Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: SylverTrinity    03/03/2008    3 recensioni
Chrono è uno dei due personaggi di una storia molto, molto estesa. Questo spiega il suo nominare il fratello, un fratello che è il suo opposto secondo i Cieli e le Schiere degli Angeli, secondo il mio mondo ovviamente.
La mia visione degli Angeli, in questa Storia, si dissocia dalla Purezza lucente che si evoca nella religione. Qui gli Angeli sono creature dei Cieli (non sono i Cieli divini, ma semplicemente dei piani posti nel Cielo), tra cui l'Eden e l'Idion nominati da Chrono. Quest'ultimo potrebbe anche definirsi un Angelo caduto, un Angelo che soffre per le proprie ali e che vive sulla linea che divide Vivi e Morti.
La suddivisione dettata da tutti quei punti è voluta. Vuol scandire la lentezza interminabile di quel momento. I pensieri decisi che rompono il silenzio della notte nella testa di Chrono, le sue reazioni lente e misurate, come se il Tempo non esistesse più.
Buona lettura
Genere: Malinconico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In una notte d'autunno inoltrato, la terra respira pesantemente. L'aria è pesante. Il profumo della pioggia è una droga per i sensi. Le mani si stringono nelle tasche cercando fuga al freddo. Non ho freddo. La mia anima si distacca dal materiale. Osservo il cielo dove le stelle fuggono spaventate dalla luce calda dei lampioni che si spande annoiata e soffusa. I miei occhi fissano qualcosa che solo io so dov'è. Schiudo le labbra lasciando parte del mio calore al silenzio. Osservo quel rivolo pallido formarsi e dissolversi, catturato con bramosia. Nel silenzio i tacchi rintoccano sull'asfalto del marciapiede.

Il vento si insinua malizioso sotto i miei capelli accarezzandomi il collo, mettendo da parte la protezione del cappotto. In lontananza il latrato di un cane forse troppo solo. Sospiro socchiudendo gli occhi. Inclino il capo all'indietro lasciandomi all'attenzioni di quell'umidità opprimente. Schiudo le labbra. Cerco qualcosa che non posso avere. Con stizza ripiego in avanti il capo celando questi occhi dietro cortine di capelli umidi. I denti affondano nelle labbra soffocando quei pensieri. Il vento ha cambiato direzione. Mi fermo. Lascio che i miei polmoni si riempiano di quella nuova aria respirata già da chissà quante creature.

Il mio sguardo scivola seguendone la scia. Mi fermo nel silenzio di quella strada dove non passa nessuno. Quel vento mi chiama. Volgo altrove i miei passi. Devo seguirlo. Non temo le tenebre, ciò che nascondono non mi interessa, è nella loro natura. Sempre meglio del sole che finge di illuminare e nel frattempo acceca. Il mio passo riecheggia. La luce dei lampioni lascia protendere la mia ombra davanti a me. La seguo. Lei mi precede cercando. Poi è tenebra. Conosco questa strada, non mi perdo sicuramente.

Poi sparuta luce fredda torna a delineare riflessi brillanti sugli steli d'erba. Il vento accarezza quei fili lisciandoli con premura. Lento cigolio agonizzante si leva come un canto di supplica ai miei orecchi. Mi soffermo un attimo. Assottiglio gli occhi cercando in quella fioca luce. Riprendo passo avvicinandomi al freddo scheletro metallico di un’altalena che da troppo non vede bambini giostrarsi tra risa e schiamazzi. Ma stanotte il suo canto è ascoltato. Ma non solo da me. Su uno di quei dondoli siede un bambino ormai cresciuto.

Le sue mani pallide stringono quelle catene arrugginite come fossero l'ultimo appiglio di questo mondo. Siede sul legno scrostato senza darsi spinta. Non vuol dar gioia a quel metallo supplicante? L'erba mi accarezza bagnando le punte degli stivali, appesantendo gli orli dei pantaloni e del cappotto. Non lo saluto. Sarebbe superfluo. Mi fermo davanti a lui guardandolo dall'alto. Sta a lui dirmi qualcosa. E' uno dei tanti in fondo. Rimane a capo chino nascondendosi dietro a quei capelli esili come fili di ragnatela. Brillano della stessa luce argentea. Quanto hai pagato per ridurre i tuoi capelli così? Cosa cercavi?

