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Autore: Liz_P    27/08/2013    6 recensioni
Il magico trio, con l'aggiunta di Ginny, si ritrova in gelateria a mangiare un gelato. E che c'è di strano? Durante questo ritrovo, ritornano alla mente alcuni ricordi degli anni passati, di momenti fondamentali della loro vita.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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SOME MEMORIES NEVER GO AWAY


Avevamo appena superato il muro che divideva il binario 9 dal binario 10 alla stazione di King’s Cross e stavamo spingendo i carrelli in mezzo alla folla quando vedemmo due volti familiari venire verso di noi. Ron stava discutendo con Hugo, al suo fianco, mentre spingeva il carrello di Rose, che era accanto alla madre. Hermione avanzava a passo di marcia accanto a Ron, sorridendo a tutti, e cercando nel frattempo di iniziare una conversazione con sua figlia, che era visibilmente agitata. E come darle torto? Era il suo primo anno ad Hogwarts ed era sicuramente emozionata di andarci, soprattutto dopo aver ascoltato tutti i racconti di Ron, Hermione, Ginny e tutti gli altri Weasley, per non parlare dei miei. Con metà dei cugini già ad Hogwarts, poi, la voglia di andarci era sempre più grande e si poteva benissimo capire. D’istinto mi voltai a guardare Albus, il mio secondogenito, che camminava accanto a me in silenzio, con la stessa espressione di Rose. Sapevo esattamente a cosa stava pensando, me lo aveva confidato James qualche giorno prima, per prendere in giro il fratello: Al aveva paura di finire in Serpeverde. Potevo capire benissimo mio figlio, io: 26 anni prima avevo avuto esattamente la stessa paura, ma non avevo avuto nessuno che mi confortasse, Albus invece sì. Al si accorse della famiglia Weasley solo quando andò a sbattere contro Rose.
«Al! Ciao!» disse lei, fiondandosi ad abbracciarlo. Albus e Rose erano sempre stati più che semplici cugini, erano migliori amici, e potevano sempre contare l’uno sull’altro.
«Ciao Rosie» rispose lui, appena un po’ più allegro di prima. Sua cugina aveva lo straordinario e unico potere di riuscire a tirare su il morale ad Albus in qualsiasi momento.
«Hugo!» esclamò Lily, correndo ad abbracciare il cugino preferito.
«Lily!» le rispose lui con altrettanto entusiasmo, ricambiando l’abbraccio. Quei due insieme erano la reincarnazione di Fred e George, ma per fortuna sarebbero andati ad Hogwarts solo due anni dopo. Ancora per due anni la scuola era salva!
«Harry, Ginny! Che bello rivedervi!» esclamò Hermione, con un enorme sorriso sul volto.
«Herm! Dai! Ci siamo visti anche ieri!» esclamai io, ricambiando però il sorriso alla mia migliore amica.
«Ciao Ron! Hai preso la patente alla fine?» chiese intanto Ginny Ron, distogliendolo dai suoi discorsi con Hugo.
«Sì, dopo tanti esami falliti finalmente l’ho superato!» rispose lui, con un gran sorriso. Ginny gli fece i complimenti, poi salutò i nipoti.
«Ciao Rose! Allora, sei pronta?» le chiese con dolcezza.
«Ciao zia. Sì, sono pronta, ma sono agitata!» le rispose lei, visibilmente agitata.
«Anche Al..ma state tranquilli, andrà tutto bene!» li rassicurò lei, dando un leggero bacio sulla fronte a Rose.
Mi incantai a guardare mia moglie: era ancora bella come 20 anni prima, quando mi ero innamorato di lei, solo con qualche principio di ruga sul viso che non facevano altro che renderla ancora più bella. Ero innamorato di lei come il primo giorno e lo sarei sempre stato, perché era lei a rendere la mia vita come era, stupenda e piena di amore.
A distogliermi dai miei pensieri fu James.
«Papà? Posso andare sul treno? Passo dopo a salutarvi»
«Certo, ma poi torna!» gli gridai dietro io, appena si mise a correre.
«Sapete dove sono gli altri?» chiese intanto Ginny a Ron e Hermione.
«Percy dovrebbe arrivare da un momento all’altro e Bill è rimasto indietro a parlare con Teddy, che è venuto a salutare Vic» le rispose Ron, guardando male Lily e Hugo che parlottavano tra di loro.
Teddy..il piccolo Ted, che per me e Ginny era come un quarto figlio. Anzi diciamo che era il primo. Rimasto orfano appena nato, alla fine della guerra era stato affidato a me e a Ginny, che eravamo i suoi padrini, ed era cresciuto principalmente con la nonna ma veniva da noi quasi ogni giorno. Gli vogliamo un bene dell’anima ed ora che era grande ed aveva finito Hogwarts, si era trovato una casa per conto suo e noi sentivamo tantissimo la sua vacanza.
A distogliermi dai miei pensieri fu, ancora una volta, James.
