Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Beverly Rose    28/08/2013    2 recensioni
Anche pensandoci a mesi di distanza, Inuyasha spesso si trova sorpreso ed un po' spiazzato dal fatto di avere finalmente dei compagni di viaggio e, soprattutto, degli amici. Ha scoperto e sta scoprendo cosa significa stringere dei rapporti con altre persone e tutto sommato (anche se non lo ammetterebbe mai) si ritiene fortunato. Ma se un giorno sulla sua strada trovasse qualcuno che non solo apprezzerebbe ma che desidera letteralmente la sua amicizia e la sua compagnia? E se questo qualcuno non fosse una sola persona, ma un'autentica folla? Non solo: con loro non ci si deve preoccupare di fare mille complimenti per il talento culinario di Kagome, non ci si deve vergognare ogni volta che si pensa al proprio passato amore, non si viene scaraventati a terra con un incantesimo ogni volta che si punisce a ragione quel petulante di Shippo. E se per la prima volta nella sua vita, Inuyasha in fatto di amici avesse l'imbarazzo della scelta? E loro, chi sono? Perchè fanno ad Inuyasha una corte così spietata, anche a costo di allontanarlo dai primi amici che abbia mai avuto?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La pelle gli si coprì all’istante di brividi ed i capelli troppo lunghi gli sventagliarono davanti al viso, accecandolo per un attimo.

L’umano Inuyasha si curvò leggermente in avanti, chiedendosi come avessero fatto i suoi amici a resistere tanto sotto quel vento ghiacciato.

Addossò la schiena alla parete rocciosa, osservando con desiderio gli alberi dalla parte opposta del sentiero. Era inutile negarlo, nulla gli conferiva tranquillità quanto una foresta, fosse questa anche spazzata da quel vento maledetto.

Chinò ancor di più la schiena e si lanciò a capofitto in avanti, verso le accoglienti piante ad alto fusto, dai tronchi saldi e dalle fronde agitate dalle raffiche.

Sotto gli alberi, il vento era di poco meno violento, ma soffiava creando strane eco che rendevano il bosco ancor più vivo.

Rifrancato dal ritrovarsi nel suo elemento, seppur già irrigidito dal freddo, Inuyasha tirò un sospiro di sollievo.

Non sapeva perché aveva avuto bisogno di cercare la solitudine; l’ultimo giorno trascorso aveva scombussolato qualcosa dentro di lui.

Poco tempo prima la sua varietà di sensazioni era stata assai scarsa. C’erano rabbia, insofferenza, violenza, a tratti ironia e tolleranza, con qualche sprazzo di pietà e senso di colpa. Con Kikyo c’era stata la prima sferzata di totale confusione. Quello era amore e con lui erano arrivati lo spiccato spirito di giustizia, l’adrenalina, la felicità. Ancor più tremendo era stato il tormento della fine.

Da quando era stato liberato della freccia che lo inchiodava all’albero, non era più riuscito a star dietro alle proprie emozioni.

Se si era illuso di poter tornare ad essere come prima di aver incontrato Kikyo, si era sbagliato.

Kagome era piombata nella sua vita alla svelta, un’immediata fonte di frustrazione e arrabbiatura seguita poco dopo da un imbarazzante necessità di proteggere e rendere sereni.

E poi le sensazioni nuove non avevano più smesso di ammassarsi!

Shippo, Miroku e poi Sango e Kirara… Tutti loro avevano dato un colpetto ad un punto diverso della sua anima che neppure sapeva di possedere più. Nulla l’aveva mai fatto sentire così scombussolato, neppure (il che era tutto un dire) il braccio che il suo fratellastro Sesshomaru gli aveva conficcato nella schiena per poi farlo spuntare dall’altro lato.

Camminando furtivamente fra gli alti tronchi, tenendo i capelli raccolti con una mano, Inuyasha si disse che aveva sviluppato un’imbarazzante dipendenza da affetto ed accettazione.

Perché cosa aveva provato al rifiuto sdegnoso del capo del villaggio? Dispiacere.

E cos’altro aveva sentito quando nessuno dei suoi amici gli aveva chiesto come si sentisse dopo la trasformazione? Abbandono.

Era del tutto irrazionale, lo sapeva e non lo avrebbe mai ammesso con nessuno, ma le sensazioni positive che i suoi amici gli trasmettevano avevano  generato in lui il bisogno di riceverne altre. Fino a pochi anni prima si era bastato da solo! Non aveva sentito nessun bisogno di cercare la compagnia di qualcuno che era suo simile solo per metà!

E quando i suoi amici fossero morti di vecchiaia che ne sarebbe stato di lui?

Si sarebbe aggirato solo e derelitto, piangendo l’amicizia un tempo vissuta, con Shippo e Kirara che gradualmente si allontanavano da lui perché erano demoni completi ed il loro posto era un altro?

Inuyasha non voleva.

