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Autore: LoveCrazyCarrot    28/08/2013    1 recensioni
La mia storia narra le vicende di due ragazze italiane, migliori amiche, che si aiutano a vicenda per andare avanti ogni giorno e per affrontare le loro dure vite. Alessia è orfana di madre, vive con sua sorella di 6 anni e il patrigno; un uomo violento e maschilista, che non si fa scrupoli a picchiare la figlia. Tania invece ha la madre alcolizzata che si prende cura solo di se stessa, mentre il padre le ha abbandonate quando lei aveva 13 anni per fuggire con una cameriera. Le due amiche, unite ancora di più dalle loro disgrazie, decidono di dare una svolta alle loro vite e cominciarne di nuove, in una nuova citta; Londra. E la conoscienza di 5 ragazzi potrebbe aiutarle a dimenticare il loro passato.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. LA NOSTRA VITA... FINO AD OGGI

 *POV ALESSIA
Sono in cucina con mia madre che mi sta preparando la colazione prima di accompagnarmi a scuola. Ha i capelli castani sciolti sulle spalle ed è girata di schiena, ha una bellissima camicia bianca e una gonna azzurra che le arrivi fino al ginocchio. Mi dà una tazza di latte freddo dove io poi la riempio di cereali al cioccolato. Incontro i suoi bellissimi occhi grigio/azzuri che mi sorridono e io ricambio.Sto mangiando contenta quando sento una porta aprirsi e sbattere violentemente con il muro al piano di sopra. Ed ecco che scende Paolo, il mio patrigno, con la faccia tutta rossa e le vene del collo tutte gonfie e sporgenti. Entra in cucina e va verso mia madre che si era girata improvvisamente per il rumore della porta sbattuta da Paolo. Lui la afferra per il colletto della camicia bianca e porta la sua fiaccia impaurita verso la sua infuriata. -Puttana! Mi stai facendo fare tardi al lavoro per colpa tua!- La alza e le fa sbattere la testa sulla porta di un armadietto di legno. -Mi hai rovinato la camicia che dovevo mettere oggi per la riunione di lavoro! Adesso non ho più nessuna camicia da mettermi e adesso ne subirai le conseguenze!- e le fa sbattere la testa di nuovo sull'armadietto. Io mi ero nascosta sotto il tavolo della cucina ma quando vidi questo usii dal mio nascondiglio e corsi verso di lui. -Lascia stare la mamma! Lasciala!- urlavo con le lacrime agli occhi. Lui si girò verso di me e quello che vidi era uno sguardo di pieno odio e rabbia. -Tu levati dal cazzo mocciosa!- e appena detto questo mi diede uno schiaffo con la mano libera che mi fece volare fino alla parete opposta e colpire la testa violentemente contro il muro. Mia madre scoppiò in un pianto disperato, pregandolo di calmarsi e non farci del male. Lui non l'ascolta e la porta in camera loro. Io li seguo silenziosamente senza farmi vedere e quando entrano nella stanza io sto dietro la porta e guardo l'intera scena. Paolo la sbatte violentemente sul letto e le salta addosso. Letoglie la gonna e lui si togli i suoi pantaloni, e in quel momento io non riesco a distogliere lo sguardo. Cerco di capire cosa sta facendo ma non l'ho mai visto fare quello che stava facendo adesso. Dopo vari minuti ha finito ma non si togli dalla mamma. Mia mamma sta ancora piangendo e avevo tanta voglia di correrle incontro e abbracciarla ma sono paralizzata dalla paura e so che se mi intromettessi peggiorerei la situazione. Lentamente gira la testa verso di me e fissa i suoi occhi sui miei, mi sorride per rassicurarmi e io ricambio. All'improvviso Paolo prende un coltello che si era portato dalla cucina e lo infilza nel petto di mia madre. Io rimango spiazzata e il sorriso scompare dal volto di mia madre come scompare sul mio volto. Vedo la sua camicia macchiarsi di rosso. Torno a posare lo sguardo sul suo e vedo che muove le labbra come se volesse parlare ma non ne ha la forza, ma riesco a capire quello che vorrebbe dirmi."ti voglio bene". Non capisco perchè me lo dice, lei non può abbandonarmi! Vedo i suoi occhi spegnersi e solo in quel momento trovo la forza e comincio a urlare...