«Papà, mamma! Indovinate chi ho visto?» chiese lui, tutto agitato.
«Non lo so amore» rispose Ginny, stando al gioco.
«Teddy, che si baciava con Victoire. Victoire! Nostra cugina!» esclamò lui tutto agitato, come se avesse appena dichiarato all’intero Mondo Magico e Non che Voldemort era stato sconfitto.
«L’ho sempre detto che tra quei due c’era qualcosa di più dell’amicizia!» esultò Ron, felice come non mai. Anche lui voleva bene a Ted, lo considerava come un altro nipote.
«Ma..voi capite cosa vuol dire, vero? Vero?!» ci chiese James, quasi esasperato dal fatto che noi non avessimo capito.
«Vuol dire che Teddy diventerà ufficialmente parte della famiglia! Insomma una volta che si sposerà con Vic lo vedremo praticamente ogni giorno e anche lui ha detto che..» ma venne interrotto da Ginny.
«Tu li hai interrotti?!» domandò, quasi urlando.
«Ginny tesoro calmati, ha solo 12 anni..» tentai di calmarla io, ovviamente senza ottenere alcun risultato.
«No che non mi calmo. James! Ti ho sempre detto di non interrompere i grandi!» lo rimproverò lei, incurante dello sguardo di tutte le altre persone. In particolare lo sguardo di una persona mi saltò all’occhio, mettendo all’erta i miei sensi.
«Ron? Quello non è..?» domandai io, indicandogli l’uomo in questione.
«Chi? Lui? Sì, in effetti è proprio lui» rispose Ron, attirando l’attenzione di Hermione e Ginny che finalmente lasciò perdere James. Inutile dire che due secondi dopo si era già volatilizzato insieme ai suoi amici.
Poco lontano da noi, dietro una colonna di mattoni, c’era una famiglia che non vedevamo da molti anni. Draco Malfoy non era cambiato di una virgola, sempre alto e magro, con quel suo portamento fiero, i capelli biondi che parevano tinti, solo un po’ stempiato per via dell’età. Accanto a lui stava una donna alta, bella, con lunghi capelli marroni con riflessi biondi e il portamento fiero come Draco. In mezzo a loro, semi nascosto da Draco, c’era un bambino di undici anni, completamente identico al padre, un Draco in miniatura ecco.
«E così quella è la famiglia Malfoy» disse Ron in tono sprezzante.
«Già. Draco e Astoria con il figlio Scorpius» commentò Hermione, in tono ben diverso da quello del marito.
«Rose, ascoltami bene. Devi battere Scorpius in tutte le materie, anche nel Quidditch, altrimenti ti diseredo. Sono stato chiaro?» disse Ron, rivolto a sua figlia.
«Ron! Così la spaventi! E non è vero che ti diserediamo tesoro, papà ama scherzare» disse Hermione a mezza voce, fulminando Ron con lo sguardo. Rose rise, poi divenne cupa quando il treno annunciò che era arrivata l’ora di salire. Tutta la famiglia Weasley iniziò a dirigersi verso il treno, con noi al retro, ma un movimento strano alla mia destra mi fece fermare e voltare: Albus si era fermato in mezzo alla strada e fissava il treno con aria terrorizzata.
«Al? Tutto bene?» gli chiesi io, tornando indietro e abbassandomi facendo in modo che la mia faccia fosse alla stessa altezza della sua.
«Papà? E se finisco a Serpeverde?» mi chiese direttamente lui, guardandomi negli occhi. Quegli stessi occhi che lui aveva ereditato. Dei miei tre figli, Albus era l’unico che assomigliava a me. Aveva una zazzera di capelli indomabili neri come la pece, occhi verdi smeraldo nascosti dietro ad un paio di occhiali tondi. James, invece, sembrava aver ereditato tutto dal suo omonimo nonno. Aveva folti capelli ribelli marroni e due occhi nocciola, molto intensi. La piccola Lily, invece, era tutta sua madre. Aveva capelli rosso fuoco, mossi, molto lunghi, e due enormi occhi nocciola, esattamente come quelli di Ginny.
«Albus Severus Potter. Tu porti il nome di due Presidi di Hogwarts, uno dei quali era Serpeverde e probabilmente l’uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto» gli risposi io, in tono serio. Ed era vero, Severus Piton era l’uomo più coraggioso che io avessi mai conosciuto.
«Ma se ci finisco lo stesso?» continuò lui, ancora in ansia.
«Vuol dire che Serpeverde sarà fiero di avere un giovane mago come te. Ma se ci tieni veramente sappi che il Cappello Parlante tiene conto della tua scelta. Con me l’ha fatto» poi il treno sbuffò e salutai i miei figli, che stavano salendo sul treno. Non avrei rivisto James e Albus fino a Natale e questo mi metteva un po’ di tristezza, ma sapevo che erano al sicuro e che si sarebbero divertiti.
«Ragazzi? Andiamo a prendere un gelato?» chiese Ron, una volta fuori dalla stazione.
«Ci sto!» risposi io, prendendo per mano mia moglie per smaterializzarci.
 