Le orecchie umane e le punta delle dita gli erano diventare insensibili ed un dolore alla testa si stava lentamente facendo spazio nelle sue tempie. Gli occhi gli dolevano e d’improvviso si sentì stanco. Per ora che li aveva, si disse abbattuto, tanto valeva che dai suoi amici ci tornasse. Umano o no, si sarebbe sentito meglio ad averli attorno. Quel bisogno improvviso di allontanarsi per far chiarezza gli aveva prima di tutto provocato l’emicrania.

Abbacchiato, si volto per tornare sui suoi passi.

Poi, al di sopra dell’urlare del vento, sentì una voce.

-          Finalmente ti ho trovato, bello!

 

 

La mano gli volò all’elsa della spada e, prima ancora che Inuyasha potesse vederlo in volto, la vecchia ed arrugginita Tessaiga era puntata contro lo straniero.

-          - Chi diavolo sei?- latrò il mezzo demone, strizzando gli occhi nel buio.

-          - Ehi, vacci piano con quella!- replicò l’altro – che razza di modi! 

-    Ti ho fatto una domanda- ringhiò Inuyasha nervoso. Non aveva paura ma che avesse incontrato qualcuno nel bosco nella sua unica notte da umano era davvero frustrante.

-          - Mi chiamo Masutaro - replicò questi infine – e si da il caso che ti stessi cercando. Ma tu punti la spada contro tutti o è una cortesia che riservi solo ai tuoi simili?

Inuyasha tacque. Man mano che lo metteva a fuoco con fatica, distinse i tratti di un volto come il suo e come quello di Kagome o Sango.

C’era un capo senza alcun capello, un’ampia fronte e due occhi paralleli, sopra un naso dotato di narici ed una bocca con due labbra sovrapposte. Lo sconosciuto alzò entrambe le mani –mani con cinque dita ciascuna- in segno di resa ed indietreggiò leggermente, portando indietro una gamba provvista di coscia, ginocchio e polpaccio e che terminava con un piede che avrebbe potuto essere quello di Miroku.

Inuyasha lo scrutò senza batter ciglio, prendendo atto dell’aspetto più bizzarro dell’uomo che gli stava davanti: metà del suo corpo a partire dall’ampia testa pelata aveva pelle liscia e rosata come la sua. L’altra metà era coperta di squame azzurrine che segnavano una netta linea che gli tagliava il volto a metà per il lungo e continuava fin dentro il colletto della sua casacca. Il ragazzo fece guizzare lo sguardo sulle mani dell’altro: una era perfettamente umanoide mentre l’altra, al pari di metà della sua faccia, era squamata come quella di un pesce e senza unghie.

-          - Sei … - iniziò, ma aveva la gola arida – sei un mezzo demone?

-         -   Intuitivo!- si complimentò l’altro – e mi risulta che lo sia anche tu! Come ti chiami?
 

-          - Aspetta- scattò l’altro senza rispondere- prima hai detto che mi cercavi. Come sarebbe?
 

-          - Oh, certo- il mezzo demone pesce ignorò la spada sguainata ed assunse una posa disinvolta – io e i mei amici ci siamo stabiliti poco distante e fra di noi c’è un mezzo demone gufo che percepisce quando si avvicinano i nostri simili che è una meraviglia. Se il mezzo demone è molto potente riesce a capire anche quando è la sua notte umana. Utile, no? 

-          -  I vostri simili? Nel senso che siete un gruppo di mezzo demoni?- fece Inuyasha stranito. 

-          -  Te l’ho già detto che sei intuitivo?

L’altro non allentò la presa sull’elsa della spada.

-          -  Che diavolo vuoi da me?

 -         -  Ma niente! Accidenti, siamo sospettosi da queste parti. 

-        -   E allora perché mi cercavi, sentiamo!

Il mezzo demone pesce incrociò le braccia, alzando gli occhi al cielo.

-         -  La nostra localizzatrice di mezzi demoni ha detto che eri qui in forma umana, così sono sceso per avvertirti. 

-           - Avvertirmi di che? 

-         -   E mi lasci finire? In questo bosco ci sono degli orridi demoni minori in forma di testuggine. Fanno solo ragionamenti molto elementari e più che altro mangiano. Fossi stato in forma normale non ti avrei disturbato perché non gradiscono i mezzi demoni. Ma visto che ti aggiri qui nella tua notte vulnerabile tu metto in guardia: quelli hanno un debole per la carne umana.

Inuyasha non fiatò; non aveva mai sentito nessuno parlare di demoni con tanta sufficienza; questo Masutaro aveva occhi azzurro pallido molto grandi, tutti e due accesi di moderata curiosità e puntati su di lui. Li scrutò con sospetto prima di replicare.

-         -   So badare a me stesso. 

-          - Probabile- Masutaro guardò Tessaiga ma non commentò il suo aspetto poco minaccioso – fatto sta che per questa notte potresti stare con noi. Sai così, saresti proprio sicuro di arrivare al mattino.

Un’ondata di calore, quasi subito smorzato dal freddo del vento, accese le guance del mezzo demone.

-          - Ma che vuoi da me?- scattò – non ci penso neanche a passare la notte con un branco di strambi sconosciuti!
 

