Sono
una
falena
dalle
ali
grigie,
ma
in
quel
grigio
alla
luce
potrebbe
brillare
polvere
d'argento,
quella
polvere
che
mi
permette
di
volare.
Vivo
nella
notte
e
cerco
solo
la
luce.
La
luce
che
voglio
non
è
il
sole,
non
è
la
luna
e
non
sono
neanche
le
stelle.
La
luce
che
cerco
è
artificiale.
Questo
appare
a
chi
mi
guarda
volare
attorno
a
quella
sfera
di
luce
calda.
Si
spande
morbida
e
rassicurante
illuminando
le
panchine
di
freddo
metallo
di
questo
mero
piazzale
di
nero
asfalto.
Ma
io
volo
e
sono
qua,
sul
balcone,
sul
mio
trampolino,
il
mio
spazio
di
cielo
lontano
dalla
terra
soffocata.
Tuc.
Tuc.
Tuc.
Perchè
questo
pallido
vetro
mi
separa
dalla
mia
amata
luce?
Ogni
volta
mi
avvicino,
supplico
di
aprire
una
via,
ma
quel
vetro
mi
ostacola.
La
sua
superficie
che
pare
satinata
splende
della
polvere
delle
mie
ali
sempre
più
grigie
e
meno
preziose.
Quando
l'ultimo
granello
mi
lascerà
cadrò
osservando
la
luce
allontanarsi.
La
osserverò
dal
basso
fin
quando
il
mio
cuore
avrà
vita,
poi
mi
spegnerò,
ma
morirò
osservando
quella
luce.
Ne
strapperò
un
frammento
che
brillerà
nei
miei
ricordi
per
sempre.
So
forse
come
si
disegnerà
la
mia
fine.
Le
mie
ali
grigie
smetteranno
di
battere.
Il
loro
argento
verrà
donato
alla
custodia
della
luce
bramata.
Il
loro
morbido
grigio
lo
regalerò
al
vento
che
mi
ha
sostenuta
nella
lotta.
Lo
scheletro
di
vetro
che
ne
resterà
lo
userò
per
ricordare
al
mondo
che
una
falena
ha
lottato.
Le
mie
antenne
sembrano
piume
senza
peso.
Sono
le
ali
che
mi
fanno
volare
nell'universo
dei
sensi.
Sono
piume
preziose
che
mi
disegnano
come
una
piccola
regina
di
cenere.
Non
ho
il
volo
elegante
di
una
farfalla,
non
avrò
mai
la
sua
grazia
e
i
fiori
non
mi
faranno
bere
il
loro
nettare.
Non
sono
così
esile,
le
mie
ali
durano
fatica
per
volare,
sbattono
frenetiche.
Ma
non
vorrei
mai
essere
una
farfalla.
Le
farfalle
hanno
tutta
la
luce
che
vogliono
e
vivono
di
colori
e
profumi
vasti,
infiniti.
Tuc.Tuc.
Mi
poso
sulla
ringhiera
del
mio
balcone
e
chiudo
le
ali.
Non
posso
guardarle,
ma
sento
il
vento
accarezzarmi
da
più
vicino.
Altra
polvere
è
stata
donata.
Osserva
il
mio
mondo
che
si
tinge
di
nero,
blu
e
grigio.
Il
profumo
della
notte
sovrasta
il
mondo
dormiente.
Non
ho
bisogno
del
profumo
delle
rose
quando
la
notte
mi
avvolge.
Pulisco
le
antenne,
mi
pettino
le
zampe.
Minuscoli
granelli
di
me
rimarranno
su
questo
freddo
metallo
dipinto
di
azzurro.
Accanto
ai
miei
leggo
la
storia
di
altre
falene
che
prima
di
me
si
sono
posate
a
riposare
le
loro
ali
stanche.
Ancora
qualche
istante,
poi
volerò
ancora.
Sopra
di
me
brilla
quella
luce.
Tuc.
Tuc.
Tuc.
Altre
falene
cercano
quella
luce
oltre
il
vetro.
Mi
porto
al
bordo
di
questa
ringhiera
e
mi
tuffo
nel
silente
vuoto
della
notte.
Scivolo
e
poi
mi
rialzo
sbattendo
con
foga
le
mie
ali
grigie.
Danzo
per
te.
Guardami.
Guardami
luce.
Ampi
cerchi
attorno
a
quell'alone
di
luce
tiepida.
Traiettorie
disegnate
nel
cielo,
passi
complessi
e
studiati
che
in
pochi
leggeranno,
ma
so
che
lei
mi
guarda.
Non
sono
la
più
bella.
Non
sono
la
più
grande.
Le
mie
ali
non
brillano
più
di
altre.
Ma
sono
io
e
sono
qui
per
te.
Apri
i
tuoi
cancelli,
lasciami
entrare
nella
tua
luce.
Lasciami
piangere
nel
tuo
calore
e
non
lasciarmi
più.
Ogni
notte
tornerò
a
bussare
a
quei
cancelli
e
oltre
di
essi
manderò
i
miei
araldi
d'argento
a
chiederti
di
aprire.
Non
ho
fretta,
il
mio
tempo
scorre
come
polvere
in
una
clessidra.
Polvere
grigia
e
d'argento.
Ascolta
il
mio
canto,
non
è
solo
ronzio
il
mio
suono.
La
mia
voce
è
solo
tua.
Mi
capisci
vero?
Lo
so
che
mi
ascolti
e
mi
osservi.
Poi
infine
troverò
il
modo
di
raggiungerti.