Venti minuti dopo eravamo seduti ad un tavolo da Florian Fortebraccio con davanti una maxi coppa di gelato. Lily e Hugo erano a casa di Luna che giocavano con i suoi gemelli, Lorcan e Lysander, e noi avevamo tutto il pomeriggio libero. Da quanto non succedeva?
«Sapete, mi fa ancora un certo effetto venire a King’s Cross» disse Ron ad un certo punto, dopo che avevo raccontato una barzelletta che zio Vernon raccontava sempre.
«È da lì che è cominciato tutto, è da lì che ci siamo conosciuti» commentò Hermione, mettendo in bocca una grossa amarena.
«Quante cose sono accadute in 26 anni eh?» dissi io, ripensando ai vecchi tempi.
«Sì, ma gli anni più belli secondo me sono stati quelli dopo la guerra. Mi sono divertito a scuola, ma rischiare la vita un giorno sì e l’altro anche non lo consiglierei a nessuno! Negli anni successivi invece è andato tutto molto meglio. Siamo cresciuti..» osservò Ron, dandoci l’effettiva prova che eravamo tutti cresciuti.
«Avete salvato il mondo magico, siete degli eroi, ma per me lo siete sempre stati e lo siete ancora adesso. Avete superato tante difficoltà dopo la guerra, di qualsiasi tipo» commentò Ginny, riuscendo a farsi adorare ancora di più.
«Sì, difficoltà come chiedere alla propria fidanzata di sposarti? O quella di venire a scoprire di dover diventare padre senza avere un infarto? Sono d’accordo!» commentò immancabilmente Ron, facendoci ridere tutti.
«Ammettilo Ron! Hai fatto più fatica a chiedere a Hermione di sposarti che ad uccidere Voldemort!» lo prese in giro Ginny, ridendo apertamente. Mi misi a ridere anche io, tornando con la mente a quella strana proposta..
 
