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Autore: soholdontome    27/08/2013    2 recensioni
«[...] Ho bisogno che torni da me, ho bisogno di tornare da te. Ho bisogno di me e te insieme.»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harry mi guardava da lontano come faceva sempre, si passava la lingua sulle labbra mentre mi teneva i suoi enormi occhi verdi piantati addosso e faceva finta di ascoltare i suoi amici Marvin e Nick che parlavano di chissà cosa.
«Ti fissa di nuovo, Helena» disse la mia amica Johanna.
«Lo so, Jo. Mi sta facendo innervosire, adesso vado lì e gli chiedo che diamine vuole, così la facciamo finita una volta per tutte»
«Non puoi, tirerà in ballo la storia che avevi una cotta per lui due anni fa e ti prenderà in giro dicendo che gli correvi dietro come un cagnolino»
«Prima non mi degnava di uno sguardo e ora non ha occhi che per me, bizzarro eh? Non m'interessa, vado e basta»
«Sta attenta»
Erano ormai tre mesi che quell'impertinente di Harry Styles restava a guardarmi tutte le volte che eravamo nello stesso posto. Prima, quando eravamo dei ragazzini e andavamo a scuola insieme, eravamo amici, poi lui ha conosciuto gente nuova, è cambiato e quando si è reso conto che avevo una cotta per lui ha cominciato a deridermi... fino a quando sono diventata la sua ossessione, o almeno così diceva Jo. Lei era l'unica del vecchio gruppo che era riuscita a restare sua amica, lui si fidava di lei e le confessava spesso alcuni dei suoi segreti.
Mi avvicinai alla panchina dove era lui e si alzò a sedere sullo schienale per portarsi alla mia stessa altezza.
«Ciao bellissima» mi salutò. Nick e Marvin si scambiarono uno sguardo e andarono via dopo aver lasciato una pacca sulla spalla all'amico.
«Si può sapere che diavolo hai da guardare?» sbottai.
«Io guardo sempre le cose che mi piacciono, bellissima»
«Già, ma io non sono una cosa»
«Lo so, bellissima»
«Allora che vuoi da me? E smettila di chiamarmi bellissima, mi dai sui nervi»
«Perdonami, non intendevo irritarti»
«Lo fai sempre, Harry»
«Uhm. Comunque voglio invitarti a cena una sera»
«Non ho intenzione di accettare»
«Ti prego, Helena. Dammi una chance»
Mi guardò intensamente negli occhi e cercò di avvicinare la mano alla mia ma mi scansai e dissi: «Nemmeno tra un milione di anni».
Corsi indietro dalla mia amica e insieme andammo via. Nei giorni successivi Harry continuò a mandarmi sms - probabilmente aveva preso il mio numero dal cellulare di Johanna - nei quali mi chiedeva semplicemente: «Allora?», io puntualmente rispondevo «Mai» e rifiutavo le sue eventuali telefonate.
«Credo che dovresti accettare» mi disse un giorno Jo.
«Non posso, non ne uscirei viva. Sai che la mia cotta per lui non è esattamente svanita e non ho intenzione di farmi prendere in giro dal ricciolino sexy»
«Allora credi che sia sexy?»
«Dai, ma l'hai visto con quei pantaloni neri attillati, la maglietta grigia e il beanie? Sembra un dio»
«Ma allora ti piace...»
«È bellissimo, ma anche stronzo come pochi»
«Non è vero, dovresti davvero dargli una possibilità. Scopriresti che è un ragazzo dolcissimo, la sua è solo un'armatura. Credimi, é tanto bello fuori quanto dentro»
«Se ti piace tanto perchè non ci esci tu?»
«Perchè io ho Derek, ma soprattutto lui vuole te, e tu vuoi lui. Non negarlo!»
«Mi arrendo»
«Ci uscirai?»
«Sì, una volta, e se vedo che va male mi alzo e vado via»
«Va bene, ci sto. Ora mandagli un messaggio»
«Cosa devo scrivergli?»
«Qualsiasi cosa, salutalo, chiedigli come sta, cosa fa...»
Ascoltai le varie proposte di Jo ma alla fine scrissi velocemente il messaggio e inviai un'unica parola: «Okay».

Sabato sera alle nove in punto Harry venne a prendermi a casa per portarmi a cena fuori. Era probabilmente la persona più bella che avessi mai visto in vita mia, indossava un completo nero con un camicia bianca aperta ai primi due bottoni e aveva i capelli leggermente alzati e tirati indietro.
Durante tutto il tragitto e buona parte della cena non scambiammo che qualche parola, finchè giunti al momento del dessert mi guardó di nuovo in quel suo modo strano.
«Sono ancora fonte d'ispirazione per le tue poesie?» chiese.
«Di cosa parli?»
«Delle tue poesie, Helena. Tre mesi fa stavo navigando in Internet e ho trovato per caso le tue poesie, le ho lette e rilette fino a capire che il soggetto ero io. Le ho amate, le amo. Sono davvero perfette e non riesco a credere di essere stato tanto idiota in questi anni da prenderti in giro, se solo avessi prestato attenzione ai tuoi sentimenti adesso non saremmo a questo punto»
«Io non scrivo più per te da un pezzo, Harry. Smettila»
«Non mentirmi. Capelli ricci, occhi verdi, parla lentamente, non ti tratta come dovrebbe, non ricambia il tuo amore... Chi altri potrebbe essere?»
«Ti stai sbagliando»
«No, so di essere io»
Spogliata delle ultime difese, presi la borsa e corsi fuori, andandomi a rifugiare in una casetta per bambini nel parco di fronte al ristorante. Dopo qualche minuto sentii dei passi e realizzai che si trattava di Harry quando disse: «In realtá sei tu a sbagliare, sai? Non è assolutamente vero che non ricambio i tuoi sentimenti».
Scivolò lungo la parete della casetta e si sedette dietro di me, con il legno sottile a dividerci.
«Vedi, Helena, in questo tempo sono cambiato ma alla fine sono sempre lo stesso. Sono sempre il ragazzino col quale studiavi e facevi merenda di pomeriggio, sono solo un po' cresciuto e incattivito dalle brutte persone che ho incontrato lungo il mio cammino. Ho solo diciannove anni, in qualche modo dovevo affrontare chi mi dava addosso, no? Così ho frequentato persone che mi aiutassero a capire come comportarmi con critiche e odio senza scoppiare in lacrime, mi sono fortificato. Sono sempre Harry, e da quando ho letto quelle tue poesie ho realizzato quanto ho sbagliato a tagliarti fuori dalla mia vita in questo modo, sento la tua mancanza ogni giorno e Jo ne è testimone. Ho bisogno che torni da me, ho bisogno di tornare da te. Ho bisogno di me e te insieme».
Aprii la piccola porta della casetta e uscii fuori senza fiatare, andai ad inginocchiarmi di fronte a lui così da poterlo guardare in viso, gli accarezzai una guancia e dissi: «Mi ami?»
«Con tutto me stesso»
«Allora baciami, Harry»
Si sporse in avanti prima per sfiorarmi lentamente e delicatamente le labbra e poi mi baciò davvero, concedendomi solo un secondo per potergli dire: «Ti amo anch'io».
  
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