande e la cosa non mi dava fastidio per nulla, anzi la trovavo piuttosto romantica.
«E poi... mi piace solo quello che faccio con te, e quello che tu fai a me.» annunciò usando il suo solito ghigno che utilizzava solo per le sue frecciatine maliziose che riservava solo a me.
Sospirai capendo che lo avevo già perdonato, anche se lui -povero amore mio- non aveva nulla da farsi perdonare, la mia rabbia era dovuta al fatto che lei aveva potuto dire -davanti a milioni di persone- che il premio era dedicato al mio Harry. Non tutti lo avevano capito -questo era ovvio- ma la maggior parte sì e mi aveva dato fastidio, perché lei aveva potuto dirlo senza aver paura delle conseguenze mentre noi non potevamo nemmeno tenerci per mano duranti i concerti o una stupida intervista.
«Sei sempre il solito amore.» constatai scuotendo la testa.
Harry ridacchiò riuscendo a capire che lo avevo perdonato e che tutto stava tornando alla normalità, con noi che dovevamo nascondere il nostro amore vivendolo solo quando nessuno poteva vederci o filmarci.
Era triste come cosa ma a volte l'adrenalina che procurava ai nostri corpi era fantastica e le emozioni che ci faceva provare erano belle, molto belle.
Pochi istanti dopo sentii le sue labbra sulle mie e come ogni volta il mio povero cuore -povero perché ormai avrei dovuto sottoporlo a una visita cardiologa visto che non erano normali tutti quei battiti- esplose rendendomi protagonista di mille emozioni diverse, per la milionesima volta. Le sue labbra erano così morbide che cominciai a giocarci, modellandole a piacere tanto poi si sarebbero adattate alle mie comunque.
La sua lingua mi piaceva da matti e tutte le attenzioni che mi donava mi rendevano rosso in viso ogni volta.
Quando ci staccammo entrambi avevamo le labbra rosse, le sue ne ero sicuro perché i miei occhi non avevano intenzione di smettere di fissarle e le mie, beh le mie le sentivo ancora pulsare e poi continuavo a morderle, quindi era inevitabile la cosa. Abbassai di poco la visuale e poggiai la fronte sul suo petto cominciando a ridere come un povero demente, a volte mi capitava e senza un motivo apparente ed era solo colpa sua, sua e del suo irresistibile fascino.
«Che hai Lou?» mi chiese prendendomi il viso tra le mani. Lo guardai negli occhi e notai solo in quel momento che fossero rossi, che avesse pianto mentre mi cercava?Accantonai per un attimo quella questione -che avrei sicuramente aperto più tardi- e gli sorrisi.
«Sono innamorato pazzo di te. Non posso farci nulla Harry, sono un caso perso ormai.» annunciai con la gioia che trasudava da ogni mio poro. Lo vidi un attimo pensieroso per poi assistere ad uno dei suoi sorrisi più belli che mi avesse mai rivolto, portai una mano sulla sua fossetta destra e baciai quella sinistra tornando subito a fissare i suoi occhi e il suo viso. 
«Diciamolo.» affermò allargando le braccia dopo averle tolte dal mio viso.
Una scarica di adrenalina pura invase il mio corpo ma durò solo per un momento, poiché ero convinto di aver interpretato male la sua frase.
«Diciamo cosa amore?» adoravo chiamarlo con quell'appellativo, non potevo sempre così ne approfittavo quando eravamo da soli o al massimo con i ragazzi che erano a conoscenza della nostra relazione.
«Che sei il mio fidanzato, che ti amo, che mi ami. Diciamolo a tutti, domani. Voglio che il mondo sappia che sei solo mio e che io appartengo solo a te. Harry Styles e Louis Tomlinson si amano cavolo!» spiegò con il sorriso sulle labbra, lo stesso sorriso che coinvolse anche me.
Presi la spinta e gli saltai in braccio facendolo cadere inevitabilmente sul letto causa la mia improvvisa voglia di sentirmi tra le sue braccia.
«Amore mio non sono così forte da saperti tenere in braccio.» disse facendomi ridacchiare. Ero così felice che non mi preoccupai della gente che avrebbe potuto remarci contro, Paul era dalla nostra parte, i nostri manager erano dalla nostra parte e anche la modest lo era, perché tutti si erano accorti di quanto bene stavamo insieme, di quanto il nostro amore era grande.
Inoltre c'erano molte nostre fans che vedevano in noi una possibile coppia, loro ci avrebbero sostenuto come moltissime altre fans e le altre... beh le altre si sarebbero scelte qualche altro cantante preferito.
«Dormiamo amore?»
Annuii con la testa appoggiata sul suo petto e chiusi gli occhi. Ero ancora vestito e non m'importava se i questi si sarebbero sgualciti, ero tra le braccia di Harry e ci sarei rimasto per tutta la notte.
L'ultimo tuono che catturò la mia attenzione fu quello prima di sentire ancora più stretta la presa di Harry e di sentire il caldo tepore di una coperta sopra i nostri corpi.

 

 

Note da leggere perché esplicative:
Inanzi tutto voglio ringraziare ognuno di voi per essere arrivato fino alla fine.
Ho alcuni punti che vorrei precisare riguardo la storia:
1. come avete potuto vedere la modest non costringe i ragazzi a non rivelarsi e nemmeno i manager, sono tutti dalla loro parte -se così vogliamo chiamarla;
2. Louis in questa one shot non è fidanzato e quindi non usa Eleanor come “copertura”;
3. per quanto riguarda il lei che più volte si sente nominare nella storia è riferito alla Swift, molti dicono che la canzone non è dedicata a Harry visto che il loro rapporto -se così vogliamo chiamarlo- era iniziato dopo la pubblicazione del disco della ragazza, ma io tengo a chiarire che ho letto in alcuni blog che i due si erano frequentati anche prima quindi ho colto la palla al balzo e ho scritto.
Questa -tengo a precisare- è la prima storia slash che scrivo, non sono una Larry Shipper ma la gif che vi metterò alla fine mi ha ispirato e ho voluto scrivere quello che io ho immaginato potessero dire le loro espressioni/reazioni. In particolar modo quella di Louis mi ha dato l'idea, l'ho trovata molto significativa e per un momento ho creduto veramente che dopo i vma sarebbe potuto accadere quanto descritto qui sopra.
Detto questo ringrazio coloro che metteranno tra le preferite/seguite/ricordate o recensiranno questa storia.
Grazie mille, la Vostra Mrs Pettyfer.


 

   
 
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