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Autore: Kruaxi    29/08/2013    1 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Stanisław_Lem]
Stanislaw Lem, polacco, è stato un grandissimo autore di fantascienza. Intelligente, colto e dalla prosa sofisticata, i suoi molti volumi hanno avuto grande diffusione sia in occidente che oltrecortina. Era un comunista convinto tuttavia nei suoi scritti è facile intravvedere una satira anche feroce ai regimi del 'socialismo reale'... il media fantascientifico, fortunatamente, era di difficile interpretazione per i censori dell'epoca e spesso passò pressoché indenne dalle loro forbici. Noto ai più per 'Solaris', dal quale fu tratto il meraviglioso, ed assai ostico, film omonimo di Tarkowsky, viene ricordato anche per i racconti satirici incentrati sulle figure di Trurl e Klaupacious, due robot inventori, in un Universo abitato soltanto da macchine senzienti. Tanto intelligenti quanto pasticcioni e megalomani, i due robot suddetti sono protagonisti di storie divertentissime, cariche di fine umorismo. Ho voluto omaggiare il grande Lem riproponendo questi due personaggi in un piccolo apocrifo che li vede nuovamente protagonisti.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mancata.
Inserzione in orbita mancata.
Arkady provò ancora qualche comando, ma era tutto spento.
La ventola del sistema di aerazione andava ancora, il rumore era diventato assordante nello
spazio angusto della capsula, dopo che tutto il resto si era ammutolito.

Controllò nuovamente la radio: quella massiccia scheda di valvole e grezzi transistor; la telemetria
era cessata da un bel po’, e le chiamate vocali erano state escluse a priori.
Glielo avevano spiegato benissimo quando aveva accettato quella missione, nessuno mai avrebbe dovuto saperlo.

‘Poco male’, pensò Arkady, ‘tanto non potrebbero comunque salvarmi. Fra un centinaio d’anni si verrà a sapere, e magari daranno il mio nome ad una scuola georgiana e mi concederanno lo status di Eroe dell’Unione Sovietica’.

Sogghignò, ma senza cinismo. Nonostante tutto credeva nel comunismo, Breznev sarebbe caduto prima o poi, e magari il nuovo capo sarebbe stato diverso.
La Zond era partita tre giorni prima, per il Mondo era una sonda di tipo ‘Luna’.
La Zond ‘V12’ era una Soyuz modificata, pensata per il volo umano verso il satellite.
Le prove in automatico avevano deluso le aspettative, al fine di accelerare i tempi si
era deciso per una missione umana segreta: un paio di orbite lunari e poi di nuovo verso casa.

Il KGB era stato chiaro: gli americani sarebbero allunati presto.

Ma la Zond aveva fallito l’orbita lunare, rimbalzandoci come un sasso a pelo d’acqua.
Era stato avvisato, la probabilità di fallimento era alta.
Aveva comunque accettato.

A 29 anni non aveva poi combinato molto, non aveva fatto in tempo a partecipare
alla Grande Guerra Patriottica, si era qualificato come pilota di MIG senza
eccezionali punteggi, era diventato un cosmonauta da media classifica.
Non era ancora mai stato lassù.

Questa missione però gli calzava a pennello.
Sarebbe rimasto un signor nessuno, anche dopo un gran successo.
Era soltanto un ospite a bordo della Zond, completamente automatica; un ospite osservatore e, alla bisogna, un veloce riparatore.
Ma non c’éra stato nulla da riparare: quando il computer, quella scatola di latta dall’inquietante ronzio, aveva sbagliato il tempo d’accenzione del motore per rallentare la nave e permetterne
l’ingresso in orbita lunare. Non era possibile un secondo tentativo.

Arkady osservava dall’oblò la Luna allontanarsi in modo quasi impercettibile; non
aveva la Terra sul mirino della Zond.
‘Per fortuna, sono stato un disastro anche con le donne’.
Il pensiero lo rallegrò, almeno non c’éra nessuna Vulkanova ad attenderlo.
Passò un paio d’ore a leggere, ridendo come un matto.
Quel polacco era esilarante, i suoi due litigiosi robot costruttori erano geniali.
L’ufficiale politico aveva storto il naso vedendolo portare a bordo un libro di Lem, ma
nessuno aveva osato dir nulla.

