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Autore: jas_    27/08/2013    10 recensioni
Non importa cosa esca dalle labbra di Harry, se un “sei bellissima” o un semplice “ciao”, con lui io mi sento una scolaretta alle prime armi, che non sa dove mettere le mani quando ci si bacia, che ha paura di fare male le cose, di deludere le persone.
Missing Moment di Right side, wrong bed
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Right side, wrong bed'
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ATTENZIONE!
In questa one shot si spoilera il finale di Right side, wrong bed.




 



 

Stay out tonight and see through my eyes
Stay out this time and we’ll be home by five
{Nina Nesbitt – Stay Out

 


Non mi rendo conto di essere come incantata a guardare le persone che ballano in mezzo al salone di casa mia fino a quando Harry non mi cinge i fianchi con le braccia e io sussulto, presa alla sprovvista.
«Ti va di ballare?» mi sussurra in un orecchio, facendomi rabbrividire e arrossire allo stesso tempo.
Mi agito sul posto, quella voce roca e il suo respiro fievole sulla pelle mi fanno venire i brividi. Sempre.
Non importa cosa esca dalle labbra di Harry, se un “sei bellissima” o un semplice “ciao”, con lui io mi sento una scolaretta alle prime armi, che non sa dove mettere le mani quando ci si bacia, che ha paura di fare male le cose, di deludere le persone.
Annuisco e lascio che le sue dita lunghe e affusolate stringano le mie, più piccole.
Cammina deciso tra le numerose coppie che ballano un lento, io lascio che Harry mi guidi, congiungo le mani dietro il suo collo e alzo il viso per guardarlo.
Lui sorride, con quel papillon e i capelli sbarazzini mi sembra ancora un ragazzino, lo stesso che ho conosciuto e del quale mi sono innamorata, solo meno sfacciato e meno interessato alle ragazze, se non a me.
«A cosa stai pensando?» mi domanda divertito, con quel suo solito accenno di malizia che mette in qualunque cosa dica.
 «A quanto fossi stato odioso la prima volta che ti ho visto» rispondo sincera.
Il suo sorriso si allarga ulteriormente, e le sue fossette diventano ancora più profonde e accentuate, lasciando spazio ad una fila di denti bianchi e perfetti.
«Non devo esserlo stato poi così tanto se alla fine tu ti sei innamorata di me.»
Arriccio le labbra in disaccordo con le sue parole, «devo ricordarti gli eventi che ci hanno portati ad essere dove siamo ora?»
Lui non risponde, ma il suo sorriso si trasforma in una risata flebile, trattenuta semplicemente per non attirare l’attenzione delle altre coppie che ballano attorno a noi.
Prendo il suo silenzio come un sì e comincio ad elencare ogni cosa, da quella festa della quale non mi ricordo ancora nulla al matrimonio, a Louis, fino ad arrivare alla festa di beneficienza, il diploma, la mia prima volta, l’università e infine noi, ora.
«Vedo che non hai più avuto amnesie da allora» ribatte lui divertito, senza perdere il sorriso.
Gli tiro un pugno sommesso sullo stomaco che lo fa boccheggiare per alcuni secondi, «sei matta?» dice, col respiro mozzato.
«Te la sei andata a cercare» gli dico semplicemente, con una smorfia vittoriosa dipinta sul viso.
«Devo iniziare a farti il solletico?» mi minaccia lui.
Scuoto la testa divertita e mi divincolo dalla sua presa uscendo poi dalla pista da ballo.
Harry mi segue verso la cucina dove prendo un bicchiere d’acqua, lui invece ha in mano un flûte di champagne, rubato probabilmente dal vassoio di qualche cameriere.
«Che ne dici se scappassimo?» domanda poi, tranquillo.
Per poco non mi strozzo con l’acqua che sto bevendo, comincio a tossire e mi sento la gola bruciare mentre Harry corre in mio soccorso dandomi delle leggere pacche sulla schiena.
«Stai bene? Che ho detto di male?» chiede.
Mi schiarisco la voce non appena mi riprendo, «ma sei pazzo?» grido poi, con la voce ancora incrinata e le lacrime agli occhi.
Harry mi guarda confuso, le sopracciglia e la fronte aggrottate, la testa leggermente inclinata a destra e la bocca socchiusa. Poi dal nulla s’illumina e le sue labbra si increspano in un sorriso, «ma cos’hai capito!» esclama poi divertito, «non intendevo scappare scappare, intendevo scappare da questa festa e andare da qualche altra parte! Sto cominciando ad annoiarmi in mezzo a tutta questa gente per bene.»
Arrossisco dalla vergogna e mi batto una mano sulla fronte mentre prego mentalmente di essere inghiottita dal pavimento.
Sento Harry ridere e poi le sue braccia cingermi le spalle prima che anch’io mi lasci andare ad una risata liberatoria, forse un po’ sguaiata ed esagerata per la situazione.
«Sono una deficiente» dico poi, mentre inizio a tranquillizzarmi.
«Forse un pochino» mi consola Harry divertito, accarezzandomi le guance con le mani e allontanando il mio viso dal suo petto.
Mi guarda con le labbra serrate, è evidente che si sta trattenendo dallo scoppiare a ridere di nuovo, e poi mi bacia.
«Allora, andiamo?» domanda poi, staccandosi a malapena da me, con le nostre labbra che si sfiorano ancora.
Annuisco e lascio che stringa una mia mano con la sua prima di farmi trascinare via da quella festa che non fa per noi.
 
