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Autore: H97S    28/08/2013    1 recensioni
Mentre sto camminando , mi distraggo a guardare i palloncini appesi sul soffitto messi a formare il nome della nostra scuola e vado a sbattere contro qualcuno.
''Cazzo, mi hai rovesciato il punch addosso. Vuoi guardare dove metti i piedi?''
In un altro momento avrei risposto a tono, ma ora non lo faccio, perché nell’istante che il mio braccio tocca il suo, sento una scossa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Viaggiamo con i finestrini aperti per tutto il tempo. L’aria mi arriva in faccia e mi dà sollievo, anche se mi sento sporco per via del fango.
Non mi piace come sensazione, non vedo l’ora di arrivare a casa.

Non facciamo in tempo a girare l’angolo che Max inizia come il suo solito a chiacchierare.

‘’Sai, stavo dormendo proprio bene prima che tu mi chiamassi. Voglio dire, sto sempre in giro senza fare niente e non
mi chiama mai nessuno, poi quando ho qualcosa da fare...’’Dirige lo sguardo verso di me ‘’ Guarda come hai ridotto la
macchina! Domani la dovrò lavare di nuovo. Lo so che non è proprio nuova, ma è di valore.’’

Si, è suo tipico preoccuparsi della macchina in una situazione del genere. Ma, in fin dei conti, se non fosse per lui starei
ancore lì in mezzo al fango. Mi impongo di essere gentile.

‘’Scusa, amico. QuandoSe mi rimetto, prometto che te la faccio brillare.’’

In lavaggio macchine sono un esperto.

‘’Naah, fa lo stesso.’’ Mi da una pacca sulla spalla, che dovrebbe essere amichevole, ma che mi fa veramente male.

‘’Piano.’’ Gli dico, distendendomi meglio sul sedile.

Non credo sarò in grado di fare qualsiasi cosa nelle prossime settimane. Addio partita di basket. Speriamo almeno che possa guidare.

‘’Ops, scusa. Ma che ci facevi in quel posto? In mezzo al fango?’’

Si mette gli occhiali da sole e tira giù del tutto il finestrino, in modo che il vento gli scompigli i capelli. Poi accende lo stereo e
parte una canzone rock che non conosco a tutto volume. Inizia a muovere la testa su e giù mentre la macchina oscilla un po’ a destra e a
sinistra nella strada deserta.

Apro la bocca per dirgli la scusa che mi ero preparato, cioè che dovevo fare una ricerca sulle piante del posto o non so cosa,
ma la richiudo subito. Che male può fare dirgli la verità? Probabilmente domani se ne sarà dimenticato, e poi ho bisogno di parlare con qualcuno.

Decido di essere il più sincero possibile.

‘’Ho seguito una ragazza.’’ Urlo per superare il volume della musica, ma lui non deve capirmi perché si avvicina un po’.

‘’Eh?’’

‘’Ho detto che..’’

Mi interrompe nemmeno a metà frase. ‘’Cosa??’’

Cerco e spingo il pulsante per spegnere la radio.

Mi guarda sorpreso. ‘’Ehi!’’

‘’Come fai a sentirmi con questa musica?’’

Sbuffa. ‘’E va bene, dai ti ascolto.’’

Faccio un respiro profondo. ‘’Ho seguito fin qui, a casa sua, una ragazza.’’

Ci pensa un secondo. ‘’E perché l’avresti fatto? Aspetta, chi è che abita qui?’’

Glielo dico o non glielo dico? ‘’Hailie Ross, la nuova studentessa del nostro anno. La conosci?’’

‘’La Ross? Ma sei pazzo?’’

Cos’era questa reazione? ‘’Si, Hailie e allora?’’

Ridacchia. ‘’Sai, non ti conviene innamorarti di lei. Porta guai.’’

‘’Innamorarmi? Cosa? Praticamente non le ho mai parlato!’’ A volte Max non ragiona proprio.

‘’E allora perché la avresti seguita? Perché ti piace, ovvio.’’ Si lascia scivolare sul naso gli occhiali e mi guarda con la coda dell’occhio.

