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Autore: Mosa    03/03/2008    2 recensioni
"i comandamenti a noi imposti furono soltanto due..." - la giovane tirò un lungo sospiro - "Il primo era quello che mai avremmo dovuto interferire con le vite di coloro che erano appartenenti alla stirpe dei Lilim..." "E il secondo?" chiese la ragazza dai capelli rossi."il secondo..." rispose lei "...era che avremmo dovuto amarli più di qualsiasi altra cosa al mondo..." AGGIUNTI CAPITOLI 3 E 4
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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“Mamma…ti prego, mamma guardami”

Ma sua madre non la guardava…Non poteva guardarla…perché lei era morta

Per colpa sua

Così continuava a ripetersi. Perché era stata colpa sua. Perché non era stata abbastanza speciale dal distoglierla dal suo lavoro. Non era stata abbastanza speciale da poter essere guardata.

Abbastanza speciale da distoglierla da quella stupida bambola che aveva preso il suo posto

“Sembra che riversi tutte le attenzioni su quella bambola credendo che sia la figlia. Un modo per rimediare al senso di colpa per averla sempre trascurata”

Li aveva sentiti. I medici. Quegli stessi medici incapaci che non erano mai stati in grado di aiutare sua madre

E aveva sentito anche loro…suo padre…e quell’altra…quella estranea.

Li sentiva…mentre sua madre era distesa su quel letto d’ospedale…li sentiva mugolare di squallido, lurido piacere carnale, nell’ufficio accanto…Mentre sua madre lentamente moriva ogni giorno che passava

Li odiava. Li odiava tutti. E lo aveva ripetuto fino a perdere ogni singolo filo di voce

Suo padre…sua madre…se stessa….Li odiava

Ma più di ogni altra cosa…lei odiava le bambole

“Mamma perché non mi guardi?”

No, sua madre non la guardava…e forse è stato meglio così dopotutto.

Avrebbe potuto esserci lei appesa a quel soffitto d’ospedale, con una corda attaccata al collo

“Si è impiccata…assieme alla bambola”

Sua madre era morta….e questa volta non ci sarebbe voluto uno stupido medico a spiegarle quanto era successo. Perché lei era lì…perché lei aveva visto tutto

“mamma ti prego non uccidermi!”

Ma sua madre non aveva alcuna intenzione di ucciderla…perchè per lei non era nessuno. Non era sua figlia. Non era la sua bambina…Lei era semplicemente “quella signorina laggiù” che veniva a farle visita ogni maledettissimo giorno

Ed era questa la cosa che le faceva più rabbia…Essere ignorata…essere trascurata…non valere niente…

Infondo era più simile a Shinji di quanto non volesse ammettere

Shinji? Shinji sei qui?

Ma Shinji non c’era…non c’era mai stato

Lui non la capiva. Lui non la comprendeva. Lui non la considerava. Lui non la…

Amava?

Già, lui non l’amava. Eppure ce l’aveva messa così tanto per farsi amare da lui…

Possibile che non avesse capito?

Si era infilata nel suo letto…la notte prima della battaglia…sapeva benissimo che lui non si era ancora addormentato…sapeva benissimo che stava fingendo…così finse anche lei

Finse di non accorgersi che le sue labbra si stavano piano piano avvicinando….finse di non sentire il suo dolce respiro sulla propria pelle…il calore del suo corpo vicino al proprio…

E in quel momento le tornò in mente sua madre….

Pianse…Dio se pianse…

Ma lui non la consolò…non le passò un bracciò attorno alla spalla, non la abbracciò scaldandola con il proprio tepore…

Si accontentò di dormire per terra, come un bravo ragazzo…Non sapeva se essere felice di quel gesto, o se essere furiosa.

Poi ancora, nei condotti di areazione della base…o in piscina…

Si era comprata addirittura quello sciocco costume a righe rosse e bianche…

Che stupida

E poi…il bacio

Perché sapeva benissimo che Shinji non aveva mai baciato nessun’altra ragazza prima di lei ed era questo quello che lei voleva essere...La prima.  Sempre e comunque la prima…la prima in tutto…anche in quello

Finse di nuovo

Finse che quel bacio non le fosse piaciuto, finse di non aver sentito il suo cuore battere pù forte a ogni suo passo, a ogni millimetro che le sue labbra coprivano prima di raggiungere quelle di lui.

Era stato….era stato…

Meraviglioso

Dio se le era piaciuto

Ma c’era davvero qualcosa che non le piacesse di quel Baka di Shinji Ikari?

