Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Cryss97    27/08/2013    3 recensioni
[CAPITOLO 13 AGGIUNTO - FINE]
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12 ANNI FA
? : " allora siamo d’accordo? "
?: "si, quando saranno grandi dovranno diventare marito e moglie "
Ma di cosa stanno parlando i miei genitori? E con chi? Mi domandai nascosta dietro la porta.
S: " Dai Kagome! Muoviti! "
K: " Arrivo! "
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Salve a tutti, mi chiamo Kagome Higurashi e ho 17 anni. Ho un fratello gemello di nome Sota e frequento a Tokyo, il liceo Kibarashi insieme a mio fratello e alla mia migliore amica Sango. Non so in che modo, ma mi sono ritrovata al centro dell’attenzione di tutta la scuola e sulla bocca di tutti, tutti i giorni, tutte le mattine.
I miei genitori sono i padroni di una delle società più importanti di Tokyo, la società Higurashi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 12


- Tra due settimane parto per andare a fare il medico in guerra – mi disse con aria seria.
In quel momento la mia mente era un buco nero.
- Kagome? Non dici niente? –
Sentii che una lacrima mi rigò il viso.
- Scusami Inuyasha – e le lacrime aumentarono.
- Che ti prende? –
- Bambini, andate di sopra –
- Si mamma! –
- Che hai? Perché piangi? –
- e me lo chiedi? Ho paura di perderti! Che mi lasci sola – risposi, tra i singhiozzi
- Kagome, calmati – disse, abbracciandomi.
- Vedrei che tornerò, per stare con te, per sempre
- Me lo prometti? – dissi, accucciata al suo petto
- Te lo prometto
- Quanto tempo starai via? –
- Tre anni –
- Così tanto?! –
- Si, mi dispiace –
- Beh in fondo era il tuo sogno, ricordi? Quella sera sulla terrazza volevi diventare o medico o fare il soldato, sei diventato entrambi e sono felice per te – dissi, staccandomi da lui.
- Un’ultima cosa, mi hanno detto che ci sarà anche Naraku come medico –
Che cosa? Lui?
- Ah… - mi limitai a rispondere
 
Nelle due settimane successive non parlammo quasi per nulla del fatto che partiva, ad eccezione di quando lo abbiamo detto alla famiglia, esclusi i bambini, e gli ultimi due giorni, nei quali ci promettemmo di scriverci sempre.
 
- Kagome, devo andare. Sono arrivati a prendermi – disse, prendendo il borsone accanto all’ingresso.
Non risposi e preferii guardare il pavimento.
- Kagome… vedrai che tornerò! Ricordi? Te l’ho promesso! E poi ci scriveremo! –
- Si lo so, ma ho paura! –
- Tranquilla, cercherò di scriverti sempre quando posso! –
- Va bene. Ti scriverò tutti i giorni! – risposi
Inuyasha mi prese alla vita e mi tirò a se facendo unire le nostre labbra in un caldo bacio, pieno di sentimenti.
Poi sentimmo il clacson di una macchina e ci staccammo.
- Devo andare, ciao Kagome. Ciao bambini, ci vediamo tra un po’! – e diede un bacio sulla fronte ad entrambi, che lo abbracciarono calorosamente. Io iniziai a piangere come poche volte avevo fatto nella vita.
Aprii la porta ed uscì, andando verso la macchina. Corsi verso la porta ed urlai:
- Ti aspetterò!
Si girò e mi fece il suo sorriso più bello che abbia mai visto. Dopo qualche istante, si girò aprii la portiera  e partii, per tre lunghi anni.
- Mamma, dove è andato papà? – chiese Kaito.
- E’ andato via per un po’, ma vedrete, tornerà – risposi, con un sorriso a trentadue denti pieno di speranza.
 