‘’No, sei fuori strada.’’ Scuoto la testa. Perché la avrei seguita? In realtà, non lo so. ‘’Io..’’ Cerco di trovare una risposta, ma non ce l’ho.

 ‘’Tu cosa, Chris?’’ Mi parla come uno che la sa lunga.

’Ero solo curioso.’’ Si, è vero,  volevo sapere dove andava.

’Di cosa?’’

’L’ho vista nel parcheggio della scuola ed era agitata. Se n’è andata tutto di fretta, a piedi. Volevo vedere dove stesse andando.
Alice mi ha detto alcune cose su di lei e volevo scoprire se fossero vere..’’

‘’Immagino le cose che sappiamo tutti sul suo conto. Ma aspetta, vi ho visto voi due ieri sera. State insieme?’’ Mi guarda con un sorriso furbo sulle labbra.

‘’Credo di si, ma non lo so.’’ Chiudo il discorso velocemente. Adesso non mi interessa.

Scrolla le spalle. ‘’E quindi stava andando a casa sua?’’

‘’Si, e.. tu non ti puoi immaginare come è. È bellissima. Ho visto un campo da tennis, dei cavalli, un parco
con persino uno stagno.’’ Mi riviene l’immagine in testa. Mi sembra ancora di essere lì.

‘’Stai delirando o cosa?’’

Scuoto la testa.‘’No, ti giuro. Vedere per credere.’’

Lo vedo aggrottare la fronte. ‘’Era in quell’enorme muro vicino a te?’’

Annuisco. ‘’E qui viene la parte della caduta. Mi sono arrampicato per entrare e sono scivolato giù.’’

Ridacchia. ‘’Amico, io ne ho fatte di cazzate, ma questa supera tutte.’’

‘’Sei esagerato.’’

Una volta aveva aperto  i rubinetti del bagno del nostro piano, allagando tutto. Un’altra, quando prese una nota in terza media,
per non dirlo a sua madre, entrò a scuola durante la notte e bruciò il registro. Ruppe un vetro per farlo. Per fortuna, era una nota
che comprendeva sei o sette persone e non poterono rintracciare il colpevole. Gli sarebbe valsa la sospensione e
qualche settimana di lavoro civile. Ero con lui, quando ci siamo intrufolati al ballo degli ex alunni.

Muove la mano come a non voler nemmeno considerare l’idea. ‘’No, per niente. Io rischio sciocchezze. Tu ti sei introdotto
nella casa di un criminale. Quelli non ci mettono niente ad ucciderti.’’

‘’Sei di nuovo esagerato.’’ Sorrido. Non conoscevo questo suo lato melodrammatico.

‘’Intanto quasi rimani paralizzato.’’

Acci, 1-0 per lui.

‘’Ok, hai ragione. Però non sai cosa è successo dopo.’’

‘’C’è dell’altro?’’

Nel frattempo arriviamo sulla via di casa mia.

‘’Già. È uscita fuori lei con la sorella. Io mi ero nascosto in mezzo al fango. Parlavano di qualcosa che le minacciava, che poteva voler entrare.’’

‘’Tu?’’

‘’Ma per favore, io non ci ho niente a che fare. E perché dovrebbero aver paura di me?’’

‘’Bè, l’hai seguita, volevi entrare in casa sua.. Nessuno può sapere quale sarà la tua prossima mossa. Magari ha paura
che la vuoi stuprare.’’ Mi guarda con un’espressione seria, ma canzonatoria. La sua specialità.

‘’Wow , sei davvero di grande aiuto.’’ Rido e scuoto la testa. Non ce la fa proprio a rimanere serio per più di cinque minuti.

‘’ E dai, non mi dire che non ci hai pensato. Nonostante tutto, è davvero sexy la ragazza.’’ Annuisce, più a sé stesso che a me.

‘’Nessuno ha mai detto il contrario.’’ Bè, ovviamente ha più che ragione.

Si morde il labbro, sicuramente, e non ci sono dubbi, pensando a come sarebbe portarsela a letto. Lo conosco ormai.

