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Autore: zacra    27/08/2013    1 recensioni
"never enough" letteralmente significa , mai abbastanza, ed è così che si sentono i personaggi principali di questa FF .... mai abbastanza, felici, tristi, arrabbiati.... non raggiungono mai alcun apice....
questo è il mio ultimo lavoro, nato alle 3 di notte della festa di S. Patrizio.... spero possa piacervi
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“C’è una certa gloria nel non essere compresi.”
(C. Baudelaire)
Jared era sul palco , gli sembrava che l’intera Londra fosse lì ad ascoltarlo cantare quella sera, il concerto era quasi finito, si voltò un attimo verso le quinte e vide Ariel accarezzare il viso di Liam, non gli era ben chiaro il tipo di rapporto che c’era tra i due, ma supponeva che fosse simile al rapporto che Ariel instaurava con chiunque, sempre a debita distanza, Liam si sporse verso di lei per darle un bacio e lei si voltò così che lui si ritrovasse a baciarle la guancia.
Le prime note di Alibi suonate da Tomo riportarono Jared alla sua musica.
-          La pianti di baciare mia sorella Liam?- disse Gan dopo averli raggiunti.
-          Baciarla? Magari, ogni volta lei si sposta- rispose lui sorridendo.
-          Dovresti aver capito com’è fatta ormai- fece Gan scompigliandogli i capelli e trascinandolo fuori a parlare con un paio di ragazze che lui e  Max avevano appena conosciuto.
Ariel si rimise ad osservare il concerto, erano ormai giunti al termine Jared suonò le prime note di “city of angels” poi si fermò e si voltò a guardarla, facendole segno di raggiungerlo sul palco.
Lei scosse la testa decisa.
-          La mia amica è un po’ timida, mi aiutate a farla cantare?- disse Jared al pubblico.
Ariel si arrese al volere dei fan  e uscì dalle quinte raggiungendolo.
-          Ve la ricordate? È la cantante del mio gruppo di supporto ed ha una voce meravigliosa, potreste convincerla a cantare questa ultima canzone con me?- disse al microfono.
Dal pubblico si levò un unico grido “canta”, Ariel prese il microfono che le stava porgendo Tomo e sorrise.
Cantò con lui, anche se cantare con Jared voleva dire essere la sua corista, le riusciva assai difficile trattenersi e lasciare il palco a lui soltanto ma lo fece, sarebbe arrivato anche per lei il momento giusto.
Ariel fece per lasciare il palco subito dopo aver finito la canzone, Jared la trattenne per un braccio.
-          Grazie- le disse all’orecchio prima di lasciarla andare.
Tornò nel camerino chiedendosi per quale motivo l’avesse ringraziata, non aveva fatto nulla di speciale secondo lei, si sedette su una delle poltroncine e sospirò.
-          Ariel c’è una ragazza che ti cerca, ha detto di chiamarsi Beth- disse Emma facendo capolino sulla porta.
-          Si, la conosco, aspetta vengo con te- le rispose raggiungendo Beth con lei.
Beth le sorrise quando la vide arrivare.
-          Ho seguito il concerto da fuori- le disse.
-          Hai fatto bene-
-          Non voglio disturbarti volevo solo salutare, probabilmente dovrete ripartire subito dopo le foto con i fan-
-          A dire il vero ci fermiamo a Londra per un paio di giorni, facciamo una pausa diciamo- rispose Ariel.
Uscirono fuori e si misero a parlare , Gan e i ragazzi le raggiunsero, decidendo poi in seguito di non tornare in hotel e farsi un bel giro della città di notte, Liam non era mai stato a Londra e i gemelli e Max gli avevano promesso che lo avrebbero portato in tutti i pub che conoscevano, inoltre Ariel trovava molto piacevole la compagnia di Beth e decise di includerla nel gruppo insieme alle ragazze che avevano conosciuto Max e Gan poco prima.
Ariel si sedette sui gradini di un palazzo che dava sul Tamigi, aveva sempre amato Londra, parlando con Beth era venuto fuori che lei viveva con due amiche in nella zona di Hyde Parck, lavorava a Camden in un bar durante il giorno ed era di Liverpool.
Erano rimaste solo loro due, i ragazzi erano già rientrati in Hotel, ad Ariel era piaciuto poter conoscere meglio Beth, era certa che Jared non potesse permettersi tutta questa confidenza con i suoi fan, e ci perdeva parecchio.
Beth era in piedi davanti a lei e si stava cercando di farsi una treccia, con scarsi risultati dato che era leggermente ubriaca, Ariel si alzò e le diede una mano.
-          Ecco fatto – le disse dopo averla fermata con un elastico.
-          Grazie, da sola non potevo proprio farcela- le disse Beth sedendosi sui gradini.
Parlarono a lungo e quando si fu fatto ormai mattino, Ariel prese un taxi con lei e tornarono ognuna alla sua vita.
Ariel si lasciò andare sul letto , erano le cinque del mattino passate, pensava a Beth , alla dolcezza di quella ragazza, il mondo sembrava fatto apposta per fare a pezzi quelle come lei.
