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Autore: Dominil    29/08/2013    2 recensioni
Da una tasca estrasse un foglio ripiegato in quattro che poi aprì e mostrò all'altro. Una scritta, Thicker than water, troneggiava in alto e sotto c'erano tre figure lievemente sfumate di viola simili a tre putti mentre di lato, come per collegare i due elementi, erano posizionate due stelle e due rondini. [...]
Di nuovo un mozzicone di sigaretta sull'asfalto, di nuovo fumo e tanta stanchezza in quella giornata che finiva esattamente come le altre e che lasciava il posto ad un altro giorno passato in quel negozio dove si stava sì facendo le ossa, ma dove iniziava a sentirsi stretto.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Matthew Shadows, Synyster Gates, The Rev
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricordi agrodolci di giornate sbiadite e amori mai finiti'
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Inchiostro 2
Il sapore agrodolce dell'inchiostro
Capitolo 2









Il ronzio della macchina per tatuare riempiva il silenzio della stanza da molto tempo ormai, Matt e Brian avevano iniziato a parlare sempre di meno fino a porre fine ad una conversazione fatta di poche parole, ma molti sorrisi. E quelli c'erano ancora anche in quel momento; nonostante il ragazzo disteso avesse le labbra serrate, i suoi occhi chiari si scioglievano in affettuosa gratitudine verso quelle mani che con sapiente consapevolezza iniettavano inchiostro nella sua pelle.

Brian non aveva più alzato lo sguardo e col passare del tempo i suoi zigomi si erano arrossati e le pupille erano diventate lucide per la stanchezza.
“Ti dispiace se facciamo una pausa?” disse poco dopo, spegnendo la macchinetta. “Ti offro una sigaretta.”
Matt annuì con un cenno del capo e fece per alzarsi, Brian però lo bloccò per pulire eventualo residui d'inchiostro. Con una smorfia che l'altro ragazzo reputò piuttosto buffa,manifestò la sua soddisfazione verso il lavoro che aveva fatto fino a quel momento e poi si alzò dirigendosi verso la porta.
Quello coi capelli chiari convenne che non fosse il caso di infilare la canotta così seguì il tatuatore nell'atrio ancora vuoto fino all'esterno del negozio.
“Vuoi? Scusa fumo solo Marlboro rosse.”
Lo so, avrebbe voluto rispondere Matt, avendo sin da subito notato il tatuaggio che Brian aveva sulle nocche.
"No grazie, non fumo... o almeno non più.”
Le sopracciglia dell'altro si incurvarono e ritrasse il pacchetto, per poi sfilare una sigaretta e posizionarla fra le labbra. Quando le sue mani furono di nuovo libere la accese prendendo subito ad inspirare lentamente con respiri sempre più profondi.
Non appena il tipico sapore amarognolo gli impregnò la lingua, Brian sentì i propri muscoli rilassarsi e distendersi, dopo più di un'ora immobile nella stessa posizione ne aveva davvero bisogno.
“Sei diventato una specie di salutista?” chiese poi, non appena si fermò per buttare via il fumo.
Matt sorrise e iniziò a muovere i piedi mentre i suoi occhi si abbassavano sul marciapiede.
“Con questa pancetta mi ci vedi a fare il fissato?” rispose senza smettere di tenere le labbra distese in quel modo particolare che Brian aveva subito imparato ad associare al viso del ragazzo. “E comunque ho dovuto farlo per lavoro...”
Il tatuatore avrebbe voluto fare altre domande, scoprire di più su quel tipo che era solo alla prima seduta e che avrebbe voluto continuare a tatuare anche per tutta la vita, se solo glielo avresse chiesto, ma col tempo aveva imparato a farsi i fatti suoi e a non chiedere nulla alle persone, in un modo o nell'altro queste avrebbero fatto di tutto pur di ritorcergli tutto contro, prima o dopo.
Durante quel silenzio un po' teso, Brian si era seduto sul marciapiede come la prima volta in cui Matt l'aveva visto, con le braccia appoggiate sulle cosce e la schiena curvata in avanti. In quei momenti i suoi occhi diventano scuri e duri, tornava indietro a quando era un ragazzino che fumava di nascosto nei bagni della scuola o nel cortile di casa, si immedesimava nel se stesso del passato ed era felice di essere arrivato lì dov'era, anche se ciò aveva significato sacrificare una delle sue passioni più grandi, alla pari di quella per i tatuaggi.
“Eccomi!” urlò ad un certo punto Jimmy, spuntando dall'altra parte della strada. Aveva un raccoglitore sotto il braccio e un sacchetto stretto in mano; si avvicinava a passi veloci.
“Che mi hai comprato?” chiese Brian, non appena l'amico li raggiunse. Matt salutò l'altro proprietario del negozio con un sorriso e poi fece un paio di passi indietro, in certi momenti aveva paura di essere di troppo.
“Caffé doppio e una ciambella al cioccolato, poi dimmi che non ti voglio bene. Matt giusto? Se hai fame ce n'è una anche per te.”
“N-no no grazie, davvero. Sono a posto.”
“Sicuro? Tutti quei muscoli non si tengono su da soli.” concluse Jimmy, facendogli l'occhiolino.
A quel punto Matt sospirò e sì, agguantò una ciambella dal sacchetto per poi darle un bel morso. Non ci aveva poi messo tanto a cedere, ma sembrava che Jimmy ci tenesse molto.
“Quefto cos'è?” domandò il terzo ragazzo con la bocca piena e le labbra ricoperta da crema al cioccolato, indicando il raccoglitore.
“Oh, riguarda la Convention, c'è il regolamento e tutte le varie stronzate. Solite cose. Tu pensa a tatuare amico, per il resto c'è Jimmy Sullivan a pararti il culo.”
Dopo questa frase ed un sorriso smagliante, si diresse verso l'interno del negozio lasciando di nuovo Matt e Brian da soli.
Il secondo scoppiò a ridere, non appena notò l'espressione soddisfatta sul volto dell'altro, sicuramente data da quell'appetitosa sorpresa.