 
 
«Non mi farai ubriacare un’altra volta» lo avverto, mentre prendo un breve sorso di un cocktail che ho ordinato.
Harry ride, «non ti sto obbligando a farlo, come non ti ho obbligato a farlo quella famosa sera» risponde lui divertito.
Non dico niente, prendo una fragola dal suo bicchiere e me la porto alle labbra mangiandola per metà, poi lascio la restante parte a lui.
«Sai, ho visto Louis un paio di giorni fa» esordisce poi, con la bocca piena.
Mi irrigidisco a quelle parole e comincio a mescolare nervosa il mio drink con la cannuccia fino a quando la mano di Harry non mi blocca.
«Tranquilla, non è successo niente. Ci siamo salutati e... E basta» conclude.
«Mi dispiace» mormoro semplicemente, abbassando lo sguardo sulle nostre mani ancora in contatto. «Se non fosse stato per me probabilmente sareste ancora amici.»
Harry scuote la testa, «se si è comportato così probabilmente non era un buon amico.»
Sospiro in disaccordo con le sue parole, tuttavia non mi oppongo, appoggiando la schiena alla panchina e finendo in un sorso il mio drink.
«Andiamo? Voglio portarti in un posto speciale» sussurra poi Harry, baciandomi flebilmente il naso.
Annuisco e lo seguo fuori dal locale dopo che ha lasciato una banconota da venti sterline sul tavolo per i drink.
Nonostante sia solo settembre rabbrividisco quando l’aria che c’è fuori mi colpisce il viso e istintivamente mi stringo ancora di più ad Harry che ha un braccio avvolto attorno alle mie spalle.
Camminiamo per alcuni minuti fino a quando non raggiungiamo le rive del Tamigi, flebilmente illuminate dalla luce di alcuni lampioni.
«Dove stiamo andando esattamente?» domando curiosa, mentre vedo spuntare oltre la cima di alcuni alberi il London Eye.
«Tranquilla, non voglio portarti là» dice lui, rallentando leggermente il passo davanti ad un incrocio con una strada trafficata.
«E dove allora?» domando sempre più confusa.
Lui non risponde, si limita a stringere la mia mano mentre camminiamo sulle strisce pedonali finendo su un marciapiede affiancato da numerosi negozi.
«Hai finito di essere così vago?» domando irritata, mentre Harry riprende un passo sostenuto, al quale faccio fatica stare dietro.
Lui è alto più di un metro e ottanta, io non raggiungo nemmeno il metro e settanta e uno dei suoi passi equivale a due dei miei così alla fine sono costretta quasi a correre per non restare indietro.
«Harry!» lo chiamo esasperata, ma lui mi ignora e svolta in una galleria che non avevo mai notato in vita mia, piena di negozi stranamente ancora aperti.
«Siamo quasi arrivati, Cioppi» mi avverte lui, ed io alzo gli occhi al cielo di fronte a quel soprannome che purtroppo non si è ancora dimenticato.
Lo vedo sorridere, ormai conosce a memoria le mie reazioni di fronte a quel nome che odio e amo allo stesso momento.
Harry si arresta di scatto davanti ad una cabina per le foto e per poco non gli vado a sbattere addosso. Prende dalla tasca dei jeans delle monetine che mette dentro e poi scosta la tendina.
«Cosa stai facendo?» domando, confusa.
«Secondo te?» ribatte lui divertito, sedendosi all’interno dell’abitacolo e battendosi le mani sulle cosce per far segno di mettermi in braccio a lui.
Obbedisco titubante, «perché mi hai portata qua?» chiedo poi.
«Mi sono reso conto che non abbiamo ancora delle foto decenti insieme» commenta lui, mentre seleziona le opzioni sullo schermo davanti a noi.
«Bastava che me lo dicessi, non c’era bisogno di tutto ciò» osservo, guardando le sue dita che cliccano diverse cose sul touch-screen.
«Ma qua fa più figo, non credi?»
Storco le labbra in una smorfia di dissenso, «tu sei strano» dico poi, prima che un flash mi accechi gli occhi.
Sussulto e sento Harry alle mie spalle ridere e il suo respiro solleticarmi l’orecchio.
«Sorridi» mi ordina poi, ed io mando un bacio all’obbiettivo quando il secondo flash ci colpisce.
«Faccia perplessa.»
Mi porto l’indice e il medio sotto il mento e dischiudo la bocca cercando di assumere una posa decente.
«Linguaccia» dico poi io, mostrando la lingua alla macchina fotografica che ci osserva.
«Faccia spaventata» aggiunge Harry, lo vedo con la coda dell’occhio inarcare le sopracciglia ed aprire la bocca, rido e riesco a mettermi anch’io in posa prima che il quinto flash ci colpisca.