Ascolto il mio respiro uscire ed entrare in me gelando i polmoni. Eppure non sento freddo. Quanto silenzio devo ancora regalarti? Sollevo il capo ad osservare le falene che si ostinano attorno a quel lampione sferico. Sembra quasi una luna incredibilmente luminosa. Non sei felice? Hai una luna tutta per te ragazzino...Finalmente. Ora quei tuoi occhi azzurri mi fissano. Mi fissi e non dici niente. Non hai fatto progressi. Sospiro e muovo un passo avanti. Vuoi deciderti ragazzino? Il mio tempo è prezioso. Non sei l'unico che mi chiama.

Sei ostinato. Non hai niente da dire? Bene. Non ho altro tempo per ascoltare i tuoi silenzi. Protendo davanti a me la mano sinistra. La guardi? Cosa ti attira? Il suo pallore quasi lucente? Le unghie color del sangue? Ma suvvia, non incantarti per così poco. Sta a vedere. Un dolore mi pervade il braccio. Sorrido quasi a voler scacciare i suoi sussurri codardi. La mia carne si apre. Oh si. Adesso quei tuoi occhi hanno un'espressione. Come brilla il sangue non trovi? Eccola, finalmente esce. Lei. La Spada. Colei che hai invocato ragazzino.

Fuoriesce dal mio corpo plasmandosi dal sangue. La lama cristallina e affilata. L'elsa, l'impugnatura ed infine la mia mano si stringe a impugnarla. Un profondo respiro viene rilasciato e con esso il dolore viene sconfitto e la ferita rimarginata. Ti ostini a non parlare ancora? Mi hai chiamato...cosa vuoi? Per quanto dovrò fissare quegl’occhi così puri. Mi danno ai nervi. Non hai proprio un filo di voce? Abbasso la mia lama verso il tuo collo pallido e perfetto. Potrei deturpare la tua bellezza sai? Potrei guardare il tuo sangue nutrire questa terra abbandonata per tutto il tempo necessario. Non diresti nulla neanche allora?

Sei patetico. Inclino il capo. Mi sforzo di guardarti, cercando qualche segno di vita in te. Mi stai annoiando ragazzino. Lascio scivolare la punta della spada sul tuo petto. Non ti muovi? Scenderò ancora. La tua fermezza mi da ai nervi. Vuoi dire qualcosa o no? Come osi riabbassare il capo! Alzalo mio caro. La mia spada ti aiuterà a farlo. Non conosco indulgenza neanche con i ragazzini puri come te. Sostenuto da una lama il tuo volto torna a guardarmi. La punta sfiora la pelle. Ops. Osservo una flebile goccia vermiglia carezzare quel tuo collo esile e immacolato. Perdonami. Mi perdoni vero?

"Ch..Chrono" ma quale onore ragazzino. Adesso ricordi il nome che hai tanto implorato. Sì. Sono io. Allora...cosa ti tiene silente? Adesso che sono venuto hai paura? Ma guardati. Sei così immacolato che mi fai quasi rabbia. Certe creature se ne stanno nell'Eden o nell'Idion...cosa ci fa una bestiolina del genere quaggiù? Mi fai quasi ridere. Ti compatisco. Allora cosa vuoi ragazzino? "Sei davvero bello" Questo non me l'aspettavo. Non spererai che ti abbracci amorevolmente e ti consoli vero? Hai sbagliato nome. Io non sono un consolatore. Io penso ai fatti ragazzino.

Ti ostenti a non dire ciò che voglio sentire. Parla, dannazione! "Non hai le ali?" Ops. Non volevo farti male. Sai capita quando si fa le domande sbagliate. Una lacrima. Due. Tre. Numero perfetto. Sei troppo perfetto. Questo taglio rompe la tua perfezione. Almeno il tuo sangue ti scalderà accarezzandoti il petto. Comunque, ragazzino, voglio accontentarti. Pensa quanto suono buono stanotte. In fondo questo cappotto comincia a pesarmi sulle spalle. Lo lascio cadere come uno straccio ai miei piedi. Osserva ragazzino. Io mi guardo per quello che sono. prendi esempio.

