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Autore: wale    28/08/2013    2 recensioni
“Dai Dean, anche noi ci meritiamo una vacanza ogni tanto, non trovi?”
“Sammy…”
“No, ascolta me per una volta! Non possiamo fare niente adesso per Lucifero, l’Apocalisse e tutta quella merda; quindi non ci vedo proprio nulla di male se ci fermassimo per un momento a prendere fiato. Abbiamo concluso l’ultima caccia solo tre ore fa!”
L’altro sbuffò consapevole che il fratello non avesse torto.
“E va bene…e com’è che ti vuoi fermare proprio in un paese sperduto come questo?”
“Bèh…prima di tutto perché è di strada e poi…”
Ma i Winchester, si sa, non riescono proprio a stare lontani dai guai...
Genere: Angst, Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
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 CAPITOLO IV

 
 
 
 
 
“Che cosa ti è successo Sam?” domandò con dolcezza Cadie, prendendo a tamponargli il sangue.
“Ahi!” si lamentò l’altro, non appena quel tocco delicato gli sfiorò il naso.
“Sembri un bambino” continuò la ragazza in un sorriso che, però, scemò subito per la mancata reazione dell’amico.
Dopo un breve silenzio, in cui si potevano solo udire i lamenti contenuti del piccolo Winchester, Cadie riprese a parlargli con fermezza.
“Perché non mi dici chi è stato?”
“Credevo che leggessi nel pensiero!” proruppe Sam, stanco di quell’insistenza ( o meglio, di quella pessima giornata), allontanando il viso dal tocco di lei.
Cadie per tutta risposta gli lanciò uno sguardo torvo.
“Smettila di fare lo scemo, sono solo preoccupata per te!”
“Lascia perdere! Me la sono sempre cavata da solo. Non ho bisogno di niente e di nessuno io, tantomeno della tua preoccupazione!”
Cadie lo guardò stupita, ma poi i suoi tratti presero ad ingentilirsi, portando le labbra a un dolce sorriso.
“Lo sai che tuo fratello ti vuole bene. E’ solo che non è proprio una campione a dimostrarlo.”
Sam arrossì vistosamente e aprì la bocca cercando di risponderle a tono, ma non sapeva davvero cosa dire.
Era davvero imbarazzante avere a che fare con una sensitiva.
“Non dicevi che avevi difficoltà a leggere nella mente?” riuscì a dire poi, offeso per quella violazione.
La ragazza lo guardò confusa, per poi scoppiare in una risata cristallina.
“Ehi, cosa c’è da ridere adesso?”
“Scusami Sammy, ma il fatto è che non è come pensi. Io non sono entrata nella tua mente”
“Cosa? Ma io, tu..”
La ragazza si avvicinò al suo viso, sorreggendosi il mento tra le mani.
“Sai, non mi era mai capitato, ma posso affermare con certezza che con te il mio potere è inutile…”
“Io non credo di-“
“Mi basta guardarti negli occhi per capirti, Sam...”
E dicendo ciò gli sorrise con tenerezza, facendo perdere un battito al piccolo cuore del Winchester.
Cadie era così….
“Tu hai mai baciato una ragazza?” continuò, all’improvviso, destando Sam dai suoi pensieri e facendolo arrossire per l’ennesima volta come un peperone, fino a portarlo ad abbassare lo sguardo.
“Neanche io” disse lei semplicemente, catturando i suoi occhi verdi.
“Tu mi baceresti?” domandò, poi, con velata agitazione.
Sam si morse il labbro in difficoltà.
Lui era un tipo intelligente, ma quello bravo con le ragazze era sempre stato Dean. Non ci aveva neanche mai pensato a loro! Non prima di incontrare Cadie, ovviamente.
Le piaceva, le piaceva maledettamente troppo per ignorarlo!
“Anche tu mi piaci” soffiò deciso, prendendo tutto il coraggio di cui disponeva e che gli era mancato quel giorno in cui lei lo aveva baciato sulla guancia. Poi, con un rapido gesto ridusse la distanza tra le loro labbra, in quella che era una piccola e goffa dimostrazione del tenero affetto che stava crescendo.
Cadie sussultò sorpresa, ma lo ricambiò, seguendo i movimenti della sua lingua con fare inesperto.
Era strano e nuovo per entrambi.
Era bellissimo.
 