Durante la notte non riuscii a chiudere occhio, rimasi tutto il tempo abbracciata al cuscino di Inuyasha che emanava il suo odore a piangere e pregare che vada tutto bene. Poi qualche raggio di sole, filtrò entrando in camera e capii che era giorno. Mi alzai e scesi in cucina iniziai a prepararmi la colazione.
Improvvisamente sentii il campanello suonare e urlare:
- Sono Sango! –
- Arrivo! – risposi con un filo di voce
Aprii la porta e Sango rimase sconvolta. Dovevo avere un aspetto terribile.
- Kagome? Che hai fatto? –
- Entra –
E le raccontai tutto.
- Kagome, non fare così. Inuyasha è uno in gamba e forte e se ha detto che tornerà, lo farà. –
- Lo so, ma ho paura. –
- Allora dovrò farti togliere questo pensiero. Entrate ragazze! –
Dalla porta comparvero Ayame, Karen e Rin.
- Ciao Kagome! – urlarono tutte e tre.
- Ciao –
- Su con la vita! – disse Ayame, prendendo la borsetta che aveva in mano e tirando fuori diversi trucchi.
- che vuoi fare? – chiesi
- Vuoi uscire in questo stato? –
Dopo circa dieci minuti il mio viso era come nuovo.
- Su forza, adesso andiamo! – disse Karen, tirandomi e facendomi alzare dal divano.
- Dove andiamo? E i bambini? –
- A loro ci pensiamo noi! –
- Mamma, papà?  Che  ci fate qui? –
- Le ragazze ci hanno raccontato tutto e badiamo noi ai bambini, tu esci – rispose mio padre.
- Dato che è tutto a posto noi andiamo! Arrivederci signori! – disse Rin.
Mi portarono al centro commerciale e tra shopping, frullati, gelati, hamburger e molto altro, riuscì in parte a dimenticare tutto. Arrivai a casa verso le sette e trovai i miei genitori addormentati sui divani con i gemelli.
- Mamma, sono arrivata – bisbigliai.
- Kagome… - rispose, con la voce impastata dal sonno – che ore sono? –
- le sette –
- Vi fermate per cena? – chiesi.
- Va bene, se non disturbiamo –
- Nessun disturbo, ma ordiniamo una pizza–
- Okey –
Chiamai la pizzeria e ordinai cinque pizze, tre grandi e due piccole.
La serata passò in allegria e un altro paio d’ore la mia mente restò lucida, ma poi arrivò il momento che i miei genitori dovettero andare e io rimasi sola con i gemelli.
- Ragazzi, forza letto – dissi cercando di schiodarli dalla televisione.
- Uffa! Cinque minuti! – si lamentò Yuuka.
- No, adesso! –
- va bene –
Finì di sistemare la cucina e poi andai a letto, ma appena entrai le lacrime iniziarono subito a farsi sentire. Decisi di ignorarle e sedermi allo scrittoio e iniziare a scrivere una lettera.
 

Caro Inuyasha,
come è andato il viaggio? Sei già arrivato? Da quando? Stai bene?
Mi manchi un sacco! Anche ai gemelli manchi.
Oggi sono uscita un po’ con Sango e le altre mentre alla sera ho mangiato
Una pizza con i miei genitori e i bambini.
Spero che risponderai presto,
Un bacio, no anzi, mille baci
Kagome.
Ti amo.

 
Le settimane passarono e ogni giorno mandai lettere su lettere, ma nessuna risposta finchè un giorno, dopo tre mesi non trovai nella cassetta delle lettere, una busta strana la girai e non potei fare a meno di trattenere le lacrime.
E’ datata un mese prima.
Entrai in casa e iniziai a leggere.
 
 

Kagome! Come stai? Mi manchi!
Ho ricevuto le tue lettere, in parte, qui è molto
Difficile mandare e spedire lettere
Il viaggio è andato tutto bene, ho conosciuto molti
Altri ragazzi e ho fatto amicizia.
Sto benissimo, anche se qui è un vero caos.
Kagome, tranquilla, anche se non riuscirò a scriverti tutti
I giorni, sappi che ti penso in ogni momento della giornata.
Ora devo andare, mi fa molto piacere ricevere le tue
Lettere, perciò non smettere perché io non posso
Risponderti.
Salutami tutti e un grosso bacio a te e ai bambini.
Ti amo.
Inuyasha.

 
 
- Inuyasha… - balbettai iniziando a piangere.
- Mamma che hai? – chiese Yuuka, scendendo le scale e correndo verso di me.
- Niente, piccola – risposi asciugandomi le lacrime.
- E’ di papà? – disse, osservando la lettera.
- Si, e dice che sta bene e di salutarvi –
- Salutamelo! – rispose sorridente Yuuka.
- D’accordo –
 
Ogni due o tre mesi ricevetti delle lettere di Inuyasha, datate mesi o settimane prima.
Il tempo passò, i bambini crebbero e iniziarono la scuola, io per passare il tempo mi ero trovata un lavoretto part-time in un negozio di dischi alla mattina.
 
