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Autore: LunaMag    28/08/2013    2 recensioni
Grazie alla mia migliore amica ho conosciuto i Fun. Proprio lei mi ha convinta a scrivere una storia su di loro, perchè sto passando un periodo difficile, e distrarmi mi aiuta. In questa storia parlo di una ragazzina di 16 anni di nome Miriam che, a causa del suo spirito ribelle, viene portata fuori dall'italia per passare l'estate in una specie di collegio. Anche lì lei riuscirà a far risaltare il suo spirito, conoscendo nuove persone e divertendosi da matti.
Ovviamente, non mancheranno i problemi e le preoccupazioni.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Jack Antonoff, Nate Ruess, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Sentii delle urla, di conseguenza mi svegliai: erano arrivati i miei genitori.
Mi diressi verso la scrivania, presi il mio quaderno dal nascondiglio. Ci scrivevo tutte le mie bravate e tutte le cose che mi piacevano. Così decisi di dedicare qualche riga ai fun e magari di incollare qualche loro foto. Dopo averlo fatto,c
hiusi  il quaderno e pensai che avrei dovuto cambiare nascondiglio: se quel quaderno fosse stato trovato e letto dai miei genitori sarebbe stata la fine.
ì c’era scritta la mia immensa voglia di diventare una groupie, la mia prima canna e persino il giorno in cui decisi che non c’era nulla di male nel baciare degli amici, sulle labbra.

Lo misi al solito posto, lo avrei spostato il giorno dopo, o almeno così avrei voluto fare. 
I giorni passavano in fretta, specialmente quando ascoltavi quelle canzoni così tranquille, o magari quando vedevi il viso tenero di jack.Un giorno rimasi 30 minuti a fissarlo. Ricordo bene quella foto, aveva le guance leggermente arrossate e uno sguardo tenerissimo con cui fissava la sua amata chitarra. Capivo cosa provava, anche io suonavo uno strumento: l’organo.
Tra una canzone e l’altra dei Fun era già arrivato il secondo martedì del mese,finalmente!
Uscii e, come di consueto, mi ricordai di alzare la cornetta, così raggiunsi i miei amici. Parlai loro dei Fun e gli feci anche sentire qualche canzone. Loro sono come me, ampliano i loro confini musicali a qualsiasi genere e mi dissero che non erano male.
Dopo un pò di tempo qualcosa mi spinse a guardare l’orologio e …sentii una morsa al cuore, sembrava che qualcuno lo stesse stringendo fra le mani. Erano le otto meno cinque.
Iniziai a correre, nella speranza di arrivare in orario, ma così non fu. Arrivai a casa e la cornetta del telefono era al suo posto, le luci erano accese e come se non bastasse intravidi sul tavolo della cucina un quaderno,il mio quaderno, aperto.

Molti pensieri pervasero il mio cervello in quegli istanti: sarei voluta scappare, oppure mi sarei dovuta inventare semplicemente una scusa. Ero rimasta pietrificata.
Ad un certo punto arrivò mia madre. Mi tirò uno schiaffo. Io corsi a chiudermi in camera mia, ovviamente a chiave, non volevo che riprendessero ad alzarmi le mani come facevano sempre. Li temevo per questo. Sentivo le urla intimidatorie di mia madre. 
"Apri la porta, altrimenti ti faccio fare una brutta fine!".

Passato un po’ di tempo disse delle parole che non scorderò mai, perché grazie a questa sua idea la mia vita cambiò:
“Ora basta, ti mando in qualche collegio lontano da qui, devi darti una calmata!” Non sapevo se prenderla sul serio o meno. So solo che quasi due ore dopo ricevetti una chiamata : “Sei Miriam, vero?”  Quella voce aveva un non so che di familiare…confermai e mi disse:” Miriam Anna Grazia?” Come faceva a sapere tutti i miei nomi?? Confermai nuovamente e gli chiesi chi fosse, mi rispose così:” Sono Donatina, la tua insegnante delle elementari, ti volevo informare sulle cose da portare al collegio estivo.” Cavoli, mia madre l’aveva fatto davvero. Mi spiegò per bene tutto e ci salutammo. Mi aveva detto che essendo un collegio estivo avremmo dormito in un albergo.
’indomani sarei dovuta partire per la Russia, ma non conoscevo nemmeno una parola in Russo!

Mi scaricai sul cellulare molte canzoni dei Fun, poi preparai la valigia. Intanto pensavo a tante cose…ciò che mi preoccupava di più era chi avrei trovato in quel collegio.
Tra un pensiero e l’altro e tra una canzone e l’altra dei mitici Fun che riuscivano a calmarmi, come sempre, mi addormentai. Il giorno dopo mi avrebbe aspettato un lungo viaggio.

  
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