***

Quando Matt tornò al Syn Gates Tattoo per la seconda seduta, dovette aspettare una mezz'ora buona prima di entrare nella stanzetta di Brian e sedersi sulla poltrona di pelle scura. Era passata una settimana dall'ultima volta in cui aveva iniziato il tatuaggio e questo si stava cicatrizzando a dovere, a detta dell'esperto.
“Oggi facciamo la scritta.” esordì. “Almeno ce la leviamo dalle scatole.”
Il ragazzo disteso ridacchiò e si preparò rilassando i muscoli quanto più gli era possibile.
“Thicker than water*, eh? Devi essere legato alla tua famiglia.” asserì Brian mentre si preparava e tornava mentalmente al punto in cui aveva lasciato il lavoro la scorsa volta. Per l'ennesima volta si era ritrovato a fare domande e anche adesso le guance di Matt si erano colorate di porpora e il suo sguardo si era abbassato. “Scusa, sono un rompicoglioni. Sto zitto.”
A quel punto l'altro ragazzo alzò la schiena con uno scatto rischiando di farsi infilzare dall'ago che stava per raggiungere il suo petto.
“Ma no Brian, sono io che mi imbarazzo per niente!” esclamò, iniziando ad agitare anche le mani. Il solo pensiero che avesse potuto farlo sentire a disagio gli fece venire una brutta sensazione alla bocca dello stomaco, era stato gentile con lui sin da subito e non era affatto giusto che, di rimando, si comportasse in quel modo.
Anche se, in effetti, Matt si era accorto solo quando era arrivato per la prima volta in quello studio, di essere in grado di arrossire.
“Comunque sì, mi hanno aiutato molto nonostante io continui a sentirmi un po' un fallimento.” tentò di esibire un sorriso rassicurante, ma dubitò di esserci riuscito del tutto.
Guardando quell'espressione, Brian non potè fare a meno di accarezzare il dorso della mano dell'altro in segno di solidarietà con la punta delle dita, poi scosse debolmente la testa e tornò al suo lavoro.
I respiri di entrambi tornarono regolari in poco tempo e il ronzìo della macchinetta fu di nuovo l'unica compagnia; questa volta però si aggiungeva la voce di Jimmy che ogni tanto attraversava la parete: lo si sentiva per la maggior parte delle volte litigare al telefono con qualcuno.
Anche se non li conosceva quasi affatto, Matt si rese subito conto che tra Jimmy e Brian c'era uno di quei rapporti che si ha la possibilità di instaurare una sola volta nella vita; se hai la fortuna di incontrare quella persona, te la devi tenere ben stretta o rischi di pentirtene fino alla fine dei tuoi giorni. Un po' li invidiava, inconsciamente desiderava anche lui di far parte di quella famiglia che solo quei due formavano. Sembravano bastarsi l'un l'altro, Matt invece aveva l'impressione di avere molto di più, ma non si sentiva mai sazio.
“Posso farti io una domanda? Così magari ti senti meno in colpa.”
“Spara.” rispose Brian, senza alzare lo sguardo.
“Da quant'è che conosci Jimmy?”
Il tatuatore si riavviò i capelli scuri con un veloce gesto della mano, staccando per un attimo quei piccoli aghi.
“Sai che non me lo ricordo? Abbiamo passato così tanto tempo insieme che mi sembra di averlo avuto accanto anche quando in realtà non c'era. In ogni caso l'ho conosciuto quando lavorava in una lavanderia a gettoni qui in città, io avevo un mucchio di panni sporchi e lui era troppo strambo per non offrirgli una sigaretta.”
“Mi stai indirettamente dando dello strambo?” chiese Matt, per poi alzare un sopracciglio.
Brian scoppiò a ridere, dovette allontanare la macchinetta e spegnerla per una manciata di secondi.
“Naaah, quello non è l'unico motivo per cui offrirei una delle mie Marlboro a qualcuno.”
“E gli altri quali sarebbero?”
“Troppo comodo amico, mi dispiace.” disse stroncando la conversazione.
Matt capì che non avrebbe potuto continuare dal modo in cui Brian abbassò la testa e dalla concentrazione che prese subito posto nel suo sguardo.
L'artista, d'altro canto, era sì preso dal suo lavoro, ma non poteva fare a meno di continuare a guardare quella pelle lievemente abbronzata, di sentire i pettorali sotto i guanti quando, con premura, distendeva la porzione da tatuare; era rimasto incantato sin dal primo momento dalla corporatura di quel ragazzo – difficilmente sarebbe passata inosservata – e più la guardava e ne sentiva il profumo, più si sentiva attratto.