-           - Ma dai, siamo tutti mezzo demoni! Magari fai amicizia.

-          -  Se sono tutti come te dubito.
 

-          - Ahi!- Masutaro si portò una mano al petto – le tue parole mi feriscono.
 

-           - Comunque – proseguì  Inuyasha altezzoso – non passo la notte da solo. Sono con degli amici.

 

-          -  Altri come noi?- domandò l’altro interessato – ma dove stanno? Potrebbero almeno tenerti un po’ d’occhio nella tua notte da umano! Non capiscono che significa?

Fu allora che, di sorpresa, Inuyasha abbassò l’arma. Senza che lo volesse, le spalle gli si erano abbassate, come se la domanda fosse stata un colpo fisico.

-         -  No- confessò suo malgrado – sono umani. E un paio di demoni.
 

-        -   Umani e demoni?- si scandalizzò l’altro – e che ci combini con loro?
 

-         -  Sono miei amici! – si infervorò Inuyasha ma un ingiustificato imbarazzo lo colse mentre guardava il volto squamato per metà del suo simile.

 

-        -  Davvero?- questi rispose con scetticismo – noi tutti con umani e demoni abbiamo solo avuto esperiente negative.  Ma forse tu hai avuto fortuna!
 

-          - E’ così- confermò l’altro, tentando di darsi un contegno- e ora se non ti dispiace me ne vado e a mai più rivederci!
 

-          - Aspetta, bello, forse non è il caso- tentò di fermarlo l’altro ma ormai Inuyasha gli aveva voltato le spalle con decisione.

Così riuscì a vedere senza nessuna ostruzione il demone a forma di testuggine che caracollava verso di lui, bizzarramente svelto e che lo attaccava con il suo testone da rettile.

Inuyasha cercò la spada ma venne agguantato dal demone proprio sul braccio destro. Sentì  labbra sdentate ma solide come il granito che gli tentavano la carne, facendo fremere l’osso.

-        -   Attento!- vociò Masutaro alle sue spalle ma non c’era modo di liberarsi da quella morsa con le energie di un umano.

Cercò di strattonare il braccio via dalla bocca della testuggine, ma questa, si accorse con orrore, aveva rilasciato sulla sua pelle un’orrida bava verdastra, che bruciava e sfrigolava.

-         -  Oh, non credo proprio – disse ancora Masutaro.

Inuyasha lo vide piombare con violenza sul guscio della testuggine, aprendo una crepa sulla scorza verde scuro. Il demone grugnì agitando la testa, con Inuyasha ancora stretto nella morsa della sua bocca, sballottato a destra e a sinistra.

Un colpo ancora ed Inuyasha fu libero; il demone aveva scrollato la testa con tale energia da scagliarlo lontano, mandandolo a colpire il tronco di un albero.

Il ragazzo si rialzò a fatica aggrappandosi a piene mani alla corteccia del fusto; sentiva il braccio ardere e vide la propria pelle piano piano liquefarsi sotto i suoi occhi.

Guardò sgomento Masutaro che stava a quattro zampe sul guscio del demone testuggine, crepato nel mezzo per quasi tutta la sua lunghezza. Il mezzo demone pesce appoggiò le mani sul corpo della bestia e dai suoi palmi uscì un fiotto d’acqua che si solidificò all’istante sopra il guscio spezzato.

Inuyasha avrebbe voluto vedere la fine dell’incontro, la tecnica di combattimento del mezzo demone; ma più di questo avrebbe voluto che il male al braccio si placasse e che il dolore sordo alla schiena, dove aveva picchiato contro l’albero smettesse.

Colto dal desiderio di vomitare si chinò in avanti e le ginocchia gli cedettero suo malgrado. Il dolore al braccio si fece accecante e, pur lottando per non perdere conoscenza, Inuyasha si accorse che il suo corpo si arrendeva, anche se lui desiderava ancora resistere.

Senza volerlo, si lasciò cadere sull’erba gelida e perse i sensi.

Salve, salve! :)

Allora, mi scuso per l'estremo ritardo ma il gattino mi ha davvero preso assai.

Sono medio - di fretta anche stavolta ma due parole le vorrei dire! :b

Sto cercando di seguire i consigli che mi hanno lasciato nelle recensioni precedenti (specie quelle lasciate da Inu_Ran) e ho pensato dunque di fare qualche "precisazione" circa questa fan fiction. Per ora (l'ho già detto che son un po' di corsa? XD) dico questo: se si può darle una localizzazione temporale sarebbe molto verso gli inizi del manga, poco dopo la formazione del gruppo completo. Per questo, forse, Inuyasha appare così freddo e scostante ancora: ci sta lavorando su XD Anch'io sto lavorando sulla sua caratterizzazione ma se c'è chi l'ha trovato eccessivamente meritevole di schiaffi, un motivo potrebbe essere questo :)

Detto ciò, spero che questo capitolo sia godibile e di riuscire a sviluppare bene questo nuovo personaggio qiui introdotto. Aspetto speranzosa recensioni e qualsivoglia consigli e suggerimenti.

Grazie!

Beverly Rose

  
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