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Autore: RedF0x    28/08/2013    3 recensioni
E come al solito intorno a me si fa silenzio.
Era una cosa rara sentirla cantare, soprattutto quella canzone, così ricca di significati da poter essere punito chiunque solo per averne intonato una strofa. Io avevo quel piccolo privilegio di aver potuto sentire la voce di un angelo prima di morire.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caesar Flickerman, Nuovo personaggio, Presidente Snow
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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- Sam, Sam. -
Credo di stare urlando, perché Alex è piuttosto preoccupato, non ricordo neppure cosa stavo sognando e sinceramente non lo voglio sapere.
Passo una mano sulla fronte per togliere il sudore, poi guardo il mio alleato.
Due profonde occhiaie gli solcano il viso, ha il viso sporco di sangue e la cicatrice di un taglio sulla guancia è ben visibile ed ancora un po' rossa.
Deve aver fatto la guardia per molto tempo, a giudicare dalla faccia tutto al di fuori che riposata.
- Avresti dovuto svegliarmi per fare la guardia, so cavarmela. -
- Avrei dovuto. -
Gli lancio un'occhiata grave, anche se non sono molto arrabbiata con lui.
Poi mi ricordo dove sono, sono in un'arena pericolosa. Siamo in quattro, e due di noi vogliono cercare di uccidermi. Credo che sia giunta l'ora di rompere l'alleanza ed andarsene uno il più lontano possibile dall'altro, con la speranza di non doverci ammazzare a vicenda.
Perché è questa la realtà, o muoio io, o muori lui. Nella peggiore (o migliore?) delle ipotesi moriamo tutti e due senza doverci uccidere. Non c'è un lieto fine in questa fiaba malsana. Capitol City vuole del sangue, vuole violenza, e purtroppo lo avrà.
Faccio in tempo a raccogliere forza di volontà e parole per dirgli tutto questo che lui interrompe i miei pensieri.
- Ah, mentre dormivi è arrivato un regalo dal tuo distretto. -
Gli lancio una mezza occhiata disperata e lui mi porge un biglietto, lo leggo ad alta voce.
- Con la speranza che non ti servino. -

Che vuol dire? Con la speranza che muoia prima di usarle? Con la speranza che non debba più uccidere nessuno?

Lancio un'occhiata confusa ad Alex, lui di risposta scrolla le spalle.
- Era così anche l'altro biglietto, non si sa chi li mandi. -
Poi mi porge il regalo.
Un faretra con 10 frecce nere, lucide e ben costruite, che finiscono in punte dall'aria letale. Devono essere state costruite apposta per avere migliore velocità e potenza di tiro, perché non ne ho mai viste così.
- Dovrebbero aiutarci, tra dieci minuti partiamo. -
Lo guardo di nuovo confusa, lui mi guarda serio.
- E' giunta l'ora di farla finita. Sono andato a vedere un po' la situazione fuori ed ho visto che Dixie e Gaius stanno rispettivamente da una parte all'altra di una sponda del lago, immobili. Credo che vogliano due combattimenti uno contro uno. -
Rabbrividisco:
- E'... -
Ma m'interrompe, un po' frustrato:
- E' orribile, malsano, crudele. Ma sono gli Hunger Games. -
Rimango sorpresa da quella constatazione così diretta, a Capitol City non piacerà sicuramente. Mi mordo il labbro e trovo il coraggio di parlare.
- Cosa succede se siamo gli ultimi due? -
Non dovevo dirlo, mi guarda disperato. La disperazione di chi purtroppo deve sottostare a delle regole ridicole e non ha altra scelta.
- Morirò bene. -
Spalanco gli occhi scioccata. No, non lo può fare.
- No. -
Gli dico dura, quasi urlando. Ma si vede che ha già deciso, ed io non posso fare altro che piangere. Perché so che non mi permetterà di uccidermi al posto suo.
- Forza, abbiamo un appuntamento. -
Si alza e mi tende la mano, non ho bisogno di chiederglielo per sapere con chi ci dobbiamo incontrare.

Con la morte.

