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Autore: ChibyLilla    28/08/2013    1 recensioni
Ennis prova ad uccidere Danny ed Ethan tenta di difenderlo, anche se questo significa rivelare il suo "piccolo problema peloso". Dal testo:
Aiden mosse un passo in avanti, bloccando il suo braccio. “Vieni con me di tua spontanea volontà, o sarò costretto a trascinarti con la forza.”
“Provaci,” lo sfidò Danny.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ethan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un piccolo esperimento. Perchè leggo sempre di un Danny molto accondiscendente, che  prende bene la notizia che a Beacon Hills ci siano dei lupi e che il suo ragazzo sia uno di questi.
E allora mi sono chiesta: e se non fosse così diplomatico, Danny?
Immancabile caring!Aiden hurt!Ethan.
Potrebbe esserci un continuo, non ho ancora deciso.
Enjoy!


It's all your fault


Per quanto si sforzasse Aiden non riusciva a capacitarsene. Ethan gli era stato vicino quando lui  ne aveva avuto bisogno ed ora che era Ethan ad aver bisogno di lui, Danny  lo aveva lasciato.

 
Lanciò per l’ennesima volta uno sguardo al fratello incosciente sul letto. Il suo viso era contratto in una smorfia di dolore, il suo respiro appena percettibile.
 
Aiden gli prese la mano, stringendo forte, sperando di portare via un altro po’ del suo dolore. Aveva passato tutta la notte seduto accanto a lui, nel disperato tentativo di farlo stare meglio ed era ormai allo stremo delle forze.
 
Per di più Ethan non dava alcun cenno di miglioramento, lo squarcio alla base del suo torace continuava a sanguinare, per quanto Aiden avesse cercato di stringere la fasciatura, la febbre continuava ad alzarsi ed Ethan non aveva minimante accennato a riprendere conoscenza.
 
“Ethan?” Aiden provò a chiamarlo. Una volta qualcuno gli aveva detto che anche chi è incosciente può sentire chi gli parla. “Apri gli occhi, ti prego.”
 
Osservando l’espressione sofferente del fratello, Aiden si ritrovò a scagliare un pugno nel muro.
 
Danny. La colpa era soltanto sua se in quel momento Ethan giaceva lì immobile, tra la vita e la morte.
Ethan aveva cercato di difenderlo dagli artigli di Ennis e lui? Gli aveva voltato le spalle, accusandolo di aver avuto dei segreti con lui ed attribuendogli appellativi tutt’altro che amorevoli. Ed Ethan era rimasto fermo ad ascoltare, artigli e zanne ancora in mostra. Quando Ennis lo aveva attaccato, Ethan guardava le spalle di Danny scomparire in lontananza. Non aveva neanche provato a difendersi.
 
Aiden accarezzò il viso pallido del fratello distrattamente, sapeva già cosa avrebbe fatto.
 
Uscì di casa di corsa, saltando sulla moto parcheggiata  lungo il vialetto ed accelerando quanto più possibile. Si accorse della pioggia soltanto quando le ruote della moto strisciarono sull’asfalto bagnato, rischiando quasi di farlo cadere, nel momento in cui aveva frenato sotto casa di Danny.
 
Che qualcun altro potesse essere in casa non gli importava. Incollò il dito al campanello, continuando a premerlo fino a quando uno spazientito ed ancora assonnato Danny non aprì la porta.
 
A giudicare dallo sguardo perplesso del padrone di casa, Aiden capì di avere un aspetto orribile. I suoi vestiti erano per metà inzuppati dalla pioggia e per l’altra metà ricoperti di sangue, i suoi capelli erano appiccicati sulla fronte e le mani tremavano visibilmente.
 
“Vieni con me,” ordinò.
 
Danny non sembrava spaventato, piuttosto irritato dalla sua presenza e disgustato dallo stato in cui versava. “Non voglio neanche sapere cosa ti è successo. Lasciatemi in pace, tu e tuo fratello,” sibilò, pronto a richiudere la porta.
 
Aiden mosse un passo in avanti, bloccando il suo braccio. “Vieni con me di tua spontanea volontà, o sarò costretto a trascinarti con la forza.”
 
“Provaci,” lo sfidò Danny. Era rimasto sconvolto da quel che aveva visto la sera prima ed era arrabbiato per esserne stato all’oscuro per tanto tempo. Nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea, tantomeno lo psicotico fratello del suo fidanzato che, a proposito, non aveva neppure provato a scusarsi o a chiarire le cose con lui.
 