Abbasso la spada. Chiudo gli occhi. Mi costa ancora così tanto mostrarle. Che stupido. Sorrido a me stesso. Sento il sangue defluire sulla schiena. Un brivido sempre più forte mi percorre. Stringo i denti. Il dolore ci perseguita. Mi piego in avanti stringendo me stesso. Sangue prende a sgorgare senza freno dalle scapole. Gli ossi si muovono in me. Tossisco sangue su di te. Perdonami. L'hai volute vedere te. Un urlo infrange la notte. Si aprono immense. Nere come il cielo sopra di noi. Piume bagnate di sangue. Eccole ragazzino. Sei contento? Leggo quasi terrore nei tuoi occhi.

Il loro peso mi spinge in avanti. Cadere davanti a te? Ti piacerebbe confessalo. Non mi reggo su, ma stai tranquillo che non ti accontento. Lascio la mia spada. Cade divenendo solo una pozza di sangue scuro. Le mie mani si stringono a quelle catene. Dove scappi adesso ragazzino? Il mio volto innanzi al tuo. Mi specchio in quegli occhi puri. Mi disgusti. Tremi? Tremi! Poverino. Mi dispiace. Socchiudo gli occhi abbassando il capo per accarezzare il tuo collo con il mio respiro. Un urlo strazia la notte. Finalmente ti sei svegliato.

Appoggio la mia testa alla tua quasi in muta carezza. Poso le labbra sul tuo orecchio. Sono stanco del tuo silenzio "Sono Chrono ragazzino. Vuoi morire chiedendo perdono?" Tremi. Fanno tutti così. Non ho la bellezza consolatoria di mio fratello. Mi dispiace. Ora il tuo pianto è intenso. Le tua lacrime lavano il sangue. Sospiro. E' questa la tua risposta? Mi lascio cadere in ginocchio davanti a te. Fermare il sangue non è facile. E tutto per farti vedere delle ali vere. Hai cambiato idea. Fanno tutti così. Chino il capo. Basta piangere. Rispondimi. Ti prego.

No. Perchè mi abbracci? Lasciami! Non ho la forza di spingerti via. Le tue lacrime mi accarezzano. Il loro odore è quello che mi avvolge da sempre. Le tue mani suscitano in me brividi che non voglio ascoltare. I sentimenti non sono per quelli come me. Non ho la forza per respingerti. Piangi. Sia. Sfogati. Fanno tutti così. Alzo lo sguardo a fissare quel cielo lontano e freddo. Mi stai guardando fratello? Dannato. Starebbero a te queste cose. In fondo i tuoi capelli, ragazzino, sono davvero belli. Posso toccarli? Ma sì, vero? Piangi.

Poso la testa sulla tua. Chiudo gli occhi ascoltando i tuoi singhiozzi. Ero come te un tempo. Piangi ragazzino. Richiudo le mie ali su di te. Ricomincia a piovere. Fragile come sei potresti romperti sotto queste gocce inclementi. Siamo simili. Sono simile a tutti coloro che mi chiamano. Sai una cosa ragazzino? Sono felice che tu non abbia risposto alla mia domanda. Piangi. Piangi. Lascia che la Pioggia lavi via tutto il tuo male. Domattina sarai tu ad aprire le tue nuove ali. Senza timore. Senza dolore. Non ti accorgerai di averle.

Le guarderò e mi dirò che sei troppo perfetto. Ti invidierò. Perchè per quanto tutti pensino diversamente, in fondo, noi Angeli non siamo Perfezione. Non tutti lo siamo. Avrai delle splendide ali. In fondo mi piacciono anche i tuoi occhi azzurri sai? Ti stringo a me con tutta la forza che ho. Ricordati di questo abbraccio e dimentica quel nome che imploravi. Appoggio la fronte alla tua spalla. Certo che sei davvero un ragazzino. La notte non ha tempo. Il sole sorgerà appena sarai pronto a volerlo vedere.

Accarezzo questi capelli così delicati. Ti sporco di sangue, ma non temere. Il nostro sangue è impalpabile. Sono certo che domani vedrai il sole splendere come non mai. Allora non ti ricorderai di me. Né di quel nome, né di quel desiderio. Sospiro. Sorrido. In fondo, sono fortunato. In troppi chiamano il mio nome ultimamente. Non tutti sono indecisi come te. Io non posso chiamarli indietro. Io posso solo ascoltare. Posso solo fare una domanda. Non posso rifiutare la risposta che ricevo.

