- Cielo, Josephine, possibile che tu mi abbia fatto aspettare così tanto?- esclamò lui, fissandomi negli occhi, un’espressione insolita dipinta in quelle iridi cerulee, che somigliava malsanamente a eccitazione. - Ti avevo detto “dopo”, ma io intendevo “Alza adesso quel culo dalla sedia e raggiungimi nella sala dei medici”. Maledizione, da quando ci conosciamo?- chiese, aspro, chiudendo la porta a chiave. Questa cosa non andrà a finire bene.