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Autore: nothing but a shadow    29/08/2013    3 recensioni
Quella notte non riusciva a trovare una posizione che lo soddisfacesse abbastanza da riuscire a dormire, e per quanto cercasse di sforzarsi a pensare che fosse semplicemente l'agitazione pre concerto, Alex sapeva benissimo cosa fosse, almeno in parte, a turbarlo. “E' solo una stupida proposta, non sei costretto ad accettare. Perché ti fai tutte queste seghe mentali per qualcosa di così stupido?”
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alex Gaskarth, Altri, Jack Barakat, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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Take a breath and let the rest come easy.


Il sole filtrava delicatamente tra le tapparelle tirate giù per metà, formando delle piccole righe di luce che facevano brillare i capelli color oro di Alex. Il ragazzo non riusciva a concentrarsi su nessuna delle parole che il loro manager stava dicendo, gli entravano da un orecchio e gli uscivano dall'altro. Fissava distrattamente una biro nera posata su una fila di fogli bianchi scribacchiati solo per metà, e si sentì un po' come se i suoi amici stessero affrontando un importante colloquio di lavoro in qualche scadente ufficio pubblico e lui fosse lì solo come accompagnatore; avrebbe osato dire incoraggiatore ma la realtà era che aveva ben poco da incoraggiare. Aveva di nuovo permesso alla sua debolezza di prendere il sopravvento e aveva una gran voglia di alzarsi e urlare “cazzo no, non se ne fa niente!” ma uno strano senso di autocontrollo lo stava trattenendo dal farlo. Sbuffò impercettibilmente spostando lo sguardo su Zack, notando una scintilla di entusiasmo nei suoi occhi. Ma perché tutti erano così eccitati all'idea? Non pensavano alle conseguenze? Sbuffò nuovamente, riportando lo sguardo sulla biro. Jack alla sua destra gli posò una mano sul ginocchio, e il biondo non poté evitare di guardare l'amico. Poteva leggere la preoccupazione nel suo sguardo e quello bastò a fargli mettere su una maschera che sembrava dire “sto bene, è tutto ok”. Ma Alex sapeva benissimo che il suo migliore amico non l'avrebbe mai bevuta. Riuscivano a leggersi nella mente e questo era spesso un bene: quando uno dei due stava male e non aveva la forza di parlare, l'altro capiva perfettamente cosa andasse storto; ma in quell'occasione Alex avrebbe voluto solo essere invisibile agli occhi di tutti. Jack gli accarezzò una coscia per fargli capire che lui gli era accanto, e il maggiore dei due non riusciva a capire come si sentiva.
«Allora è andata ragazzi. Il concorso inizierà già da domani e la fortunata vincitrice, o vincitore chissà, potrà passare un'intera settimana con voi.» Il loro manager sorrise. Era un uomo sulla quarantina ma si portava perfettamente i suoi anni. Prima di scoprire la sua vera età, i quattro ragazzi gli avrebbero dato trenta, massimo trentadue anni.
I tre quarti degli All Time Low sorrisero alzandosi dalle proprie sedie, e dopo avergli stretto la mano tutti e quattro lasciarono la sala.
Zack e Rian parlavano entusiasti tra loro, sperando che la vincitrice – perché insomma, sarebbe stata sicuramente una lei – fosse una gnocca da paura, con i capelli biondi ossigenati e magari un bel paio di tette. Alex rimase a qualche passo di distanza tra i due, con Jack al suo fianco. Il moro era veramente preoccupato per l'amico, non voleva che stesse male per questo stupido concorso ma al contempo voleva che affrontasse le sue paure. Non riusciva a capire cosa veramente lo spaventasse e lo turbasse così tanto, ma rispettava i sentimenti del maggiore e non gli sarebbe andato contro.
«Lex, cosa ti succede?» gli chiese, a una voce abbastanza bassa da non essere udita dagli altri due. Certo, loro erano una band ed erano come fratelli, ma Alex e Jack avevano questo loro speciale rapporto che nessun altro all'interno della band aveva. Zack e Rian sapevano benissimo che loro due erano loro due e che loro non dovevano mettersi in mezzo a nulla che riguardasse privatamente la loro amicizia, ma infondo andava bene così; non si erano mai sentiti tagliati fuori o in qualche modo meno importanti.
«Non so Jack, non ne sono convinto. Non possiamo sapere chi sarà questa persona, non possiamo sapere cosa farà. Non capisco come voi ragazzi non riusciate a vedere i rischi che stiamo correndo!»
Jack sospirò. Dov'era finito Alex, il suo migliore amico? Quello che si scolava intere bottiglie di Vodka al liceo fregandosene altamente se poteva anche finire in coma etilico? Non riusciva a riconoscerlo più.
«Alex, sta calmo. Stiamo parlando delle nostre fan, le persone che ci hanno permesso di arrivare fino a qui, che ci amano. Non salirà sul nostro tourbus per una settimana un aspirante terrorista che ci ucciderà nel sonno, ne sono sicuro. Quindi rilassati. Prendi un respiro e lascia che il resto venga facilmente, ricordi? L'hai scritto tu.» Il moro sorrise dolcemente all'amico, che gli regalò un sorriso sghembo.
Cosa pensava Jack? Che Alex non lo sapesse? Alex lo sapeva benissimo, non era proprio quello a turbarlo. In realtà non sapeva precisamente cosa fosse a farlo preoccupare in quel modo, però qualcosa c'era. Si era sempre fidato del suo sesto senso, e ci aveva sempre azzeccato. C'è sempre una prima volta, quindi poteva anche essere quella buona che si sbagliava, ma le possibilità erano cinquanta e cinquanta. C'erano pari possibilità che si sbagliasse e che avesse ragione, anzi forse quelle che i suoi presentimenti fossero veri era anche maggiore, diciamo un 65 e 35. La cosa non lo rassicurava per niente.
Aveva voglia di confidarsi con Jack, lui aveva sempre saputo tutto di lui, anche i segreti più imbarazzanti e privati. Non si vergognava di niente con lui, ma quella volta preferì semplicemente stare zitto ed annuire, comunque cosciente del fatto che non sarebbe stato per niente facile fingere di niente con lui. Poteva forse far fessi Merrick e Dawson, ma non lui.
Sarebbe stata una settimana davvero lunga.

