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Autore: Bab1974    29/08/2013    2 recensioni
Ranma e Kuno sono fidanzati ma le cose non vanno molto bene soprattutto a causa del padre e della sorella di quest'ultimo che, per diversi motivi, non sopportano che i due stiano assieme.
Partecipa al contest di Fanny_rimes 'Contest Pas a Pas [multifandom e Originali]'. Seconda classificata.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ranma Saotome, Tatewaki Kuno, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Malinconia
Malinconia


Ranma era alloggiato presso la madre da tre mesi, quando cominciarono a fiorire gli alberi di pesco. Erano uno spettacolo splendido ed erano l'anticipo di una primavera perfetta. L'umore del ragazzo, però, era nero come la notte più profonda e non riusciva a dimenticarsi di Kuno.
Aveva fatto di tutto per non pensare più a lui: si era iscritto a una palestra e aveva tentato approcci con altri ragazzi ma, ogni volta che qualcuno si avvicinava con intenzioni chiare e maliziose, si ritirava senza dare troppe spiegazioni. Passava il tempo da solo a pensare ancora a lui, e a sospirare.
Perciò era sempre perso dentro se stesso, a cercare di convincersi di aver fatto la cosa giusta.


Nodoka Saotome, la madre di Ranma, era passata dalla versione ti sventri perché non sei abbastanza uomo a mamma amorevole e preoccupata solo per la felicità del figlio.
Una volta scoperto che poteva cambiare sesso con l'acqua fredda, ci era rimasta malissimo e il primo istinto era stato di costringere lui e il padre di fare sepukku. Poi, capito che quell'incantesimo non avrebbe cambiato nulla, se Ranma non aveva tendenze anomale, ci aveva fatto il callo. L'importante era che, una volta ritornato per sempre uomo, si sposasse e continuasse a insegnare i principi della scuola di Lotta Indiscriminata Saotome.
Ora nulla importava, se suo figlio era triste, e aveva accettato qualsiasi cosa venisse da parte sua.
Era gay? Non le importava.
Viveva con un uomo? Tanto meglio così.
Lo voleva felice.
Dopo aver lasciato Kuno, per un motivo che non le aveva voluto spiegare, era depresso, e non erano stati sufficienti tre mesi per farlo tornare il solito Ranma, sbruffone e gentile allo stesso tempo.
Doveva scoprire cos'era successo, perché era in quello stato. Era certa che Akane, con cui aveva mantenuto un ottimo rapporto, sapesse qualcosa, ma non era riuscita a farla parlare.
Ora, sotto i peschi in fiori, Nodoka promise che avrebbe dato l'anima per rendere il figlio felice. Per proseguire nelle sue intenzioni era pronta a tutto e decise che la prima mossa da fare era di chiedere informazioni direttamente a Kuno. Decise di partire, come scusa disse che andava a trovare Genma, che non era più voluto tornare a casa, preferendo la libertà, per vedere come stava. Era un'ottima idea, lo faceva di tanto in tanto, da buona moglie.
"Vuoi che dia qualche messaggio ai tuoi amici?" chiese a Ranma.
Lui scosse la testa e Nodoka se ne andò: non sarebbe tornata senza una risposta.