«Posa libera» invento, e mi porto le mani agli occhi mimando due occhiali. Harry ride e nel momento in cui la sesta foto scatta ha un’espressione indecifrabile, quasi spaventata.
«Bacio» dice poi, e non faccio in tempo a voltarmi verso di lui che le sue labbra incontrano le mie, facendomi venire la pelle d’oca.
Percepisco la luce del flash nonostante abbia gli occhi chiusi, sebbene la foto sia già stata staccata noi due non ci allontaniamo, anzi, approfondiamo il bacio.
Sento la lingua di Harry insinuarsi nella mia bocca e sorrido a malapena per la posizione goffa in cui siamo mentre approfondiamo quel bacio.
Un ulteriore flash scatta, porto una mano sulla nuca di Harry e accarezzo lentamente i suoi ricci morbidi fino a quando non perdo l’equilibrio e rischio di cadere per terra.
Lui mi prende prontamente per un braccio e io lo guardo sorpresa prima di scoppiare a ridere, seguita da lui.
«Sei un danno!» esclama Harry divertito, aiutandomi a rimettermi composta.
«E’ colpa tua!» ribatto io, scoppiando a ridere.
«Sei tu che non riesci a stare in piedi!» mi accusa lui.
Gli rivolgo una smorfia ed Harry mi tira una pacca sul sedere, «dai, alzati che le foto sono finite» dice poi.
Obbedisco ed esco dalla cabina prendendo le foto che nel frattempo sono state sviluppate.
«Maiale! Mi guardavi le tette mentre io ti parlavo!» esclamo poi, tirandogli un pugno sul braccio.
«Ma non è vero! Mi è caduto l’occhio per un attimo!» cerca di difendersi Harry, alzando le mani davanti a lui per evitare di prendere altri colpi.
Lo guardo poco convinta, poi faccio finta di credergli e continuo ad osservare le altre foto alquanto brutte. O meglio, in cui io sono brutta, Harry come al solito sembra un dio.
«Sei bellissima» sussurra lui, cingendomi da dietro i fianchi ed appoggiando la testa sulla mia spalla. Scuoto la testa e mi volto verso di lui, «io vengo malissimo nelle foto, tu sei fotogenico» osservo.
Harry sorride, purtroppo la modestia non è mai stata il suo forte, «lo so che io sono bello, ma anche tu non sei male, devo ammetterlo.»
«Dove vuoi che ti picchi stavolta?» lo minaccio.
Lui non mi risponde ma si scosta da me, poi con pochi abili gesti mi fa voltare verso di lui e mi spinge indietro fino a quando la mia schiena non incontra la parete fredda della cabina fotografica.
Mi sorride dolcemente e mi accarezza la guancia destra con estrema lentezza, io sento bruciare ogni centimetro dia pelle che mi sfiora. I suoi occhi verdi sembrano brillare di luce propria al chiarore della luna piena alta nel cielo e per l’ennesima volta rimango senza fiato davanti a cotanta bellezza e, oserei dire, perfezione.
Passo le mie mani tra i suoi capelli facendole congiungere poi dietro il suo collo e avvicinandomi alle sue labbra. Compio questi gesti senza distogliere mai il mio sguardo dal suo, col battito del cuore che accelera sempre di più così come il mio respiro, e sento che anche per lui è la stessa cosa. Anche Harry ha il respiro corto, alza il braccio sinistro per prendere la mia mano e posarla sul suo petto. Sento chiaramente il battito del suo cuore accelerato come il mio
«E’ questo l’effetto che mi fai» sussurra poi, «questo è quello che provo per te.»
Mi agito sul posto, quella voce roca e il suo respiro fievole sulla pelle mi fanno venire i brividi. Sempre.
Non importa cosa esca dalle labbra di Harry, se un “sei bellissima” o un semplice “ciao”, con lui io mi sento una scolaretta alle prime armi, che non sa dove mettere le mani quando ci si bacia, che ha paura di fare male le cose, di deludere le persone.
«Ti amo» sussurro poi, prima di annullare le distanze tra noi.
 


 

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Questa one shot potrebbe considerarsi l'epilogo di RSWB ma avendola scritta a parte, ho deciso di postarla a parte. Poi non mi andava di non utilizzare il banner che avevo fatto ahahaha
Sentivo che molte cose non erano chiare con l'ultimo capitolo della long, per esempio che fine avesse fatto Louis dopo la festa.
Che Vì ed Harry avrebbero vissuto per sempre felici e contenti era ovvio!
L'idea mi è venuta vedendo la foto (ovviamente falsa) di Harry ed Emma Watson ed ascoltando Stay Out della meravigliosa Nina Nesbitt.
Detto ciò, spero che vi sia piaciuta!
Fatemi sapere che ne pensate!
Jas
 

 

 
 

   
 
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