Mi sveglio di colpo urlando per l'ultima volta. Solo dopo un po' realizzo che era stato solo un sogno. Già, peccato che quel sogno fosse il ricordo della morte di mia madre. Mi guardo intorno per capire dove mi trovavo e vedo l'arredamento di camerai mia. Mi tranquillizzo un poco. Controllo la sveglia e noto l'ora. Le 5.20 di mattina. So che non riuscirò ad addormentarmi perciò mi alzo e comincio a prepararmi per andare a scuola. Vado in bagno e comincio a fare la doccia, mentre mi lavo ricomincio a pensare al mio sogno. Quel sogno lo faccio spesso e raramente riesco a fare sonni tranquilli senza svegliarmi la mattina presto. Mi chiamo Alessia Santonastaso e compio 19 anni il 4 maggio. Vado al liceo delle scienze umane di Udine insieme alla mia migliore amica Tania, anche se in verità lei fa l'opzione economico sociale. Finita la doccia esco silenziosamente dal bagno per non svegliare mia sorella Sofia. Siamo sorelle ma non siamo molto simili. Io ho lunghi capelli castani mossi che mi arrivano circa a metà schiena, gli occhi verde grigio e sono alta 1.70 e magra. Mia sorella invece ha gli occhi della mamma grigio/azzurri e i capelli poco più chiari dei miei come papà. Infatti io ho i capelli come quelli di mia madre e gli occhi come quelli di mio padre mentre mia sorella il contrario. Già, papà. Lui e mia madre divorziaronono quando avevo 7/8 anni e di lui non ricordo quasi nulla. Mia mamma diceva sempre che era stato un uomo gentile e dolce ma che dopo un po' di anni insieme scoprirono di non amarsi più. Papà se ne andò di casa dopo una settimana dal divorzio e non lo rividi più, ma sapevo che lui e mia madre alcune volte si rincontravano. Ed è proprio uno di questi giorni la cusa della nascita di Sofia. Quella volta avevo 13 anni e la mamma si era già risposata da 2. Un pomeriggio dopo la scuola tornai a casa ma non vidi mia madre in cucina cosiì la cercai in salotto ma non la trovai. Corsi in camera sua e la vidi che era nel letto che piangeva. Mi avvicinai e le chiesi cosa le fosse preso. -Presto avrai una sorellina o un fratellino- mi disse. Io rimasi scioccata. Non volevo avere un fratello o una sorella che era figlio del mio patrignio. Lei capì cosa stavo pensando e mi tranquillizzò dicendomi che non era figlio di Paolo ma del mio vero papà e che non dovevo dirlo a nessuno. A sentire quella notizia mi rilassai e le promisi che non avrei detto nulla a Paolo, che mi sarei presa cura del bambino e che l'avrei protetto. La mamma disse a Paolo che il figlio era suo e lui non se la prese. Quando naque Sofia provai subito una grande simpatia per lei; perchè era una parte di papà che sarebbe rimasta sempre con me. Io e Sofia siamo diverse anche nel carattere, anche se non di molto. Io sono timida e difficilmente riesco a iniziare una conversazione con uno sconosciuto, invece Sofia attacca bottone con chiunque senza timore. Lei non pensa mai prima di parlare o agire mentre io ci sto un po' di più. Ma in comune abbiamo l'animo sognatore. Prima di dormire le leggo sempre delle fiabe perchè so che le piacciono nonostante sia grandicella per queste cose. Vado verso l'armadio e scelgo dei jeans aderenti neri e una maglietta a maniche lunghe bianca con in mezzo disegnata un'aquila d'oro. Infilo delle nike alte bianche e mi raccolgo i capelli in una coda bassa a lato così da farla ricadere sulla spalla. Vado verso lo specchio e mi guardo. Non mi considero bella, e quindi potrei mettermi addosso qualunque cosa ma a scuola non voglio essere ancora più presa per il culo di prima quindi mi vesto in maniera almeno presentabile. Sto per uscire quando per sbaglio, a causa della scarsa luce, sbatto il ginocchio contro lo spigolo dell'armadio e impreco per il dolore