Dopo qualche ora di viaggio, durante le quali aveva ragionato su come approcciarsi con il ragazzo, la donna si fermò alla stazione. Entrò in un taxi e diede l'indirizzo della villa dei Kuno. Il tassista osservò preoccupato l'enorme spadone da cui la donna non si separava mai. Akane, vedendo di sfuggita la donna, decise d'inseguirla, per salutarla. Quando, dopo un breve tragitto, la vide fermarsi nella casa che Ranma aveva abitato per quasi un anno, si chiese il perché e decise di spiarla.
Nodoka suonò al campanello: un servitore venne a vedere e gli chiese se poteva incontrare Takewaki Kuno, pur non avendo un appuntamento. L'uomo, dopo essersi fatto dare il suo nome, rientrò e dopo pochi minuti, la fece passare.
All'interno Kuno l'aspettava, con la sua divisa da kendo e la spada di legno in vista: sembrava pronto a un combattimento.
"Signora Saotome, a cosa debbo l'onore di questa visita?" chiese. Nonostante l'aspetto battagliero, l'accoglienza fu molto educata e pacata.
"Vi ringrazio per aver accettato di vedermi senza nessun avviso." disse Nodoka, abbassando graziosamente la testa. "Forse potrebbe immaginare il motivo per cui sono qui, ma se preferisce che glielo dica, lo farò."
"Comunque preferirei che mi desse del tu, mi fa sentire in imbarazzo." la invitò.
"Come preferisci." accordò la donna "Comunque non so se sei al corrente che Ranma da tre mesi è alloggiato presso di me. Non che mi dispiaccia avere mio figlio accanto dopo tanto tempo, ma è molto triste e vorrei sapere che cosa è accaduto di preciso fra voi, giacché lui si rifiuta di parlarmene. Spero di non essere troppo invadente."
Kuno, dopo aver ascoltato senza interrompere quello che Nodoka aveva da dire, diede la propria versione.
"In realtà è stato Ranma a lasciarmi, e in maniera piuttosto brusca." le disse le parole esatte che aveva usato nel descrivere la sua famiglia e il fatto che avesse deciso di stare con lui solo per i soldi.
Nodoka stava cominciando a difendere a spada tratta il figlio, mettendo a sua volta sul tavolo lo spadone, da cui non si separava mai, forse per abitudine quando, con uno slancio da campionessa, furono raggiunti da Akane, spaventando i due.
"Kuno," esordì la ragazza "sei il solito scemo. Non vedi più in là del tuo naso e non capisci le cose se non te le spiegano come a scuola."
La ragazza era arrabbiata: Ranma era suo amico, suo ex fidanzato e, anche se la cotta che aveva per lui era passata da tempo, gli voleva ancora molto bene e non sopportava che fosse maltrattato in quella maniera.
"Akane, allora vuoi dirmi, finalmente, perché è accaduto tutto ciò?" chiese Nodoka "Se lo avessi fatto prima, mi avresti risparmiato questo viaggio."
Alle loro spalle si aprì una porta e quattro servitori, trafelati, si scusarono per aver permesso l'intrusione della ragazza.
"Non preoccupatevi, tornate ai vostri posti." disse Kuno con decisione. Poi guardò Akane con uno sguardo meno stupido del solito, forse perché anche lui era parecchio irritato di essere sempre preso per quello che non capiva niente, anche se spesso era vero, e ci metteva del tempo, più degli altri, ad accorgersi delle cose. "Giacché sono così ottuso, spiegami tu, con parole semplici, cos'è successo." la sfidò.
La ragazza ignorò completamente l'invito di Kuno e si rivolse direttamente a Nodoka, anche se il ragazzo si era messo ad ascoltare, cercando di stare più attento possibile, per evitare che gli sfuggisse qualche particolare importante. La sua espressione concentrata era davvero comica e Akane fece fatica a ricordarsi che doveva essere seria e a non ridere.
"Ora le spiego tutto, signora Saotome. Avrei voluto farlo prima ma Ranma mi aveva fatto promettere che mi sarei tenuto tutto per me. A questo punto però mi sembra una promessa inutile." esordì Akane "Il problema principale sono il padre di Kuno, che ha attentato più di una volta alla vita di Ranma, non accettando la relazione del figlio con lui, e la sorella Kodachi, che è innamorata di lui e vorrebbe attentare alla sua virilità. Insieme, nonostante non siano un pericolo, rendono impossibile la vita di suo figlio e così ha deciso di andarsene."