- Oh, Sammy e l'amato finalmente si fanno vivi. -
Sento la voce ironica di Dixie, e non posso fare altro che odiarla. Odiarla per come mi ha ridotto, per come abbia fatto sgorgare ogni mio minimo sentimento e di come lo abbia mostrato al pubblico. Ma la realtà è che dovrei essere arrabbiata con Capitol City, gli Strateghi hanno messo quelle schifose bestiacce nell'arena, gli Strateghi ci hanno costretto ad ucciderci per poter vivere la nostra vita a spese di quella di altre 23 persone.
- Dixie. -
La saluto sfrontata con un cenno della testa, e vedo la furia nei suoi occhi di ghiaccio. Lancio un'occhiata veloce verso Alex e noto che è davanti a Gaius senza proferire parola, mentre esamina il nemico.
Dixie sembra non averne bisogno, perché si avventa su di me con una forza maniacale, faccio in tempo a scrollarmela di dosso che un colpo laterale per poco non mi becca alla testa.
Fa quasi paura, ma non posso non reagire, anche se vorrei farlo.
Corro di lato, per mettere una certa distanza, ho bisogno di tempo per trovare i punti deboli e magari stancarla. Ma conoscendola ha già programmato tutto.
- Sammy Sammy, non scappare! -
Ringhio in preda alla collera e tiro fuori l'arco, ora che ci separa una certa distanza, lancio una freccia, ma la evita facilmente, ne lancio un'altra e questa volta la becca al braccio, urla di dolore ma continua a correre verso di me. Non faccio in tempo a scoccare un'altra freccia che mi atterra saltandomi sopra, sento freddo della lama del pugnale premere sulla mia gola e la pazzia nei suoi occhi che saranno l'ultima cosa che vedrò. E' finita, morirò.

- Per vincere non puoi usale solo l'arco. -
Guardo cocciuta mio padre, incrociando le braccia.
- E perché no? -
Lui ride, devo avere un'aria molto stupida.
- Perché l'arco è solo un'arma da usare da lontano. -
- Oh. - Che stupida, non ci avevo mai pensato. - Quindi cosa mi insegnerai ad usare? -
Tira fuori dalla tasca una spada in versione ridotta.
- Pugnali. -


Il ricordo mi riporta alla realtà, la lama nella mia tasca che quasi brucia a contatto con la pelle, sorrido. Dixie mi guarda sconcertata.
- Cosa hai da ridere?! Ti sto uccidendo, non vedrai mai più il tuo amato, dovresti piangere. -
Con tutta la forza che mi rimane inverto la situazione, ora sono io su di lei e con un colpo alla mano ho mandato òa sua arma lontano, il colpo di pugnale arriva veloce, dritto alla gola. Il sangue che ne esce mi prende in pieno il viso, cerco di pulirmi gli occhi che incominciano subito a bruciare, e solo quando riesco ad aprirli realizzo di averla uccisa.
Il terrore nei suoi occhi è ancora visibile, il viso sfigurato dalla paura, i capelli sporchi di terra e del suo stesso sangue.
Ansimando cerco di rialzarmi, dopo vari tentativi mi ritrovo in piedi, la ferita alla gamba riaperta che sanguina copiosa, zoppico per una decina di metri trovando il coraggio di vedere l'altro combattimento.
Urlo nel vedere il corpo senza vita di Gaius a terra, in una pozza di sangue.
E non so se è stato un urlo di gioia, o di disperazione.



--------------------- ANGOLO DELL'AUTRICE ---------------------------

Lo odio, lo odio, lo odio!
Non mi piace, mi fa schifo, peggio di quell'altro. L'ho riscritto 3 volte ed una è peggio dell'altra.
L'ho già detto che non lo sopporto?
Avrei voluto scrivere molto di più, ma il capitolo sarebbe venuto molto più lungo ed avrei dovuto dividerlo, cosa che odio.
Volevo togliere alcune parti, ma il capitolo sarebbe venuto troppo corto (cosa che già è).
Ammazzatemi di critiche, di botte, di frutta marcia, me le merito per questo obrobrio.
Okey, sto male. ahahah

   
 
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