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Autore: 5sosunshine    27/08/2013    7 recensioni
-so che potrebbe sembrare noiosa e scontata all'inizio, ma prometto che non ve ne pentirete
-
Entro in classe notando subito che, stranamente il posto accanto al suo è libero. Mi avvicino e schiarisco la voce per farmi notare da lui
"..scusa è libero?" Chiedo in modo più naturale possibile
Lui mi rivolge un'occhiata. Spero solo che non mi risponda male smerdandomi davanti a tutti, è una cosa che ho sempre temuto, con tutti, ma soprattutto con i ragazzi.
"Prego" mi fa cenno di sedere, quando poi mi accorgo che lui mi sta osservando attentamente, mi sento nuda con lui che mi guarda in questo modo, poi sorride e "Tu sei Skyler?" Continua avvicinandosi ulteriormente.
"Ehm.. Si perché?" Dico titubante non sapendo la motivazione di quella domanda. Come fa a conoscermi? Ah già, l’incendio.. chi non lo sa?
"Niente, ti ho sentita nominare in giro, sei carina" mi fa un mezzo sorriso.
Ricambio il sorriso mentre festeggio mentalmente, non tanto perché è già un passo avanti per cercare
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Waiting Room.



Merda, no.

«Lottie, non me lo dire. Non mi dire che c’è la polizia.»
 
«Va bene Skyler, non te lo dico.»
 
Non ci credo, è impossibile. Sono davanti alla scuola e tutto ad un tratto non capisco più niente. Riesco a vedere solo delle luci accecanti. Sento il rumore delle sirene della polizia, dei vigili del fuoco e anche del brusio che provoca la gente che parla intorno a noi. Un signore in uniforme viene verso me e Lottie.
 
«Ragazze, dovete venire con me in centrale.»
 
«Aspetta non vogliono mica sbatterci dentro?»dico stranita.
 
«Avete dato fuoco ad un edificio pubblico. Adesso giratevi»
 
«"Giratevi" per cosa?» Chiede Lottie.
 
«Vi devo ammanettare.»dice diretto con tono autoritario
 
Lo guardo con la faccia di una persona che non sta capendo più niente, be’ d'altronde non sto davvero capendo niente. Mi giro quando poi sento il freddo metallo cingermi i polsi. Il tizio che mi ha appena ammanettato mi conduce verso l’autopattuglia della polizia facendomi sedere nei sedili posteriori, ripetendo poi la stessa azione con la mia amica.
 
 
***
 
Ho un mal di testa tremendo, saranno i postumi di sbornia. Non è stata una buona idea alla fine. Cioè, chi andrebbe mai a scuola a mezzanotte ad imbrattare muri per poi ritrovarsi, pochi minuti dopo, in un commissariato perché ha appiccato, in mia difesa dico involontariamente, un incendio. Bel modo in cui finire una “semplice” domenica.
Guardo Lottie mi sembra un po’ spaesata. La capisco, anch’io lo sono.
 
«Lottie?»Cerco di attirare la sua attenzione.
 
Si gira verso di me per poi appoggiare la testa sulla mia spalla.
 
«Oddio, Skyler, la testa mi sta esplodendo.»
 
«Già, anche a me»
 
Mi guardo intorno. La stanza dove ci hanno fatte accomodare è una sottospecie di sala d’attesa, si, certo, una sala d’attesa, per attendere che ti mettano dietro le sbarre.
Non c’è niente in questa stanza. Proprio davanti a me, alla parete, c’è un orologio. Lo osservo, il suo ticchettio mi rende molto più nervosa, è fastidioso, sembra rimanere fermo nello stesso punto.
Butto un occhio su Lottie, per vedere se sta dormendo, ma no. Forse è tutto quello che abbiamo bevuto, forse siamo ancora un po’ stordite dalla puzza di fumo causata dall’incendio.
Fatto sta che, anche volendo, non riesco a chiudere occhio.
Dopo un paio di minuti dall’ufficio dove, a quanto pare, stanno trattando il nostro “caso”, esce un uomo alto e robusto. Ci guarda e ci fa segno che non c’è niente di cui preoccupasi.
E gli credo, non è lui quello a cui hanno messo le manette poche ore fa e hanno portato in polizia con l’accuso di incendio doloso ad un edificio pubblico e tante altre colpe che ci hanno attribuito.
 
Ma andiamo molti adolescenti ringrazieranno me e Lottie per aver dato fuoco, anche se involontariamente, alla scuola.. no?
No, Skyler, non attacca l’auto convincimento per sminuire quello che hai fatto.
 
 
***
 
Era già passata un ora, e ancora niente. Quell’uomo, che era uscito prima, è rientrato.
Proprio vicino alla porta c’è una macchinetta del caffè.
Metto le mani in tasca e vedo cosa trovo di spiccioli. Perfetto, credo che mi bastino.
 
