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Autore: Mitsuki91    28/08/2013    2 recensioni
Lily, la notte del trentun ottobre, ha preso la sua decisione: si è spostata, salvandosi e permettendo a Voldemort di uccidere Harry. Ma perché l'avrà fatto? Chi è che ama e che ha sempre amato, e perché non è mai riuscita a dirglielo?
[Lily/Severus]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, James Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ecco quindi anche questo capitolo ;)
Il prossimo sarà l’epilogo, vi avviso sin da subito.
Nel frattempo, buona lettura!


Verità

Macerie.
L’urlo di Alice, disperata, mentre vagava per quella che era la sua casa, alla ricerca di Neville.
Il pop di due o più smaterializzazioni, mentre Frank, Sirius e Remus apparivano e sgranavano gli occhi.
Poi, un pianto. Flebile, nella parte sinistra della casa, ma pur sempre un pianto.
Tutti si precipitarono lì, spostando detriti e cercando disperatamente. Erano così presi che solo Remus si accorse della presenza di Lily e Severus.
Alice lanciò un grido di sollievo quando riuscì finalmente a trovare suo figlio, che si era salvato poiché la culla era riuscita a sostenere il peso di una trave. Dopo neanche un minuto, Sirius urlò, trovando il cadavere di Augusta Paciock.
Silente si chinò sulla donna ed esaminò il corpo. Aveva qualche ferita, probabilmente provocata dalla caduta del tetto.
“Era già morta prima.” disse “Probabilmente colpita da un Anatema che Uccide.”
“Il Ministero è impazzito, Albus.” disse Remus, cercando di consolare Frank circondandogli la schiena con un braccio e fissando Lily “Ci sono un sacco di persone che sembrano risvegliarsi da un sonno di mesi, dicono nomi e volti e luoghi, gli Auror si smaterializzano a frotte per catturare i Mangiamorte e ci stanno riuscendo…”
“Il marchio nero è scomparso.” intervenne Severus, alzando di nuovo la manica e mostrando il braccio. Non c’era più il segno; al suo posto solo della pelle arrossata, che sarebbe tornata normale con il tempo.
“Allora bisogna sbrigarsi.” disse Sirius, con una strana luce negli occhi. Era come… Fremente. Poi si rese conto di chi aveva parlato e di chi aveva al suo fianco “Lily! Lily, si può sapere che fine hai fatto?!”
Lei strinse i pungi, cercando di restare calma. Il migliore amico di James. Il migliore amico di James preoccupato per lei.
“Non è il momento.” rispose “Silente, che sta succedendo?”
Albus si era avvicinato ad Alice, che stringeva Neville cercando di cullarlo. Tremava; era sconvolta.
“Alice, fammi vedere.”
La donna lo osservò e poi gli porse il bambino, senza lasciarlo. Albus gli alzò i capelli, scoprendo una cicatrice a forma di saetta. Alice gemette.
“Andiamo.” disse il preside, richiamando Fanny e porgendo una mano agli altri.

***

Il mondo si era capovolto. Gli Auror catturavano Mangiamorte; il Winzegamot processava a ritmi insostenibili; la gente, che prima era confusa e spaesata, iniziava ad intuire la verità. Si mormorava.
Colui-che-non-deve-essere-nominato è morto.
Albus Silente aveva appena finito di spiegare le sue teorie e le sue congetture alle persone nel suo ufficio. C’era anche il Ministro della magia in persona, che aveva fatto richiamare per poter informare il mondo magico.
“Quindi.” disse lui, sbalordito “Colui-che-non-deve-essere-nominato è caduto.”
“Sì, è così.” confermò il preside.
Dopo qualche altra precisazione, il ministro usò il camino per tornare al lavoro, per dare la notizia all’intero mondo magico. Quella notte, tutti gli Auror avrebbero fatto gli straordinari; tutti i giudici e tutti gli addetti ad Azkaban avrebbero lavorato incessantemente. Ma gli altri, la gente comune, avrebbero festeggiato.
A Neville Paciock.
Sirius, Remus, Frank e Alice erano stati dispensati, dietro espressa richiesta di Albus Silente. Loro avevano ritrovato Neville e Augusta, loro dovevano rimanere e sapere.
Lily e Severus rimasero, nonostante le proteste di Sirius per quello schifoso Mangiamorte. Nemmeno la rivelazione che l’uomo era una spia di Silente ormai da tempo era riuscito a smuoverlo da quella convinzione.
Remus, invece, osservava. Osservava Lily, che si teneva vicino a Severus. Osservava il suo sguardo stanco, ma vigile e lucido. Osservava la rabbia dietro i suoi occhi, la preoccupazione per Alice, il sollievo ogniqualvolta si stringeva a Severus, ogniqualvolta che alzava lo sguardo sull’uomo.
“Lord Voldemort non è stato sconfitto.” esordì Silente, una volta assicuratosi di essere di nuovo soli. Alice sussultò “Neville dovrà misurarsi di nuovo con lui, prima o poi. Spero il più tardi possibile.”
“Ma come… Come…?” chiese Frank, che era pallidissimo in volto.
“Augusta ha dato la sua vita per lui. Questo è successo.” Lily strinse la mano di Severus “Lo ha protetto con il suo amore. Ha impedito che Voldemort lo uccidesse, ma Voldemort non era totalmente umano. Non lo è. Tornerà, e siccome ha designato Neville come suo eguale… Lo cercherà e proverà ad ucciderlo, di nuovo.”
“Ma Albus.” chiese Alice, sempre stringendo a sé Neville, che si era addormentato “Non esiste un modo per impedirlo? Non esiste un modo per… Per…”
“Possiamo solo ritardarlo, Alice. Sperare che non accada mai, e nel frattempo attrezzarsi, per sconfiggerlo definitivamente… Ora non ha più un corpo. È disperso, è poco meno di spirito. L’Ordine della Fenice resterà attivo, senza dover più temere Mangiamorte o Voldemort stesso. Rimarrà e, insieme, cercheremo di sconfiggere ciò che lo lega ancora alla vita. Saremo preparati, Alice.”
La donna annuì. Frank, che sembrava essersi ripreso un po’, si alzò dalla sua sedia e barcollò fino a raggiungere la moglie e il figlio. Li abbracciò.
“Andrà tutto bene.” disse, mentre era inginocchiato sul pavimento e stringeva a sé la sua famiglia “Andrà tutto bene.”
Lily vide quell’immagine e il suo labbro inferiore tremò.
È così che sarebbe dovuto essere, si disse.
È così che sarà d’ora in poi.
Alzò lo sguardo su Severus e appoggiò la testa sul suo braccio, stringendosi di più a lui.