14 anni prima..
Eravamo tutti riuniti alla Tana per il consueto pranzo settimanale di nonna Molly, e c’erano proprio tutti: Andromeda Tonks con il piccolo Teddy di 5 anni, Bill e Fleur con la piccola Victoire di 3 anni, Charlie, Percy con la sua fidanzata Audrey, George in compagnia di Angelina, Ron ed Hermione e io e Ginny, ormai sposati da un anno. 
Eravamo tutti seduti a tavola a gustare la seconda portata di quel magnifico pranzo e ognuno era immerso in una conversazione diversa: io e Ron stavamo parlando di lavoro, anche se Ron era visibilmente agitato, Ginny Hermione e Fleur parlavano tra di loro, discutendo di gossip tra i vari maghi famosi, Percy parlava di lavoro con suo padre, George e Charlie parlavano del lavoro di quest’ultimo, Audrey e Angelina parlavano di scuola e Molly e Andromeda parlavano del piccolo Teddy. Quest’ultimo era comodamente seduto sul divano del soggiorno accanto a Victoire che ridevano e scherzavano. Improvvisamente Ron mi fece un cenno con il capo e io afferrai al volo quello che intendeva.
«Herm? Puoi venire un secondo?» chiesi alla mia migliore amica, alzandomi dalla sedia. Lei annuì, poi si alzò a sua volta e mi seguì in giardino.
«Harry? Che succede?» mi domandò lei, dopo che mi ero fermato accanto ad un cespuglio particolarmente folto.
«Ehm..ecco, volevo chiederti..quel cespuglio secondo te è pieno di Doxy?» le chiesi io, sparando la prima cosa che mi venne in mente. Non mi ero preparato la battuta e ora me ne pentivo amaramente.
«Ma che domande sono Harry? Quel cespuglio è pieno di Folletti! Ora  scusami, vado a finire il mio pranzo» e detto questo fece dietrofront e tornò in casa. Pregai con tutto il cuore che Ron avesse fatto quello che doveva fare e la seguii. 
Quando entrai in cucina una buffa scena si presentò ai miei occhi: Hermione era in piedi, bloccata nell’atto di sedersi, e fissava il suo piatto con aria assente. Ron la guardava dall’altra parte del tavolo, ansioso come il resto dei Weasley, mangiandosi le unghie. Io tornai al mio posto, sorridendo e aspettando la reazione della mia amica.
«Ron? È opera tua?» domandò finalmente Hermione, tornando a parlare. 
«No Hermione. È opera mia. Mi vuoi sposare?» commentò sarcastico George, guadagnandosi un’occhiata velenosa da Molly. Hermione prese in mano il piccolo anello che stava sul suo piatto e si voltò verso Ron.
«Allora?» chiese, questa volta quasi irritata.
«Ehm..sì, mi sembra logico che è opera mia..» balbettò lui, rosso d’imbarazzo. 
«No, non è così logico. Torno in casa e trovo un anello nel mio piatto, potrebbe averlo messo chiunque. Anche Ginny. E se vogliamo essere pignoli un uomo degno di quel nome mi avrebbe fatto la proposta in modo tradizionale, non mettendo in atto tutto questo teatrino..» Hermione cominciò a parlare a raffica, facendo arrossire Ron sempre di più, ma in realtà sapevo che faceva tutti questi discorsi per il semplice fatto che era nervosa e agitata, anche se non voleva darlo a vedere.
Stanco di tutto questo parlare, in un momento di straordinario coraggio, Ron si alzò dal suo posto e andò verso Hermione. Le prese l’anello dalle mani, si inginocchiò davanti a lei e, nel silenzio generale, disse «Hermione Jane Granger, vuoi diventare mia moglie?» 
Herm restò un attimo stupita, come tutti gli altri, poi buttò le braccia al collo di Ron. «Sì! E ci voleva tanto?» poi lo baciò, tra gli applausi e le urla generali. Molly scoppiò a piangere e Ron corse ad abbracciarla. 
 
«Devi ammettere però che è stata una proposta originale!» commentò Ron, tra le risate di chi ancora stava pensando a quella scena.
«Se devo essere sincera ho preferito quella di Harry..» ribatté Ginny, stringendomi la mano sotto al tavolo. Bastarono quelle parole per farmi tornare in mente la mia proposta di matrimonio.
 