Lo sapevano che non sarebbe tornato.

Iniziava a far freddo.
Da Terra avevano spento tutto, tranne i sistemi di minimo sostentamento.
Anche questo era stabilito.
Poteva sopravvivere tranquillamente per 5 giorni ancora.
Accennò a scrivere qualcosa su di se, ma ci ripensò subito: perché annoiare
gli storici futuri, archeologi spaziali che solcheranno i cieli su astronavi
inimmaginabili, con le inutili riflessioni di un pilota di MIG 19 ?
Gli sembrava di respirare peggio, anche se sapeva che non poteva essere vero, ancora.
Pian piano indossò la tuta spaziale.
Infine accese i circuiti di decompressione lenta.
Dopo molti minuti aprì lo sportello.
Lasciò la Zond, allontanandosene lentamente.
‘Ora sono il tuo Sputnik, nave ingrata’.
Non perse molto tempo, si sfilò il casco.
La temperatura era oltre i duecento gradi sotto zero: Arkady divenne una statua di ghiaccio in pochi secondi. Del sangue fece in tempo ad uscire dagli occhi, dalla bocca e dal naso, creando
una strana maschera rossa congelata.

Le vie dello spazio non sono rette.

Il noto costruttore Trurl aveva una delle sue giornate storte.
-Ho costruito galassie, ho spostato soli, ho salvato monarchie condannate alla sparizione e sconfitto tiranni spaziali di ogni tipo, eppure…-
-Eppure ?- Klapaucius, l’antico amico costruttore, era apparso d’improvviso. Rideva; chissà da quanto tempo stava ascoltando le riflessioni di Trurl ad alta voce !
-Al solito, amico mio, non posso che congratularmi per la tua leggendaria discrezione.- Disse Trurl con estremo spreco di bassi dall’impianto vocale.
-Via Trurl, non formalizziamoci; sento che hai un problema, parlane con il tuo amico, il solo che può capirti e, probabilmente, aiutarti.-
Trurl ci pensò un attimo, conoscendo le improvvise bassezze dell’amico, ma non potè rinunciare alla mente di Klapaucius, forse contorta ma prodigiosa.
-Caro amico costruttore: Tu cosa sai degli esseri di carne ?- Disse Trurl con gli occhi semichiusi.
-Quello che sai tu, sono abomini della creazione. Non provengono da ventre d’acciaio, bensì dal molle fango. Alcuni eretici affermano ancora che siano in realtà i nostri progenitori ma, ben 40.000 anni fa, il grande censore Pretkal poté dimostrare che…-
-No, no !- Urlò Trurl, -non mi interessa la storia, la sappiamo tutti ! Voglio sapere cosa sai della loro morfologia !-
Klapaucius rimase muto a lungo: -Li ho incontrati poche volte: hanno una complessità submolecolare imbarazzante. Macchine davvero stupide perché limitate e difficili da riparare. Un progetto alquanto bizzarro e mal pensato. Spostare astri nella galassia è nulla in confronto a decifrare la loro povera unità di pensiero.-
-Cervello.-
-Eh ?- Fu tutto quel che Klapaucius riuscì a rispondere all’affermazione dell’amico.
-Lo chiamano cervello.-
La tensione fu smorzata da una generosa pinta di olio corroborante, dopo di ché la curiosità di Klapaucius tornò all’attacco.
-Trurl, riconosco in te l’unico in grado di mettere, rare volte invero, in ombra la mia grandezza di costruttore e scopritore: Cosa ti disturba ? Che c’entrano gli esseri di carne ?-
-Ne ho trovato uno- disse Trurl sottovoce. -E’ congelato da milioni di anni, anche se non ho capito se sono posteriori, anteriori o laterali.-
-Non cambia molto.- Chiosò Klapaucius, mentre si fresava le unghie, -il punto è: che vuoi farne ?-
-Sembra un uomo impegnato in un volo spaziale, i suoi vestiti sono appena adatti al vuoto, ho recuperato anche una specie di nave spaziale. Dovresti vederla, un catino con dei servo meccanismi inadatti a pilotare una banale lavastoviglie !!!-
-Va bene, ma che vuoi farne ?- Klapaucius era sempre più interessato.
Trurl si accese un transistor, e mentre tirava pensosamente disse: -Voglio saper chi era, voglio farlo tornare in vita.-

Gli esperimenti iniziarono subito.
L’originale fu mantenuto in stasi, intatto.
Trurl ne fece molte copie identiche di backup, così da non rovinare il master.