Eppure lui non aveva capito…e nella sua cecità, nel suo egoismo…la aveva superata

Asuka Soryu Langley, tasso di sincronia 51, 83%

Shinji Ikari, tasso di sincronia 52, 04%

52,04

52,04

52,04

52,04

52,04

52,04

Battuta

52,04

52,04

52,04

Umiliata

52,04

52,04

52,04

52,04

Sostituita…


Sostituita di nuovo. Per l’ennesima volta. E per giunta proprio da lui…

“You are number one”

Così aveva detto Misato. Sei il numero uno. O lo aveva detto la mamma?

Già la mamma…le mancava la mamma…Anche se faceva di tutto per nasconderlo

Eccola di nuovo lì…in quel lettino d’ospedale…sdraiata con lo sguardo perso nel vuoto

Eccola lì…che tiene in braccio la sua….

Un momento…

Cos’è quello?

Cosa sta tenendo in braccio??

Non era una bambola…era una bambina!!!

CHI DIAVOLO STA TENENDO IN BRACCIO?

Quei capelli…quegli occhi..

LA FIRST

Lasciala maledetta! Lascia andare la mia mamma!

Lasciala maledetta bambola!

Ma la bambina dai capelli turchini continuava a sorridere dall’altra parte del vetro

La guardava….la derideva.

“Lei è mia adesso….è la mia mamma….lei non ha più bisogno di te….Asuka è seccante….Asuka non è più utile….”

Lasciala schifosa bambola!

LASCIALA!

Gridava la piccola Asuka…gridava e la voce non usciva…non le obbediva….il suo Eva non si muoveva…lei era…inutile

“Ma non sono io ad essere una bambola….” Sussurrò malignamente quella bambina….”La bambola….sei tu”

Asuka guardò il proprio corpo con orrorre.

Le sue braccia e le sue gambe erano diventate di pezza, al posto dei suoi occhi vi erano messi due squallidi bottoni scoloriti, i suoi capelli erano diventati stringhe di stoffa e la sua bocca sembrava come ricucita da filo spinato…

Provò ad urlare…ma la bocca era serrata, le labbra sigillate….gocce di sangue cominciarono a sgorgarle da quelle labbra fantoccio, mentre altre lacrime rosse scorrevano lente dagli occhi-bottone.

Una corda le si attorcigliò attorno al collo, stringendola. Piano piano cominciò a sollevarsi da terra, sentendosi soffocare

La First continuava a guardarla con i suoi grandi occhi rossi e mai, ripeto, mai le era sembrato di vedere uno sguardo così intriso di assoluta perfidia e malvagità

“Vieni mamma…gioca insieme a me…”

la piccola bambina estrasse da sotto le lenzuola un’altra corda e cominciò a passarla attorno al collo della giovane donna

LASCIALA STARE. LASCIALA STARE

Ma Asuka non poteva urlare….perché Asuka era morta.

La corda si strinse attorno al collo di sua madre….e potè sentire chiaramente un sonoro CRACK provenire dall’altra parte del letto

Urlò ancora….ma la voce continuava a non uscire

Così pianse…almeno quello poteva farlo.

………………………….


……………………………..


…………………………………..


……………………………………….

 

…………………………………………..

 

“Reagisci…”

Cos’era…?

“Reagisci…”

Cos’era?”

“Reagisci”

CHI era?

Una voce?

Non è possibile…nessun poteva sentirla…non laggiù…non in quel luogo

Luogo? Dove…dov’era?

Che posto era quello?

“Svegliati…per favore svegliati”

Si voltò, cercando quella voce

Un locale….ma dove


“Signore e signori….un attimo di attenzione prego”

il signor Kaji? Era il signor Kaji quello?

Si era lui…non c’era dubbi. Ma cosa ci faceva vestito in quel modo? Come quella sera , quando tornò a casa riaccompagnando Misato che era ubriaca fradicia.

Un momento….

Cosa ci faceva LEI vestita in quel modo?

Aveva indosso un lungo abito da sera, che le scendeva lungo tutto il corpo con una leggera spaccatura che lasciava intravedere la gamba sinistra…era bianco e contornato di piccoli brillanti screziati…

E non solo lei…anche Shinji aveva indossato un abito di gran classe. Nulla a che vedere con quelle pulciose magliette che indossava quando erano a casa…

Oddio, ma era Shinji? Cosa ci faceva lì…

E Misato, la dottoressa Akagi, il comandante Ikari…Hikari, i due del trio degli stupidi…addirittura la First.

Erano tutti lì, in abiti da gran cerimonia

Ma dov’era quel posto?