La volta precedente si era accorto del profumo di Matt solo quando questo se n'era andato, la sua stanza non aveva la solita fragranza di sempre e non ci mise molto a ricordare che c'era molto di quel ragazzo su di lui, nonostante continuasse a negarlo. Non era esperto in profumi o cose del genere, ma maschile era l'unico aggettivo che gli sembrava convincente. Un uomo avrebbe dovuto avere un odore simile a quello, né più dolce né più forte.
Si pentì di puzzare di fumo, anche se nessuno glielo faceva notare era consapevole del fatto che fosse così. Quando si avvicinava a Jimmy ci faceva caso, anche lui puzzava di sigaretta, ma ci si era talmente abituato che ormai quasi gli piaceva. Non percepiva solo nicotina quando inspirava, c'era qualcosa di particolare che rendeva quel profumo unico.
Era Jimmy e sapeva di fumo e nicotina, con un accenno di una fragranza dolce che non sapeva definire.
Matt invece aveva un odore da uomo e Brian non riusciva a smettere di assaporarlo un respiro dopo l'altro.
“Fatto.” concluse circa un'ora dopo, la sua bocca esibiva un sorriso soddisfatto e corse a prendere un piccolo specchio così che l'altro ragazzo potesse guardarsi per bene.
Mentre si sfilava i guanti in lattice sperava di aver fatto un bel lavoro, desiderava che Matt lo ringraziasse con lo stesso entusiasmo della volta precedente e che gli allungasse una mano con tanto di pacca sulla spalla per salutarlo.
“Grandioso amico, stai facendo davvero un lavoro fantastico.” esordì il ragazzo seduto senza distogliere lo sguardo dello specchio. “Solo una cosa, dovresti pulirmi qui.” continuò, indicando delle lievi macchie scure quasi all'altezza del pomo d'Adamo. Brian recuperò velocemente un pezzo di carta che subito bagnò, per poi togliere via l'inchiostro. Trovarsi di nuovo così vicino al petto di Matt gli fece girare per un attimo la testa, un attimo così fugace che stentò a credere di averlo vissuto.
Non sapeva perché, si sentiva solo dannatamente stupido, ma non avrebbe mai voluto allontanarsi di nuovo.
Continuò a strofinare ancora un po' salendo sulle scapole per poi lasciar scivolare giù la mano e portare il viso alla stessa altezza degli occhi dell'altro. Sentiva che il fiato gli si era fatto corto e che gli occhi verdi si erano bloccati, stava quasi per ridere per quell'espressione buffa. La sacralità con cui Matt lo osservava però, lo fece rimanere serio. Si specchiava dubbioso in quelle iridi chiare, riconosceva la paura negli sguardi di entrambi, ma era una paura bella ed eccitante, come quella per le montagne russe.
Nonostante lo stomaco in gola, continui sempre a fare un altro giro perché non puoi fare a meno di quella sensazione. Era da tanto che Brian non andava in un parcogiochi e fremeva all'idea di provare ancora il piacere del brivido. Non sapeva come Matt avrebbe potuto rispondere ad un suo possibile gesto, e questo lo eccitava terribilmente.
“Volevo offrirti una sigaretta.” soffiò ad un paio di centimentri dalla bocca dell'altro. “Perché ti trovo un tipo decisamente interessante.”
Il ragazzo, di rimando, si morse il labbro inferiore.
“Brian!”
Una terza voce, che Matt non conosceva, irruppe nella stanza. Un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi chiari simili ai suoi fece qualche passo fino a raggiungerli per poi sedersi sullo sgabello che di solito usava il proprietario quando tatuava.
“Zacky...” rispose a mezza voce l'interlocutore, mentre teneva una mano poggiata sul cuore. Sì che aveva voglia di emozioni forti, ma rischiare un infarto per quello spostato non era il caso.
“Ehm, allora io vado.” disse Matt allontanandosi da Brian fino ad alzarsi in piedi. “Prendo appuntamento con Jimmy per la prossima seduta.”
L'altro ragazzo non riuscì a fare altro che salutarlo con un cenno della mano e dire, con un filo di voce: “Lui è Zacky, l'amico di cui ti parlavo.” Aspettò che i due si strinsero la mano e poi si abbandonò sulla poltrona dopo aver esalato un profondo sospiro.
“Ho come l'impressione di aver interrotto qualcosa.” asserì Zacky, non appena sentì la porta chiudersi.