Alex si appuntò mentalmente ancora una volta di uccidere Rian per aver proposto di far scegliere all'etichetta la vincitrice perché “l'effetto sorpresa era più figo”. Ma insomma, si erano tutti bevuti il cervello?! “Portiamo un'estranea con noi per una settimana, a stretto contatto con la band ventiquattro ore su ventiquattro e nessuno si preoccupa almeno di poter decidere chi?”
Il ragazzo era furioso a quel pensiero, perché doveva aver a che fare con tre irresponsabili del genere? Maledì il giorno in cui decise di far parte degli All Time Low, anzi maledì il giorno in cui aveva accurato che quei tre fossero i suoi perfetti compagni di band.
Fissava il portellone come un ossesso. Il loro manager e la fortunata vincitrice sarebbero arrivati a momenti e Alex era sicuro che gli sarebbero caduti tutti i suoi meravigliosi capelli per lo stress e l'ansia. Buttò uno sguardo su Jack che se ne stava sdraiato sul divano fissando il vuoto. A volte si chiedeva se quella sua espressione da pesce lesso se ne sarebbe mai andata. Sorrise un po' al pensiero.
Jack, probabilmente sentendosi osservato, si guardò intorno incrociando lo sguardo sorridente di Alex. Sorrise a sua volta sollevato nel vedere l'amico sorridere. In quelle due settimane lo aveva fatto sporadicamente, fatta eccezione per quando erano sul palco ovviamente: lì era d'obbligo mascherarsi, mettere su una finta faccia felice e far finta di niente. Dovevi farlo, era uno dei pegni da pagare. Certo, i concerti facevano sempre sentire al settimo cielo, ma quando quello che ti angoscia è nel profondo del tuo essere, è difficile sentirsi leggeri. Il moro stava per andare da Alex quando qualcuno bussò alla porta e l'espressione contenta dal suo viso scomparve. Erano arrivati, era il momento.
Il maggiore si alzò a fatica dalla sedia sentendo un enorme peso sulle spalle, era come se le sue gambe avessero preso il controllo e non volessero muoversi come invece dovevano. Si fece coraggio e si avvicinò al portellone, mentre Jack avvisava il resto della band del loro arrivo. Pochi secondi dopo erano tutti e quattro riuniti e Alex, deglutendo, aprì la porta, ritrovandosi davanti il loro manager sorridente con affianco un ragazzo che doveva aver avuto più o meno la sua età, forse un paio di anni in meno. Guardò gli altri un po' spaesato, notando con un pizzico di piacere che gli altri avevano avuto la sua stessa ragione.
«Ragazzi, voglio presentarvi Noah Mitchell, il vincitore del contest. Noah, gli All Time Low.»
Il volto del ragazzo si aprì in un grandissimo sorriso, e porse la mano a tutti, cominciando da Alex. Tutti la strinsero e lo fecero accomodare, mentre il loro manager se ne andò giustificandosi con “ho molto da fare, divertitevi ragazzi”.
I cinque si accomodarono nella zona giorno: Zack, Rian e Alex su un divano e Jack e Noah su un altro.
Alex lo guardò senza dare troppo nell'occhio. Era un bel ragazzo, con i capelli neri di media lunghezza e gli occhi di un azzurro mozzafiato. Da quello che aveva potuto vedere prima era alto circa quanto Jack ed era poco più robusto di lui.
«Allora Noah,» iniziò Rian «sei il fortunato vincitore del contest! Sarò completamente sincero con te, quando ho visto che a vincere è stato un ragazzo sono rimasto un po' perplesso. Mi aspettavo una diciassettenne che sarebbe svenuta non appena ci avesse visto.»
Il ragazzo ridacchiò grattandosi nervosamente la nuca, nonostante non fosse una delle ragazze che Rian si aspettava, era ugualmente agitatissimo. Jack gli passò un braccio dietro al collo stingendolo un po', come se fosse stato un vecchio amico che non vedeva da anni. «Sta tranquillo Noah, ora siamo amici, non devi essere agitato.» tentò di rassicurarlo il moro. Alex alzò un sopracciglio alla scena, forse il suo amico si stava concedendo troppa intimità, in fondo era sempre uno sconosciuto.
«Ti sembra facile stare calmo, sto per passare una settimana intera insieme alla mia band preferita da nove anni, se non fossi agitato ci sarebbe qualcosa che non andrebbe.» il ragazzo sorrise. Il biondo doveva ammettere che sembrava un tipo a posto – e che aveva un bel sorriso. “Vedi Alex? Ti eri fatto tutte paranoie inutili”.
Eppure, non si sentiva ancora completamente ok. Il suo sesto senso continuava a tenerlo in allarme, e la cosa non gli piaceva.


Note: ebbene sì, questa fanfiction ha anche un'autrice. L'idea mi ronzava in testa da un po' quindi mi sono buttata e ho cominciato a scriverla. Mi farebbe piacere leggere cosa ne pensate, quindi se vi va lasciatemi una recensione. Un bacione a tutti. 

  
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