- Ho finito qui – dissi, sistemando gli ultimi dischi.
- Bene, puoi andare – rispose il direttore.
Finito il lavoro andai a scuola a prendere i bambini.
Il viaggio di ritorno a casa durò circa dieci minuti.
- Bambini, prendete i vostri zaini ed entrate! Io guardo se è arrivata qualche lettera! –
I bambini scesero così io ne approfittai per aprire la cassetta e vedere se c’era qualche lettera.
Si! La busta di Inuyasha!
Non potei trattenere la curiosità, così la aprii subito.
 
 

Ciao Kagome! Ho ricevuto molte tue lettere
Sono felice che hai continuato e scrivermi.
Sto bene, ho una buona notizia.
Torno tra due settimane esatte.
Non vedo l’ora di poterti riabbracciare a te e
Ai bambini.
Ci vediamo.
Ti amo, non dimenticarlo mai, qualsiasi
Cosa accada.
Inuyasha.

 
 
Iniziai a piangere dalla felicità.
- Che bello, Inuyasha torna! – dissi – aspetta, a quando risale..? – chiesi sottovoce.
- A due settimane fa, perciò significa che…-
- Ciao Kagome! – sentì da una voce, familiare, fin troppo.
Mi voltai e rimasi a bocca aperta.
- Beh, non dici niente? – mi chiese
- INUYASHA! – urlai e gli saltai al collo, tappandogli la bocca con un bacio.
Quando ci staccammo notai che i bambini erano fuori e c’era anche la macchina con cui era arrivato con tutti i compagni.
Che vergogna!
- Beh, noi allora andiamo, Inuyasha! Ci vediamo domani! –
- D’accordo ragazzi! –
Detto questo la macchina partì.
- Kagome, sono così felice di vederti! – disse poggiando il borsone e prendendomi in braccio.
Solo allora notai che era più muscoloso di prima, è riuscito a sollevarmi come una foglia e a farmi volteggiare.
- Inuyasha! Smettila! Ti prego! – cercai di dire, tra una risata e l’altra.
- Quando la smetti di piangere! –
- Ho smesso! –
- Non ti metto giù comunque! –
- Dai!! –
Alla fine, dopo cinque minuti mi mise giù e andò a salutare i bambini.
- Entriamo? – chiesi.
- Si –
Prese il borsone entrò in casa e si sedette sul divano.
- che bello essere a casa! – esclamò
- Che bello riaverti a casa – corressi
- Già –
- come è andata? –
- Era un caos, ma alla fine bene e come puoi vedere sono qui –
- Già. Sei cambiato – dissi infine.
- In che senso? –
- Non lo so, mi sembri cambiato –
- Se intendi nell’aspetto fisico, si, sono più muscoloso. –
- Non intendo solo quello –
- Vuoi vedere? – chiese con voce maliziosa, alzandosi dal divano e venendo verso di me.
- Adesso no! Ci sono i bambini in giro! –
In quell’esatto momento suonarono al campanello e la porta si aprì facendo entrare un gruppo di persone, troppo conosciute.
I miei genitori, i genitori di Inuyasha, Rin e Sesshomaru, Karen e Sota, Koga e Ayame. Sango e Sesshomaru.
Tutti si misero a stritolare Inuyasha e a chiedergli tutto. Erano felici che era tornato.
Passarono il pomeriggio con noi e Inuyasha ci raccontò qualche sua avventura.
Finalmente alle undici se ne andarono tutti e noi potemmo andare a dormire.
 
- Eh no, Kagome, adesso non si dorme – disse, appena entrati, cingendomi la vita.
- Che vuoi fare? –
- Lo sai, vero, che sono cambiato? – mi bisbigliò all’orecchio
 
La mattina dopo mi alzai e vidi che il posto di Inuyasha era vuoto, così scesi in cucina e lo osservai mentre cercava di cuocere due uova, seguendo una ricetta e imprecando contro la padella.
- Che stai facendo? –
- Buon giorno! –
- giorno –
- Sto cercando di fare la colazione –
- Mmm… i bambini?
- E’ passato tuo padre a prenderli un’ora fa –
- Ok… che ore sono? –
- Le dieci –
- così tardi? –
- Eh già –
- Ma cosa intendevano ieri i tuoi amici con “ci vediamo domani” ? –
- ah no, mi hanno invitato ad uscire stasera –
- Ah ok … -
Non è cambiato.
 