Troverò
l'apertura
nei
tuoi
cancelli
e
correrò
da
te
disegnando
riverberi
d'argento
da
donarti.
In
te
il
mio
sogno
è
realtà.
Ti
curerò,
ti
servirò,
vivrò
per
sempre
con
te
e
per
te
mia
luce.
Non
vedrò
altro
che
caldo
bianco
davanti
a
me.
Sono
disposta
a
darti
la
mia
vista
pur
di
toccarti.
Finalmente
mi
lasci
avvicinare.
Io.
Io
tra
tante
altre.
Un
istante
ti
potrò
abbracciare,
un
istante
eterno.
Ti
sfioro.
Sei
caldissima.
Chiudo
gli
occhi.
Piango.
Sorrido.
Mi
sorridi
vero?
Non
posso
vederti,
ma
so
che
stai
sorridendo.
Non
è
così?
Come
sei
calda.
Bruci.
Il
mio
argento
si
esaurisce
in
te.
Il
mio
cuore
si
blocca
per
l'emozione.
Emozione.
La
Gioia
di
toccarti.
Il
Dolore
di
vederti
uccidermi.
Che
amore
crudele
è
il
mio.
Ma
io
ti
amerò
per
sempre,
mia
luce.
Ho
varcato
i
tuoi
cancelli.
Mi
hai
sfiorato
e
ora
mi
lasci.
Cado.
Cado
nel
vuoto.
Le
mie
ali
hanno
perso
la
magia
dell'argento.
Non
mi
vuoi
salvare?
Non
mi
vuoi
sentire
cantare
ancora
per
te?
E
la
mia
danza?
Tuc.
Cado
sulle
rosse
piastrelle
di
questo
terrazzo.
Non
riesco
a
volare
ancora
da
te.
Mi
vuoi?
Riprendimi!
Sono
qui,
ancora
per
te.
E
la
tenda
si
gonfia
alla
carezza
del
vento.
Se
ne
va.
Ritorna.
Ancora
danzano
e
la
loro
ombra
mi
accarezza.
Luce.
Tenebra.
Ora
so.
Mia
luce,
quante
ballerine
hai
per
te...Quanti
canti
ti
vengono
rivolti.
Io
sono
una
tra
le
tante.
Non
sono
la
più
bella.
Non
sono
la
più
grande.
E
le
mie
ali
non
brillano
più.
Sono
nata
per
te.
Sto
morendo
per
te.
Ho
vissuto
ogni
notte
per
te.
Allungo
le
zampe.
Più
e
più
volte.
Abbracciami
ancora...ti
prego.
Il
tuo
alone
sacro
diminuisce,
ti
affievolisci?
Piangi
per
me?
No.
Sono
io
che
piango
per
te
e
ti
vedo
sempre
più
lontana
dal
mio
cuore.
Non
posso
arrendermi.
Arranco.
Guardami.
Guardami
mia
luce.
Se
le
ali
non
mi
accompagneranno
scalerò
la
ringhiera
e
ti
raggiungerò.
Che
sogno
ingenuo.
Le
mia
zampe
non
possono
dove
falliscono
le
ali.
Piangendo
osservo
le
altre
falene
adularti.
Le
rifiuterai
tutte
mia
luce?
Forse
qualcuna
ti
avvicinerà
senza
che
tu
la
possa
uccidere.
Sorrido.
Sorrido
Amaramente.
Sospiro.
Sospiro
Amaramente.
Non
mi
vuoi.
Non
mi
hai
mai
voluta.
Forse
neanche
mi
hai
guardata.
Forse
neanche
mi
hai
ascoltata.
Non
mi
ascolti.
Mi
fermo.
Non
posso
più
muovermi.
Le
ultime
forze
sono
per
te.
Ascolta
il
mio
ultimo
canto.
Il
vento
soffia
e
le
mie
ali
non
gli
sono
più
amiche.
Mi
spazza
lontano
da
te.
La
tenda
mi
accarezza
trascinandomi
sul
marmo
bianco
dove
l'ombra
si
allunga.
Sento
una
canzone
triste.
Una
canzone
d'amore.
Arranco
verso
l'ignoto.
Qualcosa
mi
tocca,
ma
non
sei
tu.
Non
è
luce.
Non
è
caldo.
Mi
solleva
dal
freddo
marmo
e
vedo
per
un
attimo
una
luce
fredda
e
ampia.
Sembra
piatta.
Mi
avvicino.
Tuc.
Anche
questa
è
protetta?
Tuc.
No.
La
sto
toccando.
Com'è
tiepida.
Sta
cantando
una
canzone
d'amore,
triste
e
malinconia.
Io
ti
ascolto
luce.
Ti
posso
abbracciare
e
tu
mi
abbracci
senza
bruciare.
Piango.
Piango
di
Gioia,
mia
luce.
Sei
tu
colei
che
ha
ascoltato
il
mio
canto
allora?
Adesso
ascolto
il
tuo.
Non
ti
lascerò
mai.
Chiudo
gli
occhi.
Cado.
La
luce
mi
abbraccia.
Il
mio
Amore
è
ricambiato.
La
luce.
Luce.
Ti
ho
raggiunta.
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Forse è meglio aggiungere qualche parolina. Questa storia è nata una sera che osservavo le falene volare attorno al lampione del mio palazzo che è fermato proprio sul mio terrazzo di camera. Rientrata in camera poco dopo mi è arrivata una falena contro lo schermo del pc e qui poco dopo è morta cadendo tra le mie carte. Le ho voluto rendere onore con questa storia ^^