La prima copia scongelata non soddisfò le aspettative.
‘Uomo 01’ rimase seduto immobile per circa 36 ore, continuando ad emettere un solo suono: -Blllllllllllllllllllllllllllllllllll-
Klapaucius annotò ogni singola articolazione, con pazienza infinita.
Dopo 36 ore Trurl azzardò che forse l’esperimento non aveva funzionato, ed ‘Uomo 01’ finì nel riciclatore.
‘Uomo 02’ smise di funzionare appena scongelato.

Iniziò così una spaventosa ricerca di informazioni sugli esseri di carne.
Trurl visionò milioni di microfilm, Klapaucius ottenne accesso a tutto lo scibile cibernetico possibile a riguardo.
‘Uomo 03’ quasi si dissolse.

Intorno ad ‘Uomo 17’ Klapaucius chiese una pausa.
-Amico mio, forse dovresti renderti conto che quest’impresa, una volta tanto, è fuori dalla nostra portata. Questi non sono esseri viventi, bensì virus dannosi: non dovremmo giocarci.-
Trurl lo guardò con aria di sfida: -Se ritieni di non essere all’altezza puoi tranquillamente ritirarti. So che stavi costruendo una caffettiera pensante, potresti continuare quel lavoro, no ?-
Per risposta Klapaucius si ributto nelle ricerche finché, facendosi precedere da un fragoroso rumore metallico:
-Eccolo !- Klapaucius alzò al cielo una scheda perforata, -Valvolus de Cyber: ‘L’abominevole essere di carne, dall’organo grezzo all’atomo’. Cybernaudi 23.000 IF !-
Trurl dovette a malincuore congratularsi con l’amico. Avevano quel che serviva !

‘Uomo 19’ si guardò attorno; iniziò a parlare e, dopo una trentina di secondi, il traduttore l’aveva già agganciato: -Dove sono ?-
Trurl si mostrò: -Salve, sono il grande costrut…- ‘Uomo 19’ gli saltò addosso, gridando: -Fottuto Yankee !!!-
Nella breve colluttazione ‘Uomo 19’ crollò a terra, con il collo spezzato.
Klapaucius guardò Trurl con disappunto; avrebbe dovuto sapere quanto erano fragili gli esseri di carne, ne avevano già avuto esempio in passato.
-Non succederà più !- Disse Trurl sorridendo alla volta di Klapaucius.
‘Uomo 27’ si era ormai reso ben conto della situazione, Klapaucius gli chiese con dolcezza: -Chi sei ?-
‘Uomo 27’ ci pensò a lungo: -Non lo so, non ricordo.-
-Uomo 28’ !- Chiese Klaupacius, dopo aver chiuso il circuito di riciclo.

-Dimmi ancora come ti chiami- chiese Trurl.
-Sono Arkady Vulkan, Tenente della VVS, cosmonauta, forse eroe dell’Unione Sovietica.-
L’essere di carne li fissava con quegli occhi profondi. Era strano, sembrava ci fosse davvero intelligenza dietro di essi !
-Raccontaci, dicci tutto, parlaci del tuo mondo, della tua era, di chi sei e cosa vorresti, insegnaci.-
Arkady non provava paura, non provava stupore. Quelle strane facce metalliche gli erano vagamente familiari, l’assurdo in cui era immerso lo rimandava ad altro.
Era morto ? Era questo l’aldilà ? Tutto sembrava abbastanza stupido, forse meglio dell’oblio marxista, forse. O forse già conosceva anche quell’universo senza sogni ?!
E parlò.