***

Frank e Alice rimasero ad Hogwarts. Silente aveva procurato loro un piccolo appartamento in un’ala isolata nel castello, dove potessero alloggiare temporaneamente, sia per aspettare che tutti i Mangiamorte venissero catturati e che non ci fossero recriminazioni, sia perché potessero trovare una nuova casa dove stare, dato che la loro era andata distrutta.
Lily aveva deciso di accantonare la sua rabbia, a fronte delle vicende successe. Forte del suo proposito di dimenticarsi gli anni bui della propria vita; forte del fatto che comunque, prima o poi, avrebbe dovuto dare una spiegazione agli amici… Andò da lei, per parlarle.
Fece chiamare anche Frank, Sirius, Remus, Emmeline… Tutti quelli che avevano avuto modo di osservare il suo cambiamento, sia ai tempi della scuola che dopo, una volta avuto Harry. Tutte le persone che considerava importanti o che James teneva in grande considerazione. Non aveva voglia di ripetere la sua storia più volte, non aveva voglia di misurarsi con il biasimo nei loro occhi in diverse situazioni. Chiese a Silente di prestarle il Pensatoio, perché scoprì di non avere neanche la voce per parlare, di non sapere cosa dire. Ancora una volta, dopo aver estratto i ricordi – il preside le aveva restituito la bacchetta, che aveva trovato a casa Potter dopo la tragedia – Lily li mostrò agli altri. Attese, le braccia incrociate sotto il petto e l’espressione preoccupata.
Severus non era lì con lei. Era stata lei a dirgli di non venire, per non scatenare polemiche o altro. Ma lo avrebbe voluto con sé, in quel momento, mentre attendeva e non sapeva come avrebbero reagito i suoi amici. Avrebbe voluto che le stringesse una mano, che l’abbracciasse, che passasse le sue labbra fra i suoi capelli. Ma era una cosa che doveva fare da sola.
Le espressioni dei suoi amici, quando riemersero, erano sbalordite, incredule. Ad Alice si riempirono gli occhi di lacrime; la donna si alzò e abbracciò Lily, continuando a ripetere: “Mi dispiace, mi dispiace…”
Lily sentì le lacrime premerle per uscire, ma decise di ricacciarle indietro. Aveva già pianto abbastanza. Voleva solo dimenticare, andare avanti… Era giusto che gli altri sapessero, sì, ma lei non voleva più avere a che fare con quel periodo della sua vita. Il dolore per il suo bambino non l’abbandonava mai, nonostante le parole di Severus; la rabbia verso James rischiava sempre di esplodere da un momento all’altro, ma lei insisteva per tenere tutto sotto controllo.
Ci sarebbe stato tempo, poi, per perdonare gli amici e per parlare, sfogarsi, farsi ascoltare. Ci sarebbe stato tempo per ricostruire un rapporto con loro, con Severus, con tutti. Ma ora era troppo presto.
“Basta.” disse Lily, spingendo via Alice “Basta. Non voglio parlarne. Non voglio dire niente. Dovevate solo sapere, mi sembrava giusto. Ma non voglio nulla, tantomeno la vostra compassione.”
“Lily, io… Non ne avevo idea.” intervenne Remus, mentre Alice cercava di fermare le lacrime e continuava a guardarla con apprensione “Ti giuro, se l’avessi avuta… Sirius, anche tu, dimmi che non sapevi, dimmi che altrimenti…”
Sirius, che sembrava essersi svuotato da qualsiasi emozione, e stava seduto come se fosse un ammasso di stracci abbandonato, scosse piano la testa.
Frank si alzò e prese la moglie delicatamente per le braccia, costringendola a sedersi in braccio a lui.
Emmeline guardava Lily senza realmente vederla, continuando a mormorare: “Ma sembravate una così bella coppia…Così bella…”
Lily si alzò, riprese i ricordi dal pensatoio e li mise in una fiala, che aveva fatto apparire per l’occasione.
“Io intendo dimenticare.” disse, stringendo la provetta “Non voglio più saperne niente. Ora comincerà la mia vera vita. Non voglio una parola su quanto successo. Vi ho informati: questo è quanto.”
E, senza che nessuno provasse a fermarla, diede loro le spalle e uscì dalla stanza.
   
 
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