Jared andò a bussare alla porta di Ariel quando furono le dieci del mattino, era parecchio che non passavano del tempo insieme e lei gli mancava.
-          Che c’è?- esordì lei aprendogli la porta in mutande.
-          Sei ancora così?- le disse entrando.
-          Stavo dormendo, tu dormi vestito per caso?- fece sarcastica sbadigliando.
-          Ti posso dare venti minuti , poi ti porto fuori anche in mutande, c’è una mostra di Dalì alla Tate Gallery e…-
-          Dieci me ne bastano dieci- disse Ariel correndo in bagno.
Jared sorrise tra sé , niente funzionava da attrattiva per quella ragazza come lo facevano arte e musica.
Ariel si fece la doccia più veloce della sua vita e mezzora dopo era per strada con Jared diretta alla Tate Gallery.
Durante tutto il tempo passato alla mostra Jared si godette la sua guida privata, Ariel era davvero preparatissima e gli fornì tutti i dettagli che non conosceva su ogni quadro e sulla vita dell’artista.
-          Dove vuoi andare adesso? È ora di pranzo- disse Ariel guardandolo una volta usciti dal museo.
-          Tu dove vuoi andare-
Ariel sorrise e lo prese per mano.
-          Vieni- si limitò a dirgli, ma lui quasi non la sentì tanto era concentrato su quel gesto insignificante come due mani l’una nell’altra, che però fatto da Ariel era diverso.
Lo trascinò fino alla fermata della metro e lo portò con lei a Regent’s Park, presero qualcosa da mangiare in un bar dentro al parco  e poi passeggiarono fino al giardino delle rose della regina.
-          Questo è uno dei posti che preferisco in tutto il mondo- disse lei sedendosi sull’erba.
Jared si sedette accanto a lei sull’erba leggermente bagnata.
-          Mi è mancata questa cosa tra noi- le disse.
-          Quale cosa? Non c’è niente tra noi-
-          Giusto…- disse lui serio.
Ariel prese fuori l’accendino e una sigaretta, Jared le la tolse di mano senza troppi complimenti.
-          Che cazzo Jared- sbottò Ariel.
Lui si alzò e s’incamminò da solo, Ariel restò per qualche istante seduta poi decise di raggiungerlo.
-          Che ti è preso?- gli chiese cercando di trattenerlo per un braccio.
-          Il fumo fa male alla tua voce- rispose freddo divincolandosi dalla sua presa.
Ariel per tutta riposta si accese una sigaretta e gli soffiò il fumo in faccia sorridendo sarcastica.
Lui la spinse contro un albero e la baciò deciso, era così arrabbiato, ci teneva a lei, ma il modo in cui lo teneva a distanza e lo trattava sempre lo facevano impazzire, non era più un ragazzino, non gli piaceva sentirsi così frustrato accanto ad una persona.
Ariel cercò di respingerlo e lui le tenne ferma la testa mettendole una mano sul collo, baciandola più dolcemente stavolta.
-          Perché non fai mai funzionare niente nella tua vita Ariel, di che cazzo hai paura?- disse prima di allontanarsi da lei.
Ariel restò appoggiata a quell’albero guardandolo andare via, sentiva addosso il suo profumo era tutto intorno a lei, si passò una mano sulle labbra e sentì una lacrima rigarle il viso e poi un’altra, non aveva importanza quanto ci provasse, lei aveva dei sentimenti come tutti , sentiva le cose come gli altri forse addirittura con un’empatia maggiore e questo la portava ad odiare quella parte sensibile di sé , quella che voleva essere coccolata e amata.
Jared fermò un taxi appena fuori dal parco e si fece portare alla radio dove aveva appuntamento con Emma per un’intervista un paio d’ore più tardi, avrebbe fatto foto e firmato autografi tutto il pomeriggio ma non gli importava voleva togliersela dalla testa e basta.
Era da poco terminata l’intervista in radio, Emma era accanto all’auto che li avrebbe riportati in hotel  aveva notato una certa tendenza al temporeggiamento da parte di Jared quel pomeriggio ma non gli aveva domandato nulla, lui fece le ultime foto e la raggiunse.
-          Ti sentivi  in vena di foto oggi- gli disse una volta partiti.
-          Diciamo di si- rispose lui sorridendole per poi voltarsi a guardare fuori dal finestrino, era consapevole del fatto che Emma avesse indubbiamente notato che qualcosa non andasse, ma non voleva parlare della sua vita privata in quel momento,  dopo quei giorni di pausa lo aspettavano concerti, interviste  e serate in giro per tutto il mondo che lo avrebbero aiutato a non avere affatto una vita privata e con un po’ di fortuna, lui e Ariel non si sarebbero parlati a lungo, ormai conosceva bene quali erano le modalità di comportamento di Ariel, era la sua copia sputata sotto quel punto di vista, si sarebbero entrambi buttati nel lavoro o in qualsiasi altra cosa a loro disposizione pur di non affrontare i problemi reali.
  
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