“Lo so che dovrai andare via, Sam. Ma mi prometti che tornerai?…per me?”
“Lo farò”
 
 
 
 
 
Quella mattina Sam si svegliò bruscamente.
Il respiro era affannato e il sudore, prepotente, gli inumidiva il volto.
Aveva sognato quel pomeriggio in cui aveva dato il suo primo bacio;  splendido ricordo se non fosse stato anche il giorno in cui la sua parola aveva perso valore.
Quando si alzò notò il fratello ancora profondamente addormentato, con Anthrax accoccolata sul suo stomaco.
Gli scappò un sorriso che, però, scomparve immediatamente, non appena il peso che portava si insinuò nei suoi pensieri.
Sapeva che Dean si sarebbe arrabbiato per le sue bugie
Gli dispiaceva mentirgli, se ne pentiva sempre; ma, nonostante ogni volta si riprometteva che quella sarebbe stata l’ultima, ci ricadeva comunque.
Infondo lui era il contenitore del diavolo e il sangue demoniaco pulsava violento dentro di lui; quindi non era colpa sua se non era la brava persona che doveva essere e se deludeva sempre le aspettative di suo fratello, dell’uomo giusto. Perché nonostante  tutto quello che gli altri e lui stesso avevano sempre pensato, in realtà era Dean quello più altruista e sensibile dei fratelli Winchester.
Erano stati tutti ingannati dalla sua maschera d’arroganza e di superficialità, Sam compreso.
Perché troppo concentrato su sé stesso e sui suoi problemi
…però anche Dean era una vera incognita
Non esprimeva mai quello che sentiva davvero ed era facile che dicesse il contrario di quello che volesse in realtà.  Agiva solo esclusivamente per il bene della sua famiglia e delle persone che amava.
Fino ad annullare anche sé stesso
Perché Dean si disprezzava
E anche questo Sam lo scoprì tardi.
Da piccolo lo guardava come l’esempio da seguire, il ragazzo sicuro di sé e forte che chiunque bambino volesse diventare. Lo credeva invincibile e non capiva che dietro la sua strafottenza ci fosse una fragilità che anche lui stesso non avrebbe mai ammesso.
Perché Dean Winchester odiava apparire debole
e Sam, a volte, aveva il disperato bisogno di credere che non lo fosse realmente, così da potersi ancora aggrappare a lui come aveva sempre fatto.
Ma ormai le spalle del fratello erano troppo curve per riuscire a sostenere altro peso e Sam se ne doveva fare una ragione.
Sospirò.
Quella mattina sarebbe andato lui a comprare la colazione.
 
 
Quando Sam tornò a casa, vide che Dean era già in piedi, vestito e pimpante.
I due cacciatori uscirono subito dopo aver mangiato, così da riprendere immediatamente le ricerche.
“Dean, non vorrai veramente far entrare Anthrax nell’Impala…” commentò Sam, stupito nel vederlo aprire la portiera e indicare al gatto, che li aveva seguiti, di salirci.
“Non capisco perché non dovrei, visto che ci sali anche tu” lo prese in giro l’altro, sorridendogli beffardo.
“A-a! E’ solo che non è da te. Si insomma, non dicevi che le tue regole sull’impala vietavano il sesso, gli animali e le scarpe sporche?”
“Queste regole valgono solo per te fratellino. Non so se mi spiego…” gli ammiccò, facendo rabbrividire il minore, i cui pensieri vagliarono la terribile possibilità secondo cui il suo sedile fosse stato utilizzato per uno sfrenato rapporto sessuale.
No, non ci voleva pensare!
A Dean non sfuggì lo sguardo disgustato di Sam e sorrise divertito, mentre accendeva la sua ‘piccola’ per giungere alla prossima destinazione.
 