Tutto ad un tratto, mi caccia dalla macchina.

‘’E dai, scendi. Devo andare.’’

Non riesco a non ridere. Chissà cosa gli è venuta in mente.‘’E dove?’’

‘’Che ti frega. Leva il tuo culo dalla mia macchina.’’

In quel momento mi ricordo della mia, di macchina. Che è ancora nel parcheggio della scuola tutta sola. Povera la mia bambina.

‘’Passa a prendere la mia macchina, però.’’ Gli lascio le chiavi sul cruscotto.

‘’Certo, certo.’’  Sembra avere molta fretta.

Lo guardo poco convinto, ma poi decido di fidarmi e scendo.

Lui parte subito.

Mi dirigo alla porta, congratulandomi mentalmente con me stesso per aver deciso di tenere le chiavi di casa in tasca questa mattina.

Ma comunque non ce ne era bisogno. Appena entro, trovo mia madre e Jess abbracciati sul divano, a vedere non so quale film.

Oddio, con tutto quello che era successo non ci pensavo più. Ora la casa non è più solo per me. Ci sta anche mia madre e quel rompiscatole del suo fidanzato.
Alzo gli occhi al cielo, quando mia madre vedendomi si alza in piedi preoccupata.

‘’Che ti è successo?’’

Alzo le spalle. ‘’è solo fango.’’

Mi incammino verso la mia stanza, ma non posso evitare di tenere la schiena curva e di andare ad una velocità di una lumaca.

‘’E alla schiena? Ti hanno per caso picchiato?’’

‘’No, ma per favore. Non è niente.’’ Faccio una smorfia, non gradendo tutte queste attenzioni.

Interviene Jess. ‘’Ti ho già detto di non parlare così a tua madre.’’

Sbuffo. Ci risiamo, ma chi si crede di essere?

‘’Non è il momento, Jess. Vuoi che andiamo da un medico?’’

Scuoto piano la testa. ‘’No, davvero, non ce n’è motivo. Ho solo bisogno di una doccia ora.’’

‘’Dove sei stato?’’ Mi chiede Jess guardandomi male.

Non litigare Chris, no. ‘’In giro.’’

‘’Eravamo preoccupati. Potevi chiamare almeno.’’

Sembra che in questi giorni mia madre si sia letta l’intera edizione di ‘’imparare a fare il genitore possessivo e ad esasperare tuo figlio ‘’.

‘’Scusa?’’ dico insicuro sul da farsi.

Jess si intromette.‘’E va bene, per oggi. Però credo che qui ci debbano essere più regole.’’

No, questo è troppo. ‘’Regole?’’

Mia madre annuisce.’’Si, vogliamo essere una famiglia Chris. È per il tuo bene.’’ Aggiunge, vedendomi con gli occhi sbarrati e un sorriso incredulo.

‘’Io non credo che sia una buona idea.’’ Mi trattengo dal trattarla male, anche se giuro che sto perdendo la pazienza.

‘’Non credo tu sia in grado di decidere cosa va bene, non dopo aver fatto spaventare così tua madre. Si torna a quest’ora?
Dove sei stato? Prima regola : vogliamo che ci dici sempre dove vai.’’ Dice Jess con un tono accusatorio.

Ah, certo, gioca a fare mio padre. Ora te lo dico dove sono andato.‘’Sono stato a fanculo, perché non ci fai un giro anche tu?’’

Mi madre mi guarda sorpresa, non aspettandosi risposte del genere da me.

Le sorriso e me ne vado a fare una doccia.



Sono passati parecchi giorni, ma non c'è stata nessuna seconda recensione, quindi ho deciso di aggiornare lo stesso. Sono sicura che non ci sarebbe mai stata,
e non mi andava di non pubblicare più, quindi...
Comunque se volete recensire, fatelo. Accetto anche le critiche, basta che lo fate.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :) Per voi, sono troppo corti? Perchè sennò, la prossima volta posso pubblicare più pezzi insieme. Fatemi sapere
Baci,
-L.

  
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