15 anni prima..
Io e Ginny stavamo insieme da cinque anni ormai e ritenevo che ormai fosse arrivato il momento di ufficializzare la cosa e chiederle di sposarmi. Per settimane mi ero scervellato per trovare il momento adatto per farle la proposta e finalmente avevo organizzato tutto, nei minimi dettagli. Avevo mandato un Patronus a Ginny chiedendole di venire a Grimmauld Place, dove stavo già aspettando insieme a tutti gli altri componenti della famiglia Weasley, che sapevamo già tutto del mio piano. Suonarono al campanello e il mio cuore cominciò a battere all’impazzata all’idea di quello che stavo per fare, ma andai lo stesso ad aprire alla porta a Ginny, che mi salutò con un caloroso bacio.
«Harry! Come mai questa riunione?» chiese lei, vedendo anche gli altri alle mie spalle con una punta di delusione. Evidentemente si aspettava una cenetta romantica, solo io e lei, e in cuor mio sperai che quello che la aspettava fosse altrettanto fantastico.
«Così, avevo voglia di compagnia! Vieni, c’è quasi pronto, Kreacher dovrebbe essere qua a momenti» la condussi verso la sala da pranzo, dove sarebbe avvenuto il tutto. Non appena si accomodò al suo posto, alla mia destra, anche gli altri si accomodarono, ad eccezione di me, che stavo in piedi ansioso. 
«Harry?» mi chiamò Ginny, notando che non avevo la minima intenzione di sedermi. 
«Ginny..ti devo parlare» cominciai io, ansioso.
«Cosa devi dirmi?» mi domandò lei, incupendosi all’istante, immaginandosi il peggio. Ignorando completamente la sua domanda, agitai la bacchetta in un muto incantesimo e all’istante dal soffitto caddero migliaia e migliaia di piccoli diamanti, che si fermarono a mezz’aria sopra al tavolo e si unirono, per prendere la forma di un anello, delle esatte dimensioni del dito di Ginny.
«Ginevra Molly Weasley, mi faresti l’onore di cambiare il tuo cognome in Potter e sposarmi?» le chiesi, appellando l’anello nelle mie mani e inginocchiandomi davanti a lei. Ginny, ancora mezza sconvolta, mi guardò per un paio di secondi, poi sembrò riprendersi e mi si buttò al collo, iniziando a piangere. 
«Oddio sì! Sì, sì e ancora sì!» mi rispose, per poi baciarmi con passione. Intanto intorno a noi scoppiarono le urla di gioia da parte di tutti gli altri invitati e sentii distintamente i singhiozzi di Molly. 
Presi la testa di Ginny tra le mie braccia, delicatamente, poi le sussurrai delle parole, quelle parole che mi aveva detto lei al mio sesto anno, quelle parole che avevano dato inizio alla nostra storia. 
«Se vuoi questo può rimanere qui»
 
«Modestamente, mi considero un genio!» mi diedi delle arie io, ottenendo solo sguardi divertiti dagli altri.
«Allora? Pensate che solo a voi capitino delle difficoltà?» domandò Hermione ad un certo punto.
«Cosa intendi dire?» le chiese Ron, guardandola corrucciato.
«Noi abbiamo dovuto informarvi che sareste diventati papà, e credetemi, la prima volta non è stato per niente facile!» rispose per lei Ginny, parlando a Ron come se stesse parlando ad un bambino di cinque anni.
«E noi allora? Abbiamo accolto la notizia che saremo diventati genitori e non siamo morti d’infarto! Impresa più eroica di questa non esiste!» commentò invece Ron, dimostrandosi esattamente un bambino di cinque anni.
«E dai Ron! Hermione ha cercato di fartelo capire in tutti i modi possibili e immaginabili! E tu non ci sei arrivato comunque!» lo presi in girò io, ricordando una sera di tanti anni prima, ancora alla Tana.
 
