Serie TV > Il mondo di Patty
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Autore: cybilbennett    27/08/2013    3 recensioni
'Caro Diario..
Ho sempre creduto che la mia vita fosse perfetta, che nulla potesse andare storto, fino al giorno in cui ho conosciuto loro.
Mi hanno tolto tutto, ora mi chiedo, come si può continuare a vivere se non ti è rimasta più nemmeno una spalla su cui piangere?"
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Antonella Lamas Bernardi, Bianca Bernardi, Bruno Molina, Leandro Diaz Rivarola, Un po' tutti | Coppie: Antonella/Bruno, Carmen/Leandro, Matias/Patricia
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo V
True love never dies.’


 

 
POV Antonella


Ero appena tornata a casa dall’ospedale assieme a Fabio e a mio zio Fito e, dopo aver mangiato un toast al volo mi precipitai in camera a prepararmi. Entrai in bagno e aprii l’acqua della doccia, si una bella doccia calda era proprio quello che mi ci voleva in questo momento. Appena ebbi finito mi avvolsi in un asciugamano bianco e mi asciugai i capelli. Ora veniva la parte più difficile: scegliere cosa mettere. Rovistai nel mio guardaroba ma non trovai nulla che mi andava a genio, volevo essere elegante ma piuttosto sobria e invece il mio armadio era pieno di paillettes e colori sgargianti. Così entrai di nascosto in camera di mia madre in cerca dell’abito perfetto, lei aveva un sacco di vestiti e più o meno avevamo la stessa taglia. Alla fine scelsi un tubino nero, senza maniche: mi stava una meraviglia. Indossai le mie ballerine nere trapuntate, misi un velo di gloss e di ombretto e raccolsi i capelli in una treccia, proprio in tempo prima che il campanello di casa suonò.
“Antonellina, c’è qui Bruno che ti aspetta!” Urlò mio zio dalla cucina.
“Scendo subito.” Risposi io, prendendo la borsa e precipitandomi per le scale.
“Ciao Anto!” Bruno mi sorrise. Aveva un sorriso magnifico.
“Divertitevi e mi raccomando…” Fito fece l’occhiolino a Bruno ed io lo fulminai con un occhiataccia: stavamo uscendo come due amici, solamente come due amici che escono la sera e si bevono un frullato di frutta seduti su un muretto a chiacchierare.
Iniziammo a passeggiare per il viale costeggiato da enormi ville, fino alla bar che faceva i migliori frullati di frutta di Buenos Aires; fu Bruno a rompere il ghiaccio.
“Sei veramente bella questa sera.” Esclamò con dolcezza.
Io arrossii. “G-grazie.” Balbettai, spostandomi una ciocca di capelli dietro all’orecchio. “Oh, guarda!” Dissi indicando un’insegna luminosa. “Siamo arrivati al bar..” Entrammo ed ordinammo, poi Bruno mi prese per mano e mi fece sedere su un tavolo.
“Perdona la mia domanda Anto, ma come mai oggi non eri a scuola? Ti ho cercato ovunque!”
A quelle parole mi rabbuiai.
“Perdonami.” Si scusò prontamente lui. “Ho detto forse qualcosa che non va?”
“No, no. E’ che ho avuto un po’ di problemi..”
Intanto il cameriere ci servì i nostri frullati.