IO -Ma porca miseria, che bell'inizio mattinata!-

Sento un lamento e mi volto verso mia sorella. è seduta sul letto e mi fissa con gli occhi ancora pieni di sonno.

S -Che succede Ale?-

Io mi dirigo verso di lei e le accarezzo i capelli dolcemente

IO -Tranquilla Sofi, torna a dormire.-

Lei si ributta a letto e io le rimbocco il letto. Scendo in cucina e mi preparo un panino da mangiare durante l'intervallo e ne preparo uno anche per Sofia. Fortunatamente Paolo è già andato a lavoro così tutte le mattine lo posso evitare. Appena finito prendo le chiavi e esco di casa. Per fortuna ogni mattina passa la vicina a prendere Sofia per portarla a scuola e così non faccio tardi io. Mi incammino verso il liceo delle Scienze Umane e spero che la giornatapiano piano migliori.

 *POV TANIA
Mi sveglio piano piano con il costante rumore della sveglia. La spengo con rabbia

IO -Ma perchè la scuola la fanno iniziare così presto? Non potevano far iniziare le lezioni, che ne so, alle 10? Ma no, devono far alzare tutti i giovano alle 5 di mattina per sei giorni su sette-.

Mi alzo di malavoglia e mi trascino in bagno dove mi aspetta una doccia calda per prepararmi alle quotidiane 6 ore di inferno chiamato comunemente "liceo". Mi infilo sotto il getto e dopo essermi lavata decido di svegliarmi in fretta, perciò cambio il getto dell'acqua da caldo a freddo. Me ne pentii subito

 IO -O mio Dio!! Ma perchè diavolo l'ho fatto??-

chiudo immediatamente l'acqua della doccia e mi avvolgo un asciugamano. Mi chiamo Tania Chams Eldin e vengo dal Libano, come avrete notato dal mio cognome. Compio gli anni il 10 marzo e ne faccio 18. Questo vuol dire che ho 1 anno in meno di Alessia che ne compierà 19. Mi dirigo verso l'armadio e vedo cosa posso mettermi. Opto per dei jeans aderenti azzurri e una felpa blu con sopra il simbolo della Adidas.
Infilo delle vans blu e sono quasi pronta. Torno in bagno e mi metto del mascara e un filo di matita. Mi do una conrollata allo specchio e noto che sono più carina del solito. Non sono vanitosa come una certa mia compagna di classe nominata Pamela, ma che io e la mia migliore amica Alessia comunemente chiamiamo "Troia". I capelli castano scuro e quasi ricci li ho raccolti in una coda alta, gli occhi marrone scuro quasi nero vengono evidenziati dal trucco. Sono alta nella norma, 1.70 e sono magra.  Appena finito corro giù in cucina ma non vedo mia madre. Non c'è da stupirsi, visto che non torna quasi mai a casa. è alcolizzata e quindi beve dalla mattina alla sera in quasi tutti bar della città. Mi preparo la merenda e la infilo nello zaino viola dell'eastpack e corro verso la fermata della corriera per non perderla e fare tardi. Appena arrivo non vedo Alessia. Salgo sul mezzo e la trovo che mi aspetta seduta nelle file di mezzo nel posto vicino al finestrino. Sta ascoltando musica e sembra pensierosa. Non credo mi abbia visto, perciò le vado vicino e le tocco una spalla. Lei finalmente si gira.

