Lily non si capacitava di come il tempo fosse passato velocemente. Era arrivato il 1° settembre del suo ultimo anno a Hogwarts. Mentre salutava per l’ultima volta i suoi genitori dal finestrino dell’Espresso, rivolse un pensiero a Petunia, la sorella maggiore che anche quell’anno aveva evitato di accompagnarla. Questa volta si era giustificata dicendo che sarebbe dovuta uscire con un certo Vernon Dudley, ragazzo noioso e privo di immaginazione che Lily non avrebbe mai e poi mai frequentato. Ma d’altronde era così diversa da Petunia… Mentre rifletteva su questo, si accorse in lontananza del fischio del treno e rivolse un sorriso finale ai suoi genitori.
Tra una cioccorana e l’altra cominciò a chiacchierare con Emily Jones, compagna di stanza fin dal primo anno. Erano diventate migliori amiche dopo il litigio con Severus. In un primo momento allontanandosi da lui si era sentita sola, ma dopo poco aveva stretto amicizia con la ragazza. E pensare che era tutto il contrario di Lily, introversa, mora, con gli occhi di un nero intenso e molto timida.
‘Allora come hai passato l’estate?’ le chiese Emily.
‘In realtà non è successo niente di particolare, se non conti i numerosi litigi con Petunia’ rispose dispiaciuta Lily.
‘Ancora ce l’ha con te per non essere stata ammessa a Hogwarts?’
‘In realtà rompe su tutto il resto, ma ovviamente il motivo è sempre quello. A te com’è andata?’
‘Ho passato l’estate con le mie amiche Babbane, sai che una sera volevano portarmi in uno di quei…come si chiama? Sole Park? Ah no, Luna Park, pieno di giochi da pazzi! Montagne russe costruite senza nemmeno un buon incantesimo di protezione…per fortuna sono riuscita a materializzarmi a casa mentre parlavano!’
Lily era divertita, si immaginava Emily in preda al panico davanti a quei giochi Babbani, ma d’altronde lei si sarebbe comportata ugualmente.
‘Hai sentito di Potter e della Jhonson? Pare che lui poco prima dell’inizio dell’estate l’abbia lasciata, è durata tre settimane, gran bella storia d’amore!’ iniziò Emily.
‘Non è affar mio ciò che combina Potter con le sue fan…in realtà mi sorprende che lui e il suo ego siano riusciti a spassarsela con qualcun altro per così tanto tempo.’ Lily era nervosa, non sapeva della storia di quel pallone gonfiato di James con quella smorfiosa. Che sciocca, nell’ultimo periodo aveva addirittura creduto di piacergli…ma tanto cosa importava? A lei non sembrava altro che uno sbruffone.
Emily rise e non insistette oltre con l’argomento.
Lily decise di sgranchirsi un po’ le gambe ‘Vado a cercare la signora White, ho una fame da lupi e non credo di riuscire ad aspettare il banchetto di stasera. Vuoi che ti prenda qualcosa dal carrello?’
Tornando indietro carica di dolciumi si accorse di quattro ragazzi all’interno di uno scompartimento, due di loro si sbellicavano dalle risate, uno più cupo era intento a leggere un libro di difesa contro le arti oscure, mentre l’ultimo stava guardando gli altri con ammirazione. La solita fortuna di Lily, incontrare i bulletti della scuola senza nemmeno una bacchetta in mano, perché l’aveva lasciata con Emily? Non fece in tempo a guardare da un’altra parte che James si accorse di lei. Occhi verdi e occhi castani si incrociarono. Decise che la soluzione più facile era quella di accelerare il passo. Dietro di lei il rumore di una porta che si apriva e l’immancabile ‘Ei dove te ne vai Evans?’ ‘Lontano da te Potter’ rispose lei seccamente, non sopportava di essere chiamata per cognome.
‘Non voglio cominciare l’anno litigando..porta male, non ti pare?’ le chiese dolcemente avvicinandosi ancora di più.
‘Se pensi che abbiamo cominciato tutti gli anni così..’ non sapeva come comportarsi con lui, aveva sempre l’aria di prenderla in giro.
‘Posso accompagnarti allo scompartimento? Vedo che hai le mani piuttosto impegnate!’ le disse con un sorriso. Non aveva mai notato quanto fosse carino mentre sorrideva, ma non si fidava di tutta quella gentilezza.
Piuttosto impacciata gli rispose ‘No grazie, ce la faccio’ e si girò dall’altra parte.
Si sentì osservata per tutto il tragitto e accennando un sorriso, ammise che la cosa non le dispiaceva.