 
Si erano da poco fermati a far benzina.
Non era la prima volta, in quel periodo, che Dean lasciava a secco l’Impala e questo era un brutto sintomo per Sam, che cercò di scacciar via la solita preoccupazione.
Ora doveva pensare a Cadie
Dopo essere entrato nel negozietto e aver preso due bottigliette d’acqua e le caramelle alla menta, di cui Dean aveva fatto esplicita richiesta, si avviò alla cassa.
Ciò che vide riflesso nello specchio posizionato in alto lo destabilizzò e si voltò di scatto per cercare la fonte di quell’immagine, senza però avere successo. Prese così a guardarsi disperatamente intorno, inoltrandosi tra gli scaffali precedentemente ignorati, per poi avvicinarsi verso l’entrata posteriore che qualcuno aveva lasciato socchiusa. L’aprì senza esitazione e la trovò lì, ad aspettarlo.
Era incantevole.
I lunghi capelli neri erano raccolti in una coda scomposta, paradossalmente perfetta.
Gli occhi grigi e sottili lo perscrutavano, seducenti.
Il sorriso, delicato, le illuminava il volto pallido.
Le mani, sicure, poggiavano sui fianchi pronunciati.
Ma i suoi occhi,quegli occhi così grigi, erano solo per lui.
“Cadie” la chiamò con una sicurezza che allarmò anche sé stesso.
“Sei cresciuto Sam” lo salutò l’altra, sorridendo con dolcezza.
“Tu…perché..?”
“Non mi stavi forse cercando?” rispose, avvicinandosi lentamente.
“Stai bene?” fu l’unica cosa che riuscì a chiedere in quel caos mentale.
“Si, sto bene” disse, fermandosi ad un soffio da lui e posando la mano  sul suo petto.
“Mi dispiace” continuò il cacciatore dopo un breve silenzio.
“Per aver mancato alla promessa o per i miei genitori?” domandò lei mantenendo la stessa dolcezza, senza però impedire all’altro di sussultare e di distogliere lo sguardo, imbarazzato.
Ma la ragazza gli strinse la camicia con la mano che aveva sul suo petto, portandolo ad osservarla nuovamente.
“Mi sei mancato” bisbigliò.
“Anche tu mi sei mancata…” le rispose avvicinando il volto al suo.
I due giovani si guardarono per un breve istante prima di lanciarsi in un bacio appassionato.
Il cacciatore iniziò ad accarezzare il corpo di lei, seguendone ogni linea.
Non sapeva da dove proveniva quell’assurda frenesia, ma non gli importava.
Non gli importava più niente dell’ospedale e di quegli strani casi.
Non gli importava di suo fratello che lo aspettava poco lontano.
Tutto ciò che voleva era fare l’amore con Cadie, alla luce del sole, nel retro di uno squallido negozietto.
 
