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Autore: Ruth Spencer    27/08/2013    3 recensioni
Sembriamo fatte su misura, per stare insieme ed essere amiche: ognuna con i propri sogni da realizzare e le sue paure intrappolate sotto il cuscino ma, comunque frammenti di uno stesso mosaico, uniti da una promessa che intendiamo mantenere.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Temevo che questo capitolo non sarebbe mai venuto alla luce, ma lentamente le idee e le parole sono emerse e si sono pian piano delineate. Insomma, vi annuncio una One Shot particolarmente strappalacrime, ma con le canzoni di Lucio Battisti come sottofondo non ho potuto fare altrimenti. Perdonatemi LOL.
Bene, grazie di cuore a chi lascia sempre un suo pensiero alla fine della one shot, a chi segue e preferisce questa raccolta. Grazie, significa tantissimo per me. E un ringraziamento speciale stavolta va a Bennet_love che ha segnalato “C’era un volta un caso umano” per le scelte. Non credo di meritarmelo, ma comunque vada a finire, sono contentissima così. Davvero, non me l’aspettavo proprio, sono rimasta scioccata quando ho letto la recensione *.*
Per qualsiasi cosa potete contattarmi su ask: http://ask.fm/RuthSpencer       
E…niente, buona lettura xx.

 
 
                                                                  Sughero
 

 
 
                                                                                                                    A  Judith che non ascolta mai.
 
 
 
-Lo ha fatto di nuovo?-.
-Perché glielo permetti?-.
-Dovresti lasciarlo-.
Le stesse frasi si ripetono all’infinito quasi fossero un mantra per scongiurare altro dolore, per scacciare via l’incredulità. Un giorno sembra che abbia capito e quello dopo torna da lui. Lo usa per sentirsi desiderata e poi, dice di amarlo. E’ un mantra anche il suo, una formula di rito per rincuorarsi di non aver sbagliato.
Ma, l’amore è ben altro. L’amore è rispetto: l’amore è affidarsi completamente all’altro, è correre a piedi sotto la pioggia fino a casa sua perché una parola di consolazione varrà un paio di scarpe fradice, cercare riposo tra le sue braccia quando il mondo sembra non volerti affatto; l’amore è vivere e permettere agli altri di fare altrettanto, non comprende restrizioni, divieti, condizioni o gelosie insensate. L’amore è lasciar andare ad una festa di compleanno la propria fidanzata perché è giusto così, perché saperla allegra rende felice anche te. L’amore è non impedirle di uscire con le amiche il pomeriggio, è sperare il meglio per lei. L’amore è l’ancora, è lo scoglio, il faro nella notte, il mare infinito. Si può stringere tutto il mare in una mano? Si può giungere ai confini di un sentimento così profondo?
Non c’è tempesta che regga: l’amore è altro; è essere affamati e tenere comunque da parte un ultimo tramezzino in attesa che l’altro sopraggiunga, è litigare, urlarsi in faccia parole mai pensate e poi tornare indietro, suonare il campanello coll’impazienza di vederlo: mettere da parte l’orgoglio e fare pace.
L’amore è risorgere ogni mattina dai propri brandelli, ricomporre i tasselli, curare le ferite con i baci e con le lacrime, insieme. L’amore è scegliere la parte migliore di sé in ogni caso.
Se solo Judith leggesse queste poche righe, il suo sorriso dolce si tramuterebbe in un’espressione indignata e l’aria mansueta verrebbe sostituita da un atteggiamento ostruzionistico. Si nasconderebbe dietro un’ incrollabile fortezza di scuse e frasi vuote, diverrebbe silenziosa: a volte è più semplice continuare a ripetersi una bugia, che accettare la verità.
Judith oltre ad essere un caso umano, è un caso a parte. Mi chiedo come sia possibile trovarsi così bene con una persona tanto diversa da me stessa.
Non condividiamo assolutamente nulla, forse solo la taglia dei jeans e una smodata passione per Johnny Deep e il cibo cinese: niente libri prestati e mai restituiti, niente rocambolesche avventure per i ragazzi che ci piacciono, o idee eccentriche da appuntare su un quaderno stropicciato. Nessun “Che film affittiamo oggi?” o “Across the Universe mi fa piangere ogni volta”. Niente di tutto questo, eppure siamo amiche perché la considero una persona affidabile, solida ed estremamente pragmatica; perché senza di lei, la chimica chi la capirebbe! Perché a volte solo una sua espressione buffa riesce a farmi ridere, perché sa sempre la cosa giusta da dire, perché non perde mai le staffe anche quando sono alle prese con le mie manie, o Naima esagera, o Shatze eccede negli scherzi, o Audrey non ammette i propri errori.
Come quando amaturità le cellule del sughero muoiono e il protoplasto viene sostituito da aria: Judith è il sughero, l’isolante termico che ci riscalda tutte, che con una risata e un aneddoto divertente scioglie la tensione di pochi istanti prima, è il tessuto di rivestimento che sostituisce le cellule del fusto, che permette di cicatrizzare le ferite, che le cura con le parole e i gesti quotidiani.
Può sembrare una ragazza come tante, ma non lo è affatto. Lei è Judith, un caso umano.
 
 
  

   
 
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