***

Quando Matt si avvicinò a Jimmy, questo lo guardò con aria interrogativa. Non lo conosceva bene, anzi quasi affatto, ma sapeva riconoscere l'amarezza negli occhi degli altri. Lui che difficilmente si buttava giù, aveva come un talento naturale nel captare i problemi altrui.
“Stai bene? Brian è stato indelicato?”
“Tatua alla perfezione, lo sai meglio di me.” rispose Matt, un po' scocciato. “Quando posso venire per completare il lavoro? Dovrebbe essere necessaria una sola ed ultima seduta.”
“Guarda che non mi riferivo al tatuaggio.” disse Jimmy, guardandolo dritto negli occhi. “Brian è impeccabile con gli aghi, mi riferivo alla sua bocca. Quella non la sa ancora usare molto bene.”
L'altro ragazzo arrossì e non seppe dire se l'amico se ne fosse accorto, in ogni caso non lo dava affatto a vedere. Non sapeva se il riferimento alle labbra del tatuatore lo faceva imbarazzare o incazzare... forse entrambe le cose.
“Fissiamo un appuntamento Jim, ho una certa fretta.”

***

“Eddai Brian, ci vieni?”
“Zacky sono pieno di lavoro in questo periodo, non ti ci mettere anche tu per favore.”
“Sono secoli che non passiamo una serata insieme, me lo devi. Ho invitato anche Jimmy.”
A quel punto il ragazzo si sentì in trappola e fu costretto ad arrendersi. D'altronde, se anche il suo migliore amico aveva accettato, non poteva fare altrimenti.
“E va bene, va bene, ci vengo. Posso sapere il nome della band che suonerà, almeno?”
“I Successful Failure.” rispose prontamente l'altro. “Non li conosco, ma ho sentito dire in giro che spaccano davvero e che stanno iniziando a farsi un nome nel mondo dell'hardcore.”
Brian sospirò sonoramente prima di afferrare il biglietto che l'altro gli porgeva e poi lo infilò in uno dei cassetti del bancone dove di solito prendeva posto Jimmy che, in quel momento, se la prendeva comoda in bagno.
“Ma ha problemi di vescica?” chiese Zacky, ad un certo punto.
“No.” rispose l'altro. “È solo troppo stupido per rendersene conto.”
La terza seduta di Matt sembrava essere lontana anni luce, il modo in cui era terminata la precedente lo metteva a disagio e al tempo stesso lo faceva innervosire. Il pensiero che sarebbe potuto succedere chissà cosa, gli faceva venire l'amaro in bocca.
Dopo aver lanciato un'occhiata fugace a Zacky, però, si rese conto che non poteva aspettarsi di meglio dalla vita, se si era scelto un soggetto del genere come amico.



*abbreviazione di Blood is thicker than water (il sangue è più denso dell'acqua): la famiglia è più importante di qualsiasi altra cosa.

Note: ringrazio le dolcissime Gatto Magro e Yssel che, per fortuna, mi seguono anche questa volta e tutti coloro  che hanno aggiunto questa fanfiction tra le preferite/ricordate/seguite.
Scusate il ritardo, ma sono stata in vacanza in Puglia... I prossimi aggiornamenti saranno più veloci!
Un bacio e alla prossima!
   
 
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