“Se vuoi possiamo parlarne.. certo, non sono uno che sa dare dei consigli validissimi, ma sono un buon ascoltatore.” Mi sorrise, di nuovo.
Al suo sorriso mi sciolsi. Una voglia frenetica di raccontargli tutto mi pervase, sentivo che di lui potevo fidarmi più che di qualsiasi altra persona.
“Si, d’accordo. Ma non qui.” Lui annuì, pagammo il conto ed uscimmo con in mano i nostri frullati. Ci sedemmo nel parco, su una panchina: non vi era anima viva, era il posto ideale per parlare.
“Allora.. devi sapere che da qualche settimana continuavo a ricevere messaggi minatori, anonimi.”
Lui spalancò gli occhi.
“.. li ho sempre ignorati, pensando che fosse solamente uno scherzo, finchè un giorno non ho ricevuto una telefonata e una lettera; la mia casa era stata rovistata da cima a fondo e mia madre era sparita.” Presi fiato. “In quella lettera c’era scritto che mia madre era stata rapita e che per riaverla avrei dovuto cedere il mio contratto discografico a..” Mi interruppi.
“Anto, a chi? A chi dovevi cedere questo contratto?!”
“Non posso Bruno, non posso dirtelo!” Gli occhi mi si velarono di lacrime.  Lui mi prese le mani e me le strinse.
“Hey piccola, non avere paura,  di me puoi fidarti.”
Annuii, e con la voce rotta dal pianto, continuai a raccontare. “Dovevo cedere questo contratto a Babi, Francesca mi stava ricattando e voleva quel contratto, se non glie l’avessi consegnato avrebbe ucciso mia mamma.”
Si, stavo piangendo, stavo proprio piangendo.
“Quella donna è pazza!” Sbottò lui.
“Lo so, lo so. Ma non potevo fare nulla, avevo paura Bruno.. tanta paura. Le ho consegnato il contratto questa mattina, è venuto anche Leandro con noi.”
“E Bianca?”
“E’ in ospedale. L’hanno riempita di botte, sono dei criminali quelli, non scherzano.”
Lui mi abbracciò ed io poggiai la mia testa sulla sua spalla, scossa dai singhiozzi.
“Shh.” Mi rassicurava lui, accarezzandomi i capelli. “Ora sei al sicuro, e anche tua madre lo è, sono certo che Leandro farà il possibile per lei ed io farò il possibile per te.”
La sua voce era dolce come una ninnananna, mi cullavo sulle sue parole come una bambina a cui avevano appena rubato la sua bambola e veniva rassicurata dalla mamma. Avevo proprio bisogno di un abbraccio come quello e Bruno sembrava l’unica persona in grado di farmi veramente sentire al sicuro.
“Ti voglio bene Bruno.”
“Ti voglio bene anche io Anto.”
Ci guardammo per qualche istante ed io mi persi nel blu dei suoi occhi, blu come l’oceano. Lui mi sfiorò una guancia con il dorso della mano ed io sorrisi. I nostri volti erano vicinissimi, potevamo sentire i respiri l’uno dell’altra, lui posò le sue labbra sulle mie e fu come l’inizio di un bellissimo sogno. Ci baciammo a lungo sotto a quel cielo stellato: dimenticai persino la faccenda di Francesca e del ricatto e mi abbandonai fra le sue braccia forti e possenti. Alle undici in punto mi riaccompagnò a casa, dandomi un ultimo e rapidissimo bacio, poi scomparve dietro la siepe di casa mia.
Mi addormentai con addosso il suo profumo e nella mente i ricordi bellissimi di quella serata.

