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Autore: Noruwei    29/08/2013    7 recensioni
Non sa esattamente cosa dire. Forse qualcosa come “Sherlock, perché diavolo sei nel mio letto” sarebbe la cosa più adatta, invece John rimane zitto e guarda Sherlock che dorme (o che finge di farlo, non sa bene).
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi, l'ambientazione e blabla appartengono esclusivamente alla BBC, la sottoscritta li ha presi in prestito esclusivamente allo scopo di cazzeggio, anche se – diciamolo – se Benedict Cumberbatch mi appartenesse non sarebbe così tanto male (non per me, almeno).
Non ho nessuna particolare nota da fare, è una cosa scritta così (assai pietosa, ma dettagli) perché mi mancava un sacco questo fandom e dovevo assolutamente scriverci su qualcosa.
Allons-y.

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So you're lying in your underwear

Oh, in someone else's bed

And the silence is do dangerous

[Someone Else's Bed]

 

 

I
 

Non sa esattamente cosa dire. Forse qualcosa come “Sherlock, perché diavolo sei nel mio letto” sarebbe la cosa più adatta, invece John rimane zitto e guarda Sherlock che dorme (o che finge di farlo, non sa bene).

Sono le due di notte.

A John piace Sherlock, quella sua smorfia altezzosa, il suo sguardo quando si trova davanti un nuovo caso interessante, il suo essere Sherlock. Sher-lock.

Si issa sui gomiti, le dita di Sherlock lo sfiorano. Esita qualche secondo, poi si rimette a dormire, pensando a Sherlock lì accanto a lui.
Sher-lock.

Sembra lo scandire dei secondi della sveglia.

Tik-Tak. (Sher-lock.)

 

“Stavi avendo un incubo.” lo informa con indifferenza Sherlock la mattina dopo. Sta usando il suo portatile, ha un nuovo caso. “Non mi facevi dormire.”

John mette su il caffè.

Sherlock inarca un sopracciglio, non toglie lo sguardo dal monitor. Deve aver trovato un dettaglio interessante. Sembra un bambino davanti a un regalo di Natale anticipato.

 

“Sherlock?”

L'orologio fa tik-tak. “John?”

Esita, il caffè fischia.
“No, niente.”

Sherlock non fa domande.

 

 

 

II

 

Gli ha sfiorato lo sterno con il naso. Sherlock ha un neo fra la spalla e il collo, in una linea perfetta. John l'ha visto per caso (quasi). Ha ancora quell'immagine nella testa lì nell'ufficio della sua psicologa.

Lei è molto professionale. “Ha saltato cinque appuntamenti.” dice, le sopracciglia aggrottate, il tono però è gentile. John gliene è grato.
Respira, piano, sedendosi sulla poltroncina.
“Ho un problema.”

“Immagino.”

Pausa.

È arrivato lì, dopotutto, tanto vale buttarsi.

“Faccio sogni erotici sul mio coinquilino.” dice, velocemente. Lei lo fissa, lui fissa lei.

“Però non sono gay.” aggiunge “Non che abbia nulla in contrario con- con l'essere gay, ma io non lo sono. Cioè. Lo saprei se lo fossi.”


 

 

III

 

“Alcune persone pensano che abbiate una relazione.”
La voce dell'agente Donovan gli rimbomba nella mente.
Alcune persone pensano che abbiate una relazione.

 

“Alcune persone pensano che abbiamo una relazione.” dice John, ad alta voce, senza quasi rendersene conto. Sherlock alza lo sguardo dal monitor, lo fissa. Perché diavolo l'ha detto?

Dannata Sally.

“Che idiozia.” aggiunge. “Noi due-” ride, la voce strozzata. Suona falso perfino alle sue stesse orecchie.

Ridicolo, si sta comportando in un modo ridicolo.

Sherlock continua a fissarlo e John lo sa che gli sta leggendo dentro. Lo sa. Forse sta leggendo qualcosa che sa da secoli, ancora prima che lui stesso se ne accorgesse.

“John-”

“Hai un neo vicino al collo.” dice precipitosamente John.

“-ho risolto il caso.”

 

“Ah.”

Ah. (Ops?)

 

Sherlock inarca il sopracciglio.
“C'è qualcosa di cui desideravi parlarmi?”

John si morde la lingua.

“No, niente.”

 

 

 

 

 

 

Sunday morning when the rain begins to fall

It's the end of the world.
 

Non sa esattamente cosa dire. Forse qualcosa come “Sherlock, perché diavolo sei nel mio letto” sarebbe la cosa più adatta, invece John rimane zitto e guarda Sherlock che dorme. O che finge di farlo, non lo sa ancora bene.

(È la tredicesima notte.)

“Lo so che sei sveglio.”

Sherlock sogghigna, contro la sua spalla. “Bugiardo.”

John posa le proprie labbra sulle sue. Ora lo sa.

(Le ha contate.)

 

 

   
 
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