12 anni prima..
Eravamo tutti riuniti alla Tana per festeggiare il mio compleanno, come ogni anno. Molly aveva fatto una torta magnifica, con un boccino e due scope disegnati sopra, una più grande e una più piccola. La scopa più piccola stava a significare che James, il mio primogenito nato poco tempo prima, sarebbe diventato un grande campione e non avevo la minima intenzione di contraddire mia suocera. C’erano tutti alla Tana, ma proprio tutti, compresi i figli già nati. 
Dopo il taglio della torta ci spostammo tutti in salotto, ognuno con le rispettive consorti accanto. Io tenevo in braccio il piccolo James che aveva qualche mese e facevo uscire dalla bacchetta degli sbuffi colorati per farlo divertire; Fleur coccolava la piccola Dominique, nata a Gennaio, mentre accanto a lei Victoire e Teddy discutevano animatamente su Hogwarts e Percy coccolava con gioia la sua prima figlia, Molly Jr.
«Ron, tieni un secondo James? Io e Harry dobbiamo parlare un secondo in privato..» disse Ginny, prendendomi dalle mani James e affidandolo alle “accurate” mani di Ron. Mi portò in cucina, chiuse la porta e mi guardò con un enorme sorriso.
«Hermione è incinta» mi disse, senza mezzi termini.
«Che cosa?!» esclamai io, contento e sconvolto dalla notizia allo stesso tempo. 
«Sì, è di quattro settimane..lo so che è poco tempo e potrebbe succedere qualsiasi cosa, però lei ha la strana e bellissima sensazione che tutto andrà bene, per cui me l’ha detto prima..è da ieri che cerca di farlo capire a Ron disseminando oggetti per neonati in giro per la casa, mai sai com’è fatto..ci deve ancora arrivare» mi spiegò lei, con un enorme sorriso. Si vedeva che è felice per Hermione ed ero contentissimo anche io.
«E quando pensa di dirlo a Ron?» le domandai io, appena mi sorse quel dubbio.
«Non lo so, ma ora è meglio tornare di là, non vorrei che ci dessero per dispersi..» e tornò in soggiorno, con me alle spalle che sorridevo ancora come un’ebete.
In soggiorno, la situazione stava degenerando. Ron teneva James lontano da sé, con le braccia tese, come se volesse disfarsene, e parlava con Hermione che lo guardava truce. Erano nel bel mezzo di una discussione.
«Merlino Herm, lo prendi o no questo bambino?»
«Questo bambino ha un nome, Ron, e per tua informazione è tuo nipote. Possibile che tu non sappia cosa fare?» gli rispose lei a tono.
«Puzza» rispose semplicemente lui, depositandomi James tra le braccia. In effetti era vero, perciò Ginny lo prese in braccio e si diresse in bagno per cambiarlo, accompagnata da Molly. 
«È normale Ronald, è un bambino. Anche lui ha le sue esigenze» commentò aspra Hermione, incrociando le braccia. 
«E io cosa ci dovrei fare? Mica è mio figlio!» si scaldò Ron, voltandosi verso di lei.
«E se fosse tuo figlio?» domandò lei, abbassando impercettibilmente lo sguardo.
«Quando avrò un figlio me ne preoccuperò. Per ora James ha due genitori perfettamente in grado di badare a lui» 
«Beh allora cerca di cominciare ad abituarti all’idea di cambiare bambini, Ronald, perché sono incinta» gli rispose Hermione, tappandosi subito dopo la bocca con le mani. Ron aveva la stessa espressione di una persona alla quale avevano appena tirato un bolide in testa. Fissava Hermione senza in realtà vederla, con gli occhi sgranati e la bocca semi-aperta.
«Diventerò nonna un’altra volta?» esclamò Molly, appena tornata con Ginny e James. Al cenno di assenso di Hermione, Molly corse ad abbracciare Ron, ma questi la spinse via bruscamente, per tornare a guardare la moglie.
«Dici sul serio?» chiese, decidendosi finalmente a parlare.
«Sì Ronald. Noi due avremo un bambino» ripeté Hermione, guardandolo finalmente negli occhi. Ron restò ancora un momento immobile, poi si fiondò ad abbracciare la moglie e a ricoprirla di baci. 
«Noi avremo un bambino, avremo un bambino! Non ci posso ancora credere!» esclamò, poi baciò Hermione senza lasciarle il tempo di rispondere.
 
«Harry stai zitto. Quando Ginny ti ha detto che aspettava James sei svenuto!» mi prese in giro Ron, ridendo a crepapelle.
«Non sono svenuto» ci tenni a precisare io. «Ero solo, ecco..sorpreso»
 
13 anni prima..
Erano due anni che io e Ginny eravamo sposati e vivevamo ancora a Grimmauld Place. Stavamo cercando casa a Godric’s Hallow, perché ormai quella era diventata piccola e piena di tristi ricordi, ma la ricerca non fruttava i risultati sperati, perciò ci accontentavamo.
Una mattina venni svegliato da un gufo che portava una lettera di Ginny. 
 

Harry,
sono andata da mia madre ad aiutarla con il pranzo. Non ti ho svegliato, dormivi così bene!
Quando ti svegli vieni qua, ti aspettiamo tutti per pranzo.
Un bacio,
Gin

 
Un sorriso spontaneo increspò le mie labbra, poi la mia attenzione venne catturata da un altro gufo. Era la risposta ad una domanda che avevamo fatto io e Ginny per poter andare a vedere una casa a Godric’s Hallow, solo che poi l’avevamo scartata perché costava troppo. Mi ero quasi dimenticato di quella casa, ma quella risposta me la fece tornare in mente. Era perfetta per me e Ginny, ce ne eravamo innamorati immediatamente, ma appena scoperto il prezzo avevamo subito cercato un’altra soluzione.
 