 
 
POV Leandro

 
Quando tornai a casa era orami ora di cena: Carmen aveva apparecchiato la tavola e mi corse incontro non appena mi vide.
“Amore mio!” Era bellissima, avvolta in quel suo vestito a fiori. Mi stampò un bacio veloce, per poi correre in cucina a prendere la minestra dal fornello. “Siediti che è pronto, su.” Poggiò la pentola sul centrotavola. “Patty, amore scendi che si mangia!” Urlò, facendomi sussultare. Patty ci raggiunse e, dopo avermi salutato si sedette accanto a me. Carmen impiattò la minestra e si sedette anche lei. Non aprii bocca per tutta la cena, mangiando si e no quattro cucchiai di minestra.
“Amore, che hai?” Mi chiese preoccupato Carmen. “Non hai toccato cibo, non sembri tu questa sera. Stai male per caso?”
Patty abbassò la testa: lei sapeva perché avevo quell’atteggiamento.
“No, no.. è che sono solo un po’ preoccupato.”
“Preoccupato? Per cosa?!” Non risposi, mi riempii il bicchiere d’acqua e lo bevvi tutto d’un sorso. “Leandro, per favore, mi vuoi rispondere?” Ora era imbronciata. “Patty, tu sai perché papà è così strano stasera?!” Non rispose nemmeno Patty e stavolta Carmen andò su tutte le furie. “Possibile che in questa casa nessuno mi risponde? Perché devo sempre rimanere all’oscuro di tutto!” Alzò le mani al cielo, sbattendo sul tavolo il mestolo in legno, Giacomo intanto emise qualche urletto stridulo.
Alla fine sbottai anche io. “Sono preoccupato per Bianca, va bene?!” Lei mi fulminò con lo sguardo. “Che c’è? Volevi sapere questo no? Bene, ora lo sai perché sono preoccupato.”
“Per B-Bianca?!” Carmen era sbiancata. “Patty, prendi tuo fratello e andate di sopra, io e papà dobbiamo discutere di una certa cosa..” La mia bambina non se lo fece ripetere due volte e, dopo aver preso in braccio Giacomo si diresse su per le scale.  
“Tu quindi oggi sei stato tutto il pomeriggio con Bianca! Vi siete visti di nascosto, lei ti ha fatto i suoi soliti e stupidi complimenti, ti ha detto quanto è dura la vita di single, che soffre perché non ha un fidanzato e tu ci sei cascato in pieno! Ti ha fatto compassione e chissà cosa hai fatto per calmarla!” Carmen passeggiava su e su sbraitando e agitando le mani al cielo.
“Carmen, non scherzare, Bianca sta male.” Dissi io.
“Chissà, magari vi siete pure baciati!  Cosa c’è, ti mancavano i baci di quell’oca platinata? Io non ti bastavo? Sono troppo poco snob per te?!”
“Carmen, te lo ripeto, Bianca è in ospedale.” Le ripetei con voce pacata.
“Oh si, in ospedale! E poi cos’altro ti inventerai per giustificarsi?” Lei incrociò il mio sguardo serio e si rese conto della situazione. “Cosa?! In ospedale?!” Si portò immediatamente le mani alla bocca.
Io alzai gli occhi al cielo.
“Cosa le è successo?” Adesso sembrava preoccupata. Si sedette di fronte a me e mi prese le mani, invitandomi a raccontarle tutto.
“Ti ricordi che Antonella è venuta da noi?” Annuì. “.. ecco, era perché aveva ricevuto una lettera minatoria: avevano rapito Bianca, doveva cedere ai rapitori il suo nuovo contratto discografico e avrebbero liberato sua madre.” Feci una pausa e sospirai. “Oggi ho accompagnato lei e Fabio al luogo dell’incontro. E’ andato tutto per il meglio, posso dire, meno che per Fabio che si è preso un cazzotto in pieno viso.”
“Oh povero caro!” Esclamò la mia Carmen, con voce apprensiva.
“Bianca era ridotta malissimo, non oso immaginare cosa le hanno fatto. Abbiamo chiamato subito un’ambulanza e ora è in ospedale. Ha perso conoscenza e ha riportato un sacco di ferite. Antonella e gli altri sono distrutti e lo sono anche io. Nonostante tutto, sono molto affezionato a lei e ai suoi figli.”
Carmen stranamente annuì e mi abbracciò. “Ti capisco amore mio, lo sarebbe stato chiunque al posto tuo. Tu sei una persona buona e Antonella e Fabio sono molto fortunati ad avere una persona come te al loro fianco.”
Io la strinsi forte a me. “Ti ringrazio e credo che ti avrebbe ringraziato anche Bianca se fosse stata qui con noi.”
“Povera Soccorro! Chissà come l’ha presa..”
“E’ rimasta in ospedale con Bianca, è stato un trauma per lei sapere la verità.”
“Quanti sono a conoscenza di questa storia?”
“Pochissimi.”
“Patty già sapeva tutto, non è vero? Oggi è venuta con te per Antonella?”
“Si, si. Lei sapeva già tutto.. lo aveva scoperto per caso. In ogni modo, non rivelare a nessuno questa faccenda, Antonella desidera che rimanga una cosa strettamente privata. Se ti chiedono di Bianca di che è partita per la Spagna.”
Carmen annuì. “Voglio dare una mano anche io a quei due ragazzi e a Soccorro, è una cosa orribile quella che stanno vivendo.”
“Ho promesso ad Antonella che l’averi aiutata e che sarei stato vicino a Bianca e manterrò questa promessa. Quei ragazzi non meritano tutto ciò che gli sta succedendo, non voglio che soffrano. Gli voglio molto bene.”