Parlò tanto, raccontò ogni secondo della sua vita, ogni cosa che aveva appreso, anche quello che non avrebbe dovuto dire ne ricordare.
Parlò, parlò tanto, ore ed ore, giorni, forse secoli.
Parlò, e quanto non disse, perché non sapeva di sapere, lo seppero le macchine analizzatrici di Trurl.

-Tutto molto interessante.- Disse Klapaucius, -tranne un particolare che mi rende perplesso e mi fa pensare ad un tuo ennesimo scherzo, caro Trurl !-
Trurl, ‘il costruttore’, sobbalzò indignato: -Se ti riferisci al fatto che lui ‘ci conosce’ come personaggi letterari, beh, io sono più perplesso di te. Anzi, lo ero.-
-Che vuol dire ? Non lo sei più ?!-
-Premetto- disse Trurl, -che anche io ho pensato ad un tuo scherzo, prima di venirne a capo con la cosmologia.-
-Ovvero ?- Chiese un sempre curioso Klapaucius.
-Semplice teoria quantico-stringa-paradossal uardarvidica. Vedo non sei molto addentro le teorie perispazioimmaginifiche, eh ?! Eppure negli ultimi 300 anni non si è parlato di altro.-
Dalle orecchie di Klapaucius si alzarono due brevi pennacchi neri.
-Sai benissimo che non presto molta attenzione a questa spazzatura giovanilistica !!!-
-Eppur fai male- disse Trurl sorridendo, -perché in questo caso spiega tutto: tutti esistiamo perché qualcuno o qualcosa ci ha pensato, e noi siamo il prodotto della fantasia dell’universo da cui proviene Arkady, nonché degli infiniti universi dalla frequenza ravvicinata.-
-Sofismi da calcolatrici parrucchiere !- Sbuffò Klapaucius: -Che ne facciamo adesso ? Devo eliminarlo ?-
Trurl alzò le mani: -Non pensarci proprio ! Mettilo da parte. Ho grandi progetti per l’unità originale. Nel caso però non funzionasse saprei come sostituirla.-

Arkady si sfilò il casco, e diventò una statua di ghiaccio in pochi secondi. Eppure sembrava che, sotto il sangue congelato, sorridesse.

Arkady visse tutto come un sogno.
La Zond ‘V12’ orbitò due volte intorno alla Luna.
Il rientro fu facile, nessun problema.
Una volta atterrato scoprì con stupore che Bresnev era caduto.
Il suo nome fu subito pubblicizzato come quello del primo cosmonauta, anzi, del primo ‘umano’ ad aver orbitato intorno alla Luna.
Il nuovo Leader, Braskov, chiamò a se il cecoslovacco Dubcek: doveva spiegargli molto su come attuare una nuova primavera socialista.
In pochi mesi i soldi destinati al deterrente nucleare andarono alla ricerca spaziale.
Il 12 maggio 1969, in ricordo di Gagarin, un sovietico scese sulla Luna.
Arkady Vulkan parlò in diretta con il mondo dalla superficie lunare.
Intanto il muro cadeva, l’economia prosperava e migliaia di persone scavalcavano la frontiera per passare ad Est.

-Come sta andando l’esperimento Terra ?- Chiese Klapaucius a Trurl durante una piacevole conversazione al caffè.
-La prima versione non bene. L’altra fazione si è talmente arrabbiata che ha polverizzato tutto con l’atomica. Ho dovuto lavorare due settimane per ripulire tutto e ripartire da capo.-
-Una bella fatica- sorrise Klapaucius, -ne vale la pena ?-
Trurl guardò il cielo: -Forse esistiamo grazie a loro: spostare le costellazioni e creare un sistema solare perfetto è stata una sciocchezza, il minimo che potessi fare per ripagarli. Arkady adesso è il Leader mondiale, e le cose non stanno andando troppo male in quel posto.-

Trurl saltò a cavalcioni del suo razzo, pronto a tornare a casa: -Nel peggiore dei casi formatto tutto, no ?!-

 

   
 
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