«Lottie, vuoi un po’ di caffè?» dico muovendo la spalla in modo da farla riprendere dalla posizione in cui è messa.
 
«Si. Grazie. Ci vuole proprio.»
 
Mi alzo dalla scomoda sedia in cui ormai sono seduta da più di due ore. Metto i soldi e aspetto che sia pronto il caffè. L’orologio indica le 2.30, è un po’ tardi, non capisco perché ci voglia tutto questo tempo. Torno a sedere porgendo il bicchiere alla ragazza al mio fianco che, subito, ne prende qualche sorso.
 
«Come va?»chiede restituendomi il bicchiere caldo.
 
«Diciamo bene. Passato il mal di testa?» dico sistemandomi sulla sedia e incrociando le gambe.
 
«Per niente.»dice massaggiandosi le tempie.
 
Nel suo gesto noto che al polso sinistro porta un elastico per capelli.
 
«Ehi, mi dai l’elastico?»
 
Non dice niente, semplicemente mi passa il suo elastico e subito raccolgo i capelli in una coda alta.
Ad un certo punto la porta dell’ufficio, dopo un’ora, si riapre. Esce il tizio di prima, insieme ad un altro, questo, però, ha la divisa diversa dalla sua, forse perché è di qualche grado superiore.
 
«Allora ragazze, voi siete Charlotte Tomlinson e Skyler Hill. Bene, abbiamo appena chiamato i vostri genitori e domani, ergo tra un paio d’ore, ci vedremo in tribunale per costatare cosa si farà di voi.»
 
Uhm, vero mi sono dimenticata dei miei genitori, a dire la verità avevo deciso di mia spontanea volontà di dimenticarmi di loro, per il semplice fatto che non voglio immaginare la loro reazione, non tanto quella di mio padre, ma di più quella di mia madre..dai, non penso siano così arrabbiati.
 
«Almeno ce ne andremo di qui, guarda il lato positivo.»Bisbigliò.
 
«Già, ehi, ce l’hai il telefono?» dico controllandomi le tasche e notando che, in nessuna di loro, è presente il mio telefono.
 
«No l’ho perso. Tu?»
 
«Idem. Penso che a quest’ora sia in polvere.»
 
Sentiamo la porta aprirsi e subito ci giriamo ritrovandoci davanti i nostri genitori.
 
«A scuola? A mezzanotte? Ti secchi sempre ad andare a scuola figuriamoci alle dodici di sera.» Urla mia madre.
 
Il padre di Lottie le poggia una mano sulla spalla come per farla calmare, ma ne dubito che mia mamma si calmi. Di solito quando combino qualcosa inizia a farmi la ramanzina, anche se io non la ascolto, dice sempre le stesse identiche cose e quando finisce se ne va continuando a parlare da sola chiedendosi cosa ha fatto di male per meritarsi questo ecc.. è una rottura di palle.
 
«Ah.. ragazze cosa dobbiamo fare con voi?» chiede retoricamente Johannah sedendosi nella sedia accanto alla mia.
 
«Incendio doloso, alcol, violazione di un edifico pubblico, scherziamo vero?» fa mio padre leggendo una delle innumerevoli carte che gli aveva consegnato un poliziotto.
 
«Non abbiamo causato apposta quell’incendio. È successo tutto in pochissimi minuti, non ce ne siamo rese nemmeno conto.» dice pacatamente Lottie a bassa voce.
 
«Non importa. Adesso torniamo a casa. A proposito Michael, chiama l’avvocato per il tribunale.» Dice il padre di Lottie.
 
Entrambe a queste parole ci alziamo dirette verso la porta, senza salutarci, ci scambiamo solo uno sguardo per poi uscire dalla centrale dove siamo state “rinchiuse” per ben quattro ore.
Una volta salita in auto guardo il cruscotto, segna le 4:08.
Mia mamma non ha aperto bocca per tutto il tragitto dalla centrale verso casa nostra. Nell’auto c’è silenzio, si sente solo il suono del telefono con il quale mio padre sta tentando di rintracciare l’avvocato.
 
«Insomma.. come avete appiccato l’incendio?»mi domanda spezzando il silenzio tombale che regnava in auto.
 
«ehm, stavamo facendo un murales nella fiancata destra della scuola, il colore nelle bombolette era altamente infiammabile, beh.. abbiamo iniziato a.. -mi blocco nel dire quella parola, m devo spiegare com’è accaduto- ..abbiamo iniziato a fumare e quindi non so come tutto a preso a fuoco, ma credo sia stata colpa delle sigarette.» Con queste parole ripiombò il silenzio in macchina.
Stranamente mia madre non parla, ancora, se ne sta lì, seduta accanto al finestrino, guardando fuori con lo sguardo perso. Forse è delusa, lo è, quando si è delusi si fa prima a stare zitti e a non dire niente, è proprio quello che sta facendo lei in questo momento.
 