Le sembrava uno di quei locali da piano bar, in classico stile anni 30…ci era andata una volta col signor Kaji quando…

Ecco come si chiamava…Closer than Heaven…

A Berlino…

“Un attimo di attenzione signori e signore. Eccoci arrivati a presentare il momento culmine della serata”

Era davvero bello il signor Kaji in veste di presentatore…

“Sono lieto di presentare la stella del Closer than Heaven…”

Lo aveva mai amato? Si, forse, per un periodo…perché si prendeva cura di lei…perché la guardava…sarebbe voluta poter diventare subito adulta per lui…per potergli piacere…ma in verità sapeva…che in fin dei conti anche se lei voleva tanto crescere…quello rimaneva l’amore di una bambina…

“…è con grande onore che vi presento…”

Una bambina…non come Misato…Che glielo aveva portato via…con il suo corpo di donna…le sue voglie di donna…il suo profumo di lavanda e le sue scarpe coi tacchi. Ma era davvero andata così…? no è lo sapeva…Non si può recriminare di aver perso qualcosa che nn ci è mai appartenuto. Non si…

“…Miss Malahidael…”

Malahidael? Conosceva quel nome…anche senza mai averlo sentito prima…

Uno scrosciante sciabordio di applausi coprì il suono della camminata di quella che ad Asuka sembrò essere la creatura più bella che abbia mai potuto calpestare questa povera terra.

Era bellissima, molto più di lei…e non ebbe vergogna, né provò umiliazione ad ammetterlo

Alta, dai lunghi capelli neri che scendevano lisci quasi fino a toccare terra, con indosso un lugno abito da sera identico al suo, soltanto che era di un profondo blu scuro.

La donna si avvicinò a Kaji che le porse il microfono con la quale la aveva annunciata

“Grazie mille Ryoji kun. È un onore per me poter essere qui stasera”

“Con cosa ci delizierai stasera, mia signora?”

La donna sorrise, di un sorriso che Asuka aveva visto solo in qualche iconografia sulle pareti delle chiese di Berlino

“Una canzone molto speciale Ryoji kun. Ho appena finito di comporla e devo dire di essere un tantino emozionata”

“Suvvia suvvia” la rassicurò Kaji  “ Siamo certi che ci regalerai una esibizione indimenticabile come al solito”

“Lo spero tanto”

“Allora? Come si chiama questa tua nuova canzone?”

“Si chiama Suicida d’Amore. Parla di un amore impuro, peccaminoso, non voluto dal cielo”

Kaji si lluminò in volto

“Oh, un amore peccaminoso.Ed è una canzone autobiografica?”

“Diciamo che è dedicata a una persona speciale”

“Una persona speciale? Dicci di più”

la donna sorrise di nuovo

“Pretendi troppo Ryoji kun”

“Ah ah…d’accordo allora. Beh ho parlato fin troppo. Ti lascio il pubblico.”

Dett questo Kaji si defilò con eleganza al di sotto del palcoscenico,con un grande inchino, scendendo appena i tre gradini che lo rialzavano dal pavimento

“Grazie Ryoji kun.”

La ragazza si schiarì un po’ la voce

“Luci per favore. Dedico questa canzone a un piccolo angelo impuro che mi ha fatto battere il cuore. Una piccola figlia della luna nera dagli occhi tristi e dal carattere fiero. Questa è per te…”

Si guardarono per un istante e in quell’istante Asuka capì che quelle parole erano rivolte a lei. Poi la donna chiamata Malahidael cominciò a cantare

“Perché mai dovrei provare vergogna

Quando forte invoco in tuo nome

Ti prego amore mio non liberarmi da questa prigione

Lasciami schiava, ma accanto a te

E  se anche vorrai farmi del male

E se anche vorrai spezzare queste mie ali

Io sarò sempre vittima del tuo incantesimo

Di notte quando sei sola nel tuo letto

Ti sento piangere  e vorrei morire

Anche se a volte mi sembra di odiarti

E vorrei umiliarti e dare a te tutte le colpe

Lo faccio solo per il troppo amore che sento di provare

Oh, l’amore stesso è innocente come lo sono le rose di primavera

Quanto vorrei che questo amore  potesse portarci via, solo io e te

E l’amore stesso è così lebile come la fiamma di una candela persa nel vento

Ed è avido e sporco proprio  come il peccato

Io resto Sola…e folle…per te io sono una Suicida d’Amore

E l’amore stesso è così lebile come la fiamma di una candela persa nel vento

Ed è  di un bianco puro…proprio come il peccato


E mentre quelle parole sembrarono come cullarla come una splendida ninna nanna qualcosa di luminoso e accecante le sembrò apparire e dipanarsi davanti agli occhi

 

 

 

 

 

 

 

Cos’era questo rumore….questo bip incessante.

Cos’era quel tubo sul suo braccio destro?

E quelle ventose su tutto il suo corpo

Odore…odore che aveva imparato a conoscere bene…e che avrebbe voluto dimenticare per sempre

Odore sterile. Odore di niente. Odore d’ospedale

Dopo tanto tempo Asuka Soryu Langley era di nuovo sveglia

“Che schifo…”

Fu tutto quello che riuscì a sussurrare prima di addormentarsi di nuovo in un sonno, questa volta, ristoratore.

 

 

  
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