Venti minuti dopo mi smaterializzai alla Tana. Ginny era ai fornelli intenta a cucinare e accanto a lei c’era Hermione. Lei e Ron erano sposati da un anno ed erano andati a vivere a Godric’s Hallow, trovando subito la casa dei loro sogni. 
«Harry! Vieni siediti, Ron è di sopra a svegliare Charlie» mi accolse Molly con un caloroso abbraccio. Per lei sono sempre stato come un ottavo figlio e anche ora che ero il marito di Ginny le cose non erano cambiate. 
«Gin, tesoro, ricordi quella casa che avevamo visto tempo fa a Godric’s Hallow, quella stupenda? Ecco oggi è arrivata la risposta, ci hanno fissato un appuntamento per domani alle tre..che faccio, disdico?» le chiesi io, andando a darle il bacio del buongiorno. Poi salutai anche Hermione, che mi rispose scoccandomi un sonoro bacio sulla guancia.
«No, andiamo a vederla. Voglio comprarla» mi rispose lei risolta.
«Ma Gin, i soldi..» cominciai io, venendo subito interrotta da lei.
«Niente ma Harry. Ho detto che voglio comprarla e con i soldi troveremo una soluzione. In fondo, sei Harry Potter, colui che ha sconfitto Voldemort. Niente è impossibile per te»
«Ma..» poi lasciai perdere, non si poteva discutere con Ginevra Potter.
«E poi, ci servirà una casa più grande..» buttò lì lei, come se niente fosse.
«Sì certo, e per quale moti..» ma mi bloccai. Erano giorni che Ginny era strana, alla mattina si chiudeva spesso in bagno prima di andare al lavoro e insonorizzava la stanza, come se non volesse farmi sentire qualcosa..poi aveva frequenti sbalzi d’umore, facendomi venire delle crisi isteriche.
«Gin..» cominciai io, senza muovere un muscolo.
«Sì?» mi chiese lei, perfettamente tranquilla.
«Tu..»
«Io?»
«Io..noi..» poi caddi, ma prima di toccare il pavimenti due braccia mi afferrarono.
«Harry? Tutto bene?» mi chiese mia moglie preoccupata, mentre il proprietario delle braccia, Ron, mi faceva accomodare su una sedia.
«Ginny. È quello che credo io?» le domandai, fissandola negli occhi. 
«Sì, è quello che credi tu. Sono incinta» mi rispose lei, sorridendo apertamente. A quel punto non resistetti. Mi fiondai ad abbracciarla forte, ad abbracciare le due persone più importanti della mia famiglia, ad abbracciare una nuova parte della famiglia. 
«Ti amo Gin»
«Ti amo anche io Harry»
 
«Siete due pappamolle! Eccoli qui Gin..gli eroi che hanno salvato il Mondo Magico..uno che sviene quando ha scoperto di essere padre e l’altro che non è neanche in grado di fare una proposta di matrimonio decente!» ci prese in giro Hermione, ridendo con Ginny.
«Ehi! Se non sbaglio mi hai sposato!» protestò Ron, ferito nell’orgoglio.
«Sì testone, ti ho sposato. E lo rifarei ancora» gli rispose lei, baciandolo dolcemente.
«Ragazzi si è fatto tardi, noi andiamo..» cominciai io, controllando l’orologio.
«Anche noi. Ci vediamo domani sera alla Tana?» chiese Ron, mentre pagavamo il conto.
«Sì certo, a domani!» rispose Ginny, un attimo prima di smaterializzarsi a casa nostra.
«Gin?» la chiamai io, apparso subito dopo di lei.
«Sì?» mi chiese lei, mentre appendeva il giubbotto. Nonostante fosse Settembre c’era freddo e Ginny aveva preferito mettersi la giacca.
Mi avvicinai a lei, poi mi chinai e la baciai, la baciai come se fosse la prima volta che lo facevo, come se fosse la mia aria, la mia ancora di salvezza, il mio mondo. E in effetti lo era, lei era tutto quello e anche di più, lei era tutto per me e se le fosse accaduto qualcosa non me lo sarei mai perdonato.
Ad interrompere quel meraviglioso momento fu un gufo che picchiettò il becco alla finestra.
«E ora chi è?» domandai io, andando ad aprire al gufo.
Quando vidi lo stemma di Hogwarts impresso sulla lettera solo una cosa mi venne da dire.
«James!» esclamammo contemporaneamente io e Ginny.


Ok, questa è la mia terza One Shot. Le prime due sono Rose/Scorpius, coppia che, personalmente, adoro. Questa volta ho voluto cambiare, giusto per non fare sempre la monotona.
Fatemi sapere cosa ne pensate, aspetto le recensioni!
A presto,
Liz_Potter
  
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