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Autore: Sandwich_1412    29/08/2013    5 recensioni
Trasferirsi non è mai semplice, soprattutto se ciò significa abbandonare la tua vecchia vita, i tuoi amici, la tua casa, tutti i tuoi ricordi. A pensarci bene forse non mi dispiacque poi tanto quando ciò accadde a me.
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– Vivi qui vicino? – chiese di getto
– Chi lo vuole sapere?
– Il mio nome è Niall – si presentò porgendomi una mano
– Marie – decisi di fidarmi.
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Questa storia (mia seconda FF) parla di una ragazza che si è da poco trasferita a Londra dove incontra Niall (secondo protagonista) con qualche piccola divergenza e incomprensione.
Amore.
Gelosia.
Segreti che mai sarebbero dovuti venire a galla.
La verità fa più male di quanto crediate.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Josh Devine, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Nuova Vita

 

Trasferirsi non è mai semplice, soprattutto se ciò significa abbandonare la tua vecchia vita, i tuoi amici, la tua casa, tutti i tuoi ricordi. A pensarci bene forse non mi dispiacque poi tanto quando ciò accadde a me.
Ho deciso di raccontarvi la mia storia, non perché sia particolare, o perché penso che dobbiate saperla; ho deciso di raccontarvela perché ciò mi farà indubbiamente sentire meglio, e poi…un terzo parere non fa mai male. Vi starete chiedendo chi è il secondo, vero? Bene, allora state ad ascoltare.
Il mio nome è Marie Cooper, ma dato che il mio secondo nome è Melinda i miei vecchi amici mi chiamavano Mel. Non mi è mai piaciuto come nome, Melinda, preferivo di gran lunga Marie, ma nella mia vecchia scuola tutti sapevano tutto di tutti, perciò…non potei farci poi molto. Non voglio mentirvi, è per questo motivo che sono andata via, soprattutto, ma anche un altro evento incombeva su di me. un evento che avevo tentato di cancellare ma…non era facile. Ho vent’anni, perciò penserete che dovrei fare il college, o l’università o chissà che altro. Sono d’accordissimo con voi; mia madre voleva farmi prendere un anno sabatico, ma ho rifiutato di netto; dopo quello che avevo passato mi ci voleva solo stare del tempo sola a casa senza nulla da fare. Perciò frequento il secondo anno di università.
 