 
 
«vai a letto e cerca di dormire.»Mi dice mio papà appena arriviamo d’avanti casa.
 
Non ho la minima intenzione di dormire. Entro in casa e, prima di andare in camera mia, prendo il telefono. Salgo al piano di sopra andandomi a buttare a peso morto sopra il mio letto. Provo a chiudere occhio, ma non ci riesco. Odio la mia testa quando non mi fa dormire, pensa troppo.
Ho mille pensieri che mi passano per la mente. Ho un bisogno pazzesco di ascoltare la musica, mi guardo intorno per poi posare il mio sguardo sopra il comodino dove vi è il mio iPod, lo prendo iniziando la scorrere la playlist fino ad andare a trovare la canzone che cercavo: Never Let You Go di Justin Bieber. Amo la voce di quel ragazzo, mi fa stare bene, mi fa calmare. La metto a ripetizione, ascolto le parole, è tutta pura poesia, vorrei tanto che qualcuno un giorno mi dica quelle parole “non ti lascerò mai” sarebbe bello.
Chiudo gli occhi dimenticando il resto e pensando solo alla musica.
 
 
***
 
Ho voglia di parlare con Zayn, sono le 8.00 ormai, di solito si sveglia presto. Provo a chiamarlo al cellulare.
 
**
“pronto?” dice la voce dall’altro lato del telefono
“Zayn?”
“Skyler, mi vuoi dire cosa cazzo hai combinato sta volta?”
“Non ne parliamo..”
“Ti metteranno dentro?”
“No, Zayn, non credo, o perlomeno, spero che non lo facciano. Tra un po’ devo andare in tribunale.” Dico con un filo di voce.
“Va bene, ti stavo chiamando io. L’importante è che stai bene. Perché non rispondi al cellulare?”
“L'ho perso.”
“Poi mi spieghi come tu e Lottie siete riuscite a dare fuoco a mezza scuola.”
“Si, se non mi mettono dentro poi ti spiego.”
“Va bene, adesso schiarisciti un po’ le idee.”
“Si, hai ragione. Okay, allora vado, ciao. Cercherò di chiamarti appena posso.”
“ciao.”
**
 
Vado in bagno e inizio a sciogliermi i capelli per poi entrare sotto la doccia.
Una volta finito, torno in camera e prendo dall’armadio un paio di pantaloncini e una maglia larga.
Dopo essermi asciugata i capelli, faccio una piccola riflessione sui vestiti che avevo scelto.
Non posso andare in tribunale in quel modo.
Va bene, non mi interessa, sono in un paese libero dove posso fare ciò che mi pare, anche se non tengo molto conto delle convenzioni sociali, ma a dire la verità non mi sono mai interessate.
Una volta quando ho iniziato liceo il preside aveva raccomandato di vestire sempre adeguati e di non fare stranezze, cioè per “stranezze” lui intendeva piercing, dilatatori e cose del genere. Poteva anche dirlo che parlava anche capelli colorati, ma siccome non l’ha detto io dopo una settimana andai a scuola con le punte dei capelli blu. Bene, andai a finire in presidenza, venne chiamata mia mamma che subito mi portò dalla parrucchiera in modo da sistemarmi quell’”obbrobrio”, o almeno, così l’aveva definito, anche se io li trovavo fantastici i capelli in quel modo. Comunque adesso non è cambiato nulla, visto che le punte dei capelli le ho azzurre, quindi penso che quello del primo anno sia stato davvero uno spreco di soldi e di tempo.
 
«Ehi, Skyler -dice mio padre-sei pronta?»
 
«Si papà.» mi giro verso di lui.
 
«Sky, ma non puoi andare in tribunale così!» dice indicandomi.
 
«Papà, nemmeno in piscina potevo fare il bagno con i vestiti, eppure l’ho fatto.»
 
«Si, infatti non ti ci fanno nemmeno entrare più. Va bene dai scendi che iniziamo ad andare.»

 



***
LEGGI QUA:
TADAA! ecco, sono qua OuO 
alluora, avevo detto che avrei pubblicato questo capitolo qualche giorno fa, ma non l'ho fatto
per questioni di tempo.
davvero, come ho già detto prima tengo tanto a questa ff e farò di tutto per non farla sembrare banale.
spero di avere tanta partecipazione c:
okay detto questo, che ne pensate di Skyler? vi piace come personaggio?
personalmente lo adoro.
okay adesso vado,
visto che questo è il primo capitolo voglio che recensiate(?)
non tanto per le recensioni ma voglio sapere che ne pensate e se credete se sia niosa e banale o meno.
se sono presenti degli errori mi scuso dall'inizio.
Spero vivamente che iniziate a seguirla, non ve ne pentirete, davvero.
Vado. Vi amo e grazie per aver letto ♥♥
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