 IO -Ciao Ale!-

 *POV ALESSIA
Sono alla fermata della corriera ma Tania non è ancora arrivata. Non mi preoccupo visto che Tania è sempre in ritardo. Appena arriva la corriera salgo e mi metto nelle file di mezzo vicino al finestrino. Amo i posti vicino al finestrino, posso guardare di fuori e godermi il panorama senza pensare a alla mia schifosa vita, anche se la vista è sempre uguale. Mi metto le cuffie e dal cellulare partona la voce di NE-YO che canta una delle mie canzoni preferite, LET ME LOVE YOU. Mentre la sua incantevole voce mi arriva nelle orecchie penso alla mia vita. Non so cosa fare. Il mio patrigno è uno stronzo egoista e maschilista. Se non facciamo quello che dice ci piacchia e non si fa scrupoli a minacciarmi di violentarmi. Per la verità alcune volte lo fa ma grazie al cielo sono rare. Quando mia sorella fa qualcosa di sbagliato non gli importa che abbia solo 8 anni, la picchia ugualmente. La maggior parte delle volte io la difendo e mi faccio picchiare io al posto suo ma può succede che non mi dia ascolto e la picchi lo stesso. è da 10 anni che fa così, da quando la mamma è morta. All'inizio era meno violento ma ogni anno la sua violenza cresce sempre di più. Io vorrei trovare il modo per farla finita ma le idee non mi vengono, così sono costretta a sopportare. Sento una mano sulla spalla, mi giro e vedo Tania tutta sorridente.

T -Ciao Ale!- mi saluta.

Solo gli amici e mia sorella possono chiamarmi così, infatti a Paolo non glielo permetto.

IO -Ciao Tanu...-

io l'ho soprannominata così dal nostro primo incontro e a lei non diapiace.

T -.Che ti succede?-

mi domanda. Sapevo che me lo avrebbe chiesto. A noi basta scambiarsi uno sguardo e sappiamo subito cosa prova o pensa l'altro.

IO -Niente, stavo solo pensando.-
T - No carina, che non stavi "solo pensando"!...

Alcune volte odio il fatto che mi conosca così bene.

T - So che stavi pensando a Paolo, ma devi togliertelo dalla testo quello. Almeno per questa mattina! Io ho un compito di storia e sono T-E-R-R-O-R-I-Z-A-T-A! Ho bisogno che la mia cara amica, che è molto brava in storia, un po' di conforto.
IO -Non ci sperare. non ti faccio bigliettini con le risposte.
T - Infatti non li devi fare...-
IO - A no?-
T- No! Io ti scrivo la domanda via SMS e tu dovrei rispondermi. Semplice no?- sorride
IO -Continua a sognare!-
T- Che palle di te! Uffa!- *fintafacciaarrabbiata*
IO - Hahaha! Dai che ce la farai. - la rassicuro
T - Bon. Allora, visto che non posso contare sul tuo aiuto,io raipasso.-

Mi rimetto le cuffie e la canzone torna a riempirmi la testa e, senza rendermene conto, siamo già arrivate a scuola.
















SPAZIO AUTRICE

Salve ragazze! Cosa ne pensate del primo capitolo? Mi farebbe un piacere ENORME se voi lo recensiste.
Mi va bene anche un semplice bella o brutta. Un mi piace e un non mi piace.
Questa è la prima FF che scrivo quindi se non è scritta bene, l'idea è brutta, ci sono errori ortografici, SCUSATEMI TANTO!!
Come vi dicevo, questa è la prima FF e l'ho voluta dadicare alla mia migliore amica Tania (infatti uno dei personaggi si chiama come lei ed è descritta ugualmente ;)), che mi ha fatto scoprire il sito e diconseguenza mi ha dato l'opportunità di leggere altre magnifiche storie.
Se questo capitolo vi è piaciuto recensite, così scopro se varrà la pena di continuare a scrivere.
Un grazie anticipato a tutti quelli che mi scriveranno!

CIAOOOOOO! :3

   
 
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