Nodoka ascoltò la verità a bocca aperta. Non riusciva a credere che il problema non fosse Kuno ma i parenti.
"Akane sta dicendo la verità, Kuno?" chiese al ragazzo, che era imbarazzato "Davvero i tuoi congiunti lo trattano in questa maniera? Non mi stupisce che lui se ne sia andato."
"È vero, ma Akane sta dimenticando un particolare." puntualizzò il ragazzo "Avevo proposto a Ranma di andare a vivere da soli una volta che io fossi stato maggiorenne, ma lui ha rifiutato e mi ha offeso."
Nodoka guardò verso Akane, per sapere se era tutto vero. La ragazza, tenendo stretti i pugni, era pronta a spiegare anche il resto, ma venne interrotta da una risatina sboccata e irritante. Poi, una ragazza con l'abito di una scuola privata, si aggiunse alla compagnia.
"Ehi, Akane, che ci fai qui?" chiese senza salutare "Forse non lo sai, ma Ranma, il mio fidanzato, non abita più qui da un pezzo." notò poi Nodoka "Ehm, buongiorno, signora, ci siamo già incontrate?" le chiese.
"Nodoka Saotome." si presentò, inchinando la testa.
Lo sguardo, intelligente quanto quello del fratello, s'illuminò alla notizia. Prese la mano di Nodoka e la fissò intensamente.
"Lei... lei è la madre di Ranma, la mia futura suocera?" chiese, anche se non attese risposta "Sono davvero felice di conoscerla, finalmente."
-Questa è pazza! Non mi stupisce che Ranma sia fuggito, poveretto.- pensò la donna. -Mi fa quasi paura, ha gli occhi spiritati.-
Non aveva fatto ancora in tempo ad abituarsi alla ragazza, che arrivò uno strano uomo con un abito Hawaiano e occhiali scuri.
"Il matrimonio con quel mezz'uomo non lo posso accettare." disse.
Allora Nodoka ricordò che era il padre di Kuno e il preside del liceo Furinkan. Piuttosto eccentrico per essere addetto all'istruzione di ragazzi di quell'età.
Padre e figlia si misero a litigare, come facevano ogni volta che si parlava di lui. Pensare che lui l'adorava, ma forse era proprio per quello che non voleva che soffrisse.
Akane si guardò attorno esasperata.
"Ranma non ne poteva più. Ogni giorno questa storia. Non che li temesse, ma li trovava noiosi e non se la sentiva di continuare." continuò, cercando di non farsi distrarre dai due "Quando Kuno gli ha detto che era disposto ad andare a vivere con lui, anch'io ci rimasi male per la risposta ma, appena Kuno scappò, ci spiegò perché lo aveva fatto. Il prossimo anno dovrebbe andare all'università ed era certo che il padre si sarebbe rifiutato di pagargli le lezioni e una casa, perciò avrebbe dovuto rinunciarvi. Kuno, Ranma ti ha lasciato perché non dovessi pentirti in un futuro di aver scelto lui, abbandonando gli studi."
Kuno era rimasto a bocca aperta, dopo aver tenuto il muso per tutto il tempo. Non riusciva a crederci: Ranma l'amava al punto di pensare prima alla sua felicità che alla propria.
"Scemo!" esclamò ad alta voce "Non si rende conto che la mia vita non ha più senso senza di lui?"
Akane e Nodoka si scambiarono uno sguardo e poi un sorriso: in quel caso, se davvero i due si amavano ancora, poteva esserci qualche possibilità.
Kuno accompagnò le due donne alla porta e promise che avrebbe pensato di tentare di riconquistare Ranma, con il loro aiuto. Poi osservò gli alberi di pesco in fiore nel suo giardino e chiuse gli occhi: pregò che ci fosse ancora una speranza per loro.


Note: ho usato il Prompt Un'immagine - 5- www.google.it/search?q=fiori+di+pesco&client=safari&hl=it&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=PxH4UZCLBcXY4QS3pYHwBw&ved=0CAkQ_AUoAA&biw=1024&bih=672#biv=i%7C21%3Bd%7CnWNWKvcen...
Non metto il banner, sono negata, comunque si tratta di fiori di pesco.
  
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