 
Dean sbuffava impazientito mentre tamburellava energicamente le dita sul volante dell’Impala.
Quanto ci voleva per comprare delle stupide mentine?!
Dopo una lunga attesa decise che era arrivato il momento di intervenire.
Non appena entrò nella piccola costruzione, notò un uomo obeso seduto alla cassa intento a leggere un giornaletto porno. Avrebbe certamente fatto uno dei suoi commenti ironici se non avesse notato due bottigliette d’acqua e una scatoletta di mentine abbandonate lì davanti.
“Mi scusi se la distolgo dal suo lavoro, ma ha per caso visto un ragazzo alto così e con dei ridicoli capelli lunghi?”
L’altro alzò gli occhi verso il nuovo arrivato e grugnì infastidito per poi indicare, con un lieve movimento del capo, la porta sul retro che Dean vide essere spalancata.
Cosa diavolo aveva visto suo fratello per lasciarlo lì, da solo, come un fesso?
“Ok grazie” disse rapido sfiorando con la mano la superficie della pistola che teneva dietro i pantaloni, giusto per assicurarsi di essere armato. Poi, dopo aver lasciato un po’ di spicci sul bancone e aver preso le mentine,  continuò “Tieni pure il resto smilzo!”
Mentre uscì dal retro ingurgitò una manciata di caramelle e per poco non si strozzò quando sentì dei leggeri sospiri vibrare nell’aria.
Uh uh, qualche depravato da queste parti ci stava dando dentro!
Ma il sorriso divertito scemò quando sentì la risata di Sam.
Che diavolo stava succedendo?!?!
Cercando di fare il minimo rumore, il cacciatore si avvicinò a una finestrella del piccolo stanzino che si trovava lì dietro e ciò che intravide confermò i suoi sospetti.
“Quel brutto pervertito! Mettersi a fare queste cose mentre io sono qui ad aspettarlo! E bravo Sammy, fai tanto il santarellino però poi...” le parole gli morirono in gola, quando la ragazza che era con il fratello divenne riconoscibile.
“Brutto figlio di puttana!” fu l’unica cosa che riuscì a borbottare in quello stato di puro stupore, prima di allontanarsi per dirigersi velocemente verso la macchina.
Era per lei che erano giunti in quel maledetto posto?
Si diavolo, era così, era sicuramente così!
Tipico del suo fratellino, no? Prenderlo per il culo gli riusciva davvero bene!
Doveva fargli  i complimenti; ancora una volta era riuscito a fregarlo alla grande!
Accidenti a lui e alla sua stupidità; perché ci cascava sempre?!
Perché non riusciva a ficcarsi in quella maledetta testa bacata che quello lì non era più il suo  ingenuo fratellino minore da proteggere?!
Ormai era cresciuto e, a quanto pareva, era diventato anche più in gamba di lui!
Sentì la rabbia montargli dentro, in maniera incontrollabile, e sapeva che non era solo per suo fratello. Cavoli, la cosa assurda era che ciò che lo faceva stare male era che quel figlio di puttana stava facendo sesso con Cadie!
Cazzo Cadie! Che cavolo significava!?!
Credeva che era lui quello che lei voleva, ne era stato certo dopo quel contatto.
Nessuno l’aveva mai baciato in quel modo e nessuno l’aveva mai fatto sentire così…Appagato?
Dalla sera del loro incontro si era trovato spesso a pensare a lei, maledicendosi per averla rifiutata, ed era anche per questo che era parecchio suscettibile sull’argomento quando Sam ne parlava.
Dopo qualche giorno l’aveva addirittura sognata, con sé, nel suo letto ed era tutto così maledettamente reale! Non l’aveva mai vista in volto nel sogno, ma sapeva che era lei perché quando sentiva le piccole mani accarezzargli il petto risentiva il tocco dolce e delicato di lei e perché quando quelle labbra si posavano leggere sul suo collo poteva ritrovare la morbidezza mai dimenticata delle sue…
Ma che diavolo gli stava succedendo?! Stava forse dando i numeri?!
Stare così per una che conosceva a malapena lo rendeva un uomo patetico!
Ma si sentiva così vuoto…
All’improvviso l’aria prese a mancargli e sentì il cuore accelerare.
Accidenti non adesso!
Un senso di vertigine lo avvolse e, prima di poter appoggiarsi all’Impala, cadde pesantemente a terra sbattendo sul cofano della macchina e procurandosi un brutto taglio sul mento. Il dolore fu rapido a forte, e il sangue prese a scendere copioso, ma ciò che più lo tormentava era la paura di quello stesso attacco. La paura di morire lì, da solo come un cane, mentre suo fratello stava lì vicino a sbattersi la donna che desiderava, incurante di lui.