Hai avuto paura. Fai bene ad averne. Non c'è nulla di meglio dove volevi andare. Ma certo questo non posso dirtelo. Mi capisci vero? Consentimi poche parole. Per una volta lasciami parlare e non solo pensare. Ho sollevato tanti corpi esanimi. Ho stretto a me anime troppo giovani. Ora che posso gioire di un ripensamento concedimi più di quella domanda.

Ti scosto da me. Hai smesso di piangere, ora mi guardi. I tuoi occhi sono arrossati, ma sempre così puri. Non lasciarli intorbidire da chi non ti comprende. Sorridimi. Io sorriderò a te. Queste esili spalle diverranno forti e sosterranno le tue ali splendenti. Mi rialzo. Le mie ali si sciolgono come inchiostro nella pioggia. Raccolgo il mio cappotto. Il sangue svanisce. Lavato via. Non è notte di sangue. Almeno non questa. Devo andare. Nella speranza che il prossimo a chiamare sia come te.

Vorresti chiamarmi. Allunghi una mano. Hai già dimenticato il mio nome vero? Chino il capo con un sorriso amaro. Tutti si scordano di me. Nel bene e nel male sono solo una comparsa. "Grazie" questo in fondo me lo dovevi, ragazzino. La pioggia lava via i tuoi dolori. E' una pioggia provvidenziale. Piove sempre in queste notti. Torna a casa. Hai ancora molta strada da fare. Ti eri solo perso. Adesso io ti ho riportato sulla strada di casa. Corri. Cosa aspetti?

Mi fermo. Mi volto. Non ci sei già più. I tuoi passi si perdono tra le gocce che cadono. E' un triste compito il mio. Nel bene e nel male io posso solo ascoltare e fare una domanda. Io non posso decidere per nessuno. Ma forse la malinconia e il profumo di lacrime che mi accompagna fa intendere che oltre le porte che apre la mia spada non si cela niente di così bello. Riprendo la mia strada. Il Vento mi sta già sussurrando una nuova via da seguire. Speriamo sia come la tua, ragazzino.

Mi volto appena. Osservo quella sfera di luce. In fondo avevi una luna tutta per te stanotte no? Sospiro ancora. Alzo lo sguardo al cielo. Domani sono sicuro che vedrò un nuovo angelo camminare per queste strade. Non avrà bisogno di mostrare le sue ali. Ecco il Vento che mi accarezza sensuale. E' un invito a cui non so resistere. Sparisco nel vento. In fondo sono ovunque. Siamo ovunque. Dobbiamo ascoltare a malincuore le Vostre suppliche. Ascoltate la malinconia dei nostri animi. In fondo oltre la mia spada ci sono porte che non si aprono su ciò che cercate.

Però noi possiamo solo ascoltare e fare una domanda. In essa però raccogliamo tutti i nostri pensieri. Alcuni di voi sono seduti su un'altalena che non oscilla. Stringono quelle catene e spesso non le lasciano. Altri si dondolano sempre più forte. Lasciano la presa su quelle catene e volano nel vuoto. Purtroppo non hanno ali e se le hanno non sanno di averle. A noi non resta che accoglierli in un abbraccio che loro non ricambiano più.

Quell'altalena adesso è ferma. Un cigolio lontano mi chiama. Speriamo che non si stia già dondolando quella povera bestiolina abbandonata a se stessa. Addio. Non chiamarmi mai più. Non ho voglia di vedere di nuovo quel tuo faccino perfetto...ragazzino.


*°*°*

Ice90 - Grazie mille ^^ son felice ti sia piaciuta. Lieta che tu concordi con la mia visione delle cose, non riesco a vedere gli Angeli come la perfezione di Luce assoluta. Comunque Chrono non è affatto malvagio, è solo un po' così...diciamo che è orgoglioso e del suo orgoglio si veste. Si atteggia a superiore e distaccato, ma alla fine soffre molto, anche per via della sua Storia

Iselwen - Grazie tesora mia ^___^ ormai sei la mia lettrice ufficiale XD

Aster_Nepthys - Ti ringrazio moltissimo ^^ Anche a me piace molto, tra i vari personaggi dei miei racconti e delle mie storie, la figura di Chrono. Diciamo che è nella top ten dei miei personaggi preferiti XD Anche a me alcuni di quelli che descrivo non piacciono, ma credo sia naturale. Le sfaccettature dell'anima sono infinite, provare a descriverle tutte è una sfida affascinante...

  
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