Io e mia madre avevamo viaggiato per ore per arrivare fino a Londra, dove avevo sempre voluto abitare fin da bambina. Ma le cose erano cambiate. Non ero più una bambina. Comunque avevamo comprato una casa, o almeno Amily, mia madre, l’aveva comprata. Lei era una donna snella e alta, per la sua età, aveva i capelli color caramello e gli occhi verdi, colore che avevo ereditato da lei. Era una donna sempre allegra e solare, ma in quei giorni si sforzava solo di essere carina e dolce con me, con il solo risultato di farmi saltare i nervi.
La casa era più grande di quanto mi aspettassi, vista da fuori, dentro era anche più spettacolare. Vuota, ma pur sempre spettacolare. Prima vivevamo in una casa in affitto piuttosto piccola, non ci eravamo mai lamentate, nessuna delle due. ma come ho detto: le cose cambiano. Mia madre mi disse di scegliere la camera che più mi piaceva, quella che volevo, perciò salii le scale in legno ricoperte di uno strato superficiale di polvere e non appena vidi la prima stanza con una finestra ampia che la illuminava della luce del giorno, e che affacciava sul giardino/vialetto di casa…beh, me ne innamorai subito. Mi dissi che era fatta a posta per me, e mi ci stabilii. Il letto matrimoniale era senza materasso né coperte, ma Amily aveva già comprato tutto il necessario per la nostra nuova casa, e vita, quindi non me ne preoccupai.
Dopo un po’ due giorni passati a pulire e sistemare l’intera casa, posizionai il mio telescopio nero lucido davanti alla finestra della mia nuova camera e presi il cellulare dalla borsa, al quale avevo già staccato la batteria durante il viaggio, tolgliendogli la SIM. La gettai immediatamente nel cestino che avevo posizionato davanti alla scrivania in legno ridipinto e  cercai nella borsa un accendino, trovando però solo dei fiammiferi. Che ci facevano dei fiammiferi nella mia borsa? Beh, non avrebbe dovuto esserci nemmeno l’accendino, a dire il vero. Mi accontentai e ne estrassi uno dalla scatola.
– Tesoro è tutto ok? – mia madre aprì la porta e sbirciò dentro trovandomi seduta sul bordo del letto.
Annuii sospirando
– Si. Stavo solo…sistemando una cosa – risposi dopo un attimo di silenzio.
Accesi il fiammifero e lo gettai nel cestino dove avevo posizionato anche dei fogli di carta e immediatamente tutto il contenuto prese fuoco.
– Ho preparato dei biscotti con gocce di cioccolato, se ne vuoi. Sono i tuoi preferiti
I suoi tentativi di tirarmi su di morale continuavano a non funzionare. Scossi la testa, decisa, e posai i fiammiferi in uno dei cassetti della scrivania. Amily entrò completamente nella stanza e mi venne vicino mentre sistemavo alcuni miei libri nella libreria bianca che avevamo appena comprato
– Ho mandato la tua iscrizione a scuola, Marie – disse col tono più dolce che poté assumere. Mia madre era l’unica ancora che mi chiamava Marie, ma nuova città nuova vita, quindi già dicevo addio a “Mel”
– Grazie – risposi a testa bassa senza alzare lo sguardo da ciò che stavo facendo.
– Se vuoi parlare – esitò un attimo – Io sono sempre qui, lo sai vero?
Mi aspettavo quasi che si rispondesse da sola, com’era solita fare. Ma non lo fece.
Mi irrigidii e mi scostai dalla libreria poggiando un libro sopra lo scaffale. Non avevo un rapporto troppo aperto con mia madre, perciò parlare con lei mi era difficile. A volte pensavo di andarmene e vivere per conto mio, ma lei aveva troppo bisogno di me. non potevo lasciarla sola.
– Faccio un giro qua vicino – decisi superandola e avviandomi verso la porta. Non la sentii dire niente, ma giurai avesse sospirato prima che io raggiungessi le scale e quindi la porta di ingresso ai piedi di esse.
L’aria fresca mi colpì in pieno viso, scompigliandomi i capelli neri . A volte tingevo qualche ciocca di qualche colore strano, il primo che mi passava per la mente. quel giorno avevo due o tre ciocche di capelli tinte di rosso dal lato destro della testa.
Incrociai le braccia al petto per un riflesso involontario e tenni lo sguardo fisso a terra, come se le mie scarpe fossero diventate davvero molto interessanti d’un tratto.
Qualcosa mi colpì la spalla e alzai il volto per incontrare due occhi coperti da degli occhiali da sole e dei capelli biondi, sicuramente tinti, sistemati come solo farebbe un divo del cinema. Era incredibilmente carino, lo dovevo ammettere, forse anche sexy.
– Scusa, non l’ho fatto a posta – disse dispiaciuto. La sua voce era cristallina e calda, e mi infuse un po’ di sicurezza. Cosa che in quei giorni mi mancava di certo.
Scossi la testa senza ricambiare il sorriso che mi porgeva
– Non importa – risposi, con voce un po’ morta, devo dire – Ero immersa nei miei pensieri, e non badavo tanto alla strada
O a chi potessi incontrare, pensai.
– Non ti preoccupare, ero distratto anche io – sorrise ancora.
Poco importava chi avesse urtato chi, di chi era la colpa o chissà che altro.
– Vivi qui vicino? – chiese di getto
– Chi lo vuole sapere?
– Il mio nome è Niall – si presentò porgendomi una mano
– Marie – decisi di fidarmi.
Tanto che altro poteva andare peggio? Ero già stata nella merda fino al collo.
– Non ti ho mai vista da queste parti.
Ci credo, non ci sono mai stata!
– Mi sono appena trasferita
Sorrise ancora, ma non ricambiai neanche stavolta. Non volevo concedere tutta la mia fiducia a un perfetto sconosciuto, di cui ora sapevo solo il nome.
– Anche un mio amico abita qua vicino, ecco perché mi trovo qui. Magari potremmo incontrarci anche qualche altra volta, allora – disse tutto d’un fiato sempre con quel sorriso scaltro stampato in volto.
Parlava troppo, per i miei gusti. Ma era simpatico, dopotutto. Ispirava fiducia.
– Già – risposi mordendomi il labbro inferiore – Forse.
Sembrò un po’ deluso, e mi dispiacque vederlo così. Oh, e che cavolo, mi dissi. Non volevo farmi influenzare così, mi faceva sentire debole ma…Dio quella faccia da cane bastonato!
– Spero di rivederti in giro. Anche perché sei la prima persona che incontro qui
Sperai di non essermi sporta troppo oltre. Almeno il suo sorriso tornò, e ciò mi fece piacere
– Davvero sono la prima persona che incontri? Cavolo, allora non hai ancora visto niente a Londra! Dobbiamo rimediare
Il suo entusiasmo era inarrestabile. Anche se avessi avuto la forza per farlo non ne avrei avuto voglia, perciò lo lasciai fare, mentre parlava di ciò che poteva farmi vedere.
– Ok – lo fermai alzando i palmi delle mani al cielo – Ho capito – per la prima volta da anni mi scappò un lieve sorriso. Londra già iniziava a piacermi – Devo andare ma…
– Torno domani, magari ti busso e ti faccio conoscere alcuni miei amici. Qual è la tua casa?
Non sapevo se fosse una buona idea, ma ancora una volta mi dissi che non poteva esserci niente di male in quel ragazzo, aveva un viso così angelico che…già. Ma anche l’aspetto può ingannare.
– Ehm, mi faccio trovare qui. Gironzolerò un po’ tutta la giornata quindi…non sarà difficile non vedermi – gli assicurai. Non volevo lasciarmi trasportare troppo, o fidarmi eccessivamente. Quindi era meglio lasciare le cose così.
Sorrise e mi salutò con un gesto della mano continuando ad andare avanti lì dove c’era anche la mia nuova casa.
Londra. Bella e misteriosa. Mi avrebbe riservato più cose di quanto mi sarei mai aspettata, ma questo ancora non lo sapevo.



Salve Bella Gente!
Ho deciso di scrivere un'altra storia per voi, spero vi piaccia. E' corto come primo capitolo, lo so, ma in mia difesa dico solo che l'ho scritto poco fa di fretta, perché mi era venuto un lampo di genio (genio certo) e ho iniziato a scrivere. 
Non vi dico molto, anche perchè c'è ancora molto da scrivere quindi...niente, grazie per chi ha letto e una recensione non farebbe male. Almeno così capisco se ho scritto bene.
Ok, allora grazie mille a tutti 
Al prossimo capitolo. Ciao ;)

 
  
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