 
POV Antonella

 
La sveglia suonò alle sette di mattina precise. Mi preparai ed indossai la divisa scolastica, raccattai le mie cose e uscii di casa. Durante il tragitto ascoltai ‘My Immortal’ degli Evanescence. Adoravo quella canzone, riusciva a trasmettermi tranquillità e quel che era più importante, parlava d’amore. Ebbene si, io Antonella Lamas Bernardi ora ero felicemente innamorata e ricambiata, l’unico barlume di speranza in un momento buio della mia vita.
Arrivata a scuola venni accolta dalle mie ‘Divine’.
“Ciao Honey!” Cinguettò Pia.
Mi salutarono anche Caterina e Luciana e dalla mia espressione capirono la situazione.
“Ciao Anto.” Esclamarono in coro.
“Ciao ragazze.” Risposi io.
“Allora dear, sei pronta per le prove? Ieri abbiamo dovuto provare senza di te, si può sapere dove eri finita?” Pia mi prese a braccetto e mi accompagnò nel teatro, seguita dalle altre ragazze.
“Ho avuto da fare.. sai, per il mio nuovo disco..” Cercai di fare la vaga.
“Oh, it’s wonderful! Quando uscirà?”
“Ancora non lo so di preciso…”
“Voglio essere la prima ad averlo honey!” ‘Fantastico, ora chi glie lo diceva che non ci sarebbe stato nessun disco?’ pensai tra me e me, e prima che Pia potesse continuare con le sue inopportune domande Ernesto invitò noi Divine a salire sul palco per le prove.
La musica partì poco dopo.

Respeto, tengan conmigo 
respeto, yo se los digo 
respeto, con mis amigos 
tambien respeto 

 
Mentre ballavo iniziai a pensare a ciò che era successo: a Francesca, a mia madre, a Fabio e a tutti i miei cari. Dovevo ottenere il rispetto di quell’arpia, di quella donna che era riuscita a rovinare la mia vita ben due volte.

respeto, en todos lados 
respeto, mucho cuidado 
respeto, lo que yo digo esta bien 

 
Glie l’avrei fatta pagare, costasse quel che costasse. Sarebbe finita nuovamente in prigione e questa volta ci sarebbe rimasta per sempre.

Chiquitas tienen que entender 
que hay muchas cosa que aprender 
porque siempre en la vida 
si no sos divina teva tocar perder 


In quel momento mi apparve in mente l’immagine di mia madre tutta sporca di sangue. No, non dovevo pensare a queste cose tristi, dovevo ballare, dovevo farlo per me e per le Divine, ma non ci riuscivo. Gli occhi mi si coprirono di lacrime e mi fermai di colpo.
“Non posso.. non posso!” Dissi ad Ernesto, prima di scappare via in lacrime sotto lo sguardo felice di Babi, lasciando tutti in uno stupore generale.


 
 
Angolo Autrice.


Oddio, sono passati troppo lentamente questi otto giorni! L’Inghilterra è bellissima, ma mi mancava l’Italia e soprattutto il cibo italiano adskfj
Ma parliamo della storia, altrimenti mi viene fame, lol
Ho fatto questo capitolo un po’ più lungo, mi sembrava giusto dopo avervi lasciato in sospeso per otto giorni e ho notato con piacere che le visualizzazioni della storia sono molto aumentate yuhuu!(?) :3
Ma le recensioni sono poche poche :( Daii, che vi costa lasciare due righine scritte, giusto per farmi sapere se vi piace la storia :)
Ho una voglia matta di spoilerare ma non posso, non posso çwç
Spero che vi sia piaciuto il momento brunella e che non abbia deluso le vostre aspettative. Non ho mai scritto su questa coppia e spero che come primo tentativo sia andato piuttosto bene :)
Continuate a seguirmi.
I love u.
… al prossimo capitolo, bye!
  
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