Come sempre d’altronde
La debolezza era pressante ma cercò comunque di alzarsi per come poteva. Così riuscì a sedersi, poggiando la schiena sullo sportello della macchina.
Aveva caldo, tremava e un fastidioso senso di nausea iniziò a salirgli su nella gola.
Il petto gli faceva male come stretto in una morsa, contrito in rimorsi e mancanze che ripresero vigore nella sua testa.
Il respiro era sempre più affannato e poteva iniziare a riconoscere l’odore angusto dell’inferno.
Era così sconvolto che non si accorse delle lacrime che presero a rigargli il volto.
Suo fratello adesso non era con lui.
Suo fratello non perdeva mai occasione per allontanarsi da lui.
Ma come poteva biasimarlo? Era una persona misera e questo era ciò che doveva aspettarsi.
…Però aveva maledettamente bisogno di suo fratello e, ogni volta, Sam non faceva che dargli le spalle.
Nella sua vita aveva fatto di tutto per proteggerlo, per proteggere suo padre, la sua famiglia.
Ma ogni volta lo lasciavano indietro, tutti e due troppo occupati per i loro piani per accorgersi dello sciocco che li rincorreva.
“…Cass…” il nome scivolò rapido dalle sue labbra umide, in un soffio spento.
Nell’oscurità del nulla, sentì il bisogno di chiamare il suo nome, dell’unico a cui forse interessava qualcosa della sua inutile carcassa di morto vivente.
Immediatamente un fastidioso chiarore si diffuse dietro le palpebre abbassate e con esso, una sensazione di rinvigorimento, che aveva già sperimentato prima, gli attraversò tutto il corpo.
Quando aprì gli occhi vide il volto dell’angelo, la cui fronte era corrugata in segno di preoccupazione.
“Tutto bene Dean?” chiese non appena l’altro prese a guardarlo.
 “..Credo di si…” sbiascicò rimettendosi in piedi e portando la mano al viso, con un gesto stanco.
Solo allora si accorse delle lacrime ancora fresche che gli inumidivano il viso e, imbarazzato, prese ad asciugarle nervosamente.
Odiava farsi vedere così
“Cos’hai da guardare?!” domandò, ostentando un’eccessiva aggressività che compensasse la precedente debolezza, ma che, invece, si dimostrò un ridicolo e poco credibile tentativo, anche per un ingenuotto come Castiel.
“Dean, sono solo preoccupato per te”
“Non ce n’è bisogno” rispose seccato.
“Ma tu stavi-“
“Smettila! E guai a te se dici una sola parola di quello che hai visto a Sam!”
A quell’affermazione Castiel si osservò vistosamente intorno.
“Non è con te?”
“Cos’è, sei diventato anche cieco adesso?!”
Lo sguardo dell’angelo si assottigliò, irritato per quell’atteggiamento che l’amico continuava ad avere con lui.
“Sei tu quello che ha pregato in lacrime il mio aiuto quindi, al posto tuo, eviterei di fare lo sbruffone”
Un brivido percorse la schiena di Dean davanti a quel tono minaccioso.
Non per niente era un soldato di Dio  
Proprio in quel momento Sam uscì fuori dal negozio e li raggiunse.
“Scusami se ci ho messo tanto ma sono andato in bagno…” raccontò con una disinvoltura tale da sbalordire il fratello.
“Già, quando la natura chiama…” osservò, allora, l’altro con un tono stizzito.
“Castiel, che cosa ci fai qui?” domandò Sam, ignorando volutamente il maggiore.
L’angelo era intenzionato a dirgli la verità, ma c’era qualcosa nello sguardo del suo protetto che lo spinse automaticamente a mentire.
“Volevo solo sapere come procedono le indagini. Non vorrei che vi distogliessero troppo dal vostro vero obiettivo”
Dean sorrise impercettibilmente, ma Castiel se ne accorse e ciò lo convinse di aver fatto la cosa giusta.
“Oh, bèh, dovremmo essere vicini alla soluzione…vero Dean?”
Il cacciatore appena interpellato gli lanciò uno sguardo infastidito.
“Giustissimo. Lo sai che Sammy è il tipo di persona che quando s’impegna in una cosa dà tutto sé stesso…”  
Il più alto annuì visibilmente confuso (e colpevole) per poi dirigersi a passo svelto verso il posto passeggeri.
L’altro invece rivolse un cenno di gratitudine verso l’amico piumato per poi imitare l’azione del fratello.
Ma Castiel sentiva che c’era qualcosa di sbagliato
Dopo essere salito in macchina, Dean lanciò una rapida occhiata al fratello che osservava pensieroso il finestrino.
E adesso cosa ti inventerai Sammy?
 
 
 

  
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