- Io vado, ci vediamo tra un po’ – disse Inuyasha dandomi un bacio a stampo e poi uscendo dalla porta.
Erano e le otto e fino alle undici lo aspettai sveglia, ma invano così decisi di andare a letto.
La mattina successiva mi alzai e guardai l’orologio. Le undici di mattina.
Mi alzai e scesi per mangiare qualcosa, lasciai dormire Inuyasha, doveva essere stanco, era tornato alle cinque di mattina.
Dopo circa mezz’ora suonò il telefono così andai a rispondere.
Era un uomo che parlava a raffica.
- Inuyasha! E’ stato fantastico ieri sera! Poi quella la aveva un corpo niente male, vero? Che ne dici se ci vediamo oggi pomeriggio ? Perché non rispondi? Oh no… -
Il mio viso si riempì di lacrime e sbattei il telefono in faccia a chi aveva osato telefonare.
- Kagome, chi era? – chiese Inuyasha scendendo le scale.
- Stronzo! Sei un maledettissimo stronzo! – gli imprecai contro.
- Kagome, che ti prende? –
- E me lo chiedi? Chiedi a quello stupido del tuo amico Naraku che ha appena chiamato! –
- Naraku ha chiamato…? –
- Si! E mi ha detto tutto! Stronzo! – dissi tra le lacrime, avvicinandomi a lui e tirandogli uno schiaffo.
- Kagome, che cazzo hai? – disse, prendendomi le spalle.
- Lasciami traditore! – e lo spinsi via correndo su per le scale.
Arrivai al piano di sopra e chiamai i bambini dicendogli di fare le valige perché saremmo andati a fare una vacanza.
Entrai in camera e presi una valigia cominciando a sbattere dentro qualche vestito.
Improvvisamente la porta di apre e entra Inuyasha imprecandomi contro.
- Si può sapere che cazzo ti ha detto Naraku? EH? –
- Chiedilo a lui! Anzi no! A quella che vi siete fatti ieri! Traditore! –
Avevo finito di mettere i vestiti, chiusi la valigia e la presi per il manico.
- Dove vai adesso? –
- Via di qui – dissi chiudendo, anzi sbattendo, la porta alle mie spalle.
I bambini avevano già fatto le valigie ed erano in corridoio. Nonostante la loro età, erano molto autosufficienti.
- Andiamo – dissi fredda.
Scesi le scale e aprii la porta.
- Kagome, aspetta! – urlò Inuyasha da piano di sopra
- Non parlarmi! Non voglio rivederti mai più! Ho sofferto le pene dell’inferno per te, e tu mi ripaghi così? –
- Kagome… -
- Andiamo, bambini – dissi, aprendo la porta per poi salire in macchina.
La accesi e partii subito veloce, andai da Sango alla quale raccontai tutto e per poco non voleva andare ad ammazzare Inuyasha.
Mi consegnò le chiavi di un appartamento che le avevano regalato i suoi genitori,  ma per andarci dovevo affrontare un lungo viaggio. Accettai comunque.
La ringraziai di tutto, e le dissi di salutare tutti da parte mia. Ripresi la macchina e partii alla volta dell’aeroporto.
Andai alla reception e mi accolse una ragazza che avrà avuto la mia stessa età.
- Kikyo? –
- Kagome! –
- Volevo chiederti scusa per tutte le cose che ti ho fatto in passato, ma ora sono cambiata. Che hai? Hai una brutta cera –
- Sono felice per te – dissi mostrando un sorriso, almeno lei mi ha chiesto scusa – vorrei un biglietto per adulto e due per bambini per andare qui – e gli indicai un luogo ben preciso della cartina che era posizionata li accanto.
Lei mi guardò e poi mi diede i biglietti.
- Grazie Kikyo –
- Buona fortuna –
 
Andai ad imbarcare i bagagli e l’imbarco delle persone era previsto per tre ore dopo, che passarono molto lentamente.
 
 “ L’imbarco è aperto per chi si deve imbarcare per il volo 334 destinazione  New York”
 
- Bambini è il nostro volo. Andiamo – mi alzai dalla sedia, presi i bambini e ci dirigemmo verso il metaldetector.
 
 























- Angolo Autrice - 

Salve gente! 
Non è ancora finita!! Domani ci sara la fine, inizialmente avevo pensato ad un finale "non finale" ma poi i sensi di colpa hanno preso il sopravvento e domani pubblico la fine.
Cosa ne pensate fin'ora? 
Fatemi sapere! 
Grazie a tutti coloro che hanno letto/recensito/seguito/messo tra i preferiti/ etc... questa storia! 
Mi avete dato la forza di finirla! 
Grazie a tutti!
Ciao!!
Scusate eventuali errori!!
  
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