Prima che Danny potesse anche solo pensare di sottrarsi alla sua presa, Aiden lo aveva afferrato anche per l’altro braccio, tirandolo in avanti, poi se lo era caricato su una spalla, camminando fino alla moto ed ignorando le proteste di Danny, anzi, accelerando il passo, prima che le sue urla facessero accorrere l’intero vicinato.
 
Una volta che la moto fu partita, Danny non osò proferire parola, né gli passò per la mente di saltare giù, sarebbe stata una mossa suicida.
 
Quando arrivarono a destinazione, Aiden iniziò a trascinare Danny su per le scale, tenendolo stretto per un polso.
 
“Conosco la strada,” provò a dire Danny, ma il suo commento non sortì altro effetto se non quello di irritare Aiden che strinse la presa su di lui fino a fargli intorpidire le dita.
 
Si fermarono di fronte a quella che Danny sapeva essere la camera di Ethan. Aiden trasse un profondo respiro, passando una mano tra i capelli e socchiudendo gli occhi. “Guarda, Danny. Guarda cosa gli hai fatto,” sibilò afferrando la maniglia ed aprendo lentamente la porta.
 
Danny mosse qualche passo in avanti, il suo sguardo catturato subito dalla figura immobile distesa sul letto. “Che gli è successo?” domandò sgranando gli occhi alla vista del pessimo stato in cui versava Ethan.
 
Dire che era pallido era poco, le labbra quasi completamente bianche, l’espressione sofferente. Danny si soffermò sul suo torace, coperto soltanto da garze ormai completamente inzuppate di sangue e per una manciata di minuti temette che non respirasse, per quanto debolmente si sollevava.
 
Aiden si morse a sangue l’interno della guancia destra per impedire a se stesso di rispondere. Chiedeva cosa fosse successo, ovvio! Perché lui era voltato di spalle mentre Ethan collassava a terra, gli artigli di Ennis dentro la sua pancia. “Guarda cosa gli hai fatto.”
 
Lo sguardo innocente di Danny fece esplodere definitivamente Aiden che, con un pugno, aveva appena creato una crepa nel muro. “Perché te ne sei andato in quel modo? Stava cercando di proteggerti e gli hai voltato le spalle.”
 
“Proteggermi? Ti rendi conto di--oh mio dio! Ti rendi conto che quel tipo cercava di uccidermi ed io non sapevo neanche che esistesse? Ti rendi conto che tuo fratello ha dimenticato di raccontarmi di essere un, un--” non riusciva neanche a pronunciare quella parola, lupo mannaro.
 
“Non te lo ha detto perché temeva una reazione come questa e forse aveva ragione. E quando il tipo, Ennis, ha cercato di ucciderti, sbaglio o Ethan ti ha difeso, con gli artigli e con i denti?”
 
“Letteralmente, Aiden. Il che è abbastanza inquietante ad essere sincero! È inquietante il fatto che tu abbia fatto un buco nel muro e la tua mano sia tutta intera ed è inquietante che Ethan sia ancora vivo, nonostante più della metà del suo sangue sia su quel letto. Scusa se per me è troppo.” Danny aveva urlato con tutte le proprie forze,una parte di sé continuava a sperare che fosse soltanto un brutto sogno.
 
“Vattene.”
 
“Cosa? Sei tu che mi hai fatto venire fin qui,” rispose Danny incredulo. Allo sguardo omicida di Aiden mormorò uno sconcertato, “Tu sei pazzo,” ed andò via prima che l’altro potesse cambiare idea.
 
Soltanto quando ebbe lasciato la stanza la consapevolezza lo colpì.
 
In quel letto c’era Ethan. Lo stesso ragazzo che gli aveva sistemato la cravatta il giorno dello spettacolo, lo stesso che era comparso sotto casa sua con dei fiori tra le mani al loro primo appuntamento. Per un attimo i suoi occhi si riempirono con l’immagine del sorriso caldo di Ethan, quel sorriso che sembrava sempre così sincero e spontaneo e Danny si ritrovò a piangere silenziosamente nel corridoio vuoto. Posò nuovamente la mano sulla maniglia della porta chiusa, incerto.
 
Aiden si lasciò andare con le spalle contro il muro, scivolando lungo la parete e nascondendo il viso tra le mani. Perché aveva portato Danny lì? Voleva che vedesse, ma a pro di cosa?
 
Una lacrima scivolò lungo la sua guancia. “Ti prego, non mi lasciare,” mormorò ancora, disperato.
  
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