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Autore: shinigami di fiori    28/08/2013    2 recensioni
Volevo scoprire di più su di loro, volevo farlo per proteggere la mia famiglia, il mio gruppo, il mio branco. Le ceneri degli umani ora sfiorano il mio muso intriso di terrore e il mio pelo bianco mentre tutto viene inghiottito nelle fiamme. Loro sono gli umani, la feccia che distrusse la mia vita e disintegrato quella dei miei familiari e amici. Il mio aspetto può assomigliare al loro ma non sapranno mai che a partecipare all'esame sarà Shelia, io, un lupo. Salve questa è la mia prima FF su HXH, se vi ho incuriosito date un'occhiata (dalla trama si può capire il mio amore per i lupi) buona lettura
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gon Freecss, Hisoka, Killua Zaoldyeck, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-C-che diavolo è successo-? Domandai guardando le fiamme inghiottire la mia terra e bruciare gli alberi, di cui sentivo il lamento. Spari e proiettili passavano davanti ai miei occhi giallo avorio, sfiorandomi i baffi. Gli ululati disperati dei miei compagni feriti avevano invaso quel luogo, ormai colmo di sangue e disperazione: qualcuno cercava di contrattaccare, ma inutilmente…I fucili di quelle bestie erano troppo potenti e non potevamo difenderci se non sfidando la fortuna e rischiando ogni secondo della nostra vita.
Loro avanzavano sparando, uccidendo qualunque cosa si muovesse. -Cosa faccio, cosa faccio-? Con la coda tra le game riuscì soltanto a nascondermi, pregando che i loro segugi non sentissero il mio odore. -Mamma-! Ringhiavo, cercando di appoggiarla da lontano e di incitarla a continuare a lottare con quel meticcio, ma anche lei era allo stremo e cadde a terra, immobile. Guaivo, non sapevo che fare! Quando un cane scappava dalla mano dell’umano, si dirigeva verso di me e mordeva il cespuglio in cui mi ero nascosta. Morsi, morsi, morsi con la stretta più decisa che avevo, facendolo sanguinare e fuggire con la zampa ferita mentre il rumore delle ceneri e il calore mi facevano impazzire. -Ho paura, ho paura, non volevo questo, non sapevo fossero così spietati…Devo fuggire da qui-. Detto questo mi allontanai; le ceneri avevano reso il mio pelo grigio, eliminando la lucentezza che lo rendeva brillante. La foresta si stava spegnendo, e con essa, anche i suoi abitanti. Il fuoco cessò e i mostri rincasarono, trasportando i cadaveri dei miei amici come fossero sacchi sulle spalle. Piansi, in silenzio. Chi poteva sentire il pianto di un lupo? Nessuno ovviamente. Zoppicando riuscì a salire su una piccola collina, dove la luna splendeva, ricaricandomi con la sua bellezza infinita. -U-una  z-zona degli umani-?Dissi guardando quella che quei demoni chiamavano città. Mi accasciai a terra, come per sdraiarmi su un prato coperto di fiori, bagnando il suolo con il mio sangue, contaminato con le armi degli umani. -F-ecci-a- I miei denti si facevano strada fra le mie labbra, erano tutto quello che avevo per dimostrare il mio odio. Vedete, io non sono un comune lupo, ma un lupo che può assumere una forma umana grazie all’energia della luna. Questa cosa mi fa ribrezzo: posso assumere l’aspetto di un mostro grazie alla cosa più bella del cielo. Però è la mia unica speranza per sopravvivere, mamma e papà lo avrebbero voluto. Mi alzai, con l’aspetto completamente mutato, una piccola ragazza, apparentemente tredicenne, con lunghi capelli bianchi e occhi giallo ambra. Con il sangue in viso e una gamba tremolante dal dolore mi avviai in quella città, illuminata solo dalla luce di quella luna che mi dava ancora speranza. Il tragitto mi stremò, il mio respire si fece pesante e le lacrime scesero copiose sul mio viso. Sfioravo la gente, senza che si curassero del mio stato…Non che non mi vada bene anzi. Il sangue che perdevo era molto, ma nessuno se ne accorgeva. Inciampai contro un uomo che con uno scatto violento mi respinse via facendomi cadere a terra. -Tsk…Questi  s-sono gli umani dopotutto-. Ammisi sorridendo. Dannazione, stai attenta mocciosa. Gridò, parecchio stressato senza curarsi delle mie condizioni. Mi misi da parte per farlo passare e girai in un vicolo chiuso, poggiandomi contro il muro e lasciandomi cadere a terra, mentre il sangue scaldava il mio addome. Gli occhi mi si chiusero piano, lasciandomi però cosciente. Le immagini di quel massacro mi continuavano a passare davanti agli occhi. Mi risollevai, appoggiando la mano contro il muro per aiutarmi. Sono proprio una bambina, come posso arrendermi così Non volevo perdere la mia dignità, il mio orgoglio. Non potevo, non potevo proprio lasciare che accadesse, perché io sono Shelia…E la Shelia che conosco non si sarebbe arresa facilmente!
  
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